
A Roma una battuta rimbalza per i gruppi Whatsapp, tra le discussioni tra amici: e tu quanti gol segneresti in Serie A, allenato dal Gasp? Quelli dell’allenatore di Grugliasco sono i principi di gioco più riconoscibili ed efficaci degli ultimi vent’anni di calcio italiano, e il loro impatto sui giocatori ormai è circondato da un’aura che è impossibile distinguere dalla realtà. Con Gasperini hanno raggiunto la dimensione immaginata solo dai loro più grandi estimatori giocatori fino a quel momento considerati indolenti come Josip Ilicic e Luis Muriel, e molti altri stanno vivendo o hanno vissuto molte delle loro migliori stagioni in carriera. Mateo Retegui, Charles De Ketelaere, Mario Pasalic o giocatori la cui dimensione fuori dall’Atalanta è ancora più incomprensibile come Marten De Roon e Giorgio Scalvini: che carriera avrebbero avuto se non avessero conosciuto Gasperini? Che cosa farebbero oggi?
Gian Piero Gasperini però, anche prima dell’Atalanta, è stato un allenatore che allo stesso modo ha avuto delle incompatibilità inconciliabili con alcuni dei suoi giocatori. In molti ricorderanno la storica litigata con il “Papu” Gomez, che di fatto mise fine all’esperienza dell’argentino all’Atalanta, ma sono diversi i casi in cui il rapporto con l’allenatore è finito ancora prima di cominciare. I più recenti sono Ben Godfrey ed El Bilal Touré (per cui l’Atalanta spese complessivamente quasi 43 milioni di euro), ma si potrebbero fare i nomi anche di Mitchel Bakker, Martin Skrtel e Simon Kjaer, la cui mancanza di feeling con Gasperini poi fece la fortuna del Milan.
Insomma, l’impressione da fuori è che non ci siano vie di mezzo: il bacio del Gasp può trasformarti in un principe oppure ucciderti, e questo, per una Roma che anche quest’estate sembra avere bisogno di una profonda ristrutturazione della rosa, potrebbe essere una manna. C’è solo un’incognita, oggi: chi verrà trasformato in principe e chi verrà invece ucciso tra i giocatori che fanno parte della rosa giallorossa? Individuare gli elementi più gasperinabili a priori non è facile come sembra, e la storia è piena di sorprese: chi avrebbe detto, per esempio, che un giocatore delicato come Ilicic potesse fiorire con un allenatore associato all’intensità, alla forza fisica e al pressing?
Il power ranking che trovate di seguito, che prova a mettere in ordine di gasperinabilità i giocatori della rosa giallorossa (dal meno gasperinabile al più gasperinabile), non va preso quindi come una previsione, ma come uno spunto di riflessione sul lavoro che aspetta l’allenatore di Grugliasco. L’occasione è storica: se ormai possiamo considerare l’Atalanta una grande squadra a tutti gli effetti, di certo è la prima volta da quella disastrosa esperienza all’Inter che Gasperini è alle prese con una grande piazza. E quindi: cominciamo.
LEANDRO PAREDES
Leandro Paredes ha il classico profilo del giocatore che viene appiccicato al muro dal Gasp. Regista che a inizio carriera era considerato erede di un giocatore celebre per la sua lentezza, che poi si è rivelato essere effettivamente lento e non sempre interessato alla fase difensiva, con una personalità istrionica incline alla provocazione e al gesto istintivo, è difficile immaginarsi Paredes dentro una squadra di Gasperini, che nella sua carriera non ha mai amato particolarmente la figura del vertice basso di centrocampo. «Non c’è bisogno di avere un illuminato che gioca tutti i palloni», ha detto una volta Gasperini «Se deve passare la palla a cinque metri, posso darla anche io». All’Atalanta, il tecnico piemontese ha quasi sempre usato un centrocampo a due, dove Paredes ha già dimostrato di fare molta più fatica a coprire il campo (per esempio nella Roma di Spalletti), e anche andando indietro nella sua carriera si deve fare uno sforzo per ricordare tra i suoi giocatori un regista classico (a parte Milanetto e Thiago Motta, che però nel Genoa 2008/09 agiva spesso da incursore e da uomo chiamato a portare palla). Nel suo capolavoro, l’Atalanta, il “regista” è stato sempre Marten De Roon e penso che non ci sia molto altro da aggiungere.
DEVYNE RENSCH
Una persona che antropologicamente sembra molto simile a Gian Piero Gasperini, cioè Marco van Basten, ha detto questo di Devyne Rensch: «Non è un giocatore particolarmente bravo. Non ha alcuna abilità calcistica. Con la palla, non ha idee. Senza palla, sbaglia sempre. Commette un errore a partita».
EVAN NDICKA
Il centrale di difesa è il ruolo dove il talento di Gasperini nel valorizzare i giocatori si è visto di più. Il centrale di Gasperini è una figura mitologica seconda solo all’esterno di Gasperini, e negli anni la sua difesa a tre ha portato ad alti livelli giocatori impensabili come Djimsiti, Palomino, Masiello e Papastathopoulos. Per Gasperini caratteristiche come l’aggressività, la velocità sui primi passi, il coraggio in conduzione sembrano valere più di qualsiasi altra cosa, a partire dal nome (pensate proprio alle vicende Godfrey o Kjaer, che aveva già una sua reputazione in Italia), e questo ci porta a questa considerazione particolarmente negativa. Evan Ndicka era arrivato in Italia dopo essere stato corteggiato da mezza Europa, ma la sua esperienza in Serie A ha raffreddato un po’ gli entusiasmi. Un centrale affidabile, tecnicamente di buon livello, certo, ma che a volte perde la concentrazione e che non è certo uno di quelli che si mangiano gli avversari tra le linee. Il suo curriculum e il suo ingaggio di sicuro non saranno un fattore per il Gasp.
PAULO DYBALA
A proposito di curriculum e ingaggio: è il momento di parlare di quello che è IL nodo della rosa della Roma. Paulo Dybala è forse l’archetipo del giocatore sublime e discontinuo che Gasperini potrebbe riportare agli antichi fasti, ma la sua volontà di essere sempre al centro dell’azione e soprattutto la sua condizione fisica sono al momento interrogativi troppo grandi. Dybala era già in netto calo prima del grave infortunio che l’ha colpito questa primavera e al momento è difficile immaginarlo nel calcio Mad Max del tecnico di Grugliasco. Da come verrà sciolto il nodo Dybala si capirà se l’esperienza di Gasperini a Roma partirà con i migliori auspici o meno, un’operazione che ha uno spettro di riuscita che non ha vie di mezzo tra lo scenario “Papu” Gomez e quello Emiliano Rigoni (con la maglia dell’Atalanta: tre gol in Serie A, due alla Roma).
Un gran gol di Dybala alla prima Atalanta di Gasperini, chissà se il Gasp se lo ricorda...
TOMMASO BALDANZI
Sulla trequarti è dove si annidano i principali fallimenti dimenticati dell’esperienza del Gasp all’Atalanta, in quanto a valorizzazione del talento. Abbiamo già citato Emiliano Rigoni ma si potrebbero fare altri esempi, come in parte Lazar Samardzic in questa stagione, o i meno recenti Jérémie Boga e Aleksey Miranchuk. L’ultimo quarto di campo è probabilmente la zona di campo dove il conflitto tra le idee del Gasp e quelle dei suoi giocatori diventa più delicato, e questo non fa ben sperare per un talento peculiare come Tommaso Baldanzi. Nonostante la sua statura sia un po’ fuorviante rispetto alla sua intensità fisica e mentale, Baldanzi ha dimostrato di brillare quando può giocare in campo piccolo e in costante associazione con i compagni - non proprio il contesto che è più naturale immaginarsi per la Roma di Gasperini. Baldanzi in questi mesi a Roma ha fatto intravedere degli sprazzi interessanti, ma in fase di creazione e finalizzazione non sembra avere un talento sufficiente a sopravvivere alle purghe gasperiniane che i tifosi così ardentemente aspettano.
STEPHAN EL SHAARAWY
Stephan El Shaarawy è diventato un giocatore di culto a Roma gettando via le vesti del talento smarrito e indossando quelle nuove dell’uomo squadra, e per farlo si è dovuto trasformare in un esterno a tutta fascia. Certo, è difficile che i tifosi giallorossi possano provare più affetto di così, e l’età sembra ormai giocare contro di lui, ma se c’è una cosa che sa fare Gasperini è quella di trasformare gli esterni a tutta fascia in Super Saiyan…
ANASS SALAH-EDDINE
Salah-Eddine aveva esordito con grande personalità a febbraio, contro il Parma, e poi praticamente non ha più visto il campo. Dal poco che si è visto, l’atletismo però sembra non mancargli. Siamo sicuri che a Gasperini non serva?
LORENZO PELLEGRINI
La stagione appena conclusa è stata terribile, ma teoricamente Lorenzo Pellegrini avrebbe le caratteristiche ideali per essere un trequartista di Gasperini. Molto applicato in fase difensiva, con la volontà e il talento di mandare i compagni sempre in verticale, Pellegrini con il Gasp potrebbe tornare ai livelli realizzativi della stagione 2021/22 se non fosse che nell’ultima stagione è sembrato a malapena un calciatore professionista. La sua risurrezione sarebbe un miracolo quasi pari a quelli di Ilicic e Muriel, e andrebbe dritta nella galleria dei capolavori del tecnico piemontese. È improbabile ma proprio per questo sperarci è d’obbligo.
ELDOR SHOMURODOV
Ogni anno Shomurodov sembra sul punto di sparire dal calcio italiano e ogni anno c’è un allenatore che guardandolo pensa: ma sai che c’è… Alla fine parliamo di un attaccante con capacità atletiche eccezionali, che in conduzione può dire la sua e che in pressing, nei momenti di stanca delle partite, torna sempre utile. Shomurodov ha da poco rinnovato il proprio contratto con la Roma, che però non farà di certo le barricate se dovesse arrivare qualche offerta. Il dubbio è che anche Gasperini, guardandolo a Trigoria, pensi: ma sai che c’è…
BRYAN CRISTANTE
“Non ci sono molti centrocampisti in Serie A in grado di combinare la sua pulizia tecnica, la capacità di coprire ampie porzioni di campo e il suo senso per gli inserimenti”, scrivevamo circa otto anni fa di Cristante, quando stava diventando uno dei giocatori più importanti di una delle prime Atalante di Gasperini. Otto anni dopo, in molti credono (sperano?) che torneranno presto a leggere una frase del genere, ora che rincontrerà l’allenatore che di fatto gli ha donato una carriera in Serie A. Ma è davvero così semplice? Otto anni non sono pochi e nel frattempo Cristante si è fossilizzato su un ruolo da mediano statico che ha un po’ arrugginito alcune delle caratteristiche lo avevano fatto brillare a Bergamo, come l’intensità fisica e la continuità negli inserimenti in area. Di certo il calcio di Gasperini lo sgraverà di responsabilità in fase di costruzione, dove più ha sofferto in questi anni romani, e chissà magari lo riporterà finalmente sulla trequarti per inserirsi in area, dove ha dimostrato di poter ancora dare il suo contributo quando De Rossi gli aveva chiesto mansioni simili.
NICCOLÒ PISILLI
C’è una lunga stirpe di centrocampisti italiani bianchi senza alcun carisma, che va da Matteo Paro nel Crotone e arriva a Matteo Pessina passando per Roberto Gagliardini, che con Gasperini sono arrivati a livelli Edgar Davids di dominio sugli avversari. E se Niccolò Pisilli - un centrocampista italiano bianco senza alcun carisma la cui unica qualità sembra quella di correre tanto e ovunque - fosse il prossimo?
ARTEM DOVBYK
Artem Dovbyk ha segnato 17 gol stagionali senza aver convinto quasi nessuno, una condizione paradossale che si può vedere in due modi. L’attaccante ucraino è sembrato mancare soprattutto in velocità e energia quando c’era da battagliare con i difensori avversari sulla trequarti o sulle palle alte. Il pessimista penserà che un attaccante così con Gasperini non avrà vita semplice. L’ottimista che una delle cose su cui i giocatori sembrano migliorare di più con Gasperini è proprio l’energia e la velocità con cui giocano, e che il tecnico piemontese non ha sempre richiesto ai suoi attaccanti di venire incontro al centrocampo per creare gioco. Anzi, se vi ricordate Gasperini ha convinto Duvan Zapata a venire "meno" incontro e a stare di più in area. Insomma, se Dovbyk ha segnato così tanto giocando male, cosa può fare con un allenatore capace di valorizzarlo?
TAMMY ABRAHAM?!
La Roma non è riuscita a convincere il Milan a rinnovarle il prestito di Alexis Saelemaekers e questo significa che in giallorosso sta tornando Tammy Abraham. Chiuso da Dovbyk e Shomurodov ancora prima che apra il mercato è difficile che rimanga, certo, ma come si dice: le vie del mercato sono infinite. D'altra parte, lo sapete nell'estate del 2021 a chi aveva pensato Gasperini per sostituire Zapata, che allora sembrava destinato all'Inter? Esatto.
MATIAS SOULÈ
L’ultimo grande periodo di forma di Matias Soulé fa ben sperare anche se non dissipa del tutto i dubbi che ci sono riguardo alla sua collocazione tattica. Nell’impalcatura a cinque di Ranieri, l’argentino ha reso molto di più agendo da “falso esterno” rispetto a quando è stato chiamato a giocare nei corridoi centrali e questo potrebbe essere una questione anche per l’ipotetico 3-4-3 di Gasperini, che di solito chiede ai suoi trequartisti di giocare nei mezzi spazi. Dalla trequarti in su, però, il tecnico piemontese sembra meno ossessionato dal controllo (Ilicic, per esempio, si allargava spesso a destro; e Muriel, da punta, veniva a ricevere spesso a sinistra) e Soulé ha ancora 22 anni e margini di crescita inesplorati. Più in generale, Gasperini rimane l’allenatore italiano che più sa trasformare il talento in oro e qui parliamo di un talento estremamente intenso, che è esploso con un altro allenatore in fissa col pressing (Di Francesco), che ha dimostrato di avere una visione di gioco nell’ultimo quarto di campo da giocatore speciale. È difficile partire con basse aspettative.
ANGELINO
La stagione di Angeliño ha svoltato quando è stato trasferito dal centro della difesa all’esterno, dove ha dimostrato di essere uno dei migliori terzini sinistri della Serie A. Avete già capito dove voglio andare a parare. Angeliño ha un sinistro educato, crossa benissimo e vede anche la porta, e non è nemmeno così innamorato del pallone: sembra il profilo ideale per il nuovo allenatore della Roma. Certo, fa strano associare questo gnomo cyber-punk agli esterni di Gasperini, ma se pensiamo che nel tempo siamo passati da Joakim Maehle a Matteo Ruggeri possiamo capire che anche in questo campo ormai non c’è più religione.
ZEKI CELIK
Per chi vuole una figura più in linea con i gargoyle scandinavi che hanno ricoperto il ruolo di esterno di Gasperini ecco pronta l’alternativa ottomana: Zeki Celik. Meno qualità di Angeliño, ma forse l’unico giocatore nell’attuale rosa della Roma insieme a Shomurodov che per intensità fisica e capacità di coprire il campo è già pronto per il nuovo allenatore.
GIANLUCA MANCINI
Gasperini è l’allenatore che ha fatto esordire in Serie A Gianluca Mancini, che nell’unica stagione da titolare con l’Atalanta (la 2018/19) è stato per un momento il difensore ad aver segnato di più nei cinque principali campionati europei e il difensore più giovane ad aver segnato almeno quattro gol negli stessi. A Roma le cose forse non sono andate come si sperava allora, almeno inizialmente, ma oggi Mancini è un difensore più maturo e completo, forse sottovalutato per via della sua scontrosità. Arrivato a 29 anni, dopo essere cresciuto con allenatori molto diversi come Fonseca, Mourinho e Ranieri, Mancini può tornare con Gasperini a far brillare le sue qualità migliori: la ricerca dell’anticipo, la conduzione a spezzare il pressing avversario, gli inserimenti nell’ultimo terzo di campo.
SAUD ABDULHAMID
Saud Abdulhamid sembra essere a Roma solo per i meme e anche in questa classifica è qui solo per il lol (forse non la stessa reazione che avrà Gasperini quando vedrà giocare Saud Abdulhamid).
MANU KONÈ
Quello del centrocampista ovunque deputato a ricucire i buchi aperti dalle scalate in avanti delle marcature a uomo è uno dei topos gasperiniani. Questi ultimi anni è stato Ederson a salire di livello interpretando questo ruolo, che è una costante nella carriera di Gasperini fin da quando allenava in Serie B e nel suo Genoa e nel suo Crotone quel ruolo lo interpretava Ivan Juric (eheh). Certo, Manu Koné non si può ridurre alla sua dimensione difensiva (come d’altra parte lo stesso Ederson) ma il suo talento sembra essere fatto a forma di questo ruolo. Il centrocampista francese, a 24 anni e alla sua prima stagione in Serie A, è stato uno dei migliori giocatori della Roma (e uno dei migliori centrocampisti del campionato); l’unico, insieme a Svilar, ad aver mantenuto un rendimento alto nella buona e nella cattiva sorte. Se già c’era attesa per il suo futuro in condizioni normali, con Gasperini, come si dice: sky is the limit.
BONUS: TRE PRETORIANI PER IL GASP DAL MERCATO
-THOMAS KRISTENSEN
Non è una vera squadra di Gasperini senza un difensore scandinavo grande quanto un mobile dell'Ikea. Kristensen è danese, viene da due buone stagioni all'Udinese e ha giocato anche da terzino. Ha proprio la mascella di chi sta per essere trasformato in un braccetto di una difesa a tre.
-ARDIAN ISMAJLI
Sì, lo so, è un po' uno stereotipo associare difensori centrali enormi a Gasperini ma la Roma in rosa al momento ne ha solo due (Nelsson era solo in prestito e Hummels si è ritirato) e Ismajli sembra nato per essere allenato dal tecnico piemontese. Uno dei centrali più sottovalutati del campionato che con la retrocessione dell'Empoli viene a prezzo di saldo.
-IDRISSA TOURÈ
Una delle rivelazioni della Serie B, punto fermo del Pisa (con cui quest'anno ha segnato 6 gol e 5 assist), Idrissa Touré è un esterno a tutta fascia alto quasi un metro e novanta che sarà in cima alla lista dei giocatori da prendere del componente hipster della vostra lega fantacalcio la prossima stagione. Hateboer vibes molto forti.