Posizione lo scorso anno: neopromossa
Chi in più: Federico Mattiello, Marios Oikonomou, Luca Rizzo, Federico Viviani, Felipe Dal Bello, Alfred Gomis, Alberto Grassi, Lorenzo Polvani, Alberto Paloschi, Sauli Väisänen, Pa Konate, Leon Petrovic, Marco Borriello, Federico Bonazzoli.
Chi in meno: Simone Pontisso, Cristiano del Grosso, Paolo Ghiglione, Kevin Bonifazi, Gianmarco Zigoni, Michele Castagnetti, Nicolas Giani, Tommaso Silvestri, Mattia Finotto, Mariano Arini
La lunga risalita
La rincorsa della SPAL alla serie A parte da molto lontano ma è stata relativamente breve. La svolta è arrivata nel 2013, quando la famiglia Colombarini (proprietaria della Giacomense, all’epoca in Seconda Divisione) ha guidato la fusione tra le due società, permettendo agli spallini – che arrancavano in Serie D – di tornare tra i professionisti. In quattro anni la società biancazzurra è riuscita a salire dalla quarta alla massima serie del calcio italiano, grazie al quarto posto in Seconda Divisione con Gadda e le due promozioni consecutive con Semplici in panchina.
La doppia promozione (dalla Lega Pro alla A) non rappresenta una novità, nel panorama italiano: negli anni precedente l’exploit era già riuscito a Novara e Frosinone, e poche settimane dopo verrà condiviso dal Benevento. Il filo comune con queste altre squadre è stato nella filosofia con cui si è affrontata la prima stagione in B: Novara, Frosinone e SPAL hanno mantenuto allenatore e gran parte dell’organico, puntando sulla loro identità di squadra e di gioco. Una mossa che in Serie B paga.
La squadra di Semplici aveva iniziato la stagione senza particolari ambizioni, se non quella di consolidare la presenza in cadetteria mantenendo la stessa squadra. Sono stati aggiunti alcuni giovani (Meret, Bonifazi, Cerri) e qualche giocatore di categoria (Schiattarella, Antenucci, Del Grosso). Con appena 4 vittorie nelle prime 11, il campionato degli spallini sembrava destinato ad un, pur apprezzabilissimo, anonimato.
Il cambio di passo è arrivato dopo la sconfitta col Frosinone, che ha portato Semplici ad accelerare alcuni cambiamenti decisivi per il resto della stagione. In difesa Bonifazi (classe ’96, bravo coi piedi e capace in anticipo) è diventato titolare, mentre il centro del campo è stato rinforzato da Mora (spostato sulla mezzala, dove ha dato dinamismo e fisicità). La catena di sinistra è stata rafforzata con gli inserimenti di Beghetto (a gennaio passato al Genoa), ma anche da Costa, subentrato al posto del più esperto e compassato Del Grosso.
A gennaio la partenza di Cerri (passato al Pescara) è stata sostituita dall'arrivo di Floccari, rivelatosi immediatamente decisivo.
Floccari segna all’esordio con la SPAL, fissando il risultato nello scontro diretto col Benevento.
Grazie a questi piccoli cambiamenti in corso d’opera, la squadra di Semplici ha messo insieme una striscia di 43 punti in 20 partite, guadagnando una prima posizione sofferta – persa nelle settimane successive (due sconfitte consecutive), ma poi riconquistata e mantenuta fino all’ultima giornata.
Il gioco di Semplici
Durante questa corsa Semplici ha mantenuto come caposaldo il proprio sistema di gioco, un 3-5-2 fluido e impositivo in fase di possesso, coperto e organizzato in fase difensiva. La squadra cerca sempre di impostare il gioco da dietro, sfruttando attivamente i tre centrali, chiamati a gestire il possesso senza paura, dando un’uscita pulita al pallone e (se possibile) tagliando le linee avversarie in verticale.
I difensori spallini gestiscono il pallone cercando la verticale per i giocatori offensivi.
Nella prima fase del possesso i tre centrocampisti devono supportare la difesa, aprendo spazi centrali e garantendo un appoggio laterale per permettere la salita dei due esterni (che si alzano sulla linea degli attaccanti). Questo atteggiamento permette alla squadra biancazzurra di avere quattro o cinque (se si alza anche una delle mezzali) giocatori sulla linea offensiva, garantendo sempre una soluzione verticale.
Una volta che la palla è sulla trequarti offensiva le opportunità sono molteplici: entrambe le punte svariano su tutto il fronte offensivo, per garantire un appoggio verticale e (soprattutto) aprire spazi agli inserimenti delle mezzali e dell’esterno sul lato debole. Gli spallini insistono sempre sul possesso palla a terra, cercando di attirare gli avversari fuori dalla loro trequarti o sovraccaricando un lato per aprire su quello opposto.
Vicari serve Costa sulla sinistra; l’esterno riceve e serve centralmente per i due attaccanti, che dopo uno scambio possono aprire sulla fascia opposta per la discesa di Schiattarella e Lazzari.
La squadra di Semplici cerca di difendersi tramite il controllo del possesso e del campo, cercando di ridurre al minimo l’impatto degli avversari e soffocare sul nascere le transizioni negative. Quando il tentativo fallisce, la squadra rischia. Per questo, nello scorso campionato la SPAL ha sofferto in modo particolare le squadre preparate bene nel gioco verticale.
Un’altra debolezza viene dai duelli individuali. In diverse occasioni (specie a inizio campionato) i tre centrali si sono rivelati troppo fragili, concedendo più del dovuto sia nel gioco aereo che a campo aperto: in Serie B la lacuna è stata risolta con una maggiore attenzione di reparto nelle situazioni di uno contro uno, mentre per la nuova stagione la società ha provato a risolvere sul piano individuale, scegliendo giocatori strutturati come Felipe e Oikonomou.
Al centro della difesa resta Francesco Vicari, arrivato lo scorso anno dal Novara e tra i principali protagonisti della promozione. Nel 3-5-2 di Semplici il difensore funge da primo riferimento per il portiere e primo appoggio per i centrocampisti, il perno di gioco da cui passa sia la fase di uscita che il riciclo dell’azione da una fascia all’altra. Vicari è un destro puro, ma la sensibilità del piede gli permette di giocare anche attirando la pressione e aprendosi lo spazio per la verticalizzazione.
Vicari comanda i compagni e distribuisce palla come una maestra all’asilo.
Con l’allenatore toscano (e la protezione della difesa a tre) il centrale ha raggiunto livelli molto alti, rivelandosi uno dei migliori specialisti della categoria. Quest’anno l’inizio sembra essere promettente, dato il buon precampionato e la rete (già decisiva) nella sfida di Coppa Italia col Renate.
Il difensore sarà tra i (pochi) titolari assicurati nonostante il salto di categoria. Insieme a lui sono certi di una maglia da titolare Meret (tornato, ancora in prestito, dall’Udinese) e Floccari (confermato dopo gli ottimi sei mesi dello scorso anno, che però potrebbe ritrovarsi in competizione con Borriello), mentre Antenucci e Schiattarella dovranno fare i conti con la concorrenza di Paloschi (e Bonazzoli) e Grassi. A centrocampo Lazzari e Mora (protagonisti di entrambe le promozioni) porteranno avanti la memoria storica della squadra, con la prospettiva di giocarsi il posto con Mattiello e Rizzo.
Le scelte di mercato sembrano confermare le idee tattiche di Semplici: la società ha scommesso su alcuni giovani di prospettiva, ma ha più che altro ha badato a garantire alternative tattiche esatte all’allenatore, prendendo giocatori con esperienza in Serie A, ma con caratteristiche simili ai giocatori dello scorso anno. Comunque andrà, la SPAL del prossimo anno sarà una squadra che proverà a mantenere gioco e principi mostrati nelle ultime due promozioni, pur con prospettive diverse.
La nuova SPAL
Il passaggio dalla Lega Pro alla B è stato assorbito con pochi cambiamenti d’organico, ma per l’approccio alla massima serie si è resa necessaria una piccola rivoluzione. Durante l’estate sono partiti molti protagonisti della scorsa annata, alcuni per fine prestito (Pontisso, Del Grosso, Bonifazi) e altri ceduti in Serie B, così da liberare spazio a forze fresche. Hanno salutato il capitano Giani (andato allo Spezia), i centrocampisti Castagnetti (Empoli) e Arini (Cremonese), le punte Finotto (Ternana) e Zigoni (Venezia).
Il direttore sportivo, Vagnati, ha subito espresso la necessità di ritoccare il progetto portato avanti fino a quel momento, basato sul mantenimento della rosa e la predilezione per giocatori italiani (in quattro anni è arrivato un solo straniero, Togni, per giunta naturalizzato). «Abbiamo tanti ragazzi, servono giocatori di esperienza che diano un aiuto anche psicologico». In questo senso vanno letti gli arrivi di Oikonomou e Felipe in difesa, due giocatori che aggiungono centimetri, muscoli e (soprattutto) esperienza a una retroguardia che, come detto, già lo scorso anno aveva mostrato qualche piccola lacuna. Vagnati ha deciso di integrare ulteriormente il reparto con due giovani scommesse, Vaisanen e Polvani.
Entrambi classe ’94 e già testati nella difesa a tre, si fanno notare per un fisico molto slanciato (188cm) e discrete qualità tecniche. Il finlandese vanta diverse esperienze in nord Europa e ha già esordito in Nazionale; Polvani invece viene da un’ottima stagione al Portogruaro. Nei giorni scorsi è stato ufficializzato anche l’arrivo di Salamon, bravo a impostare dal basso e già con una discreta esperienza in Serie A.
Con la partenza di Arini, Castagnetti e Pontisso le chiavi del centrocampo sono state affidate a Federico Viviani, regista che si distingue per un piede morbido, un buon dinamismo e tante promesse non mantenute. Al suo fianco dovranno partire titolari Grassi e Rizzo, due giocatori che, per caratteristiche tecniche, non si distanziano dai titolari dello scorso anno - Schiattarella e Mora - aggiungendo futuribilità ed esperienza.
Sugli esterni la SPAL ha scommesso molto, aggiungendo a Lazzari e Costa (22 e 23 anni) altri due giocatori di prospettiva, Mattiello e Konate. Lo svedese-guineano è un esterno molto fisico e rapido, perfetto per gli strappi sulla fascia richiesti da Semplici nelle fasi di transizione. Nonostante movimenti un po’ macchinosi, Konate ha anche un piede abbastanza sensibile.
Konate sfugge al fuorigioco, riceve l’appoggio di Floccari e mette dentro un pallone dolcissimo.
L’esterno si giocherà il posto con Costa, anche se al momento sembra partire avanti nelle gerarchie. Diverso è il discorso per Mattiello. Due anni fa il terzino bianconero era una delle migliori promesse in un ruolo difficile. Reduce da due infortuni gravissimi il giocatore è sparito dai radar del professionismo, ma a 22 anni appena compiuti (e con la capacità di giocare in entrambe le fasce) la prospettiva del suo rilancio non sembra così improbabile.
Il posto da titolare, almeno inizialmente, sarà di Lazzari, che sulla fascia destra biancazzurra ha trascorso tutta la risalita dalla Lega Pro alla Serie A. L’esterno è il grimaldello offensivo di Semplici, utilissimo nelle situazioni bloccate e fondamentale nelle transizioni positive. Al terzo salto di categoria in tre anni, il giovane centrocampista si trova di fronte ad una stagione fondamentale per la sua eventuale consacrazione.
Lazzari appoggia di esterno per Schiattarella, brucia un avversario e serve l’assist ad Antenucci.
In attacco la Spal ha confermato i due giocatori di maggiore esperienza, Floccari e Antenucci, lasciando partire le riserve Finotto e Zigoni. Per completare il reparto sono arrivati Paloschi e Borriello, due attaccanti specializzati nelle lotte per la salvezza, il secondo reduce da una delle sue migliori stagioni in carriera al Cagliari. Considerando il gioco di Semplici è difficile immaginare che giocheranno assieme ed è verosimile che si alterneranno nel ruolo di prima punta, con Floccari o Antenucci a legare i vari reparti. Negli ultimi giorni di mercato è arrivato anche Federico Bonazzoli, primavera dell'Inter che fino a qualche anno fa era considerato un prodigio del calcio italiano ma che si è leggermente perso negli ultimi tempi. Inizialmente sarà una buona alternativa per tutti i ruoli dell'attacco, ma ha il talento potenziale anche per imporsi titolare nel tempo.
Con Antenucci al centro di voci di mercato (anche se sembra poter restare), e Borriello appena arrivato in biancazzurro, la coppia titolare sembra essere quella composta da Floccari e Paloschi. In questo precampionato i due stanno iniziando a integrarsi bene, con il primo impegnato a offrire una varietà di movimenti offensivi e Paloschi a presidiare il territorio di caccia a centro area.
Paloschi sonnecchia sulla linea offensiva e, al momento giusto, si butta alle spalle della difesa. Nella seconda azione, un tap-in sulla bella giocata di Rizzo.
Quali prospettive
Semplici affronterà la Serie A come ha sempre fatto, restando fedele a sé stesso. La società ha lavorato in modo oculato, creando un giusto mix tra scommesse non troppo strampalate e giocatori in attesa del rilancio in Serie A. Felipe, Oikonomou, Grassi, Viviani, Rizzo e Paloschi sono giocatori rimasti a un bivio, bisognosi di dimostrare di poter competere ancora in questa Serie A.
Pur partendo dalle giuste intenzioni, il mercato della Spal non può bastare di per sé a garantire la permanenza in Serie A. Molto dipenderà dalla capacità di Semplici nel consolidare la nuova squadra, creando (per la terza volta di fila) un collettivo capace di essere superiore alla somma delle varie parti. Le esperienze dell’Empoli di Sarri e Giampaolo, oltre alla (più recente e tempestosa) salvezza del Crotone lasciano qualche spiraglio, ma per la Spal resta un’impresa complicata.
Scenario migliore possibile
Grassi e Rizzo tornano i centrocampisti tuttofare visti a Bergamo e Bologna, mentre Viviani – inserito finalmente nel contesto giusto – riesce a imporsi nel ruolo di regista, regalando perle da calcio piazzato. Il gioco di Semplici si conferma anche in Serie A, valorizzando i giovani e risvegliando Paloschi dall’apatia che sembrava averlo preso in ostaggio. A gennaio, con la squadra sulla via della salvezza, Konate viene venduto all’Inter per 25 milioni, permettendo alla SPAL di rifare lo stadio e abbassare il prezzo degli abbonamenti per l’anno successivo. A fine marzo viene festeggiata la salvezza.
Scenario peggiore possibile
Oikonomou e Felipe non riescono a risolvere i problemi difensivi degli spallini, che segnano poco e subiscono troppo. A centrocampo Grassi e Rizzo sono spesso fuori per infortunio, lasciando tutto il peso della mediana ai (non giovanissimi) Schiattarella e Mora. A gennaio la squadra ristagna nelle parti basse della classifica, e nonostante la reazione delle ultime giornate la Spal torna mestamente in Serie B.
Giocatore da prendere al Fantacalcio
Federico Viviani. Dopo le stagioni deludenti a Verona e Bologna il regista trova un’altra possibilità nella massima serie, stavolta in un contesto – tattico e ambientale – più adatto. La SPAL ha puntato su di lui con convinzione, costruendo una rosa che al momento non propone alternative forti nel suo ruolo. Nel gioco di Semplici Viviani sembra inserirsi alla perfezione, e la sua qualità sui piazzati potrà regalare più di un bonus.
Giocatore rivelazione
Se Lazzari e Vicari dovessero confermarsi a questi livelli avremmo di fronte due ottime sorprese, ma al momento tutte le fiches vanno necessariamente su Alex Meret. Considerato da sempre come uno dei portieri più promettenti del panorama italiano, avrà la possibilità di misurarsi nel contesto della Serie A con la fiducia pressoché totale della sua squadra.