Se esiste una massima che, a Houston più che altrove, ogni appassionato di basket conosce bene, è quel “Mai sottovalutare il cuore di un campione” coniato da coach Rudy Tomjanovich dopo il secondo titolo consecutivo vinto alla guida dei Rockets di Hakeem Olajuwon. E quella massima, divenuta negli anni un mantra in giro per la NBA, è risuonata ancora una volta sugli spalti del Toyota Center, dove il pubblico di casa ha dovuto incassare l’ennesima, bruciante delusione. Come l’anno scorso e come in quattro degli ultimi cinque anni, ma se possibile in maniera ancora più bruciante, perché a questo giro la sorte aveva elargito a Harden e compagni un’offerta impossibile da rifiutare: prendersi la rivincita sui rivali privi del loro miglior giocatore, Kevin Durant.
Per ironia della sorte, in una serie di playoff memorabile con sei futuri Hall Of Famer in campo e due a guidarli in panchina, le speranze dei campioni in carica erano riposte nelle cosiddette riserve. Senza Durant, e volendo vedere anche senza DeMarcus Cousins, coach Steve Kerr si è giocoforza dovuto affidare a giocatori che fino a quel momento avevano avuto un ruolo marginale, se non addirittura nullo, nelle sfide precedenti. E la prima parte di gara, caratterizzata dalle molte palle perse da entrambe le parti, ha vissuto proprio sull’apporto della
A inizio secondo quarto Kerr ha già fatto assaggiare il parquet a undici dei dodici giocatori a disposizione, tra cui Quinn Cook che, giusto per intendersi, contro Houston aveva collezionato fin lì 19 secondi
Senza KD e con Curry assente, nel primo tempo gli Warriors hanno rispolverato i ritmi frenetici e la circolazione di palla tipici del biennio 2014-16: penetrazione sulla linea di fondo, cambio di lato e tripla per Klay Thompson, fondamentale per rimanere a galla.
Paul porta a scuola Cook e Looney: per lui una gara vintage fa 27 punti, 11 rimbalzi e 6 assist alla sua possibile ultima chance di andare in Finale NBA.
https://www.youtube.com/watch?v=yocGIXupJKM
Tutta la classe di Curry e la sua espressione trasfigurata dalla stanchezza nel dopo-gara: 16 punti sono arrivati negli ultimi cinque minuti.
https://twitter.com/dmorey/status/1127122983699517442
Lo sa bene Daryl Morey, che ha concesso l’onore delle armi agli avversari proprio citando The Wire.