Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Guida all'Atalanta 2018/19
17 ago 2018
17 ago 2018
La presentazione della squadra di Gasperini, che è chiamata a confermarsi ad alti livelli per il terzo anno.
(di)
(foto)
Dark mode
(ON)

Posizionamento lo scorso campionato 7°posto Statistica interessante: Dopo la Fiorentina, l’Atalanta è stata la squadra che ha tentato più contrasti a partita (19,1), a conferma del suo stile difensivo molto aggressivo e costruito sulle marcature a uomo. Chi in più: Duván Zapata (Sampdoria), Davide Bettella (Inter), Marco Tumminello (Crotone), Arkadiusz Reca (Wisla Plock), Mario Pasalic (Spartak Mosca), Marco Varnier (Cittadella), Matteo Pessina (Spezia), Emiliano Rigoni (Zenit San Pietroburgo). Chi in meno: Bryan Cristante (Roma), Andrea Petagna (SPAL), Leonardo Spinazzola (Juventus), Mattia Caldara (Juventus), Alessandro Bastoni (Inter), Luca Rizzo (Bologna), Nicolas Haas (Palermo).

Reca si gioca il posto con Gosens a sinistra. Rigoni e Pasalic sono le alternative a Gómez e Ilicic.

La migliore Atalanta di sempre Dopo l’eccezionale campionato 2016/17, il migliore della storia per posizione in classifica (quarto posto) e punti conquistati (72), quella scorsa può essere considerata la stagione della maturità per l’Atalanta, quella che ha confermato la solidità del progetto inaugurato nel 2016 con la firma di Gian Piero Gasperini. Pur essendo scesi dal quarto al settimo posto, e avendo perso 12 punti rispetto all’anno precedente, i nerazzurri hanno consolidato il loro status di club di medio-alta classifica e mostrato ancora una volta una struttura di gioco tra le più riconoscibili ed efficaci del campionato. Soprattutto, si sono mantenuti competitivi nonostante l’impegno in Europa League, competizione in cui hanno giocato alcune delle loro migliori prestazioni stagionali. L’Atalanta si è qualificata al primo posto nel girone più duro del torneo, mettendosi alle spalle senza mai perdere Lione ed Everton. Ai sedicesimi è stata poi eliminata dal Borussia Dortmund soltanto negli ultimi minuti della gara di ritorno, per un errore di Berisha. La squadra di Gasperini ha gestito con una naturalezza insospettabile il doppio impegno tra campionato ed Europa League, pagando qualcosa in termini di punti fatti e posizione in classifica (ma sarebbe stato sorprendente il contrario), riuscendo comunque a centrare per il secondo anno consecutivo la qualificazione in Europa League, anche se partendo dai preliminari. I nerazzurri li stanno peraltro affrontando con grande scioltezza: finora hanno superato i primi due turni vincendo in trasferta sia contro il Sarajevo che contro l’Hapoel Haifa, segnando in tutto 12 gol (8-0 in Bosnia e 4-1 in Israele). Il livello di Sarajevo e Hapoel Haifa non permette comunque di trarre molte indicazioni da queste partite. L’Atalanta le ha gestite dominando il possesso e concedendo pochissimo, limitando anche le ripartenze avversarie con la tipica aggressività nei secondi successivi alla perdita della palla. All’andata contro il Sarajevo, comunque, un momento di distrazione, spiegabile in parte con i comprensibili problemi di condizione fisica, aveva consentito ai bosniaci di segnare due gol in pochi minuti e di pareggiare per 2-2. Riuscisse a superare anche il playoff contro il Copenhagen, la “Dea” sarebbe qualificata alla fase a gironi.

L’Atalanta aveva dominato e sfiorato il 3-0, poi nel giro di pochi minuti aveva concesso due gol.

Nella gara di ritorno la squadra di Gasperini aveva poi blindato la qualificazione segnando quattro gol in meno di mezz’ora, facendo presto dimenticare il calo di concentrazione che aveva fatto sperperare il vantaggio di due gol all’andata. Il tipo di dominio esercitato contro Sarajevo e Hapoel Haifa si può leggere attraverso i ruoli molto offensivi dei due centrali difensivi di destra e sinistra, Tolói e Masiello, che non si sono semplicemente occupati di innescare le tradizionali combinazioni sulle catene laterali, uno dei tratti distintivi del gioco di Gasperini, ma si sono trasformati in centrocampisti e attaccanti aggiunti, utilizzando la libertà loro concessa per avanzare e facilitare la manovra o occupando l’area con inserimenti da dietro. Tolói ha anche regalato un assist da trequartista a Zapata in Israele, per la zona di campo in cui si trovava e la sensibilità con cui ha servito l’attaccante colombiano tra i difensori centrali avversari.

Il primo assist a Zapata non lo ha servito Gómez ma Tolói.

Il controllo del pallone è stato insomma così pronunciato che l’Atalanta ha potuto alzare i suoi difensori senza preoccuparsi di perdere stabilità nelle transizioni a palla persa. Non ci saranno molte altre squadre nel corso della stagione contro cui i nerazzurri domineranno il possesso a un livello tale da portare costantemente così in avanti i difensori. Cosa cambia rispetto alla scorsa stagione? Al terzo anno del ciclo di Gasperini, l’identità dell’Atalanta è tra le più forti del campionato e l’intesa tra i giocatori ha ormai raggiunto livelli così alti da accelerare i normali tempi di inserimento dei nuovi acquisti. La sostituzione di Caldara e Spinazzola era stata comunque preparata lo scorso anno con Palomino e Gosens, pronti dopo un anno di apprendimento dei meccanismi di gioco di Gasperini a diventare titolari in pianta stabile. A sinistra è stato però acquistato Arkadiusz Reca dal Wisla Plock. Esterno mancino di 23 anni, può giocare su tutta la fascia e oltretutto ha dimostrato in Polonia di avere una certa confidenza con il gol: 7 in 65 presenze nel massimo campionato polacco. Contenderà il posto a Gosens, ma su quella fascia può tornare utile anche Castagne, solitamente impiegato a destra ma schierato qualche volta a sinistra da Gasperini. Il vuoto lasciato da Cristante, ceduto alla Roma per 30 milioni dopo la stagione che ha fatto finalmente brillare il suo talento, è stato finora riempito da Pessina, rientrato dopo il prestito allo Spezia. Giocando da trequartista sul lato destro, Pessina si è mostrato molto diligente senza palla, trovando i movimenti giusti per creare linee di passaggio utili a completare la catena di fascia, ma si è limitato a giocate sicure e non è nemmeno sembrato pericoloso come Cristante quando occupava l’area. Dovrebbe toccare comunque a Pasalic, arrivato in prestito dal Chelsea dopo un altro anno di prestito allo Spartak Mosca, non far rimpiangere la quota di gol e inserimenti garantita da Cristante. Anche lui ha un passato al Milan, nel campionato 2016/17, concluso con 24 presenze e 5 gol, ed è capace di sdoppiarsi tra centrocampo e trequarti: ci ha messo pochissimo a prendere le misure al nuovo ruolo, segnando all’esordio contro l’Hapoel Haifa subito dopo essere entrato in campo al posto di Pessina.

Uno dei primi palloni toccati dal croato con la maglia dell’Atalanta.

L’investimento più importante, il più costoso della storia del club, è stato invece compiuto su Duván Zapata, che insieme a Barrow modifica in maniera netta la fisionomia dell’attacco atalantino. Gasperini adesso può contare su due centravanti verticali e più portati a guardare la porta che ad abbassarsi a completare la catena laterale per facilitare la risalita del campo come invece faceva Petagna, ceduto alla SPAL. Oltre a maggiore esperienza, Zapata garantisce maggiori alternative di gioco rispetto a Barrow, rappresentando un riferimento verso cui alzare il pallone ed essendo allo stesso tempo autosufficiente, capace cioè di portare avanti la squadra da solo con i suoi strappi palla al piede. Il livello delle avversarie affrontate finora, mai in grado di contestare il possesso all’Atalanta, non ha permesso di esplorare a fondo le potenzialità di Zapata, ma in partite più difficili le opzioni di gioco garantite dalla sua presenza potrebbero fare la differenza. Insomma, dopo la stagione della maturità, in cui la squadra di Gasperini ha avuto le giuste conferme ma ha anche dovuto accettare di subire un minimo l’adattamento al contesto “alto” in cui è approdata, la prossima potrebbe essere nuovamente una stagione di crescita, in cui fissare l’asticella degli obiettivi leggermente più in alto. Gasperini si è però mostrato preoccupato, criticando in conferenza stampa la campagna acquisti: «Il mercato è stato triste ed esiguo, la squadra per questo è in difficoltà. La società ha messo a disposizione un budget importante, ma sono arrivati tanti giovani non ancora pronti. Così com’è, la rosa non può essere competitiva su più fronti: se le aspettative sono quelle di ripetere le due annate precedenti, forse ci vuole un allenatore più bravo». Uno sfogo pesante e inaspettato, visto che la forza dell’Atalanta nell’ultimo biennio si è fondata sulla totale condivisione di idee e prospettive tra società e allenatore. Forse proprio in risposta a queste parole, la società ha chiuso l’acquisto di Emiliano Rigoni, un'aggiunta notevole per la trequarti atalantina. Esterno offensivo capace di giocare su entrambe le fasce, l’argentino è un giocatore già pronto a contendere il posto a Gómez e Ilicic. L’anno scorso con lo Zenit ha giocato una grande Europa League, segnando 6 gol in 10 partite. Anche se dovrà probabilmente affrontare la concorrenza delle due stelle della squadra, Rigoni è il tipo di rinforzo richiesto da Gasperini per alzare il livello della rosa. Nonostante la piccola crepa aperta dalla polemica sul mercato, la qualità a disposizione e le idee di Gasperini, uno dei migliori tecnici in circolazione nel valorizzare il materiale che gli capita tra le mani, sembrano comunque poter permettere un approccio coraggioso al campionato. Giocatori chiave I giocatori più importanti del sistema bergamasco, quelli cui spetta il compito di illuminarlo con giocate fuori dalla portata dei compagni, restano il “Papu” Gómez e Ilicic. Tirato a lucido come forse mai in carriera, lo sloveno è stato tra i migliori giocatori dello scorso campionato, chiuso con ben 11 gol e 8 assist. In Europa League ha avuto un impatto anche maggiore, realizzando 4 gol e 2 assist in 6 partite. Un’infezione gli ha fatto perdere le prime partite stagionali contro Sarajevo e Hapoel Haifa, non appena tornerà in forma dovrebbe completare con il “Papu” una delle coppie di trequartisti più forti del campionato. Entrambi coinvolti in maniera profonda nella manovra, senza limitarsi a definirla con l’ultimo o il penultimo passaggio, e fondamentali soprattutto quando con la loro tecnica ripuliscono i palloni vaganti dando modo alla squadra di alzarsi, dividendosi il campo e le responsabilità creative permettono all’Atalanta di essere ugualmente pericolosa a prescindere dalla fascia scelta per avanzare. La loro qualità è poi importante nei calci piazzati, uno strumento offensivo prezioso per l’Atalanta, come dimostrano i molti gol ricavati da questa situazione nei preliminari di Europa League. In assenza di Ilicic, Gómez è stato schierato anche a destra, con lo spostamento del mancino Pessina a sinistra. Il “Papu” è ormai un riferimento riconosciuto, tanto che le posizioni dei compagni sulla fascia si adeguano a seconda della zona da lui scelta per ricevere. Quando si abbassa, crea lo spazio per far avanzare il centrocampista o il centrale di fascia, quando si allarga è invece l’esterno a entrare dentro il campo. L’anno scorso Gómez non ha ripetuto l’exploit del campionato 2016/17, in cui segnò 16 gol, ma ha dato comunque un grande contributo con 6 reti e 10 assist. La presenza di Ilicic gli ha forse tolto un po’ di centralità nella manovra, ma ha senza dubbio fatto crescere la pericolosità dell’Atalanta. Se l’inserimento di Zapata procederà senza intoppi, Gasperini avrebbe a disposizione un tridente offensivo davvero di alto livello. Giocatori da prendere al Fantacalcio Nelle mani di Gasperini, Ilicic ha giocato la migliore stagione della carriera. Se la sua condizione fisica si manterrà a un livello accettabile per buona parte del campionato, vale la pena scommettere su prestazioni dello stesso livello, o anche superiori. Dovendo scegliere tra le due stelle della squadra, Ilicic in forma garantisce bonus con più regolarità rispetto a Gómez, che oltretutto tira peggio i rigori. Per qualche bonus meno scontato si può puntare sulla pericolosità ormai consolidata della squadra di Gasperini sui calci piazzati. Negli ultimi due anni i difensori dell’Atalanta hanno realizzato diversi gol, un trend confermato anche dalle prime partite stagionali, in cui hanno segnato Masiello, Tolói, Mancini e Palomino. Soprattutto i primi due possono garantire un rendimento costante e qualche gol o assist. Miglior scenario possibile Zapata e Barrow risolvono il problema della scarsa prolificità degli attaccanti, probabilmente il più grande limite alla crescita del sistema atalantino nell’ultimo anno, Pasalic non fa rimpiangere Cristante, mentre Gómez e Ilicic continuano a essere le stelle della squadra e con le loro giocate trascinano i compagni. L’Atalanta si inserisce da subito nelle zone medio-alte di classifica e a fine campionato conquista per il terzo anno consecutivo la qualificazione in Europa League, dove nel frattempo sono arrivati fino ai quarti di finale. Peggior scenario possibile Invece di evolversi, il sistema di Gasperini implode, la rosa si rivela troppo corta per gestire le energie tra campionato ed Europa League, Ilicic fatica a entrare in forma, i nuovi acquisti deludono e così il progetto atalantino subisce una battuta d’arresto, arenandosi a metà classifica e mancando la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. A fine stagione il Gasp si dice stanco e sulla panchina della “Dea” viene chiamato Ventura.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura