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Marco D'Ottavi
8 giocatori da salvare dalla retrocessione
07 mag 2018
07 mag 2018
Catalogo dei giocatori che rischiano di retrocedere e che bisogna salvare dalle serie inferiori.
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Marco D'Ottavi
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Foto di Martin Rose / Getty Images
(foto) Foto di Martin Rose / Getty Images
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Avevamo scritto di giocatori da salvare dalle probabili retrocessioni delle proprie squadre ormai tre anni fa in questo pezzo, accostandoci un senso quasi mistico di “resurrezione”. L’idea è che anche in un prato pieno di erbacce - sportivamente parlando - è possibile trovare un fiore da difendere e coltivare. In quell’occasione tra i nomi da salvare c’erano Rudiger, Donsah e Mahrez (che incredibilmente vinse la Premier da protagonista solo 12 mesi dopo); giocatori che poi hanno pienamente dimostrato di appartenere ad una fascia alta di calciatori, ma anche Federico Cartabia e José Mauri, giocatori il cui futuro oggi è sempre più in bilico.Quest’anno nei massimi campionati europei diverse squadre di un certo livello stanno rischiando di retrocedere, per cui vale la pena individuare quali giocatori (alcuni per gioventù, altri per qualità, altri ancora per simpatia) dovremmo sperare risorgano come fenici. Le loro squadre magari sprofonderanno negli abissi delle serie cadette, ma loro - per favore - andiamo a salvarli.Grzegorz Krychowiak, West Bromwich Albion Sembra passato un secolo da quando Krychowiak era il centrocampista da avere a tutti i costi, moderno e antico al tempo stesso, in grado di offrire al Siviglia e alla Nazionale della Polonia muscoli e cervello. Poi la scelta di seguire Emery al PSG e una stagione travagliata che ne ha messo in discussione il talento, fin a quel momento cristallino.Cosa sia andato storto nessuno lo sa, ma le quotazioni di Krychowiak sono cadute così in basso da farlo finire in prestito in una squadra inglese di basso livello, allenata da uno dei tecnici più conservatori della Premier, Tony Pulis. Qui le sue capacità fisiche e l’abilità nel recuperare il pallone avrebbero dovuto aiutarlo a rimettere in piedi la sua carriera, ma la sua stagione al West Bromwich è stata anonima, facendo diventare la sua permanenza un modo come un altro per migliorare il proprio profilo Instagram.

Krychowiak ha usato il suo prestito in Inghilterra per ampliare i propri orizzonti culturali.

Difficile immaginarlo restare al West Bromwich in Championship, tanto meno vederlo tornare a Parigi. In estate si giocherà le sue chance al Mondiale per provare a tornare ai suoi livelli in un contesto dove ha spesso brillato. Una vetrina importante per mettersi in mostra e trovare una squadra che voglia investire in lui, magari - perché no - proprio in Serie A.Enrico Brignola, Benevento All’interno dell'inspiegabile campionato del Benevento, Enrico Brignola, 18 anni, è una bella sorpresa che forse abbiamo bisogno di osservare più a lungo. Se altri diciotteni dei massimi campionati si portano dietro l’aurea di futuri campioni, Brignola è entrato nell’immaginario della Serie A passando dalla porta sul retro.

Grafico delle menzioni del nome Brignola dall’inizio del campionato ad oggi.

La sua carriera sembrava essersi schiantata contro la mancata conferma tra gli allievi nazionali della Roma e anche la sua presenza nella rosa del Benevento di questa stagione era passata inosservata fino al momento in cui De Zerbi - dopo che i giallorossi avevano perso 14 partite di seguito - aveva deciso di buttarlo nella mischia negli ultimi minuti della partita contro il Milan, avventurosamente pareggiata dal suo quasi omonimo Brignoli.Da quel momento Brignola è entrato in pianta stabile nei piani di De Zerbi mettendo in mostra una maturità tale da aver sorpreso tutti. Se infatti la natura del talento di Brignola è ancora un po’ acerba - ad oggi nessuno ammetterebbe con certezza che la Serie A è il posto che gli compete pienamente - a nessuno è sfuggita la facilità con cui si è inserito in un sistema complesso e l’impatto che è riuscito ad avere su di esso pure in condizioni molto sfavorevoli quali l’età (si contano sulla punta delle dita i 18enni più impiegati di lui nei massimi campionati) e il contesto di gioco (nonostante il buon lavoro di De Zerbi e l’impegno nel mercato di riparazione, il Benevento rimane una squadra con delle lacune troppo grandi per la serie A). Non solo con 3 gol Brignola è il secondo miglior marcatore della squadra (recentemente superato da Diabaté), ma si è dimostrato un giocatore molto duttile all’interno del complesso gioco di posizione di De Zerbi.Ascoltando le voci di calciomercato, diverse società di Serie A sembrano interessate a lui. Milan e Napoli (scenario sempre suggestivo per un calciatore campano e il cui calcio sembra adattarsi meglio alle qualità di Brignola), ma anche Fiorentina e Sassuolo dove forse il suo calcio avrebbe più possibilità di strutturarsi con ordine. Anzi, se i neroverdi dovessero salvarsi - anche loro non se la passano benissimo - potrebbero pensare di affidarsi proprio a Brignola e De Zerbi, un altro che speriamo di poter continuare a vedere a questi livelli.Thiago Maia, Lilla Nella costruzione di un giocatore sudamericano, la scelta dell’approdo in Europa svolge un ruolo fondamentale. Thiago Maia, con la medaglia olimpica al collo e 18 mesi di ottimo calcio nel Santos alle spalle, aveva molti contendenti (Milan su tutte) quando quest’estate ha deciso di lasciare il Brasile per affinare il proprio talento nel vecchio continente. Alla fine l’ha spuntata il Lille, che staccando un assegno da 14 milioni l’ha reso l’acquisto più costoso della sua storia.Lille sembrava una piazza perfetta per la crescita di Thiago Maia: una squadra ambiziosa, ma lontana dai riflettori, con un nuovo presidente intenzionato ad investire e un allenatore, Bielsa, conosciuto per la sua capacità di lavorare con i giovani e un campionato competitivo il giusto. Ma le cose non sono andate per il verso giusto. La squadra sembra alla deriva, i rapporti tra giocatori, società e nuovo tecnico sono ai minimi termini e anche i tifosi hanno perso la pazienza. Il 10 marzo, come segno di protesta contro i risultati negativi, hanno invaso il terreno di gioco mentre i calciatori erano in campo. Qualcuno ha provato a dare un calcio a Thiago Maia, che è stato difeso da uno steward. Lui dice di non pentirsi per aver scelto Lille, ma se la squadra francese dovesse retrocedere, chi non sarebbe disposto a concedergli un’occasione?

Almeno dalla torta di compleanno, Maia sembra amare il Lille.Maia è un giocatore rapido, con una buona forza nelle gambe, che gli permette di brillare soprattutto nel controllo palla e nella conduzione negli spazi stretti, ma anche a campo aperto quando si tratta di portare avanti l’azione. Nella prima parte di stagione si è dimostrato però troppo acerbo nel prendere in mano la fase di costruzione della squadra. Il suo gioco corto è particolarmente scolastico, mentre in quello lungo sbaglia quasi la metà dei lanci che prova. Nel naufragio del Lille, che ora è sedicesimo, Maia ha fornito alcune prestazioni particolarmente convincenti, come contro il Monaco in cui ha messo a referto 5 dribbling, 4 tackle e una precisione passaggi vicina al 90%, mentre in altre partite è apparso completamente fuori contesto. A 21 anni Thiago Maia ha giocato 2368 minuti (tra i più impiegati della rosa) in un campionato di buon livello, in una squadra che ha dovuto lottare ogni punto. Se da una parte potevamo pensare che il suo impatto con l’Europa sarebbe stato più incisivo, dall’altra una stagione come questa può aver insegnato tanto al giocatore brasiliano. Potrebbe essere un affare per tante squadre.Dušan Tadić, Southampton È accettabile un mondo in cui Dušan Tadić finisce a prendere calci nei campi della Championship? Il trequartista serbo è tra i giocatori più belli da vedere della Premier quando è in giornata e se il Southampton dovesse realmente retrocedere - oggi è quartultimo a pari punti con lo Swansea - bisognerà iniziare una campagna su Change.org per portarlo in Italia. Con 27 assist in meno di quattro stagioni in Inghilterra, Tadić è una macchina da passaggi che non possiamo lasciare arrugginire così. Nonostante questa sia la sua peggior stagione per assist e passaggi chiave (per la prima volta sotto i 2 a partita), dal suo debutto al Southampton Tadic è stato coinvolto in 45 gol, ben 14 in più di ogni altro suo compagno.

Un assaggio di quello che sa fare Tadić.

Fare una previsione sul futuro del Southampton non è per nulla semplice, se dovesse retrocedere davvero molti dei migliori giocatori potrebbero partire. Tra questi ce ne sono forse di più forti di Tadic (Lemina per fare un nome), ma ce ne sono di più belli da guardare la domenica sdraiati sul divano? Io non credo.Federico Valverde, Deportivo La Coruna Federico Valverde è uno di quei giocatori che ha bruciato le tappe. A due anni i primi calci, a 3 l’ingresso nella squadra di babyfútbol dell’Estudiantes de la Unión. A quattro anni sognò per la prima volta di giocare in uno stadio gremito indossando una maglia bianca. Quando lo disse ai genitori quelli gli risposero: “Mejor que sueñe con una amarilla y negra”, ovvero la maglia del Penarol, dove venne aggregato in prima squadra ad appena 17 anni. Nel 2015, Federico Valverde è stato inserito dal Guardian nella lista dei 50 migliori giocatori nati nel 1998 (una lista che a dire il vero comprendeva anche il nome di Hachim Mastour). Nel 2016 riceve il marchio di qualità assoluta per un centrocampista: essere acquistato dal Real Madrid dopo aver vinto il campionato uruguaiano con il Penarol, dando anche senso al sogno della maglia bianca. Dopo aver giocato una prima buona stagione nella squadra B del Real, e vinto il Pallone d’Argento ai Mondiali U20, Valverde è stato girato in prestito al Deportivo La Coruna.In questa stagione il giovane uruguagio ha lasciato intravedere solo a sprazzi il talento di cui è fornito, anche a causa del contesto disfunzionale in cui è stato inserito, ma non possiamo non esprimere il desiderio di seguirne la crescita da vicino. Parallo l’ha impiegato in diversi ruoli, sia nei due di centrocampo, che nei tre dietro la punta, non riuscendo a trovargli la miglior posizione. Valverde è infatti un centrocampista polivalente, a suo agio sia nella fase difensiva che in quella offensiva, dove non manca di personalità (tira in porta 1.3 volte ogni 90’, più di metà delle volte da fuori area da dove a settembre ha segnato nel suo esordio in nazionale maggiore). Se il Deportivo La Coruna dovesse retrocedere, il Real Madrid dovrebbe fare di tutto per trovargli una sistemazione adeguata . Una squadra che possa dargli fiducia, ma soprattutto un contesto tecnico in cui crescere felicemente, nell'attesa del grande salto con quella maglia bianca sognata fin da bambino.Jann-Fiete Arp, Amburgo In un campionato dove la giovinezza è un valore assoluto (in Bundesliga l’età media è di 25,6 anni, la più bassa tra i 5 campionati maggiori) Jann-Fiete Arp spicca per precocità e talento. Nel 2017 è stato il primo 2000 a segnare in Bundesliga e in questa stagione è l’unica nota positiva (almeno in prospettiva) in una squadra allo sbaraglio e che rischia seriamente di retrocedere per la prima volta nella storia (all’interno dello stadio dell’Amburgo è presente un orologio digitale che segna il tempo passato dalla prima partita disputata in Bundesliga ormai 55 anni fa). Arp è una prima punta completa, che a un grande dinamismo unisce una rara sensibilità per il gol (37 gol in 45 partite con l’U-17 dell’Amburgo, 15 in 17 con la nazionale U17). Fisicamente è ancora acerbo, ma il materiale su cui lavorare è di primo piano (184 centimetri per 87 chili). Ha segnato 2 gol nei primi 125 minuti giocati in Bundesliga, entrando così nelle rotazioni di Gisdol e sebbene non ha più segnato da quel momento in Germania molti occhi sono puntati su di lui.La crescita di Arp starebbe a dimostrare la bontà del sistema di sviluppo dei calciatori tedeschi anche per quanto riguarda i centravanti e mentre Werner si affaccia alla ribalta, Arp è pronto a fargli concorrenza nel prossimo futuro.Arp si ispira a Kane e sembra un giovane ambizioso. Se l’Amburgo dovesse retrocedere (Fivethirtyeight gli dà il 92% di possibilità), il Bayern Monaco sembra intenzionato ad esercitare la clausola di 8 milioni di euro che lo libererebbe dal suo contratto. A quel punto potrebbe rimanere in Baviera a studiare da Lewandowski o piuttosto andare a fare felice qualche realtà minore della Bundesliga. Comunque vada, il futuro è suo.Kurt Zouma, Stoke City Leggendo la storia di Kurt Zouma si nota come nonostante la giovane età, gli infortuni sono già stati molti. Il più grave, al ginocchio, l’ha tenuto fermo per tutto il 2016 arrestando una crescita che sembrava rapida e luminosa all’interno del Chelsea dove nella stagione 2015/16, a soli 21 anni, aveva raccolto 32 presenze.Cresciuto nel Saint Etienne, Zouma è un difensore centrale imponente (190 centimetri per 96 chili), abile soprattutto nei duelli aerei (in questa stagione vince il 76% di quelli che gioca), ma con una tecnica individuale molto buona, tanto che Mourinho lo aveva più volte impiegato come centrocampista davanti alla difesa prima dell’infortunio. Tra i difensori dello Stoke è quello che esegue più passaggi a partita (30.3), prendendosi più rischi (gioca 2.5 lanci lunghi ogni 90 minuti). Queste caratteristiche lo rendono un difensore completo, moderno, prezioso.

Dopo aver rappresentato la Francia in tutte le selezioni giovanili, il CT francese Deschamp lo aveva convocato in due amichevoli prima dell’Europeo 2016, con l’idea di inserirlo in un reparto che vede grandi centrali di prospettiva come Umtiti e Varane. Purtroppo l’infortunio gli ha impedito di lottare per un posto, ma è improbabile che la storia tra Zouma e la nazionale francese sia finita qui.In questa stagione Zouma è riuscito a rimanere integro, arrivando per la prima volta oltre i 2000 minuti giocati in campionato. Giocare in una squadra che lotta per non retrocedere l’ha responsabilizzato, rendendolo uno dei giocatori più importanti della squadra. Recentemente ha detto che la lotta per non retrocedere è più stressante di quella per vincere i titoli, certificando come giocare in una realtà piccola ed in difficoltà possa essere provante anche per un giocatore abituato ad altri palcoscenici. Ma il suo posto sembra altrove: se il Chelsea decidesse di non puntare su di lui, qualcuno di sicuro lo salverà.Jonas Hector, ColoniaFedele all’idea per cui il capitano è l’ultimo a lasciare la nave che affonda, Jonas Hector ha deciso di rinnovare il proprio contratto con il Colonia proprio mentre la retrocessione in 2.Bundesliga è praticamente cosa fatta. Con questa mossa sembra essersi tolto di torno le molte voci di mercato che lo vedevano come obiettivo di quasi tutti i grandi club, ansiosi di accaparrarsi per pochi soldi un ottimo giocatore.

La scelta di Hector, controintuitiva rispetto anche all’idea di rinascita su cui è basato questo articolo, è la scelta forte di chi crede di poter ritornare alla vita rimanendo al proprio posto. Una decisione sicuramente non facile, e da stimare, che racconta bene le qualità umane di un giocatore diverso rispetto all’archetipo di calciatore che abbiamo ben presente in mente.Hector proverà a vincere il Mondiale con la Germania, dove ha preso il posto di terzino sinistro lasciato libero da Philipp Lahm, e poi se ne tornerà a Colonia nella 2.Bundesliga invece di giocarsi le sue possibilità in una squadra di primo livello. Anche questa è una forma di resurrezione vi direbbe lui. Bonus attaccanti PremierDue squadre tra Swansea, Stoke City e Southampton retrocederanno e con loro una massa di attaccanti che non possiamo di certo sprecare così.

  • Manolo Gabbiadini - Southampton

Se nella scorsa stagione i tifosi del Southampton paragonavano festosi Manolo Gabbiadini ad una Lamborghini, in questa stagione nessuno pensa più a lui. Noi però ci pensiamo ancora. Torna a casa Manolo.

  • Peter Crouch

A 37 anni Peter Crouch ha ancora bisogno della Premier League, almeno tanto quanto la Premier League ha bisogno di Peter Crouch.

  • Guido Carrillo

Guido Carrillo giocava pochi minuti per il Monaco e segnava diversi gol, poi il Southampton a gennaio l’ha reso l’acquisto più costoso della sua storia e lui ha smesso pure di segnare gol.

  • Charlie Austin

Charlie Austin ha combattuto tutta la vita per non essere risucchiato nel personaggio di “centravanti inglese da Championship”, vogliamo farcelo tornare proprio ora?

  • i fratelli Ayew

André Ayew e Jordan Ayew - figli di Abedì Pelé - hanno giocato insieme la maggior parte della loro carriera tra Marsiglia, Aston Villa ed ora Swansea. Entrambi hanno già passato la fase migliore della loro carriera, ma non per questo sono da buttare. André è più trequartista, Jordan più attaccante. Io personalmente per vederli guidare l’attacco di qualche squadra di medio livello in Serie A pagherei di tasca mia.

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