Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche, in questo articolo abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse.
Il gruppo H è quello della nostalgia per chi è cresciuto nei primi anni ’10 del 2000 (quindi non proprio nostalgia, diciamo un accenno di nostalgia). Quasi ogni incontro rievoca un ricordo. Per l’Uruguay, ad esempio, è la memoria di alcuni dei propri giorni più gloriosi: Suarez che, sotto il diluvio di Porth Elizabeth, rientra sul destro e trafigge la Corea del Sud negli ottavi di finale del 2010; la doppietta di Cavani nella vittoria contro il Portogallo quattro anni fa, sempre durante gli ottavi. Per non parlare dell’incrocio tra "la Celeste" e il Ghana, a dodici anni di distanza da una partita che ormai è un classico della storia della Coppa del Mondo, con il salvataggio di mani di Suarez e lo scavetto del Loco Abreu.
Che dire, poi, del confronto tra Portogallo e Corea del Sud? L’allenatore degli asiatici è Paulo Bento, ex CT di Cristiano Ronaldo e compagni a Euro 2012 e in Brasile nel 2014, ma soprattutto in campo nel giorno in cui la Corea di Hiddink eliminò, tra le polemiche, il Portogallo dai gironi del Mondiale 2002. Insomma, un gruppo ricco di storia, ma con squadre piene di volti nuovi e capaci di sorprendere.
Favorite per il passaggio del turno
Portogallo e Uruguay partono almeno un passo avanti rispetto a Corea del Sud e Ghana. La squadra di Fernando Santos forse non ha mai avuto un rosa di livello così alto – anche se mancherà un attaccante come Diogo Jota. Come al solito, però, aleggiano critiche sul modello di gioco del CT lusitano. Il Portogallo è pieno di mezze punte di qualità, il cui talento fa a pugni con lo stile reattivo di Fernando Santos. Se i trequartisti portoghesi si avvicinano tra di loro, sono in grado di creare combinazioni notevoli. Si tratta, però, di iniziative sporadiche, senza contare che la presenza vorace di Cristiano Ronaldo condiziona alla radice gli sviluppi offensivi. Fernando Santos preferisce abbassarsi e lasciare la palla agli avversari, ma è possibile attaccare su campo lungo con un Cristiano Ronaldo in queste condizioni? È giusto imporre a giocatori come Bruno Fernandes, Joao Felix e Bernardo Silva questo stile di gioco? Per via delle sue incoerenze, il Portogallo è ancora una squadra con poche risposte contro avversari chiusi, nonostante una quantità spropositata di talento.
Come quattro anni fa, allora, i lusitani potrebbero soffrire una Nazionale con la tradizione difensiva dell’Uruguay, per la prima volta dopo tre Mondiali senza il "Maestro" Tabarez in panchina. L’Uruguay sembra avere un atletismo fuori scala per le altre squadre del girone: Valverde, Bentancur, Darwin, Olivera, sono tutti giocatori capaci di divorare decine di metri in pochi secondi e vincere i duelli fisici contro tutti gli avversari. Rispetto al passato, però, la difesa non sembra ermetica come un tempo: Gimenez vive un cattivo periodo di forma, prigioniero della crisi di Simeone all’Atletico, mentre per Godin i giorni migliori sono passati da un pezzo. Riusciranno a raccogliere le energie per un’ultima grande rassegna di cross respinti e salvataggi disperati, con quel loro senso di sacrificio estremo? Domanda analoga, in fase offensiva, per Cavani e Suarez, che per la prima volta non avranno in mano la squadra.
Il dislivello tecnico rispetto a Uruguay e Portogallo sembra lasciare le briciole a Corea del Sud e Ghana. Molte delle speranze degli asiatici passano dal pieno recupero di Son, rientrato in extremis tra i convocati per il Qatar. Le altre stelle sono Kim, il centrale del Napoli, e Hwang, brevilineo e tecnico, che qualche anno fa prometteva bene al Salisburgo, mentre oggi si ritrova riserva al Wolverhampton. L’altra grande promessa del calcio coreano, Kangin Lee, invece, non gioca un minuto in nazionale da marzo 2021; è il calciatore coreano più tecnico, rientra tra i convocati, ma Bento non lo considera proprio. Il tecnico portoghese prova a esprimere un calcio ambizioso: che sia 4-4-2 o 4-3-3, quattro giocatori rimangono in impostazione, mentre tutti gli altri si alzano sulla linea d’attacco per raccogliere le verticalizzazioni o le seconde palle. Il meglio, ovviamente, arriva se Son e Hwang possono correre palla al piede. Kim a parte, però, è una squadra fragile, che rischia di pagare i troppi uomini sopra la linea della palla.
Il Ghana, invece, si è qualificato ai Mondiali in maniera inaspettata, grazie ai gol in trasferta nel playoff contro la più quotata Nigeria. Storicamente, la forza del Brasile d’Africa è il suo centrocampo, capace di esibire, nelle scorse edizioni, un fuoriclasse come Essien e giocatori affermati come Boateng, Asamoah, Appiah e Muntari. La tradizione sembra proseguire. Forse non c’è l’abbondanza del 2010, ma Thomas Partey è un campione e Kudus uno dei giocatori più interessanti dell’Ajax, capace di fare la differenza anche vicino alla porta. Completa insieme a loro la mediana André Ayew, il grande vecchio della squadra, che ha abbassato il suo raggio d’azione. A dare imprevedibilità al Ghana, però, ci dovranno pensare due giocatori elettrici come Sulemana e Inaki Williams, il primo con i dribbling e il secondo con gli scatti in profondità.
In definitiva, l’esito del girone sembra già scritto, ma tutte le squadre hanno giocatori di alto livello, potenzialmente in grado di sovvertire i pronostici.
Squadra più interessante
A distanza di vent’anni dall’ultima volta, l’Uruguay si presenta ad un Mondiale con un allenatore diverso da Oscar Washington Tabarez. Dopo una serie di sconfitte nel girone di qualificazione, la federazione al suo posto ha scelto Diego Alonso, vincitore di due CONCACAF Champions League con Pachuca e Monterrey. Tabarez aveva intrapreso un ricambio generazionale già in Russia e molti dei migliori talenti della Celeste approdano in Qatar al picco della propria carriera.
L’Uruguay rimane una squadra solida, ma sembra avere più soluzioni per attaccare. Non ci sarà un talento offensivo del calibro del miglior Suarez – Darwin non ha la stessa influenza sulla squadra – ma Alonso ha tante altre armi. L’Uruguay, infatti, è pieno di giocatori di forte impatto fisico, capaci di trascinare di forza la palla fino alla porta avversaria. Il nuovo CT sistema i suoi in un 4-4-2 dove, nella versione più brillante, i mediani sono Bentancur e Valverde, con De Arrascaeta esterno sinistro e Pellistri esterno destro. Quest’anno, però, Pellistri non ha mai visto il campo allo United. Valverde, poi, sta giocando proprio sulla fascia destra: non sarebbe strano se Alonso schierasse il giocatore del Madrid da laterale per inserire Vecino in mezzo.
A prescindere dalla posizione, Valverde è il cuore della Celeste: il suo atletismo, con la palla e negli inserimenti, serve sia a ribaltare il campo che a scompaginare le difese. A togliere linearità al 4-4-2 di Alonso ci pensa De Arrascaeta, il giocatore più tecnico dell’Uruguay, che abbandona la fascia sinistra per stringere verso il centro tra le linee, lasciando la corsia al napoletano Olivera. L’Uruguay attacca in maniera molto diretta, cerca soprattutto di costruire cross: un modo per nascondere i limiti – per Suarez e Cavani fisici, per Darwin tecnici – delle sue punte lontano dalla porta.
C'è poi il tiro di Valverde, che dovrebbe essere dichiarato illegale.
In difesa, invece, si cerca di tenere un blocco medio. L’impiego di uno tra Cavani e Suarez impedisce di pressare alto con continuità (mentre funziona abbastanza il gegenpressing, soprattutto grazie a Valverde e Bentancur). Dietro potrebbe pesare l’assenza di Araujo, che dovrebbe recuperare dall’infortunio all’adduttore solo per l’ultima partita del girone. Araujo di solito gioca da terzino destro, sia perché in mezzo Godin è ancora intoccabile al fianco di Gimenez, sia perché un centrale veloce come il difensore del Barcellona sarebbe sprecato in un blocco medio-basso e allora Alonso preferisce usarlo sull’esterno per sfruttarne le qualità in marcatura contro le ali avversarie.
Partita da non perdere
Portogallo e Uruguay sono le squadre di maggior talento e il loro confronto è il vero big match del girone C. Tuttavia, per la sacralità del Mondiale e delle sue storie, è impossibile non indicare Ghana-Uruguay come partita da non perdere. Dopo dodici anni, le "Black Stars" avranno l’opportunità di vendicarsi di una delle sconfitte più crudeli della storia della competizione. Purtroppo, per limiti di età non ci sarà Asamoah Gyan, il miglior marcatore africano della storia dei Mondiali, colui che aveva sprecato il rigore della vittoria all’ultimo minuto dei tempi supplementari. Ci sarà, invece, Luis Suarez, eroe o antieroe a seconda dei punti di vista di quella notte in Sudafrica: chissà che accoglienza gli riserveranno i tifosi africani. Ghana e Uruguay si incontreranno all’ultima giornata del girone: la tensione emotiva potrebbe toccare alcuni dei picchi più alti della fase a gironi.
Giocatore da seguire
Il Mondiale è stato spesso teatro delle ultime grandi esibizioni di tanti vecchi fuoriclasse. Le storia più interessanti, allora, potrebbero essere ancora quelle di Cristiano Ronaldo e Luis Suarez.
Lasciato andare con ignominia dal Manchester United ma ancora titolare in nazionale, nelle ultime partite l’impiego di Cristiano è sembrato limitante anche per il Portogallo. Come si comporterà Fernando Santos nei suoi confronti? A livello simbolico, una sua esclusione dai titolari, o una sua sostituzione prematura, avrebbero carattere ancora più profano del trattamento ricevuto da ten Hag. Come si concilia la decadenza di un campione di tale portata con le esigenze di una nazionale così ricca di talento? D’altro canto, un Cristiano Ronaldo capace di dosare le forze, magari assistito da un calcio più propositivo che gli permetta di concentrarsi sulla porta, potrebbe ancora lasciarci un ultimo magnifico ricordo.
Suarez, invece, ha regalato momenti di grandezza e di pathos in ognuno dei suoi tre mondiali. Con sette gol in tredici gare ha sempre trascinato l’Uruguay oltre i suoi limiti – la partita da infortunato contro l’Inghilterra nel 2014 resta una delle prestazioni più commoventi della storia recente della competizione – anche ricorrendo a vie traverse (la “parata” contro il Ghana, il morso a Chiellini), che gli hanno precluso alcune delle partite più importanti della sua Nazionale. Cosa si inventerà il "Pistolero" stavolta?
Giovane più eccitante
Kamaldeenho Sulemana è la grande speranza del Ghana in questi Mondiali. Ala del Rennes, classe 2002, è un dribblomane, capace di saltare l’uomo in qualsiasi situazione, non importa se nello stretto o sul lungo. Sembra l’unico in grado di offrire brio al gioco del Ghana ed è sicuramente uno dei calciatori più divertenti del girone. A diciotto giorni dal Mondiale si è fatto male alla caviglia, ma dovrebbe riuscire a recuperare. Per caratteristiche, è il classico giocatore capace di condensare il meglio della forma in pochi giorni e di incendiare le partite. Nel 2010 il premio di miglior Under 23 del Mondiale lo vinse un compagno di Sulemana, André Ayew: se il Ghana dovesse superare la fase a gironi, probabilmente sarà perché Sulemana avrà disputato un bel Mondiale. E a quel punto potrebbe ambire al premio di miglior giovane proprio come il figlio di Abedi Pelé.