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Marco D'Ottavi
Guida al Genoa 2018/19
16 ago 2018
16 ago 2018
La presentazione della stagione dei rossoblù, alle prese con l'ennesima rivoluzione.
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Marco D'Ottavi
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Foto LaPresse / Bollino di Andrea Chronopoulos
(foto) Foto LaPresse / Bollino di Andrea Chronopoulos
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Chi in più: Marchetti (Lazio), Lopez (Benfica), Sandro (Benevento), Criscito (Zenit San Pietroburgo), Kouame (Cittadella), Romulo (Verona), Favilli (Juventus), Günter (Galatasaray), Rolón (Malaga), Mazzitelli (Sassuolo).Chi in meno: Perin (Juventus), Taarabt (Benfica), Rosi (svincolato), Cofie (Sporting Gjion), Rigoni (Parma), Bertolacci (Milan), Veloso (svincolato), Rossi (svincolato), Izzo (Torino), Rossettini (Chievo).Una statistica interessante dallo scorso anno: Il Genoa è stata la squadra che ha segnato meno gol da calcio piazzato nella scorsa stagione, solo 6.

Favilli può insidiare il posto di Piatek, Biraschi quello di uno dei tre difensori.

La dimensione del GenoaNon è mai facile capire le ambizioni del Genoa, una squadra spesso in balia delle decisioni del suo presidente. Anche per la stagione che verrà il dilemma sembra il solito: dove va il Genoa? Vuole soltanto restare comodamente in Serie A o spera in qualcosa di più? Da anni è impossibile capire se dietro "il Grifone" c’è un progetto tecnico o se invece i tifosi devono rassegnarsi ed accettare una società più simile a un triste albergo a due stelle, dove i giocatori arrivano e ripartono come commessi viaggiatori. Nella scorsa stagione la squadra ha trovato compattezza attorno alla figura di Davide Ballardini, subentrato a Juric alla 13° giornata, che ha condotto il Genoa a una salvezza tranquilla - dopo un periodo in zona retrocessione - grazie a un gioco difensivo molto organizzato ed efficace, che ha pagato soprattutto all’inizio, quando la squadra ha raccolto 24 punti in 13 partite mostrando anche momenti di buon calcio.Anche quando succedono cose positive, però, al Genoa sembrano accadere quasi per caso. Il buon lavoro di Ballardini non ha spinto Preziosi a investire in maniera oculata. Al contrario, pur senza le rivoluzioni in negativo tipiche del mercato di gennaio, oggi il tabellino arrivi e partenze del Genoa è più affollato di una spiaggia del Salento e l’allenatore dovrà adattare i suoi schemi a una squadra parzialmente nuova.Le ambizioni rimangono quindi ambigue: la salvezza è una facile preda, ma per una squadra al dodicesimo anno consecutivo di Serie A è un traguardo sufficiente? E anche se dovesse arrivare qualcosa di meglio del piazzamento dello scorso anno, come andrebbe interpretato? Come è andato il mercatoCome da tradizione il mercato ha riversato diverse facce nuove a villa Lomellini Rostan. Ai nomi sconosciuti e spesso dimenticabili, si è però aggiunto anche qualche elemento di esperienza: dallo Zenit è tornato Domenico Criscito, che può giocare nei tre di difesa o esterno sinistro e che sarà il nuovo capitano; Romulo, praticamente un jolly per quasi tutti i ruoli del centrocampo, e Sandro, arrivato per giocare davanti alla difesa dopo una buona parentesi al Benevento.Altri arrivi interessanti hanno riguardato il reparto offensivo, quello che nella scorsa stagione ha avuto più di una difficoltà (con 33 gol fatti il Genoa è stato la terzo peggior attacco del campionato). Piatek, Kouamé e Favilli si contenderanno i posti dell’attacco con Pandev e Medeiros (Galabinov forse andrà allo Spezia). Non hanno mai giocato un minuto in Serie A, ma vengono tutti da buone stagioni e hanno già dimostrato una certa vivacità nel precampionato. Piatek è un attaccante polacco di 23 anni, ha un curriculum scarno ma in Polonia, al Cracovia, segnava più o meno un gol ogni due partite. Nel pre-campionato ha già fatto sfaceli (4 gol alla prima partita ufficiale, contro il Lecce). Kouamé, invece, è stato uno dei giovani più interessanti della scorsa stagione di Serie B, giocata con il Cittadella. È un attaccante che riesce ad abbinare grande fisicità a una discreta tecnica, mostrando sprazzi veramente promettenti.

Non sono mancate però le cessioni importanti, a cominciare dalla porta. Per sostituire Perin è arrivato Federico Marchetti, che però ha giocato l’ultima partita due anni fa ed è un'incognita abbastanza rischiosa. Per questo sono arrivati altri due portieri: Vodisek - sloveno classe 1998 dall’Olimpia Lubiana - e Radu, reduce da una buona stagione all’Avellino. Nessuno di loro tuttavia sembra poter avvicinare il rendimento dell’ex capitano rossoblù.Anche in mezzo al campo le partenze sono state molte, e importanti. Laxalt, forse il giocatore di maggiore valore della rosa, è stato venduto al Milan, Lapadula si è trasferito al Parma, mentre Armando Izzo, reduce da un’ottima stagione, è già partito in direzione Torino. Bertolacci, Taarabt, Rosi, Rigoni e Veloso, tutti giocatori più o meno titolari nella scorsa stagione, sono andati via perché in prestito o perché lasciati liberi di trovarsi un’altra squadra. L’undici titolare ne è risultato quasi totalmente stravolto. Se non altro, rispetto al passato, i nuovi acquisti sono arrivati quasi tutti in via definitiva e non in prestito. Cosa che dovrebbe permettere a Ballardini il lusso di poter lavorare con qualche certezza in più.Un nuovo fortino difensivo?Nella prima partita ufficiale, in Coppa Italia contro il Lecce, Ballardini ha schierato il Genoa con un 3-4-1-2 già visto in qualche occasione in amichevole, abiurando il 3-5-2 della scorsa stagione, anche a causa dell’assenza dell’unico vero regista presente in rosa, Sandro.Con un giocatore offensivo in più, Pandev è stato schierato come trequartista alle spalle di Piatek e Kouamé, la squadra è sembrata più propositiva del solito, anche grazie alla pochezza difensiva del Lecce, tanto da segnare 4 gol nel primo tempo. Difficilmente questo diventerà il modulo principale: in campionato, contro avversari più attrezzati, il Genoa dovrebbe tornare ad affidarsi ad centrocampo a cinque, che garantisce maggior copertura alla difesa e permette alle due mezzali di essere più aggressive in fase di recupero palla. Ballardini stesso ha detto che «il Genoa è costruito per giocare alternativamente con il 3-5-2 e 3-4-2-1, l’importante però è mantenere la compattezza di squadra». Al tecnico, insomma, interessa più che altro mantenere gli stessi princìpi di gioco della scorsa stagione.

Romulo si stacca dalla posizione per aggredire il portatore di palla, il suo pressing viene saltato e il Lecce trova con facilità l’uomo tra le linee. La presenza di un giocatore davanti alla difesa aiuta il Genoa ad avere maggiore equilibrio.

Ballardini punta molto sull’equilibrio: la squadra deve rimanere sempre ordinata, anche lasciando spazio tra le linee, per favorire il corretto posizionamento dei giocatori nel 3-5-2, condizione necessaria anche per organizzare rapidamente il gioco d’attacco una volta recuperato il possesso, sempre molto verticale e deciso. Per questo difficilmente si priverà di un mediano davanti alla difesa, incaricato di proteggere la zona centrale del campo, intercettando palloni o aiutando il centrale nella marcatura dell’attaccante. Sicuri del suo aiuto, i difensori quindi possono permettersi di essere aggressivi, sfruttando le proprie caratteristiche naturali. Sandro ha dimostrato di essere a proprio agio in quella posizione del campo, anche se la sua tenuta su un campionato intero è tutta da verificare, visto anche che al momento l’alternativa, Rolon, è un'incognita. Per questo il Genoa sta provando a prendere Bertolacci, che già nella scorsa stagione ha occupato questo ruolo con Ballardini, sebbene con caratteristiche diverse. In attacco sembra esserci più talento della scorsa stagione, anche se le uniche garanzie tattiche vengono offerte da Pandev, che ha da poco compiuto 35 anni. Il lavoro dell’attaccante macedone è fondamentale: abbassando il suo raggio d’azione riesce a dare la "pausa" e a dettare i tempi dell’attacco, favorendo gli inserimenti delle mezzali e degli esterni. Accanto a lui si alterneranno Favilli, che con la sua fisicità può essere un'alternativa per risalire il campo rapidamente, e Piatek, più abile a muoversi costantemente tra le maglie della difesa avversaria senza dare punti di riferimento.La stagione del Genoa passerà anche dalla capacità di Ballardini di trovare gli interpreti adatti al suo gioco. Una rosa così lunga può diventare un grande alleato, ma anche un problema. Le premesse sembrano leggermente migliori di quelle degli ultimi anni. Ma come già detto non è facile capire se questo sia voluto, casuale e se soprattutto quello che di buono riuscirà ad ottenere Ballardini nella prima parte della stagione sarà conservato fino alla fine dell’anno.Giocatore di cui avere la magliettaPrendere in prestito giocatori pescandoli da un mazzo scarso di carte Magic ha tanti difetti, ma almeno un pregio: finisci per avere un manipolo di talenti sbrindellati, perfetti per interpretare il ruolo di giocatore feticcio. La maglia del Genoa è sempre molto bella e per quest'anno potreste metterci la 45 di Iuri Medeiros. Arrivato a gennaio di quest’anno, il portoghese si è messo in luce nell’ultima parte di stagione, quando la squadra non aveva più nulla da chiedere al campionato. Mancino dal dribbling facile e dal sinistro a giro alterno, nasce come ala destra, ma con Ballardini dovrà adattarsi a fare o la seconda punta o l’esterno a tutta fascia. Le possibilità per lui di confermarsi in questa seconda stagione non sono altissime, per questo la sua maglia tra qualche anno potrebbe avere il valore di una reliquia nerd.Miglior scenario possibile La ricetta di Ballardini si conferma perfetta per la rosa a disposizione. Gli innesti di Criscito, Sandro e Romulo offrono sostanza ad una squadra spesso troppo volatile e il Genoa è fin dall’inizio una delle squadre più imperforabili della Serie A. A gennaio, anche grazie ai gol di Favilli e Pandev, la squadra è in lotta per l’Europa League. Preziosi decide di non rivoluzionare la squadra, ma effettua pochi acquisti mirati per migliorare il centrocampo. Alla fine dell’anno il Genoa finisce in una tranquilla e dignitosa metà classifica.Peggior scenario possibile Il Genoa gioca male e vince poco. A novembre la squadra è qualche punto sopra alla zona salvezza, ma Preziosi manda via Ballardini, stanco del suo calcio conservativo. Al suo posto torna Juric, che prova di nuovo a portare in campo il suo stile heavy-metal. A gennaio la squadra viene nuovamente stravolta per venire incontro ad un calcio più veloce e diretto. L’effetto Juric dura poco, la squadra finisce invischiata in zona retrocessione. Ad aprile deve tornare Ballardini per centrare una salvezza all’ultima giornata grazie ad un gol di rapina di Pandev.Giocatore chiaveDomenico Criscito è tornato a Genoa dopo 7 anni, diventando subito uno dei leader della squadra. Arrivato per fare il capitano, il difensore non sarà solo un giocatore chiave in ottica spogliatoio. Con la sua duttilità può coprire sia il ruolo di difensore in una difesa a 3 che quello di esterno sinistro a tutta fascia. La sua capacità di incidere nelle due fasi (nell’ultima stagione in Russia ha servito 1.4 passaggi chiave ogni 90’) sarà determinante per dare equilibrio a una squadra spesso in difficoltà quando deve giocare il pallone.Giocatore da prendere al FantacalcioSe vi piacciono le scommesse pazze, svenatevi pure per Krzysztof Piątek (si legge Piontek), centravanti polacco arrivato in estate dal Ks Cracovia, che dopo i 4 gol in coppa Italia è finito sul taccuino di tutti i fantallenatori e che non potrete più prendere a 1. Né molto alto, né troppo veloce, Piątek si paragona a Kane e anche nelle amichevoli ha segnato come un assassino impressionando tutti per la qualità nei movimenti e la freddezza sotto porta. Si gioca il posto da centravanti titolare con Favilli, ma non è detto che parta dietro, anzi.

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