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Guida al Napoli 2017/18
21 ago 2017
21 ago 2017
Il bel gioco del Napoli di fronte alla prova più complicata: vincere lo Scudetto.
(articolo)
11 min
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Posizione lo scorso campionato:

Chi in più: Adam Ounas, Marko Rog, Mario Rui,

Chi in meno: nessuno!

Ripartire dalla scorsa stagione

Nella sua seconda stagione alla guida del Napoli, Maurizio Sarri è riuscito a superare sé stesso: ha fatto registrare di nuovo il record di punti nella storia del club (86, quattro in più del campionato precedente), quello di reti complessive (94) e quello di reti in trasferta (50) da quando la Serie A è a venti squadre. Nonostante questi tre storici primati, gli "azzurri" non sono stati capaci di vincere il tanto agognato Scudetto. Anzi: in un campionato statisticamente eccezionale, in cui anche la Roma ha segnato il proprio record di punti, non sono nemmeno riusciti ad eguagliare il secondo posto del 2015/16.

Era difficile pensare che il Napoli sarebbe riuscito a migliorarsi, soprattutto dopo la partenza di Gonzalo Higuaín, autore di 36 gol due campionati fa, e il quasi immediato infortunio del sostituto proveniente dal calciomercato, Arkadiusz Milik. Ma l’ex allenatore dell’Empoli ha trasformato quello che sembrava un problema nel trampolino di lancio della nuova stagione: rinunciare a un attaccante di ruolo e impiegare Dries Mertens, fin lì una sorta di 12.esimo uomo, nel ruolo di centravanti del suo 4-3-3.

Con il belga al centro dell’attacco, autore di 28 gol in campionato e 34 in stagione, i partenopei hanno toccato vette di gioco mai viste prima, trasformandosi ancor di più in una vera e propria macchina da gol in grado di bombardare letteralmente la porta avversaria (553 conclusioni, più di qualunque squadra).

Fino a quel momento Mertens si era dimostrato più diretto nelle proprie decisioni, fino al limite del vero egoismo, ma si è sorprendentemente rivelato l’attaccante ideale di una delle squadre più possesso-centriche d’Europa (59% di possesso palla medio), che fin lì aveva sempre puntato su un centravanti dalla stazza importante.

A 30 anni l’attaccante belga si è calato alla perfezione nel ruolo, migliorando di settimana in settimana: ha imparato a tenere meno il pallone, distribuendolo con maggiore velocità e frequenza e ha migliorato sempre di più la sua capacità di rifinitura. In posizione più centrale e vicino alla porta, ha messo a frutto la sua capacità unica di crearsi da solo le occasioni da gol, vivendo la migliore stagione della propria carriera.

Ma Mertens non è stato il solo ad accrescere le proprie responsabilità offensive: Insigne ha chiuso la stagione con 18 gol, cioè più delle tre stagioni precedenti messe insieme, e 9 assist; Callejón ha segnato 14 volte e ha servito 12 passaggi decisivi; a sua volta anche Hamsik ha messo a referto una doppia-doppia (12 gol e 10 assist) ma soprattutto, fondamentale ingranaggio di tutto il sistema di gioco del Napoli, si è prodotto nella sua migliore annata di sempre, coniugando efficienza e qualità a un livello senza precedenti.

Ripercorrendo le due stagioni di Sarri alla guida del Napoli, è evidente più di ogni altra cosa quanto le sue capacità da insegnante di calcio abbiano migliorato praticamente tutti gli elementi importanti della rosa, anche quelli che ad un primo sguardo potevano sembrare non del tutto adatti al suo gioco. Ha persino rinunciato al suo originale 4-3-1-2 per far sì che tutti rendessero al meglio, trasformando il Napoli nella squadra che secondo molti propone il miglior calcio d’Italia e che è diventata un esempio in tutta Europa.

L'importanza della stabilità

Per adesso, complice anche l’impegno nei preliminari di Champions League, che se superato (e il Napoli è a buon punto dopo aver vinto 2-0 la partita di andata con il Nice) potrebbe portare un’iniezione di capitali spendibili sul calciomercato nelle casse del club, la dirigenza non ha aggiunto un gran numero di elementi alla rosa a disposizione, ma contemporaneamente non è nemmeno partito nessuno. Riscattati a suon di milioni Maksimovic e Rog, gli unici due volti nuovi sono Adam Ounas (arrivto dal Bordeaux per 10 milioni) e Mario Rui (prelevato in prestito oneroso con diritto di riscatto dalla Roma).

L’impiego stabile di Mertens al centro dell’attacco ha permesso a Sarri di rimpiazzare Milik, ma contemporaneamente ha privato la squadra di una preziosa alternativa sugli esterni: l’acquisto di Ounas risponde proprio a quest’esigenza. Il francese è un’ala mancina decisamente rapida a cui piace molto tagliare dalla fascia destra verso l’area di rigore. Ciò che più colpisce del suo gioco è la straordinaria abilità in dribbling, anche quando si trova in inferiorità numerica, che permette alla squadra di guadagnare campo rapidamente e di creare occasioni, soprattutto in una squadra molto più strutturata tatticamente rispetto al Bordeaux come è il Napoli.

In due anni con la squadra francese Ounas ha segnato 8 gol e firmato 4 assist: numeri non straordinari ma comunque buoni considerando che supera di poco i 2000 minuti giocati in carriera (0,42 gol+assist per 90 di media per un classe 1996 non sono affatto male). In un certo senso, Ounas ricorda proprio il Mertens esterno offensivo, come il belga ha una tedenza egoista che lo porta a prendere decisioni non sempre efficienti, che si tratti di tirare o dribblare, e manca ancora un po’ in creatività nell’ultimo passaggio. Il suo gioco necessita di essere limato da Sarri e a 20 anni ci sono tutti i margini per plasmarlo, ma per ora potrebbe già rappresentare l’elemento che si inserisce a gara in corso in cerca dello strappo decisivo.

Ruolo che, a guardare la rosa, potrebbe ricoprire anche il brasiliano Leandrinho, che ha fatto faville al torneo di Viareggio 2017 dopo essere arrivato a gennaio dal Ponte Preta, ma che a 18 anni e dopo soli pochi mesi in Europa potrebbe non essere ancora ritenuto pronto per la prima squadra.

Mario Rui è invece una vecchia conoscenza di Sarri che lo ha già allenato ad Empoli. Dopo la sfortunata stagione con la Roma, segnata dal grave infortunio al ginocchio, il terzino portoghese riabbraccerà il suo mentore. Proprio come al Napoli, anche all’Empoli era il terzino sinistro ad avere maggiori libertà offensive, ma rispetto a Ghoulam, Rui potrebbe offrire qualità diverse. Il 25enne aveva dimostrato una spiccata tendenza al gioco diagonale, aspetto determinante del calcio di Sarri, tanto che molte volte era Maccarone o la mezzala ad allargarsi, con il portoghese che si stringeva verso il centro del campo. Rispetto a Ounas, il periodo di adattamento di Rui dovrebbe essere più breve, sia perché conosce alla perfezione il suo allenatore, sia alcuni compagni (Sepe, Hysaj, Tonelli se rimarrà, Zielinski): ecco che dunque potrebbe partire Strinic, cioè la riserva di Ghoulam.

Considerato che non per tutti i nuovi arrivati è semplice inserirsi nei meccanismi del Napoli, ed è quindi consigliabile completare gli acquisti il prima possibile, soprattutto nella sessione estiva di calciomercato, sembra difficile pensare che l’eventuale qualificazione ai gironi di Champions possa causare grossi stravolgimenti nella rosa. Certo, tra i soldi che entrerebbero dalla UEFA e il tesoretto accumulabile cedendo alcuni esuberi (Strinic, oltre a Tonelli, Giaccherini, Pavoletti e/o Zapata), De Laurentiis potrebbe porre la proverbiale ciliegina sulla torta della rosa del Napoli.

Per tutta l’estate si è parlato di un vero e proprio innamoramento nei confronti di Federico Chiesa, ma sembra abbastanza difficile che la Fiorentina si privi del suo gioiellino, soprattutto alla luce dell'esodo che si è già consumato davanti agli occhi dell’inerme neo-allenatore Pioli. È probabile che per l’eventuale conclusione dell’affare ci sia da aspettare almeno un altro anno. Tra i nomi usciti anche quello di Denis Suaréz del Barcellona, ma è più probabile che una volta venuto a conoscenza del proprio destino europeo il Napoli formalizzi il prestito con diritto di riscatto di Zinchenko del Manchester City, uno dei talenti più interessanti del calcio est-europeo, impiegabile sia come mezzala che come esterno offensivo.

Indipendentemente da chi arriverà da qui alla fine della sessione, è evidente che il Napoli ha deciso di non minare gli equilibri faticosamente costruiti da Sarri, anche perché era stato il precedente mercato estivo a fornirgli le alternative che cercava. Nel 2015/16, l’anno dei “titolarissimi”, l’undici tipo aveva sopportato un minutaggio estenuante, coprendo l’88% dei minuti disponibili in campionato. Una percentuale diminuita dell’oltre il 10% visto che lo scorso anno gli undici giocatori più impiegati non hanno nemmeno raggiunto il 78% dei minuti totali: dato comunque alto, ma che potrebbe calare ulteriormente nella prossima stagione, specie se il Napoli si trovasse in corsa in tre competizioni. E l'utilizzo di Milik al centro dell'attacco nella prima partita di campionato contro l'Hellas a Verona sembra confermare l'ipotesi di un'alternanza maggiore negli undici titolari.

Gli inserimenti di giocatori come Diawara e Zielinski, costantemente in ballottaggio con Jorginho ed Allan, hanno giovato profondamente alla squadra, che non solo ha una rosa più lunga, ma ha guadagnato preziose alternative tattiche, viste le diverse caratteristiche dei quattro centrocampisti. In difesa, Maksimovic potrebbe prima o poi scalzare Albiol, che il 4 settembre compirà 32 anni. Forse, a voler esser pignoli servirebbe un’alternativa più giovane ad Hysaj, ma evidentemente per ora si è deciso di fidarsi di Maggio.

Che stagione aspettarsi?

La stagione del Napoli dipenderà in massima parte dal miglioramento dei singoli elementi della rosa, che in base al track-record di Sarri è da aspettarsi soprattutto da coloro i quali sono stati inseriti nell’ultimo anno, visti i balzi in avanti di gente come Koulibaly, Hamsik e Mertens durante questo bienno, e dalla consapevolezza della superiorità del proprio gioco rispetto praticamente a qualunque avversario.

Le amichevoli estive, giocate anche contro squadre di livello assoluto quali Atlético Madrid e Bayern Monaco e l’andata del preliminare di Champions hanno dato la sensazione di un Napoli sempre più fiducioso nelle proprie potenzialità e già in grado, ad agosto, di mettere in campo un’intensità notevole.

Vedere per credere come il Napoli sia stato padrone del campo anche contro il Bayern Monaco. E considerate che era la seconda partita giocata in 24 ore.

Nella seconda parte della passata stagione (14 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta nel girone di ritorno) il Napoli ha fatto progressi nell’utilizzo del possesso palla per generare occasioni praticamente a volontà, incontrando raramente difficoltà nell’avere un possesso fluido capace di penetrare anche contro squadre racchiuse negli ultimi 16 metri. Seppur la doppia sconfitta contro l’Atalanta potrebbe suggerire il contrario, anche i problemi contro le marcature a uomo sembrano essere stati superati, considerando il livello di efficienza delle rotazioni e delle combinazioni tra gli uomini in campo.

Forse al Napoli manca ancora la capacità di controllare completamente la partita a ritmi più bassi, tanto che Sarri ha spesso affermato che la sua squadra non si può permettere mai di calare il ritmo, ma il 2-0 al Nizza, seppur non particolarmente indicativo, ha fatto vedere che ci si possono aspettare passi avanti anche sotto questo aspetto.

Rimangono dei punti deboli in fase difensiva, come il trade-off tra compattezza sul lato forte e spazio concesso sul lato debole, ma sono quasi tutti intrinsechi al sistema difensivo costruito da Sarri che, giova ricordarlo, l’anno scorso è stato secondo solo a quello della Juventus dal punto di vista degli Expected Goals: 30,0 concessi in totale, cioè 0,79 a partita, ma 39 gol subiti. La chiave per puntare allo Scudetto (parola tabù, ma pronunciata fin troppo durante i mesi estivi) sarà mantenere la concentrazione per tutto l’arco dei 90 minuti e della stagione allo scopo di diminuire quegli errori individuali, spesso anche di concetto, che hanno troppo spesso frustrato le ambizioni dei partenopei.

Il Napoli ha abituato fin troppo bene lo spettatore, tanto che probabilmente non gli viene riconosciuto il credito che gli spetterebbe di fronte ai progressi degli ultimi due anni. Sarri è stato capace di aprire un ciclo entusiasmante pur lavorando praticamente con lo stesso materiale umano del suo predecessore Benítez. Ora, con la Juventus che ha perso certezze in difesa e la Roma che ha cambiato allenatore, il momento è propizio anche per arricchire la bacheca del club.

Scenario migliore possibile

Gli "Azzurri" partono forte, imponendo la tirannia del loro gioco sul resto del campionato. La Juventus perde terreno nel girone d’andata e stavolta la lotta Scudetto si protrae fino al finale di campionato, tanto che persino Sarri, sempre toccando ferro, è costretto ad ammettere di credere ad una vittoria finale. Poi chissà.

Scenario peggiore possibile

Senza aver perso nessuno e con un livello di gioco così alto è quasi impossibile vedere il Napoli fuori dalla Champions nell’anno in cui si qualificheranno le prime quattro classificate. Se però le redivive Milan e Inter fossero capaci di innalzare nettamente le proprie prestazioni, e gli azzurri soffrissero una crisi di risultati più lunga che in passato, condita magari da errori difensivi che ne minassero le certezze, e la capacità offensiva non fosse in grado di colmare il gap contro le squadre migliori del campionato, potrebbe ritrovarsi impantanato nella lotta per il terzo o quarto posto. Che sarebbe senza ombra di dubbio una delusione per tutti.

Giocatore più atteso

È indubbiamente Mertens il giocatore da cui ci si aspetta di più, anche perché si è deciso di non acquistare un altro centravanti, visti i benefici generati dal suo impiego nel ruolo. Se si ripeterà sugli stessi livelli dello scorso anno, quando per un solo gol ha sfiorato il titolo di capocannoniere, il Napoli lotterà fino in fondo per il titolo.

Possibile sorpresa

Con una maggiore rotazione sono molti i giocatori che potrebbero dare un contributo maggiore rispetto alla passata stagione (a cominciare da Milik, arrivando a Maksimovic) e tra questi potremmo sorprenderci di Marko Rog, che ormai ha assimilato i meccanismi di squadra e avrà a disposizione sicuramente più di un'occasione per mettersi in mostra.

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