- Lo scorso anno avevamo scritto della scarsa qualità del calcio inglese. Pensate che basteranno i nuovi grandi allenatori e giocatori a migliorarla?
Daniele Manusia
Senz’altro vedremo un innalzamento della varietà e della competitività sul piano tattico, anche solo perché se non prendi misure contro Conte lui le prende contro di te e sei spacciato; ma anche se non lavori per ostacolare il controllo dello United di Mourinho (fisico ma anche tecnico, indipendentemente da quanto sia alto il baricentro e da chi tenga la palla) e lasci la partita in mano a lui puoi morire di una morte lenta e dolorosa; e se non studi Guardiola ti fa letteralmente a fettine…
La scorsa stagione abbiamo sottolineato fin troppo come il Leicester sia riuscito ad arrivare primo al traguardo con una proposta fin troppo chiara e semplice, che non è mai cambiata nel corso dell’anno, ma non è detto che le condizioni cambino radicalmente, che quel tipo di gioco non sarà fruttuoso: il punto è che ci sarà una pluralità di proposte, e questo è indubbiamente un bene. E sarà divertente vedere come reagirà il pubblico inglese, che ha gusti fin troppo netti quando si parla di calcio.
Magari la sparo troppo grossa, ma la stagione 2016/17 potrebbe rappresentare l’inizio di una rivoluzione tattica che potrebbe cambiare il calcio inglese come ha fatto la rivoluzione tecnica degli anni Novanta, quando sono aumentati i calciatori stranieri e il gusto inglese per il kick and rush si è smussato sulle rotondità di giocatori come Cantona e Bergkamp (per fare i primi due esempi che mi siano venuti in mente). Oggi pubblico inglese e club (che negli ultimi anni hanno fatto passi in avanti dal punto di vista dell’organizzazione interna, basti pensare al Manchester City) hanno a disposizione il meglio anche dal punto di vista delle idee… se non cambiano adesso non cambieranno mai.
Emanuele Atturo
Per quanto vero che i temi sulla bruttezza della Premier League hanno una consistenza profonda e oggettiva, forse ci siamo dimenticati troppo in fretta quanto la bassa qualità della scorsa stagione sia stata anche il prodotto di una serie di fattori quasi irripetibili. Cioè l’anno di fine ciclo arrivato contemporaneamente per Chelsea, City e United. La qualità complessiva del campionato migliorerà per forza di cose, e poi sono arrivati degli allenatori con stili tattici e narrazioni così varie che la Premier sarà il campionato più interessante del mondo anche nel caso fallissero tutti.
Alfredo Giacobbe
La cifra tattica si è indubbiamente elevata rispetto allo scorso anno nel quale, come dici tu Daniele, Ranieri e i suoi erano “beati monoculi in terra caecorum”. Oltre che sui debuttanti, punterei la mia attenzione su due allenatori in cerca di conferme, come Bilic e Wenger. Il primo è un personaggio mai banale nelle dichiarazioni e sta imbastendo una squadra così ricca di talento che può diventare la variabile impazzita di questa Premier (rispetto all’aggiornamento di calciomercato di Fabrizio Gabrielli è stato ufficializzato anche Calleri). Wenger si è sentito in dovere di fare il suo personale all-in, forse solo per tirare di nuovo a sé una parte dei riflettori volata in direzione di Manchester: alla ventesima stagione alla guida dei Gunners, ha praticamente legato la sua permanenza ai risultati di quest’anno. A Londra c’è già aria di dramma.
Marco D’Ottavi
Io quando guardo la Premier vengo distratto troppo facilmente dalla brillantezza dei colori, dal calore del pubblico, dalla velocità del gioco e allora non mi viene da concentrarmi sulla pochezza tattica. La Premier League sembra uno di quei tuffatori cinesi che magari sbaglia il tuffo però poi entra in acqua senza far alzare uno schizzo d’acqua e allora tutti ad applaudire, io per primo. Quest’anno però sarà un tuffatore cinese allenato da gente del calibro di Guardiola, Conte, Mourinho, ma anche altri bravissimi tecnici. Quindi necessariamente ci sarà un miglioramento.
More insight into Guardiola’s developing system at City. Looking at their inverted full-backs in yesterday’s match. pic.twitter.com/cSqInSZdqk
— Tom Payne (@TomPayneftbl) 8 agosto 2016
- Quali squadre non possono non far parte della lotta al campionato? Chi parte avanti?
Flavio Fusi
La cosa sconcertante di questa edizione della Premier League è che (almeno) due allenatori tra Conte, Guardiola, Klopp, Mourinho, Pochettino e Wenger rimarranno fuori dai primi quattro posti. La vittoria del Leicester nella scorsa stagione è dipesa dalle brutte stagioni di praticamente tutte le grandi tradizionali (tranne l’Arsenal, che “ha fatto l’Arsenal”, arrivando secondo) e non è un caso che anche il Tottenham sia riuscito ad alzare l’asticella, passando da outsider a serissima contendente al titolo. Ora quelle stesse grandi hanno tutte le intenzioni di tornare a contendersi il titolo, per cui non è affatto facile fare una previsione sulla stagione che sta per cominciare.
Daniele M.
Delle 7 squadre che potrebbero in teoria essere parte della corsa per il titolo, credo che le uniche che non possano permettersi di arrivare troppo lontano, o di perdere ambizione troppo presto, sono United e City. Per ovvie ragioni di mercato, ma anche per le aspettative generate da Mourinho e Guardiola. Personalmente mi aspetto molto anche da Pochettino e Klopp, che hanno il vantaggio di avere squadre più pronte delle altre. Ma qualsiasi delle 7 squadre che in teoria partono davanti non arrivasse tra le prime quattro posizioni (= Champions League) rimarrà delusa. Forse l’unica che, almeno dal punto di vista psicologico, potrebbe permettersi una stagione mediocre è il Leicester, che anche se si normalizzasse alle spalle della lotta per la Champions potrebbe essere soddisfatto (parlo di pubblico e squadra, non del presidente che regala macchine come fossero orologi).
Alfredo
Dopo quello che è successo lo scorso anno con il Leicester, salvi per un pelo e poi campioni 12 mesi dopo, mi sento in imbarazzo a fare una qualsiasi previsione. Intendo dire che sono tali le risorse economiche a disposizione di ogni squadra di Premier che, in fin dei conti, la probabilità di imbastire un undici competitivo è concreta. Ciò detto, credo che il Tottenham stia arrivando all’apice del suo ciclo con Pochettino e non possa rimanere fuori dalla lotta per il titolo. Ha preso due profili interessanti come Wanyama e Janssen, evitando così che Dier e Kane possano arrivare di nuovo col fiato corto nella fase cruciale della stagione.
Marco
Il Manchester United dopo un periodo di flessione è andato all-in e non può fallire. La semplice presenza di Ibrahimovic, per la storia che si porta dietro all’interno dei campionati nazionali, ti costringe ad essere lì e secondo me la fa partire anche un millimetro avanti alle altre. Bisogna vedere come Mourinho riuscirà a gestire le risorse, come si muoverà con Rooney, con la difesa, con l’inserimento di Pogba. Però, ecco, io una squadra che schiera Ibra non riesco a considerarla favorita almeno un po’. Poi ho controllato: Guardiola ha vinto 197 delle 253 partite allenate tra Liga e Bundesliga e ne ha perse solo 20. Ora sto controllando il costo degli affitti delle stanze a Manchester.
- Quanto è difficile che il Leicester si ripeta?
Dario Saltari
Secondo me è quasi impossibile. Quello che è successo l’anno scorso è frutto di una concatenazione di eventi praticamente irripetibili, come la crisi contemporanea di quasi tutte le grandi squadre e l’altrettanto esplosione contemporanea dei suoi giocatori più importanti, alcuni dei quali sono già venuti meno (per esempio: quanto perderà il Leicester con la cessione di Kanté? Il suo “sostituto”, Mendy, è un giocatore decisamente diverso), mentre altri sono molto in bilico (Mahrez rimarrà?). Dal mercato sono arrivati molti giocatori interessanti (Musa e Kaputska), ma che inevitabilmente cambieranno la fisionomia tecnica della squadra. Non so quanto sia effettivamente possibile non farsi influenzare dal percorso letteralmente straordinario che il Leicester ha fatto l’anno scorso, ma se potessi dare un consiglio a Ranieri e il suo staff è: cambiate strada.
Emanuele
Dopo la sconfitta contro lo United – sebbene quasi immeritata – il Leicester è già entrato all’interno dello stereotipo narrativo del declino, forte almeno quanto quello dell’underdog di cui è diretta conseguenza. Quest’anno guarderemo tutti il Leicester con la tristezza negli occhi: ogni sconfitta in Champions e ogni piccola delusione in campionato sarà la conferma che l’ordine del mondo ha ripreso a scorrere. Non so se a quel punto saremo disposti ad accettare la mediocrità del Leicester, forse saremo sconsolati e col cuore freddo come la domenica pomeriggio dopo un sabato sera passato a bere. Kanté è già andato via, fatico a credere che Mahrez resterà (anche se non abbiamo elementi per pensare il contrario al momento) e questa stagione si sta apparecchiando con tutti i crismi del naufragio perfetto. Proviamo almeno a guardare al Leicester con uno sguardo più laico. Dopo la vittoria del campionato del 1962, la stagione subito dopo l’Ipswich arrivò 17esimo. Almeno questo non credo succederà.
Flavio
Il Leicester ha operato intelligentemente sul mercato, acquistando giocatori giovani e funzionali ad un certo tipo di calcio, ma non credo che questo possa bastare per vederli nuovamente competere per il titolo. Il gap che c’era con le altre grandi non è stato colmato e c’è un Kanté in meno, cioè il giocatore più importante in assoluto dell’undici campione lo scorso anno. Non è nemmeno da trascurare l’esaurimento dell’effetto sorpresa: le altre ormai sanno che avversario affrontano e difficilmente le altre 19 squadre si faranno trovare impreparate in serie. Non credo dunque che le Foxes riusciranno in alcun modo a rivincere la Premier, anche perché non dimentichiamoci che dovranno affrontare anche la Champions League, che per quanto possa essere importante, toglierà sicuramente energie agli uomini di Ranieri (almeno fino a quando rimarranno in corsa). Detto ciò, credo che arrivare appena dopo le grandi sarebbe comunque un successo, conquistare una nuova qualificazione europea, il massimo risultato ottenibile.
Daniele M.
Ok, mi tocca fare l’ottimista. Ma in Community Shield ho visto un Leicester molto simile a quello dello scorso anno e la partita stava andando come al solito… semplicemente, credo che il gioco del Leicester sia molto adatto alla Premier. Nel senso: alla maggior parte dei giocatori che scendono in campo in Premier League; e se dovessero mantenere il livello alto (sono d’accordo con Flavio quando parla di mercato intelligente) non è detto che la presenza di allenatori innovativi basti da subito a cambiare la situazione su tutto il campionato. Certo, la stagione sarà lunghissima da campioni in carica, con anche la Champions League da giocare, e magari non vinceranno il campionato, ma non mi stupirei se restassero nel gruppo fino agli ultimi 600-700 metri (la metafora è tarata su una corsa da 10km).
Marco
Le possibilità che il Leicester si ripeta sono più o meno le stesse che l’Italia vinca il medagliere olimpico (sì, sto in fissa con le Olimpiadi), ovvero nulle. Però non sarei così tragico come Emanuele: il Leicester sta sfruttando la serie di bug che gli hanno permesso di vincere l’ultima Premier per consolidare la sua scalata sociale. Sta facendo un mercato intelligente, probabilmente non riuscirà a tenere Mahrez, ma già non cedere Vardy – l’attaccante operaio – è stato importante. Con tutti i soldi guadagnati e con quelli della Champions credo riuscirà a diventare una squadra di mezza classifica, sotto le prime 7-8 (che però sono sette otto davvero forti), ma comunque non più a rischio. Per una squadra data per retrocessa dodici mesi fa, essere ora una squadra da posizioni medio-alte non è male, è come sposare un avvocato/a dopo essere uscita/o per un anno con il Re/Regina d’Inghilterra.
- Il Tottenham in alcuni momenti dello scorso anno ha espresso il calcio migliore del campionato, continuerà a crescere?
Daniele V. Morrone
Credo possa arrivare una normalissima fase di plateau nella crescita del Tottenham a causa principalmente della partecipazione alla Champions League per la prima volta da anni. Lo scorso anno ha dimostrato di saper reggere fisicamente l’Europa League, ma mentalmente è crollato proprio sul finale di stagione. Bene, il problema della Champions è che dalla prima partita di settembre richiede un dispendio mentale massimo, tanto in fase di preparazione quanto durante la partita, che una squadra non abituata ad avere così presto solitamente rischia di pagare con un abbassamento del livello iniziale delle prestazioni in campionato. Questo potrebbe togliere a Pochettino il vantaggio nei confronti di allenatori come Guardiola o Conte, ancora alle prese con la fase di ambientamento iniziale.
Emanuele
Aggiungo che purtroppo la quasi-vittoria della scorso anno (poi tramutata addirittura in un terzo posto) è stata chiaramente il miglior risultato raggiungibile dal Tottenham (e infatti è stato un record storico). Questo di per sé potrebbe causare qualche ruggine mentale, soprattutto su giocatori che sono agli Spurs da un po’ di tempo (Eriksen o Lamela), o molto corteggiati (Kane, Alli) e che potrebbero sentirsi a fine ciclo. In questo senso il mercato, quasi nullo, ha messo nel serbatoio poche forze fresche.
Esplicitati tutti questi dubbi, il Tottenham rimane una delle squadre con l’ossatura più forte e rodata di tutta la Premier League e una stagione storta mi meraviglierebbe più di una di conferma.
Flavio
Gli Spurs avranno il vantaggio di meccanismi collaudati e di un’intelaiatura che è rimasta la stessa (Wanyama e Janssen sono due rincalzi di lusso), mentre gran parte delle altre dovranno fare i conti con l’inserimento dei nuovi arrivi oppure con principi tattici diversi rispetto alla scorsa. Probabilmente dovranno costruire il proprio vantaggio all’inizio della stagione, ma non vedo particolari ragioni perché le prestazioni degli Spurs debbano calare rispetto alla scorsa annata, considerata l’età media della rosa, composta in gran parte da giocatori che ancora non hanno nemmeno raggiunto l’apice della propria carriera. Certo non sarà altrettanto facile ritrovarsi a lottare per il titolo come nella passata stagione, ma come Emanuele sarei sorpreso da una “stagione storta” del Tottenham.
Marco
Ho paura che il Tottenham abbia perso il suo treno. Ha una squadra incredibilmente forte, ma non riesco a vedere motivi di crescita ulteriore. Molti dei suoi giocatori si sono espressi su un livello altissimo nella scorsa stagione e l’aggiunta della Champions potrebbe pesare nel corso della stagione. L’arrivo di Wanyama e Janssen è positivo, ma poca cosa rispetto al cataclisma fatto dalle altre pretendenti al titolo. Credo tornerà ad essere il solito Tottenham, a tratti bello, a tratti depressivo, a tratti tantissimi cuori per Lamela – Delle Alli – Eriksen – Kane.
- Klopp è alla prima stagione dall’inizio. Quanto in alto fissate l’asticella delle vostre aspettative?
Dario
Molto in alto. Non solo perché ha avuto più di metà stagione per applicare le sue idee sulla squadra e individuare i giocatori più adatti (e quindi fare anche un mercato su misura, di conseguenza), ma anche (e forse soprattutto) perché il Liverpool quest’anno non avrà competizioni europee da giocare. Giocare l’Europa League dall’inizio è uno stillicidio di forze fisiche che in Premier nessuno può permettersi, soprattutto con un gioco così probante come quello di Klopp, e il Liverpool quest’anno sarà quindi libero di concentrare tutti i propri sforzi sul campionato. Secondo me nella seconda parte di stagione, quella decisiva, farà la differenza.
Emanuele
Le combinazioni a 200 km/h tra Coutinho, Firmino, Sturridge e Mané sono tra le cose più eccitanti che ho visto quest’estate, subito dopo le grattachecche e subito prima Pokémon Go.
Daniele M.
Klopp è l’unico, nella royal rumble dei migliori allenatori europei in Premier League, da cui non accetterei un passaggio a vuoto. Con Guardiola, Conte (meno di Guardiola) e Mourinho (meno di Conte e Guardiola) che avranno bisogno di adattarsi e costruire le proprie squadre usando anche il mercato di gennaio, avrei voglia di dire che questa potrebbe essere la stagione di Klopp. E magari lo sarà, ma sarebbe ingiusto condannarlo a un risultato preciso considerato il contesto. Diciamo, però, che il ritorno del Liverpool in Champions League sarebbe un obiettivo più che ragionevole. Ah, se possibile aggiungerei anche un paio di premi come Player of The Month per Sadio Mané.
Flavio
Klopp ha usato la scorsa stagione per ambientarsi e iniziare a implementare i suoi principi di gioco nonostante l’impressionante mole di infortuni subiti dai suoi. Gli acquisti (Gruijć, Matip Mané e Wijnaldum su tutti) sono stati tutti mirati e rendono la rosa ancora più duttile, ma forse manca ancora qualcosa per competere al massimo livello per tutta la stagione: Benteke ha dimostrato di non essere l’attaccante ideale per Klopp e la salute di Sturridge rimane sempre un gran bel punto interrogativo, mentre Mignolet è stato tutto meno che il portiere affidabile che serve ad una squadra del genere (si stima sia costato due posizioni in classifica).
Se però un paio di cose andassero nel verso giusto, una spintarella della varianza potrebbe lanciare il Liverpool nella corsa al titolo, anche se rimango dell’idea che l’obiettivo realistico sia terminare nelle prime quattro della classifica.
Marco
A me veder giocare le squadre di Klopp mi stanca, fisicamente proprio. Non capisco come facciano i suoi giocatori, non capisco come possa essere remunerativo sul lungo periodo questo tipo di calcio in un campionato snervante come la Premier. Quindi non fisserei l’asticella troppo in alto, personalmente mi stupirei anche se riuscissero ad arrivare in zona Champions. Detto questo alzerei tantissimo l’asticella delle partite del Liverpool che vedrò da domani in poi.