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Daniele V. Morrone
Guida al gruppo E
21 nov 2022
21 nov 2022
Spagna e Germania hanno tutto da perdere.
(di)
Daniele V. Morrone
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Oliver Hardt/FIFA via Getty Images
(foto) Oliver Hardt/FIFA via Getty Images
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Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche, in questo articolo abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse.Il gruppo E è quello in cui sembra meno in dubbio quali saranno le due squadre qualificate. Eppure, allo stesso tempo è anche quello in cui è più aperta la lotta per il primo posto: Germania e Spagna sono più o meno allo stesso livello e tutto potrebbe giocarsi nello scontro diretto. Contro di loro, Giappone e Costa Rica sanno di non potersela giocare alla pari e dovranno quindi giocare due partite su tre in sofferenza, cosa che probabilmente ne ha plasmato le convocazioni. Dalla sua prima apparizione nel 1998, il Giappone a Mondiali alterni supera il girone per uscire agli ottavi. In Russia ha superato il girone (con molta fortuna e con l'applicazione per la prima volta nella storia della regola del fair play) per venire eliminato in modo rocambolesco contro il Belgio (gol del 3-2 di Chadli al minuto 94). La presenza di due squadre più forti come Spagna e Germania non aiutera a rompere questo ciclo. Per provarci, il Giappone ha scelto un CT dalle idee molto chiare. Moriyasu ha gestito un gruppo in cui ha integrato i giovani allenati durante le Olimpiadi di Tokyo nell’estate 2021 a un gruppo di senatori storici, lasciando poco spazio a giocatori fuori dalle usuali rotazioni. Chi, come l’attaccante Furuhashi del Celtic, non ha giocato bene nell’occasione da titolare che gli è stata concessa, è stato prontamente scartato in favore di giocatori meno forti ma di cui fidarsi di più, come Takuma Asano. Il risultato è una squadra con due lacune evidenti tra portiere e punte, ma che il CT conosce perfettamente perché priva di giocatori integrati a sorpresa all’ultimo. All’interno dei 26 le gerarchie non sono chiarissime, ci sono state tante rotazioni negli ultimi mesi e Moriyasu sembra intenzionato a far partire tutti alla pari. Ci sono alcuni elementi conosciuti e talentuosi che alzano il livello dell’11 come il difensore Takehiro Tomiyasu o i trequartisti Daichi Kamada e Ritsu Doan. Ma accanto a loro ci sono giocatori che giocano in Europa ma sono sconosciuti al grande pubblico, su cui però Moriyasu ha puntato tantissimo e che potrebbero partire a sorpresa tra i titolari. Tra questi il centrocampista ventisettenne Hidemasa Morita o l’ala ventinovenne Junya Ito. Questo rende il Giappone una squadra esperta e dal buon talento, ma soprattutto malleabile tatticamente, più versatile delle versioni precedenti. Una squadra che può tenere palla per lunghi tratti della partita come decidere di lasciarlo agli avversari e puntare sugli scambi in velocità una volta recuperata. Dovendo affrontare due squadre più forti a cui giocoforza dovrà concedere il pallone, questo può risultare un punto di forza. Per quanto alcuni suoi giocatori abbiano detto il contrario, la Costa Rica parte senza ambizioni di superare il girone, ma venderà carissima la pelle per chiudere senza umiliazioni il cerchio della sua generazione d’oro: quella dei vari Bryan Ruiz, Celso Borges, Yeltsin Tejeda, Joel Campbell e ovviamente capitan Keylor Navas, che tanto bene hanno fatto dal Mondiale 2014. Questo non vuol dire che il Costa Rica non sia una Nazionale in parte rinnovata, dove il CT Luis Fernando Suárez dal 2021 ha utilizzato 77 giocatori tra cui 22 debuttanti, fin troppi per poter riuscire a dare una forma definita alla squadra in tempo per il Mondiale. Il Costa Rica ha cambiato molti uomini praticamente ogni partita delle qualificazioni e nelle ultime 3 amichevoli l’unica costante è stata la difesa a 4 e la strategia di gioco reattiva. Per la Nazionale centroamericana l’obiettivo è non chiudere con 0 punti e per farlo punterà su di un baricentro basso e su un gioco di transizioni che proverà a sorprendere squadre a cui concederà probabilmente attorno al 70% del possesso palla (ma che con linee difensive alte sul campo possono essere vulnerabili alle spalle). La Germania e la Spagna sono due tra le migliori Nazionali al mondo, due squadre che condividono tante cose a partire dall’ambizione di alzare la coppa del mondo e farlo attraverso un gioco offensivo che segue i dettami delle grandi squadre del calcio contemporaneo, tra gioco di posizione e gegenpressing. Entrambe sono figlie delle due scuole calcistiche più influenti degli ultimi tre lustri e condividono la presenza di uno zoccolo duro fatto di giocatori di una squadra di club che condivide la stessa filosofia di gioco della nazionale e da dove vengono i due CT (sono ovviamente il Bayern e il Barcellona che danno rispettivamente 7 e 8 giocatori alle proprie Nazionali). Entrambe hanno un mix di senatori e talenti giovanissimi. Entrambe sono squadre arrivano con tanti dubbi davanti su chi finalizzerà la mole di gioco creata dalla squadra. La Germania perché ha perso per infortunio gli attaccanti Timo Werner (che sarebbe stata la punta titolare) e Marco Reus. Flick, visti gli infortuni, è stato costretto a convocare due punte senza alcuna esperienza in Nazionale, e cioè il pesante attaccante trentenne Niclas Füllkrug e il diciassettenne talento Youssoufa Moukoko. Probabilmente, però, partirà utilizzando come titolare Kai Havertz al centro dell'attacco. La Spagna, che non ha convocato attaccanti rinomati come Iago Aspas e Gerard Moreno per scelte tecniche, si trova invece come attaccanti due giocatori molto abili nell’aiutare la manovra offensiva ma che non hanno brillato per finalizzazione negli ultimi mesi. Ferran Torres e Alvaro Morata, a cui si aggiunge Ansu Fari, che arriva da un lungo infortunio e deve ancora trovare la forma al 100%. Chi troverà il suo finalizzatore (o, chissà, riuscirà a convincere David Villa o Miro Klose a tornare in campo) avrà anche la chiave per passare come prima del girone e arrivare lontano al Mondiale. Favorite per il passaggio del turnoEsiste un universo in cui Spagna e Germania non riescono a passare questo girone? La risposta è nella difesa delle loro avversarie. La Nazionale di Luis Enrique esordisce contro il Costa Rica, che sembra esaltarsi in lunghe fasi di difesa in area, quella di Hansi Flick contro il Giappone, una squadra più sofisticata tatticamente e che quindi forse cercherà di fare qualcosa di più che affidarsi solo alle mani sante del suo portiere e alla fortuna. Se le cose dovessero andare anche minimamente storte nella partita d'andata per una delle due, a quel punto lo scontro diretto alla seconda giornata potrebbe rappresentare questione di vita o di morte (anche per Costa Rica e Giappone, che a quel punto potrebbero giocarsi una chance per passare il turno). Insomma, le cose sono più complicate di quanto non sembrino. Keylor Navas è già pronto a vagare per gli incubi di mezza Europa. Squadra più interessanteSpagna e Germania hanno tante cose in comune dal punto di vista tattico, ma per l'identità tanto marcata e aderente alla figura stessa del suo CT, la squadra più interessante da seguire in questo girone è la Spagna di Luis Enrique. Uno dei migliori allenatori della competizione, ha costruito col tempo una squadra a sua immagine e somiglianza, dove chiunque non si è dimostrato in grado di eseguire i suoi dettami o ha mostrato poco compromesso alla causa (come Thiago Alcantara all’Europeo) è stato fatto fuori. Una versione della Spagna mai tanto ambiziosa col pallone e mai tanto priva di compromessi. Dove fargli male è ormai noto, ma quello che può fare la Spagna durante una partita ha pochi eguali al momento. Con triangoli continui, scambi di posizione e fluidità per risalire il campo, oltre ovviamente a linea altissima e riaggressione immediata, giocarci contro è spesso un incubo.Partita da non perdere È scontato ma sarebbe strano non dire Spagna-Germania (27 novembre alle 20 ora italiana). Una partita ai gironi che potrebbe essere anche la finale tre settimane dopo.Giocatore da seguire Per come giocano Germania e Spagna, per la volontà di avere il pallone e usarlo per disordinare gli avversari, ci sono due giocatori che sono più importanti degli altri: Joshua Kimmich e Pedri. Kimmich arriva al Mondiale nel picco della carriera, a 27 anni è da tempo considerato uno dei migliori registi al mondo per il mix di dinamicità, una tecnica sobria e letture di gioco sopraffine in ogni fase di gioco. Pedri invece è al primo Mondiale ma nonostante i 19 anni è già un maestro nel giocare il pallone manipolando lo spazio e il tempo ricevendo tra le linee con una tecnica che gli permette un calcio sommamente creativo e al tempo stesso totalmente al servizio di quello che serve alla manovra.

Pur fungendo entrambi da registi della manovra della propria Nazionale i due preferiscono giocare in zone di campo diverse: Kimmich più coinvolto nella costruzione, Pedri più nella rifinitura. Entrambi però sono la chiave di volta della manovra di due Nazionali che attraverso di loro riescono a raggiungere l’eccellenza in quello che vogliono fare col pallone. Nel Giappone in cui non è ancora chiaro quale sarà l’11 titolare, e in cui alla punta verrà chiesto di fare il lavoro sporco in termini di movimenti senza palla, forse l’ala sinistra venticinquenne Kaoru Mitoma potrebbe rappresentare il giocatore in grado di creare pericoli in area grazie alla sua tecnica nello stretto, la velocità di esecuzione e la capacità di finalizzazione della giocata.

Nel Costa Rica, accanto all’eterno Joel Campbell (che in realtà ha ancora solo 30 anni), ci sarà il ventiduenne Anthony Contreras, che gioca ancora nel campionato costaricano, ma che utilizzerà questo Mondiale come vetrina per l’Europa. Evidentemente cresciuto nell’immaginario di Cristiano Ronaldo, è una punta molto mobile e dalla sua velocità nella fascia centrale potrebbero arrivare i maggiori pericoli in contropiede.Giovane più eccitante Jamal Musiala è uno dei giovani centrocampisti più completi d'Europa. Coetaneo di Pedri (è nato tre mesi dopo, nel febbraio 2003), anche se più strutturato fisicamente, anche lui sembra essere cresciuto guardando video di Iniesta. D'altra parte è probabilmente così, dato che Musiala è cresciuto nel calcio tedesco dopo l'affermazione del gioco di posizione con il passaggio del ciclone Guardiola. C'è da dire che, pur iniziando un anno prima rispetto a Pedri, Musiala ha fatto più fatica ad entrare in pianta stabile nell’11 titolare della Nazionale e per questo forse però sorprenderà di più lo spettatore occasionale.

Non mancano giovani interessanti anche nelle squadre che alla partenza sembrano più indietro per qualificarsi alla fase ad eliminazione diretta. Per il Giappone c’è il rifinitore esterno Takefusa Kubo che viene da un ottimo inizio di stagione con la Real Sociedad dove sembra aver fatto quel salto mentale e nel gioco che gli ha permesso di sbloccare un talento evidente fin dai tempi delle giovanili. Pur stando nel giro della Nazionale giapponese fin dal 2019, Kubo ha ancora 21 anni e solo adesso sembra un giocatore abbastanza maturo per prendersi una Nazionale alla disperata ricerca di una stella nel fronte offensivo. Nel Costa Rica ci sono ben 7 giocatori nati dal 2000 in poi, quello che potrebbe rubare gli occhi è la velocissima ala sinistra diciottenne Jewison Bennette. Ancora tutto da formare tecnicamente e nelle letture di gioco, ha delle doti atletiche fuori dal comune e per una squadra che sceglie di attaccare in velocità un campo grande, la sua conduzione palla al piede e il suo cambio di passo sono oro colato.

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