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Redazione
Guida ai protagonisti della Serie A 2016/17
20 ago 2016
20 ago 2016
Chi saranno i giocatori da tenere d’occhio nella prossima stagione?
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Redazione
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Di giocatori in grado di crescere e di prendere il posto in copertina lasciato da Pogba ce ne sono molti. Forse è troppo facile dire Dybala, che è già da copertina ma potrebbe diventare letteralmente di un altro livello. Concordo con Emiliano su Kondogbia (anche se devo confessare che rispetto a

ho dubbi maggiori sulla capacità di Kondogbia di adattarsi al ritmo di gara) ma il discorso vale per molti interisti: da Banega che potrebbe utilizzare la Serie A come trampolino di lancio definitivo, a Perisic, Candreva, e soprattutto Icardi. In effetti è un discorso che si adatta a molti giocatori di squadre che aspirano ai primi posti: starà ai vari Perotti, Hamsik, Salah, Milik, di alzare il proprio livello e quello della loro squadra. Che poi è il salto più duro di tutti da fare.

 

Infortuni permettendo, penso che Giuseppe Rossi potrebbe vivere la stagione della maturità in una squadra finalmente competitiva, così come Gonzalo Rodriguez che secondo me è semplicemente sottovalutato e magari quest’anno riuscirà in qualche modo a fare un passo in avanti e a prendere la ribalta che merita. Rispetto ai nomi fatti da Emiliano, invece, io ho una lista di giocatori che considero di talento assoluto, che sono ancora giovani, per cui però questa stagione rischia di essere decisiva per tirarsi fuori da una strana forma di mediocrità di alto livello: Bernardeschi, Insigne, Berardi e El Sharaawy.

 

Ne ho anche una di giocatori che hanno le qualità per far fare una grande stagione ai rispettivi club, come Muriel e Bruno Fernandes, ovviamente Saponara ma anche El Papu Gomez. E alcuni nuovi arrivi potrebbero diventare subito uomini copertina: Ocampos, Praet, Leitner, Peñaranda, Schick. Poi ci sono le incognite su cui vale comunque la pena puntare qualche fiches: da Birsa (che insomma dipende dalle fortune del Chievo, ma che all’inizio dello scorso anno sembrava un potenziale MVP), a Pavoletti che deve confermare i numeri dello scorso anno, a Felipe Anderson e Keita. A proposito, io ogni anno a inizio campionato scelgo un po’ di amici a cui dire: vedrai, questo sarà l’anno di Ravel Morrison, così se succede sono coperto.

 



 



 



 



 



 



 



 

 



 



 



 



 



 



 



 

 



 



 



 



 



 







 

 



 



 



 



 



 



 

È stato un mercato strano. A parte Juve e Inter, hanno tutte comprato poco o comunque hanno dato l’impressione di aver fatto il possibile ma niente di più. Certo, Bruno Peres potrebbe diventare importante nella Roma, ma insomma la Juventus ha aggiunto alla miglior difesa del campionato scorso Benatia, cioè il miglior difensore di tre campionati fa… Il punto è: il miglior acquisto è il giocatore più di valore o quello che serve di più alla squadra in cui arriva? In un senso opterei per Higuain, nell’altro magari per uno tra Bruno Peres e Candreva. Nel dubbio dico Milik che secondo me farà una grande stagione grazie a Sarri.

 

 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 


Io dico Borja Valero, che con tutti i suoi difetti è ancora uno dei pochi capace di cambiare il contesto di gioco della sua squadra con la sola presenza in campo. Confermo Perotti, che alla Roma è diventato rapidamente un enganche a tutto campo, di cui magari si può fare a meno tatticamente (Spalletti ha dato questo messaggio contro il Porto) ma che è un esemplare unico nel panorama italiano. Cito anche Birsa che a me piace davvero molto e non mi capacito della carriera a passo di gambero (anche se meglio il Chievo di questi ultimi anni del Milan) e Biglia, di cui si parla solo quando sembra che un grande club sia interessato a lui.

 

 



 


Come giocatore più sopravvalutato della passata stagione (nel rapporto prestazioni/opinione pubblica) avevo votato Franco Vázquez, proprio perché il suo apporto effettivo sui risultati del Palermo spesso si traduceva in scelte pigre, egoiste o troppo affrettate, lontane dalla dimensione tecnica che emergeva dai montaggi dei suoi assist e dribbling incredibili. Questo per dire che la sopravvalutazione dipende spesso da un contesto tattico deprimente, che trascina in una spirale negativa un giocatore che invece per pochissimi istanti è ancora capace di far innamorare (e infatti Vázquez con Sampaoli ha brillato, così come Candreva, altro giocatore spesso nel novero dei sopravvalutati, ha fatto nell’Italia di Conte). Insomma, se ci fosse ancora Mancini avrei detto “Banega” a occhi chiusi, ma con De Boer non sono più così sicuro.

 



 



 



 


Credo che l’esempio principe di giocatore sopravvalutato sia Antonio Candreva. Forse sono i suoi gol da lontano che ci traggono in inganno, ma vi siete mai messi lì, dati alla mano, ad analizzare quanto siano inefficienti le sue scelte? Io l’ho fatto. Nelle ultime quattro stagioni si è preso addirittura 409 tiri (rigori esclusi), di cui 270 da fuori, ma ha segnato, sempre escludendo i tiri dagli undici metri, appena 21 reti. Ciò vuol dire che Candreva ha convertito solo il 5% dei tiri che ha tentato, quando la media del campionato è di circa una rete segnata ogni 10 tiri: un po’ pochino. Se poi ci aggiungiamo che nello stesso arco di tempo ha tentato 1152 cross, raggiungendo un compagno 230 volte (meno di una volta su cinque), ma soprattutto propiziando solo 118 conclusioni, di cui appena 12 convertite in rete, il quadro si fa abbastanza preoccupante. Un giocatore che spreca centinaia e centinaia di possessi in questo modo, a mio modesto parere non può valere la cifra che è stato pagato.

 



 

Sono abbastanza d’accordo su Callejon, ma a malincuore aggiungo Daniele De Rossi, che secondo me non garantisce più una partita ad alto livello da tempo. Con la speranza di venire smentito, ovviamente. Non sono neanche un grande fan dell’idea Pjanic regista basso, in questo caso più di sopravvalutazione parlerei di fraintendimento. Forse si sta parlando anche troppo di Vecino, che secondo me scompare vicino a Badelj. E Nainggolan, che è eccezionale e sopravvalutato al tempo stesso: un giocatore che in nessun modo migliora la sua squadra, sotto nessun aspetto globale, che fa terra bruciata dove cammina dominando lo spazio in cui si muove sia difensivamente che offensivamente, ma che non ha grande qualità ed è lontano dall’essere un grande giocatore. Lo stesso, più o meno, vale per un difensore per cui non stravedo come Murillo. In questi casi però la sopravvalutazione è solo mediatica, in campo sia Nainggolan che Murillo fanno il loro, e in squadre più importanti ci sarebbe maggiore consapevolezza del loro effettivo valore.

 

 



 



 



 



 



 



 

Mentre lo dico mi si riapre una cicatrice sul cuore, ma mi aspetto un'altra grande stagione da Storari, che secondo me è il portiere più sottovalutato della Serie A da almeno una decina di anni. Si è finalmente preso un posto da titolare, e per farlo ha dovuto passare un anno di purgatorio in Serie B. Una scelta che mi sembra davvero umile, nel senso più nobile della parola.

 

 



 


In Serie A non si punta mai la casa su un giovane perché questo campionato è cucito addosso a chi commette meno errori e i giovani sbagliano di più. Ma un nome va fatto e allora dico Nagy, la mezzala-regista ungherese del Bologna che è proprio giovane a vedersi, nel senso che ha un viso e un fisico da ragazzino ma anche quel passaggio laser in verticale che ci fa vibrare il cuore. E poi volevo solleticare i calcio-nostalgici dicendo che finalmente abbiamo l’erede di

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