Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Dario Costa
Golden State-Houston: Endgame
11 mag 2019
11 mag 2019
I Golden State Warriors sono sopravvissuti ad una sfida epocale con gli Houston Rockets, ma la loro missione non è ancora finita.
(di)
Dario Costa
(foto)
Dark mode
(ON)

Se esiste una massima che, a Houston più che altrove, ogni appassionato di basket conosce bene, è quel “Mai sottovalutare il cuore di un campione” coniato da coach Rudy Tomjanovich dopo il secondo titolo consecutivo vinto alla guida dei Rockets di Hakeem Olajuwon. E quella massima, divenuta negli anni un mantra in giro per la NBA, è risuonata ancora una volta sugli spalti del Toyota Center, dove il pubblico di casa ha dovuto incassare l’ennesima, bruciante delusione. Come l’anno scorso e come in quattro degli ultimi cinque anni, ma se possibile in maniera ancora più bruciante, perché a questo giro la sorte aveva elargito a Harden e compagni un’offerta impossibile da rifiutare: prendersi la rivincita sui rivali privi del loro miglior giocatore, Kevin Durant.

 



Per ironia della sorte, in una serie di playoff memorabile con sei futuri Hall Of Famer in campo e due a guidarli in panchina, le speranze dei campioni in carica erano riposte nelle cosiddette riserve. Senza Durant, e volendo vedere anche senza DeMarcus Cousins, coach Steve Kerr si è giocoforza dovuto affidare a giocatori che fino a quel momento avevano avuto un ruolo marginale, se non addirittura nullo, nelle sfide precedenti. E la prima parte di gara, caratterizzata dalle molte palle perse da entrambe le parti, ha vissuto proprio sull’apporto della



 

A inizio secondo quarto Kerr ha già fatto assaggiare il parquet a undici dei dodici giocatori a disposizione, tra cui Quinn Cook che, giusto per intendersi, contro Houston aveva collezionato fin lì 19 secondi



 

 

Senza KD e con Curry assente, nel primo tempo gli Warriors hanno rispolverato i ritmi frenetici e la circolazione di palla tipici del biennio 2014-16: penetrazione sulla linea di fondo, cambio di lato e tripla per Klay Thompson, fondamentale per rimanere a galla.


 





 

 

Paul porta a scuola Cook e Looney: per lui una gara vintage fa 27 punti, 11 rimbalzi e 6 assist alla sua possibile ultima chance di andare in Finale NBA.


 



 

 



 



https://www.youtube.com/watch?v=yocGIXupJKM

Tutta la classe di Curry e la sua espressione trasfigurata dalla stanchezza nel dopo-gara: 16 punti sono arrivati negli ultimi cinque minuti.


 



 





https://twitter.com/dmorey/status/1127122983699517442

 

Lo sa bene Daryl Morey, che ha concesso l’onore delle armi agli avversari proprio citando The Wire.


 



 



 



 



 



 



 

 

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura