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Da un mese l’Atalanta è la squadra più in forma del campionato: nelle ultime 6 giornate la “Dea” ha conquistato più punti di tutti, 16, battendo tra le altre il Napoli e l’Inter, concedendo appena 2 gol: meglio anche della Juventus. Il Genoa invece, prima della trasferta di Bergamo, pur con prestazioni simili a quelle dell’Atalanta (un solo gol segnato in meno e uno in più subito), aveva messo insieme soltanto 8 punti, finendo per essere scavalcato proprio dai bergamaschi - ma restando nelle zone medio-alte della classifica.
Ad accrescere le aspettative sulla partita c’era poi l’inevitabile attesa per il primo confronto tra Gian Piero Gasperini e Ivan Juric, dopo che quest’ultimo era subentrato al “padre” calcistico alla guida del Genoa. Certamente facilitato dagli anni di lavoro di Gasperini, il tecnico croato ci ha messo poco a imporsi come una delle novità più interessanti in Serie A: pur dovendo giocare il recupero con la Fiorentina, il Genoa aveva 4 punti in più rispetto alla decima giornata dello scorso campionato, avendo segnato 2 gol in più, ma soprattutto avendo dimezzato le reti subite (da 14 a 7), mettendo in mostra la fase difensiva più organizzata ed efficace del campionato, insieme a quella della Juventus. E prima della sfida contro l’Atalanta, il Genoa condivideva proprio con i bianconeri il primato di miglior difesa del torneo.
Ma l’allievo, stavolta, non ha superato il maestro. Gasperini ha vinto la sfida tattica con Juric, battendolo nella strategia e nella lettura della partita.
Il maestro supera l’allievo
Atalanta e Genoa hanno stili di gioco simili e princìpi comuni, ma sono stati i dettagli che le rendono diverse a determinare la netta vittoria della “Dea”. Anzitutto, è da sottolineare la differenza nella strategia d’attacco, pur partendo dallo stesso sistema di base (3-4-3).
L’Atalanta ha deciso di lasciare l’iniziativa al Genoa (chiudendo con il 43% di possesso palla) riducendo le proprie fasi di possesso a giocate di breve durata, lineari, ma efficaci, per verticalizzare in breve tempo alle spalle della difesa rossoblù. Al solito, Gasperini ha puntato forte sulle catene di fascia create dal 3-4-3, per uscire dal primo pressing genoano e innescare le giocate codificate con cui cercare la verticalizzazione immediata. Fondamentale il ruolo di Petagna nel fare da riferimento costante spalle alla porta, permettendo così a Gómez e Kurtic di attaccare lo spazio dietro a Muñoz e Gentiletti.
Il Genoa, al contrario, ha cercato soprattutto di attaccare il centro del campo, sul quadrilatero che Ntcham e Rigoni (accentrandosi per giocare negli half-spaces) formavano con Rincón e Veloso. Puntando sulle rapide combinazioni di questo quadrilatero, Juric ha scambiato le posizioni originali di Rincón e Veloso, facendoli giocare a piede invertito per permettere loro di guardare immediatamente il centro del campo e velocizzare gli scambi.
Ma sono state le frequenti imprecisioni tecniche di Ntcham e Rigoni a sabotare il piano di Juric.
Così come Petagna, anche Pavoletti è stato un punto di riferimento importante per i giocatori del Genoa coinvolti nella prima costruzione: il lancio lungo sul centravanti rappresentava l’alternativa per aggirare il pressing dell’Atalanta quando i rossoblù non riuscivano a uscire dalla difesa palla a terra.
È capitato spesso: Pavoletti ha completato ben 32 passaggi, praticamente il doppio del precedente record stagionale (17 contro il Crotone e il Sassuolo), anche se è stato solo dopo l’ingresso di Simeone che il Genoa ha iniziato a sfruttare lo spazio creato dai movimenti incontro di Pavoletti.
Il maestro imita l’allievo
Con il “Cholito” in campo al posto di Ntcham, la squadra di Juric ha modificato sensibilmente la propria fase offensiva: al contrario di Ntcham e dei suoi movimenti ad accorciare a centrocampo per aiutare nell’impostazione, che comprimevano lo spazio per far circolare la palla, Simeone teneva bloccati i difensori dell’Atalanta, scollegandone i reparti e facilitando la risalita del campo, attraverso le catene di fascia o con fasi di possesso più dirette e verticali.
Il Genoa arriva nell’area avversaria con due passaggi, ma Simeone spreca tutto.
L’Atalanta, comunque, era già predisposta ad assorbire il cambio di strategia del Genoa, concedendo ai rossoblù una sola altra grande occasione per riaprire la partita, ma da palla inattiva: il colpo di testa di Burdisso deviato sul palo da Berisha. Gasperini, infatti, aveva già cambiato le marcature per liberare un difensore e garantire maggiore copertura. La cosa interessante è che questa, in realtà, è una mossa tipica di Juric.
Il maestro ha seguito l’allievo: Gasperini aveva infatti preparato la partita seminando il campo di uno contro uno, assegnando una marcatura precisa a ogni suo giocatore. Un azzardo che la “Dea” avrebbe potuto pagare caro se il Genoa avesse vinto un duello individuale oppure fosse riuscito a innescare le combinazioni veloci del proprio quadrilatero centrale: Ntcham e Rigoni portavano con sé i propri marcatori diretti, Konko e Masiello, aprendo alle loro spalle uno spazio molto invitante da attaccare.
Gasperini allora ha modificato le marcature, abbassando Kurtic su Rincón e facendo scalare Gagliardini su Ntcham, liberando da compiti di marcatura Masiello, nel frattempo spostato sul centro-destra, e guadagnando un uomo in copertura.
Questa è la strategia iniziale dell’Atalanta:

E questa è l’Atalanta dopo il cambio di marcature:

Kurtic segue Rincón dopo essere uscito su Burdisso, Gagliardini marca Ntcham e Masiello può restare in copertura.
Oltretutto, la mossa di Gasperini ha avuto un impatto immediato a livello offensivo: le nuove coppie create hanno causato molti problemi ai rossoblù, determinando i due gol di Kurtic. L’1-0 è arrivato su un recupero palla di Gagliardini su Ntcham, il 2-0 sfruttando la posizione centrale dello sloveno dopo il cambio di marcature. Spostato in mezzo al campo per marcare Rincón e uscire su Burdisso, il giocatore cui Gasperini aveva deciso di concedere maggiore libertà a inizio azione per guadagnare un uomo in più in difesa, Kurtic poteva infatti attaccare lo spazio alle spalle di Rincón praticamente indisturbato una volta recuperata la palla.

Kurtic alle spalle di Rincón si prepara ad attaccare l’area di rigore indisturbato per segnare il 2-0.
A differenza di Gasperini, Juric aveva impostato da subito la partita sulle rotazioni tra Veloso, Ntcham e Rigoni per cancellare il vantaggio concesso a Konko (e poi Masiello) a inizio azione. Al solito, il tecnico croato ha controllato il centravanti avversario (Petagna) con due difensori centrali (Burdisso e Gentiletti), scegliendo di marcare Gómez con Muñoz e Kurtic con Rincón: l’Atalanta aveva così uno sbocco facile sul centro-destra.
In teoria il vantaggio atalantino a destra avrebbe dovuto essere cancellato dalle rotazioni a scalare tra Ntcham, Veloso e Rigoni per uscire su Konko (o Masiello) e marcare Gagliardini e Freuler; ma il meccanismo ha funzionato meno bene di altre volte, specie per la cattiva prestazione di Veloso, stranamente in ritardo e poco efficace nelle sue uscite.
Sull’altro lato del campo, invece, i riferimenti più precisi garantivano scalate più organizzate al Genoa.

Il Genoa scalava più facilmente sulla propria destra: da notare Konko libero sul lato opposto.
La differenza del maestro
Juric a fine partita è stato piuttosto duro, lamentandosi soprattutto della scarsa aggressività dei suoi giocatori, una critica riassunta in maniera plastica dal gol del 3-0, con la squadra lunga, stanca e senza riferimenti in marcatura dopo gli ingressi di Ninkovic e Pandev a subire senza opporsi il palleggio dell’Atalanta.
Insomma, non siamo ancora arrivati al punto della storia in cui Gasperini decide di abdicare per lasciare spazio all’ascesa del suo “erede”. L’attenzione a ogni dettaglio e la velocità con la quale è in grado di leggere la partita – altro esempio oltre al cambio di marcature deciso nel primo tempo: l’ingresso di D’Alessandro largo sulla destra per sganciare Conti in una posizione non inquadrabile in un ruolo, ma con il solo obiettivo di marcare Ninkovic – fanno ancora la differenza.
Dopo il disastroso inizio di stagione, l’Atalanta è al momento la candidata più credibile al ruolo di sorpresa del campionato. Gasperini sembra essere finalmente riuscito a esportare le sue idee in una realtà diversa dal Genoa: la sua esperienza e le sue indiscusse qualità tattiche possono essere il segreto per un campionato decisamente al di sopra delle aspettative.
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