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Emanuele Atturo
Guida al Gruppo F
22 nov 2022
22 nov 2022
La seconda e la terza classificate di Russia 2018 nello stesso girone.
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Emanuele Atturo
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Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche, in questo articolo abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse.Guardando una partita del gruppo F, tra un esterno di Modric e un filtrante di De Bruyne, potreste pensare di essere ancora fermi al 2018. Trump presidente degli Stati Uniti e noi tutti a parlare del documentario Netflix su Osho. Belgio e Croazia, le due grandi favorite di questo girone, sono nazionali ferme nel tempo, che sperano che la polvere depositata sui loro giocatori faccia splendere il loro talento di una luce immortale. Ritroveremo molte delle facce che hanno scritto la storia recente del calcio: Ivan Perisic e Jan Vertonghen, Dejan Lovren e Alex Witsel, Mateo Kovacic e Thibaut Courtois, e molti altri giocatori abbastanza forti da fermare il ricambio generazionale per le loro rispettive nazionali.Il senso d’attualità allora sarà affidato alle altre due squadre, il Marocco all’ennesimo tentativo di rendere efficace il proprio splendore tecnico, e soprattutto il Canada, alla prima partecipazione a un Mondiale dal 1986, quando fece una magrissima figura, con zero vittorie e zero gol segnati. Peggior attacco di tutto il torneo.Sarà un girone diviso a metà: due squadre nettamente favorite per il passaggio del turno, una che ha qualche possibilità di inserirsi e una squadra simpatia che dovrebbe fare un miracolo. Anche sul piano culturale ce n’è per tutti i gusti. Una Nazionale balcanica, col classico gusto calcistico balcanico (temperamento caldo, tecnica sublime); una nord europea ricca di giocatori che hanno scritto pagine importanti del calcio europeo recente; una nord-africana con tutti i suoi giocatori di culto e un’americana che rischia di essere ridicola, oppure fenomenale. È un girone aperto, dove i vecchi campioni dovranno dimostrare di non essere finiti, al cospetto di nazionali che giocheranno con assoluta leggerezza e desiderio di stupire.

Chi sta meglio, il Belgio o la Croazia? (O anche: chi è invecchiato meglio?)Il Belgio ha messo in mostra la sua generazione dorata in Brasile, ai Mondiali del 2014. Tra il 2016 e il 2018 quella squadra ha raggiunto il massimo delle proprie potenzialità, aggiungendo al proprio arco fenomeni assoluti come Kevin De Bruyne e Thibaut Courtois. Nel 2018, in Russia, il Belgio ha raggiunto il suo risultato più prestigioso, una semifinale contro la Francia brutta e tatticamente bloccata, decisa da un gol di testa di un difensore centrale che oggi gioca nel Lecce (Umtiti). Il Belgio non era una squadra poi del tutto dissimile dalla Francia: squadre che amano giocare spezzandosi in due, tra difesa e attacco; squadre pragmatiche, che affidano i propri successi all’ispirazione dei propri migliori talenti. La Francia vinse perché leggermente più solida e leggermente più talentuosa del Belgio. Da quella partita nel Belgio non è cambiato quasi nulla, se non che le cose sono peggiorate un poco alla volta, impercettibilmente. La squadra è passata dal tradizionale 4-3-3 al 3-4-2-1 che cerca di aggirare i limiti del tempo: ai difensori più anziani viene garantita più copertura, mentre alla mobilità ridotta di Eden Hazard viene concessa una zona centrale d’azione ben più ridotta. Al centro di questa squadra non c’è più lui, invecchiato e incapace di dedicarsi ai dribbling seriali di un tempo, ma Kevin De Bruyne. Il Belgio è affidabile, ma sembra una squadra che ogni giorno che passa deve fare i conti con limiti sempre più stringenti. Agli Europei la squadra è stata eliminata dall’Italia, sembrandole inferiore, come confermato anche dal successivo scontro nella finale terzo e quarto posto di Nations League, ancora perso. Prima il Belgio era stato eliminato dalla Francia. Dopo essersi qualificato da imbattuto ai Mondiali, in un girone tranquillo, ha perso la sfida decisiva con l’Olanda per le fasi finali di Nations League. Insomma, il Belgio garantisce un rendimento sempre eccellente contro squadre meno attrezzate, ma non sembra avere troppe armi contro quelle che le sono pari o superiori. Una situazione figlia di una rosa sempre di alto livello, ma col talento appannato dall’età.Per questo la partita con la Croazia ha un peso diverso. Ci si gioca il passaggio del turno, il primo posto ma anche la sensazione di poter ancora competere ad alti livelli. Di poter quindi sperare di cogliere il successo che a questa generazione era chiesto. La Croazia che si troverà davanti è un’altra squadra invecchiata, che non sembra molto cambiata rispetto a quella che nel 2018 centrò la finale. In realtà la Croazia, accanto ai suoi grandi vecchi, è riuscita a portare un rinnovamento graduale, specie nei ruoli in cui era più carente. È entrato in squadra il difensore centrale Gvardiol, il terzino estremamente creativo Sosa e un ricambio offensivo tecnico come Sucic. Per il resto il ct Dalic si affiderà ai suoi soliti punti di forza: le corse a tutto campo di Perisic e un triangolo di centrocampo fortissimo e completo, formato da Brozovic, Kovacic e Modric - ancora barometro della squadra. Ci sono sempre anche gli stessi limiti, ovvero l’assenza di un centravanti affidabile (Kramaric parte davanti a Budimir e Petkovic) e una linea difensiva un po’ lenta. La Croazia è una squadra prudente e molto attenta all’equilibrio. Attacca con grande calma per non sfilacciarsi, e tende ad abbassare i ritmi per far pesare la propria qualità tecnica. La cosa che magari può esservi sfuggita, è che la Croazia perde raramente. Tolta una gara sbagliata in Nations League contro l’Austria (persa 0-3), non ha perso e ha ottenuto anche vittorie di prestigio, dando un’impressione di solidità crescente. La difesa pare sempre più affidabile e in Nations League ha subito appena 2 gol in 4 partite contro avversari come Danimarca e Francia. Ha battuto sia l’una che l’altra fuori casa.

Insomma: la Croazia, tra le due grandi del girone, è la squadra che sta meglio, quella che ha ottenuto risultati più prestigiosi, che arriva a questo Mondiale meno appannata. Soprattutto perché il Belgio dovrà fare a meno di Lukaku nelle prime tre partite, come ammesso dal ct Roberto Martinez. Il Belgio senza il suo centravanti diventa una squadra monca, visto che al suo posto dovranno giocare speranze perdute che molti di voi faticheranno a credere che giochino ancora, ovvero Batsuhayi o addirittura Benteke.Squadra più interessante? Dipende dai gustiIl Marocco è una squadra per amanti della tecnica. Per quelli che tengono nell’armadio la maglia di Hadji, che credono che se i balcani sono il Brasile d’Europa allora il nord-africa è il Brasile d’Africa, il Marocco è la vostra squadra. In misura solo leggermente inferiore all’Algeria, il Marocco tende a produrre talenti molto simili fra loro. Qualità tecnica eccelsa, stile di gioco barocco, fiorito. Gusto per il dribbling, con un rapporto molto intimo col pallone. Di solito questo talento di concentra in mezzo al campo, lasciando difese fragili e attacchi spuri. In realtà quest’edizione del Marocco propone anche una forza inedita sugli esterni, con due terzini d’élite mondiale come Mazraoui e Hakimi, le cui corse verranno armate da Boufal e Ziyech davanti a loro. Il centravanti sarà En-Nesiry, e quindi un terno al lotto. In difesa Aguerd ha un livello che pochi centrali marocchini hanno avuto nella storia, mentre Amrabat è il giocatore perfetto per cucire gli spazi che inevitabilmente aprirà una squadra molto offensiva. È un Marocco molto interessante.D’altra parte, se vi piacciono le squadre simpatia, tifate da movimenti giovani, il Canada è la vostra scelta. C’è grande eccitazione intorno a questa Nazionale guidata dal ct inglese John Herman, ex selezionatore della squadra femminile. Ci sono talenti conosciutissimi come Alphonso Davies e Jonathan David, ma anche giovani meno appariscenti e conosciuti come il regista Eustaquio, l’ala del Brugge Tajon Buchanan e la mezzala del 2002 Ismael Koné. Una squadra quindi molto fisica che se la dovrà vedere con avversari incredibilmente tecnici. Molti giocatori mancheranno di esperienza, per vedersela in partite di quel livello, soprattutto in difesa, ma il gioco di transizioni rapidissime si adatta bene allo stile richiesto a un’underdog.Le partite chiaveIl primo dicembre si chiuderà il girone con le partite che vedranno contrapporsi le due favorite e le due outsider. In Croazia-Belgio si troveranno di fronte la seconda e la terza classificata ai Mondiali 2018, e per forza di cose sarà una delle partite di cartello di tutta la prima fase del torneo. Si prospetta una sfida al gatto e il topo, visto che la Croazia vuole gestire i ritmi mentre il Belgio non disdegna di concedere il pallone agli avversari, forte delle proprie transizioni (però decisamente depotenziate dall’assenza di Lukaku).La partita ci darà diverse risposte sulla salute delle due squadre, ma non è detto che sia decisiva, visto che con due vittorie nelle prime due partite sia Croazia che Belgio potrebbero mettersi al riparo da sorprese. È difficile dire se possono esserci sorprese perché le due nazionali favorite sono anche molto esperte e regolari nel proprio andamento. Il Mondiale con gironi corti però porta subito i nodi al pettine, sono le prime partite spesso a creare ansie e paranoie da classifica. Non vincere la prima è sempre come scavarsi una buca da cui non è detto si riesca a uscire. E se mercoledì i lenti centrali del Belgio si lasciassero sorprendere dai velocissimi attaccanti del Canada?

Oggettivamente, però, la Croazia ha una brutta prima partita. Chi vuole affrontare il Marocco che non avrà niente da perdere nei primi novanta minuti del Mondiale? Giocatore essenziale: Kevin De BruyneVista la media età del Belgio è forse azzardato dire che questo sarà l’ultimo Mondiale di Kevin De Bruyne. Di certo, però, a 31 anni è l’ultimo Mondiale in cui il suo talento potrà brillare ancora al massimo delle sue potenzialità, e sarà il primo Mondiale che affronterà da stella della squadra, con Lukaku infortunato e Hazard sul viale del tramonto. Senza la struttura del Manchester City, edificata attorno alla sua capacità di rifinitura sovrannaturale, De Bruyne è forse meno devastante, o quanto meno deve adattarsi a un gioco diverso. Sembra quasi che la dilatazione di tempo e spazio del calcio per nazionali renda ridondante la rapidità di pensiero di De Bruyne, che sarà un pesce grande in una vasca piccola. Col Belgio deve giocare su un campo più grande, con molte più corse di quanto sia abituato a fare. È un giocatore dallo status sempre un tantino incerto. Considerato fra i migliori al mondo, ma forse non nel discorso dei migliori 2-3 al mondo. È un giocatore che conosciamo per la sua straordinaria continuità, e in un mondo normale un Mondiale non dovrebbe cambiare il giudizio su di lui, ma naturalmente lo farà.Giovani (e meno giovani) pazzi da tenere d’occhioIsmael Koné è una mezzala del Montreal Impact e una delle rivelazioni dell’ultima MLS. Uno dei suoi primi allenatori dice che è così sfrontato che proverà a fare tunnel a Modric nella partita contro la Croazia, e chi siamo noi per contraddirlo? Messa così potreste pensare che si tratta di una specie di giocatore argentino nato in Canada. In realtà Koné ha mezzi tecnici ok, ma è soprattutto molto molto atletico. Non è detto giochi titolare. Nel Canada occhio al regista del Porto Stephen Eustaquio.Volevo però segnalarvi un giocatore di cui non si sta parlando granché, e giustamente perché di cosa vuoi parlare. Orsic è un’ala sinistra che gioca a piede invertito e magari un suo gol clamoroso in Europa vi sarà capitato sotto gli occhi, in qualche video di highlights degli ultimi anni. È un giocatore che ormai va verso i trenta, che forse ha già perso il treno per l’élite del calcio e che non è nemmeno mai sembrato troppo desideroso di entrarci. Però, ecco, ve ne parlo perché Orsic ha tutti i crismi di un giocatore che può spaccare un Mondiale. Non brilla per continuità, ma in un singolo momento di luce può battere, da solo, qualsiasi difesa. È forte fisicamente, veloce, ha piedi di panna quando dribbla e di pietra quando tira. Forse non partirà neanche titolare, ma se trovasse le settimane d’ispirazione è uno dei giocatori di cui meno si parla e che più potrebbero incidere.

Forse uno dei titoli di video che preferisco.

Nel Marocco è difficile non tenere gli occhi fissi su Ziyech, che l’altro giorno ha segnato da centrocampo col suo classico linguaggio del corpo (che è sempre: non me ne frega un cazzo), ed è un peccato che Harit si sia infortunato. Sono un grande fan del centrale del West Ham Nayef Aguerd. Nel Belgio invece è persino difficile trovare dei giovani. C’è un difensore che si chiama Zeno come Zeno Cosini e ha 16 anni meno di Vertonghen. Il giovane del Belgio da guardare, però, non è Zeno Debast ma ovviamente Charles De Ketelaere. Dopo un inizio di stagione difficile (eufemismo) va comunque ai Mondiale, per ricordare comunque il suo valore ai critici più squilibrati. Non dovrebbe giocare, ma la trequarti del Belgio potrebbe aprire possibilità per i giocatori in panchina. Perché non potrebbe prendersi il posto, a un certo punto?

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