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Valentina Forlin
Guida alla Serie A femminile 2023/24
15 set 2023
15 set 2023
La Roma è ancora la squadra da battere ma le novità sono tante.
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Valentina Forlin
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IMAGO / Sports Press Photo
(foto) IMAGO / Sports Press Photo
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Ci sono state vigilie di campionato migliori per la Serie A femminile, bisogna ammetterlo. I due fallimenti consecutivi dell'Italia nell'ultimo anno (eliminata ai gironi prima agli Europei e poi ai Mondiali) non sono il miglior propellente per l’entusiasmo, e lo stesso si può dire dell’eliminazione precoce della Juventus dalla Champions League (battuta dall'Eintracht Francoforte nella finale del torneo che doveva decidere il superamento del primo turno). Questa ripartenza insomma porta con sé ancora di più aspettative e soprattutto interrogativi: la Roma darà continuità al proprio percorso vincente? La Juventus saprà reagire? Le due milanesi vinceranno finalmente il primo trofeo della loro storia?

Da questa stagione i posti in Champions saranno tre (conquista importante per il movimento italiano), novità che promette maggiore spettacolo per la conquista di una qualificazione europea e quindi maggiore verve alla formula doppia del campionato, con una regular season che terminerà a fine febbraio, e la fase delle Poule Scudetto e Salvezza che inizierà a fine marzo. Per arrivare preparati eccovi quindi una guida al campionato con le principali novità di mercato, le aspettative, le possibili sorprese, ricordando che un match a settimana sarà visibile in chiaro su Rai Sport, mentre gli altri si potranno vedere almeno inizialmente sul sito della FIGC, in attesa della definizione di un broadcaster.

La grande favorita: Roma

Per la Roma dovrà essere la stagione della conferma, quella dove sarà necessario dimostrare di essere ancora la squadra da battere, e certamente i presupposti lasciano pensare che sia ancora così. A differenza delle rivali, la Roma è la squadra che ha subito le partenze più pesanti: il ritiro di Wenninger dal calcio giocato, l’approdo di Andressa Alves nel campionato americano e la cessione di Roman Haug al Liverpool.

Tre giocatrici di tre reparti diversi, entrambe con un'importanza centrale nel primo storico scudetto della squadra giallorossa. Con Wenninger in coppia centrale con Linari, affiancata da Bartoli, Minami e Di Guglielmo, la Roma è si è laureata miglior difesa dello scorso campionato e non è un caso. Il suo peso specifico era notevole, la sua presenza aveva migliorato l'intero reparto, infondendo un senso di solidità e sicurezza immediatamente visibili.

La società si è mossa sul mercato portando in giallorosso una leggenda del calcio giapponese, Saki Kugamai, la cui storia è difficile da riassumere in due righe. Kumagai è una giocatrice di grande esperienza che sarà importante anche in Champions, può ricoprire il ruolo di centrale tanto dietro quanto a centrocampo, e infatti Spugna nell’amichevole pre-campionato con il Chelsea l’ha provata in un centrocampo a tre con Giugliano e Feiersinger (altra new entry, direttamente dall’Eintracht Francoforte) dimostrando di poterla utilizzare come jolly per diversificare ed essere più coperto in fase difensiva lasciando a Giugliano qualche sortita in più sulla trequarti.

Rimanendo in zona difesa, un altro acquisto importante - da cui si capisce che quest’anno la Roma, rispetto all’anno scorso, ha imbastito una rosa forse meno forte ma sicuramente più completa - è il terzino destro Aigbogun, 30 anni e titolare inamovibile al Mondiale con la Svizzera, che aggiunge centimetri e fisicità.

Gli highlights dell'amichevole giocata contro il Chelsea.

Più complicato il discorso per la sostituzione di Andressa. Teoricamente dovrebbe essere Feiersinger a sostituirla, e potrebbe rivelarsi una buona soluzione. Tuttavia non ha alcun senso paragonare le due giocatrici a causa delle caratteristiche e dell’evoluzione che la stessa Andressa ha avuto nell’ultima stagione giallorossa, con una presenza sulle seconde palle in grado di risolvere più di un problema alla Roma in fase realizzativa che sarà veramente difficile da replicare.

Anche l'assenza di Roman Haug si farà sentire, anche se forse di meno delle altre due. La norvegese lascia Roma dopo una buona stagione, giocata quasi sempre da subentrata a Giacinti, riuscendo comunque a giocarsi bene le occasioni avute a disposizione (basti ricordare l’iconico gol che ha regalato di fatto lo scudetto alla Roma nello scontro diretto contro la Juve). La partenza di Haug sarà pesante più che altro per un discorso di rotazioni e prospettive future.

Il reparto offensivo è stato integrato dagli arrivi di Latorre e Viens: la prima porta in dote una buona esperienza, mentre la seconda farà probabilmente la vice-Giacinti grazie a ottime doti in inserimento. Ci si attende tanto anche da Glionna, chiamata dopo due buone stagioni a recitare il ruolo di protagonista.

Complessivamente, le aspettative verso la Roma sono molto alte e guardando da una prospettiva generale la sessione di mercato delle principali contendenti al titolo, non vi è alcun dubbio sul fatto che le giallorosse saranno ancora le favorite, anche se, dopo la recente eliminazione della Juventus dalla Champions League, giocare più partite rispetto a tutte le altre potrà pesare nella corsa scudetto.

Le sfidanti

Juventus

La stagione della Juventus è partita con l’amara e precoce eliminazione dalla Women’s Champions League, un fatto che porterà con sé conseguenze importanti dal punto di vista psicologico ed economico. Difficile, anzi impossibile, non collegare questo risultato, e più in generale l’andamento altalenante dell’ultimo anno, con le vicissitudini della Nazionale, con il declino del mitologico “gruppo Brescia". La scorsa stagione ha rappresentato una sorta di spartiacque per la Juventus, con tanti, tantissimi punti persi in casa e il venir meno di un’imbattibilità altrettanto mitologica, riuscendo a salvare solo in extremis la Coppa Italia, strappandola alla Roma.

Dal punto di vista psicologico la Juve ha il vantaggio di non avere il tempo materiale, se così vogliamo dire, di asciugarsi le lacrime. A una settimana dall’eliminazione inizia il campionato e va da sé che, viste le circostanze, senza un impegno in Europa, le bianconere dovranno concentrarsi nel recupero dello scudetto perso.

Gli highlights della brutta eliminazione contro l'Eintracht.

Lo farà con una squadra diversa, a metà tra la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, in un momento, è bene sottolinearlo, dove la Juve opera secondo i dettami della parola sostenibilità, e si è visto con un mercato che, da Garbino a Palis, da Cafferata a Thomas, ha scelto outsider, deviando dal cammino delle top player internazionali a cui si pensava solo una o due estati fa.

L’arrivo più importante è quello di Estelle Cascarino (da non confondere con la sorella Delphine, stella del Lione) a completare la difesa nel tentativo di restituire solidità a un reparto-roccaforte del gioco bianconero, che tuttavia nell’ultima stagione ha subito una battuta d’arresto. Seguono Garbino e Palis, entrambe francesi ex Bordeaux che dovrebbero regalare sostanza e pericolosità tra centrocampo e attacco, giocatrici fortemente volute da Montemurro.

Sulla lista dei desideri del tecnico australiano c’era anche il nome di Lindsey Thomas, attaccante francese ex Milan dal fisico longilineo e dotata di grandissima corsa e velocità, che tuttavia in rossonero non è mai riuscita a incidere e a trovare continuità nelle prestazioni. Spetterà proprio a Montemurro vincere questa scommessa, facendoci vedere la giocatrice che lui immagina.

Al di là dei nuovi arrivi, per la Juventus quest’anno sarà importante ricevere dei segnali da parte di chi già veste questa maglia. La sensazione è che nessuna in casa bianconera sia intoccabile o indiscutibile. Non lo sono le senatrici - si vocifera che qualcuna potrebbe già partire a gennaio per fare cassa - e non lo sono nemmeno le più giovani. Uscire dalla Champions nella fase preliminare significa rinunciare di default a una cifra importante che i club guadagnano con l’avanzare nella competizione. Ogni volta che un club si qualifica alla fase a gironi, per esempio, guadagna una cifra base di 400 mila euro, soldi ai quali vanno aggiunti altri bonus in relazione alle performance nel girone (50 mila a vittoria, 17mila a pareggio). Considerando che la Juventus Women nelle ultime due stagioni si è sempre qualificata tra le migliori 16, riuscendo nell’impresa dei quarti nella stagione 21/22, il conto è presto fatto. Gli introiti UEFA sono importanti per le sezioni femminili dei club professionistici, soprattutto nella misura in cui rinunciare a circa mezzo milione di euro, come in questo specifico caso, costringe a ragionare il progetto in modo diverso, ridimensionandolo.

Questa stagione insomma sarà importante per il futuro della Juventus Women e le giocatrici dalle quali ci si aspetta molto, quelle che si presume faranno parte del nuovo nucleo vitale bianconero, come Caruso, Lenzini, Cantore, Nilden e Nyström.

Milan

Le attese nei confronti di questo Milan sono alte come non lo sono mai state negli ultimi anni. Nonostante l’addio di Martina Piemonte, reduce dalla sua miglior stagione sul piano della realizzazione e della maturità calcistica, il Milan è riuscito nell’intento di una campagna acquisti che mette d’accordo tutti su un fatto: la squadra di Maurizio Ganz, il tecnico su cui si appuntano le pressioni maggiori, deve concretamente puntare a qualcosa d’importante.

Tutto è partito da un cambio di passo nelle scelte di mercato. La sensazione è che negli ultimi anni il Milan abbia concentrato le sue forze economiche e strategiche nel cercare sempre la sostituta di qualcuno senza mai davvero puntare a dare profondità e spessore alla rosa, e soprattutto senza mai creare valore aggiunto a lungo termine. Questa strategia tappabuchi è la stessa che ha portato in rossonero talenti assoluti come Yui Hasegawa, centrocampista giapponese dalle qualità tecniche notevoli e trascinatrice delle Nadeshiko al Mondiale di Australia a Nuova Zelanda; Laia Codina, centrale di difesa, neo campionessa del Mondo con la Spagna; e Aniek Nouwen, giovane promessa del Chelsea e della Nazionale olandese. Una strategia che ha funzionato, in qualche modo, ma che comunque si basava su permanenze che non andassero oltre un anno o sei mesi, e quasi sempre con la formula del prestito.

Quest’anno, invece, la dirigenza ha portato in rossonero gente che (sembra) essere qui per restare. Ha acquistato Valentina Cernoia e Gloria Marinelli, giocatrici diversissime con in comune una gran voglia di riscatto, Andrea Stašková, ex Juve e Atletico Madrid sulla strada dell’affermazione come punta di peso, Emelyne Laurent, giovane promettente che dovrebbe e potrebbe, come dice lei, “segnare tanti gol, almeno venti”, e, dulcis in fundo, il vero acquisto-top di questa sessione di mercato: Allison Swaby. Dopo tre stagioni alla Roma e una all’Angel City, nel massimo campionato americano, Swaby torna in Italia dopo un solidissimo Mondiale con la sua Giamaica, con una sola rete subita in quattro incontri. Ciò che ci si aspetta da lei è che possa diventare il punto di riferimento di cui il Milan ha sempre avuto bisogno per guidare la difesa.

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Le attese sono alte anche per le conferme in rosa. Le chance di riuscita del Milan per l’obiettivo minimo di un pass in Champions passano tutte certamente da una buona sintonia tra vecchie e nuove, ma anche da un inevitabile salto di qualità di alcune calciatrici. Chante Dompig, esterna d’attacco, ad esempio, avrà l’enorme occasione di mettersi in mostra come è ben riuscita a fare verso il finale della scorsa stagione; Selena Babb, secondo portiere, dovrà giocarsi sempre meglio le carte per soffiare il posto a Giuliani; Christie Grimshaw e Laura Fusetti dovranno dimostrarsi solide ancore di esperienza sull’onda del cambiamento. Vedremo se la realtà terrà il passo delle aspettative.

Squadre in cerca d’autore

Inter

L’Inter di Rita Guarino si appresta a cominciare il campionato con la consapevolezza di non poter sostituire quella che era la sua miglior giocatrice. Tabitha Chawinga è stata la calciatrice più forte e dominante mai apparsa su un campo della Serie A femminile italiana, e tale resterà probabilmente a lungo. Un’impressionante dimostrazione di velocità, tecnica, senso del gol, culminata in un bottino strabiliante fatto di 23 reti e 7 assist in 23 presenze. La sua partenza è pesante però nella difficile elaborazione del lutto ci potrebbe essere uno spiraglio di possibilità. Nella scorsa stagione l’Inter si è consegnata alla stella originaria del Malawi diventandone dipendente (gli appassionati più assidui ricorderanno le due partite saltate da Chawinga a cavallo tra ottobre e novembre, perdendo prima in casa contro la Roma, poi pareggiando a reti bianche a Firenze, strappando un nuovo pareggio in rimonta a Parma solo grazie al suo inserimento nei minuti finali). È come se Chawinga con la sua forza si fosse mangiata le compagne di reparto, che, crediamo non casualmente, hanno tutte sensibilmente peggiorato le proprie performance: Njoya è reduce da una stagione impalpabile, dopo le ottime cose di due anni fa, Bonetti idem, Marinelli è scomparsa ed è approdata in cerca di riscatto al Milan.

Il reparto offensivo nerazzurro resta comunque interessante. Polli, reduce dalla prima stagione senza tormenti fisici, ha segnato molto e offre grandi garanzie in area, mentre sugli esterni sono arrivate dal mercato tre scommesse interessanti, per capacità fisiche, dinamismo, dribbling e tiro: la prima è il ritorno in Italia di Bugeja, giocatrice-crack della Serie A Femminile 2020-2021 con la maglia del Sassuolo (anche se in un livello generale del campionato non comparabile a quello attuale), poi spentasi per via di infortuni cronici e reduce da un’annata anonima in terra americana, ma ancora giovanissima per poter cercare riscatto. La seconda è l’innesto di Michela Cambiaghi, una delle poche che si è salvata nella sofferta retrocessione del Parma e che potrà dare il suo contributo con i suoi strappi palla al piede e la sua fisicità, magari a partita in corso. La terza, quella più roboante, è l’arrivo in prestito dalla Juventus di Bonfantini, di cui Rita Guarino proverà ad alzare il livello mentale, prima che tecnico, che l’attaccante verbanese non ha finora mai avuto in carriera. Se lo attendono i tifosi dell’Inter, ma se lo attende più in generale tutto il movimento del calcio femminile italiano, a partire dal nuovo CT della Nazionale Soncin.

Ci sono però altre assenze che potrebbero pesare. Per esempio: si può veramente fare a meno di Stefanie Van de Gragt al centro della difesa, giocatrice che anche al Mondiale abbiamo ammirato come protagonista assoluta e che ha da poche settimane appeso le scarpette al chiodo? È vero che in sua sostituzione è arrivata la neozelandese Bowen, anche lei vista al Mondiale e con solida esperienza nel campionato americano, però sulla solidità difensiva dell’Inter gravano tante incertezze. In porta è arrivata Cetinja dal Pomigliano, qualcosa più di un secondo portiere, a centrocampo il colpo Pedersen dalla Juventus porterà stabilità e sicurezza nella gestione dei palloni, attendendo il ritorno di Simonetti, quasi mai disponibile nella scorsa stagione.

Un calciomercato interessante, quindi, ma che non ha del tutto chiarito l'interrogativo degli interrogativi: sarà l’anno dell’atteso salto di qualità?

Fiorentina

È difficile cominciare un discorso sulla Fiorentina non partendo dal Viola Park. Ora, se il nuovo centro sportivo viola è già importante di suo perché porta un pezzo di modernità infrastrutturale e tecnologica nel quarto o quinto mondo dell’impiantistica sportiva che è l’Italia calcistica, lo è mille volte di più per il calcio femminile, poiché rappresenta un salto quantico rispetto alla storia organizzativa di questo movimento, compresa l’evoluzione professionale degli ultimi anni. Sarà un grosso vantaggio, insomma, potersi allenare qui tutti i giorni, dato che dentro uno dei due mini-stadi presenti al suo interno ci giocheranno pure.

Oltre al Viola Park, però, non si capisce esattamente cosa voglia fare la Fiorentina. Parliamo del club professionistico apripista in Italia negli investimenti sul calcio femminile, vantaggio temporale che le ha regalato diversi successi e diversi ricordi importanti, come i diecimila al Franchi sotto la pioggia a festeggiare lo scudetto nel 2017. Poi un lento declino, culminato nel biennio di Patrizia Panico alla guida, iniziato nel peggiore dei modi, con un’annata ai limiti della catastrofe e della retrocessione, per poi passare a un netto miglioramento nella scorsa stagione. Rimangono però molti punti interrogativi.

In panchina è arrivato Sebastian De La Fuente, tecnico argentino che ha costruito il proprio percorso professionale quasi interamente nel calcio femminile. Per quanto riguarda il mercato, la strategia seguita è stata quella di confermare pressoché nella sua interezza tutta la rosa dello scorso anno, con pochi innesti mirati, soprattutto in difesa, con gli arrivi di Spinelli, Georgieva e Farge, mentre a centrocampo spicca l’arrivo di Cinotti, fresca di titolo con la Roma, fiorentina doc. Da seguire con attenzione Toniolo, reduce da un’ottima annata nella serie cadetta con la Lazio, esterno sinistro di spinta dotata di grande fisicità e di un gran piede. Ci si aspetta molto anche da Longo, attaccante da monitorare anche in ottica del nuovo ciclo della Nazionale.

Due gli interrogativi. Il primo è la mancanza di una punta centrale in grado di fungere da riferimento realizzativo e di gioco, dato che Hammarlund nella scorsa stagione ha segnato solamente due gol in tredici presenze e non sembra in grado di sostenere questa parte. La seconda è nella mentalità. La Fiorentina delle ultime stagioni ha perso molti scontri con le big del campionato subendo passivi importanti e offrendo spesso la sensazione di un’arrendevolezza preventiva. È come se alla squadra viola mancassero le capacità per stare nell’arena, per portarsi a casa le partite in bilico, per sentirsi veramente protagonista anche quando la pressione sale. Quante di queste mancanze fossero imputabili alla precedente guida tecnica, o invece a una mentalità diffusa tra le calciatrici viola, ce lo dirà il campo.

L’outsider

Sassuolo

Le squadre di Gianpiero Piovani sono da anni tra le più interessanti da seguire nel panorama europeo del calcio femminile di club. C’è sempre una novità tattica da ammirare, un centrale che si alza a impostare, gli scarichi della punta centrale sul play in cerca degli inserimenti del terzo uomo, una maniacale cura dei dettagli unita a una costante valorizzazione del materiale a disposizione. Per longevità e ancoramento alla dimensione provinciale – di una provincia però ricca e managerialmente impostata – oltre alla comunanza del nome di battesimo, Piovani è il Gasperini della Serie A femminile. L’unico momento di incertezza sulla panchina del Sassuolo lo ha vissuto nella prima parte della scorsa stagione, in cui l’edificio era sembrato sul punto di poter crollare, anche a causa di un ridimensionamento nella campagna acquisti, con partenze eccellenti e molte sostitute rivelatesi non all’altezza.

Memore di quell’esperienza, il Sassuolo si presenta al via di questa stagione sulla base di un mercato importante, tra i più importanti della Serie A. In porta l’arrivo di Durand, portiere para-rigori ammirata al Mondiale nel suo ingresso al 120’ nella sfida tra Francia e Australia (en passant, furono proprio le numerose incertezze del portiere austriaco Kresche, poi migliorata nella seconda fase del campionato, a incidere pesantemente sui tanti risultati negativi della formazione neroverde). In difesa le conferme delle “bandiere” Orsi e Filangeri, che viste le numerose richieste possono essere considerate alla stregua di acquisti, e di Pleidrup, una delle calciatrici più sottovalutate della Serie A, finita nella Top 11 della scorsa serie A, difensore di grande fisicità e grande sicurezza nelle letture, oltre che di buona tecnica, mentre la sempiterna Philtjens e la rientrante Santoro garantiscono spinta sugli esterni.

In mezzo la conferma di Jane, gli innesti di Zamanian e Missipo, che va disciplinata ma ha un lungo curriculum con la maglia della nazionale belga, e una delle scommesse maggiori del campionato, Prugna, calciatrice dal futuro sospeso tra la predestinazione del talento ammirato a Empoli per diverse stagioni e l’incertezza di un anno trascorso a Genova in maglia Samp nel più completo anonimato, alle prese con un complicato recupero fisico e mentale dall’infortunio al crociato. In attacco uno dei colpi più importanti del mercato estivo, Beccari, è pronta a prendersi la scena. Tutto passerà dalla salute di Clelland, giocatrice imprescindibile nei movimenti di Piovani, per la sua capacità di legare il gioco con le sponde e di far male nell’attacco alla porta, senza dimenticare il senso del gol dell’eterna Sabatino e l’irruenza della giovanissima Sciabica (classe 2006), punta di diamante dello scouting neroverde.

Con queste credenziali, il Sassuolo è qualcosa in più di una semplice outsider, e punterà sicuramente a inserirsi nella poule scudetto. Il grande tallone d’Achille della squadra neroverde è però la Coppa Italia, dove da anni frustranti eliminazioni nelle prime fasi della competizione, spesso per mano di squadre di categoria inferiore, la tolgono dalla competizione, uno spreco davvero troppo grande, che chiede di essere riparato.

Lotta salvezza

Como

Il Como è una realtà che da neopromossa ha suscitato molto interesse, principalmente perché è lì che si trovavano due tra le migliori speranze del futuro del calcio femminile italiano, Chiara Beccari e Matilde Pavan - la prima convocata al Mondiale da Milena Bertolini e l’altra che avrebbe potuto essere convocata, se non fosse stato per il grave infortunio che l'ha coinvolta. Sono state loro due, insieme a Karlernäs e al mister Sebastian De La Fuente, i pesi che sulla bilancia hanno determinato lo spostamento dell’ago in una direzione ben precisa.

Oggi il Como riparte senza tre di questi quattro nomi, con Beccari partita alla volta di Sassuolo, Pavan rientrata all’Inter e ancora infortunata, e mister De La Fuente impegnato in un nuovo progetto a Firenze. Come spesso accade, le mire di mercato di una squadra alle prese con la lotta salvezza sono rivolte perlopiù verso giocatrici che si sono distinte in Serie B o verso squadre appena retrocesse. È anche il caso del Como, che ha portato in riva al lago alcuni acquisti che potrebbero essere d’aiuto nel raggiungere la salvezza, a partire dal duo d’attacco composto da Martinovic e Arcangeli, coppia che ha già avuto modo di instaurare un feeling tattico a Parma, passando per Vaitukaitytė, centrocampista molto intelligente e brava nelle due fasi, anche lei ex Parma, concludendo con Monnecchi, Lundorf e qualche giovanissima girata in prestito dai grandi club che potrebbe riservare qualche sorpresa.

La differenza tra il Como e le squadre con le quali probabilmente si troverà a fare un testa a testa per evitare la B, sta nell’aver strategicamente preferito operare sul mercato senza però cedere in massa il giovane nucleo fondante sul quale il club punta molto. Tra gli spunti di interesse nell’osservare il Como Women proponiamo anche la promozione in panchina di Marco Bruzzano, professionista molto giovane (classe 1993) dal quale ci aspetta molto, dopo un passato nel settore giovanile femminile e come vice di De La Fuente.

Pomigliano

Dietro a una delle porte dello stadio Ugo Gobbato di Pomigliano d’Arco c’è una scritta che recita “Realizzato dopo anni di sacrificio e passione”. Il Gobbato, ora non più omologato per gli standard della Serie A, è stato negli scorsi anni il teatro di tante battaglie del Pomigliano Women, una delle poche società assieme a Como a Napoli a non aver alcuna affiliazione con una società professionistica maschile, e che nel giro di pochi anni è riuscito a conquistare la promozione e per ben due volte la permanenza nel massimo campionato.

La sensazione acquisita in questi due anni è che il Pomigliano, rispetto alle altre rivali per la permanenza in A, abbia dalla sua un gruppo e un credo molto forti, qualità fondamentali per riuscire a sopravvivere nella lotta salvezza. Per capirlo meglio basti pensare alla vicenda del Parma, squadra che l’anno scorso si contendeva uno slot insieme a Sampdoria e Pomigliano e che infine, nonostante la superiorità sulla carta, non ha evitato la retrocessione a causa di evidenti lacune di personalità collettiva.

Rispetto alla stagione precedente il Pomigliano ha perso alcune buone giocatrici, tra cui Valentina Gallazzi, Veronica Battelani, Sara Cetinja, Alice Corelli e Angela Passeri ma sono riusciti a trattenerne altrettante. Le conferme di Taty, Martinez, Di Giammarino e Ferrario sono importanti in vista della prossima stagione e lo sono sia sul piano tecnico sia sul piano del gruppo. Zhanna Ferrario è la giocatrice che forse meglio di tutte incarna questo spesso tecnico e di personalità.

Il Pomigliano ci ha abituato ad acquisti di giovani giocatrici semi sconosciute che però sono quasi sempre riuscite a contribuire alla causa granata e questa sessione estiva non ha fatto eccezione. Le vere novità di questa sessione sono comunque il ritorno di Dalila Ippolito, talentuosa e bizzosa calciatrice ex Juventus che ha già vestito la maglia granata due stagioni fa, e Marianela Szymanowski, centrocampista offensiva di esperienza in arrivo dal campionato spagnolo, che dovrebbe poter dare un maggior apporto fisico.

È stato un mercato molto agitato, insomma, e l'esito della stagione granata dipenderà proprio da come il Pomigliano riuscirà a gestire una rosa che nel corso dell’estate ha registrato tredici cessioni, dodici acquisti e dieci conferme.

Napoli

Il Napoli Femminile ritrova la Serie A dopo un anno di purgatorio, e si appres

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