L'Ultimo Uomo

  • Calcio
  • NBA
  • Sport
  • Dizionario Tattico
  • Expected Goals
  • Calcio
  • NBA
  • Sport
  • Dizionario Tattico
  • Expected Goals
  • Chi siamo
  • Le Firme
  • Archivio
  • Newsletter
  • Sponsor
  • Long-Form
© Alkemy. Made with love
Informativa Cookies
Calcio Dario Saltari 16 maggio 2018 6'

Come Garcia ha messo Payet al centro del Marsiglia

Quello tra Payet e l’Olympique Marsiglia rappresenta un connubio quasi unico nel calcio contemporaneo.

Condividi:

Quanti giocatori ci sono al mondo talmente al centro del progetto tecnico di una squadra da plasmarne la forma, da determinarne con il proprio talento le scelte tattiche, i meccanismi dei restanti nove giocatori di movimento? Ci sono ovviamente Messi e Cristiano Ronaldo, talenti accecanti e assoluti intorno a cui orbitano le intere strutture di Barcellona e Real Madrid. Poi ci sono i giocatori più grandi del contesto – Ibrahimovic in MLS, Hulk in Chinese Super League – a cui si è costretti a lasciare totale libertà, e a cui il resto della squadra deve adattarsi, per ottenere tutti i vantaggi derivanti dal mismatch con gli avversari.

 

Ma in Europa quante squadre ci sono che si possono permettere il lusso di garantire totale libertà a un solo giocatore, solo per goderne a pieno il talento? Se avete aperto questo articolo avrete già intuito che la risposta ha a che fare con l’OM di Rudi Garcia e Dimitri Payet.

 

Il Marsiglia è una squadra che cerca di essere creativa e verticale senza rinchiudere i propri giocatori offensivi in movimenti preordinati, dominando il possesso senza avere meccanismi di riconquista e lasciando grande libertà ai suoi tre trequartisti nel trovare la posizione e le soluzioni migliori per attaccare la porta avversaria. L’unica regola, se così si può chiamare, è quella di affidarsi nella trequarti offensiva al genio creativo di Dimitri Payet, che è quasi del tutto esonerato da compiti difensivi in fase di non possesso e che è totalmente libero di trovare la posizione migliore dove ricevere in campo.

 

Quella di incoronare un unico giocatore a proprio sole, come abbiamo visto, non è una novità nemmeno nel calcio contemporaneo, che non manca di esempi di questo tipo anche in squadre più piccole (per esempio il Torino di Mihajlovic con Ljajic). L’anomalia del Marsiglia risiede in primo luogo nel fatto che Payet non può ricambiare la libertà concessa con un talento assoluto come quelli di Messi o Cristiano Ronaldo, e che forse, con Florian Thauvin definitivamente in rampa di lancio, non può nemmeno essere considerato il principale talento offensivo della squadra.

 

Come Payet ha plasmato il Marsiglia

Payet non è certo un giocatore completo e per certi versi nemmeno del tutto moderno, concentrandosi gran parte del suo talento su un unico aspetto del gioco, e cioè la creazione di occasioni da gol. In questo singolo ambito, Payet è un giocatore molto più continuo di quanto spesso non venga descritto, nonostante i frequenti cambi di allenatore e campionato: quest’anno il trequartista nato nell’isola di Reunion è di nuovo il giocatore ad aver creato più occasioni da gol nei cinque principali campionati europei (più di giocatori come De Bruyne, Insigne, Özil e Eriksen) e nelle ultime quattro stagioni è sempre andato oltre quota 100 tra passaggi chiave e assist: attualmente sono 134, solo in Ligue 1; 177, se contiamo anche l’Europa League.

 

Dimitri Payet has created 100+ chances in each of the last four league seasons:

2014/15: 131 🎯
2015/16: 119 🎯
2016/17: 113 🎯
2017/18: 113 🎯

Leader of the playmaker pack. pic.twitter.com/agVXLFm4LT

— Squawka Football (@Squawka) 30 aprile 2018

 

Payet è un maestro nel trovare i movimenti in profondità dei suoi compagni nel gioco lungo, con cross dagli esterni o lanci dalla trequarti, a seconda di dove abbia ricevuto il pallone. Il numero 10 francese utilizza la sua tecnica di calcio come un driver, la mazza che nel golf viene utilizzata al primo colpo per mandare la pallina più lontano possibile, ma con la sensibilità di chi sta piazzando un colpo per arrivare al green, lasciando il più delle volte l’incombenza dell’imbucata ai suoi compagni. Dei 121 passaggi chiave realizzati da Payet quest’anno in Ligue 1, 77 (il 63,6%) sono arrivati da cross, incluse le palle inattive.

 

Ma ancora prima della tecnica di calcio, il talento di Payet si esplicita in campo nel momento della ricezione. Innanzitutto nella capacità di trovare lo spazio migliore per ricevere, una qualità impercettibile e che contrasta su un piano simbolico con la sua carriera, in cui è spesso sembrato al posto sbagliato al momento sbagliato. Payet è libero di spostarsi orizzontalmente lungo la trequarti, muovendosi come un liquido che riempie per osmosi gli spazi vuoti avversari.

 

Payet determina anche la velocità a cui gioca il Marsiglia. Il trequartista francese può decidere di accelerare il gioco, magari con un controllo orientato che inclini il campo verso la porta avversaria, portando la sua squadra ad attaccare in transizione verticale. Oppure rallentarlo con una pausa, accompagnata da uno sguardo in area, spesso il segnale ai suoi compagni di attaccare lo spazio alle spalle della linea difensiva avversaria schierata con movimenti in profondità.

 

In questo senso, l’immedesimazione tra il Marsiglia e il suo capitano va molto oltre il semplice valore simbolico e si riversa direttamente sul campo da calcio, come Rudi Garcia d’altra parte aveva già tentato di fare a Roma il primo anno della sua gestione con Francesco Totti.

 

Payet nel Marsiglia può prendersi tutta la trequarti e spostarsi in relazione al movimento del pallone, come una graffetta con un magnete. In questo caso, parte da sinistra offrendo una prima linea di passaggio a Luiz Gustavo…

…per finire a destra, seguendo l’azione, e offrendo di nuovo lo scarico verticale al mediano brasiliano.

Alla fine riceve nel mezzo spazio di destra e parte in conduzione verso l’area avversaria.

L’azione si conclude ovviamente con un passaggio chiave, un lob geniale che riesce a trovare la spaccata volante di Ocampos.

 

L’OM, in fase offensiva, ha in questo modo preso la forma del talento di Payet. Al momento è la squadra che arriva più al tiro da cross in Ligue 1 (133 volte in tutto; il PSG, per intenderci, lo ha fatto solo 85), che tira più di testa (109 in tutto) e che riesce ad arrivare di più al tiro da calcio piazzato (158), situazione da cui il Marsiglia ha già ricavato 10 gol, ad esclusione dei rigori, ancora una volta più di chiunque altro in Ligue 1. Anche lo storico gol di Rolando, che ha portato il Marsiglia in finale di Europa League, è nato da un calcio d’angolo, battuto ovviamente da Dimitri Payet.

 

“Libero offensivo”

Il ruolo di Payet nel gioco lungo del Marsiglia è talmente peculiare che forse dovrebbe indossare una maglietta di un colore diverso rispetto agli altri giocatori di movimento, come accade nella pallavolo con il libero. E in un certo senso, si può arrivare a dire che Payet abbia traslato il concetto di “libero” nella trequarti avversaria. Ma se nella pallavolo e nel calcio il ruolo del libero ha storicamente una funzione difensiva, quella di uscire dalla posizione per recuperare il pallone e trasformarlo in un nuovo possesso per la propria squadra, allora forse potremmo considerare Payet una sorta di “libero offensivo”.

 

Un giocatore, cioè, che non ha un ruolo specifico, ma più che altro una funzione, quella di ricevere sulla trequarti (o tra le linee o anche al di sotto del centrocampo avversario a volte) e lanciare verso i compagni. Qualcosa che, per rimanere nell’ambito della pallavolo, sarebbe un ibrido tra il libero e l’alzatore, e che invece nel calcio assomiglia a quel ruolo che in Argentina chiamano enganche. La modernità di Payet, il suo pregio principale in questo Marsiglia, sta nell’essere riuscito a tradurre quel ruolo negli spazi e i ritmi del calcio contemporaneo, qualcosa che finora non sembrava possibile.

 

I numeri di Payet da libero offensivo, nella partita di campionato contro il Troyes.

 

La pienezza tattica raggiunta da Payet in questo Marsiglia, però, ha molto a che fare con Rudi Garcia, che ha cucito su di lui tutta la sua squadra, subordinando ai suoi movimenti un gruppo comunque già ricchissimo di talento offensivo. Per liberargli spazio sulla trequarti, l’attacco è stato affidato ad attaccanti d’area puri e a maniaci dei tagli in profondità (Mitroglu e Germain) e alcuni giocatori hanno dovuto abbassare il proprio raggio d’azione pur di rimanere in campo (Sanson, dalla trequarti alla mediana).

 

Quella di essere al centro di una squadra che vive in funzione del pallone, d’altra parte, è sempre sembrata una condizione imprescindibile per Payet, che dopo aver lasciato il West Ham aveva dichiarato: «Non avevo più voglia di giocare nelle zone basse della Premier League. Il calcio difensivo che praticavamo non mi dava alcun piacere: in quel 5-4-1 schiacciato a ridosso della nostra area di rigore avrei anche potuto avere tutta la libertà del mondo ma non sarebbe cambiato granché. Mi annoiavo molto».

 

Sotto questa luce possiamo leggere tutta la carriera di Payet, uno che a 16 anni ha rischiato di uscire definitivamente dal calcio d’alto livello tornando a Reunion dopo il fallimento a Le Havre, e che è spesso finito per incappare in annate scialbe in squadre che non erano disposte a garantirgli tutta quella libertà di cui sembra aver bisogno per esprimersi al massimo delle sue potenzialità. Successe a Lille (dov’era allenato sempre da Rudi Garcia), quando doveva dividere il palcoscenico della trequarti con Hazard o, sempre a Marsiglia, con Valbuena.

 

In questo senso, quello tra Payet e il Marsiglia rappresenta un connubio unico nel calcio contemporaneo tra individualità e collettivo. Rudi Garcia ha trovato nel suo giocatore più rappresentativo il talento che meglio esprime la sua idea di calcio offensiva e spensierata. E Payet, a 31 anni compiuti, finalmente la squadra che giri intorno a lui come un sistema solare.

 

 

Tags : dimitri payeteuropa leagueolympique marsigliarudi garcia

Dario Saltari nasce a Frascati nel 1989. Laureato in Relazioni Internazionali, scrive storie di finzione su eventi realmente accaduti per passione e storie vere su eventi di finzione per lavoro.

Condividi:
Carica i commenti ...

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi "Stili di gioco" direttamente nel tuo inbox.

Potrebbero interessarti

Calcio Indro Pajaro 18'

Breve storia dell’hooliganismo

Dalle sue prime apparizioni fino ai giorni nostri.

Calcio Marco D'Ottavi 10'

La carriera da allenatore di Davids è unica

L’ex giocatore olandese da poco è il nuovo allenatore dell’Olhanense.

Serie A Dario Saltari 9'

Nessuno difende la palla come Villar

Il centrocampista della Roma ha la miglior percentuale di dribbling riusciti nei principali campionati europei.

Calcio Paolo Ruffino 13'

Il calcio è entrato nell’iperreale

Tra VAR, televisioni e stadi chiusi è sempre più difficile distinguere tra una partita e la sua trasmissione.

Serie A Emanuele Atturo 9'

Sarebbe giusto esonerare Gotti?

Le statistiche dimostrano come l’Udinese dovrebbe aver raccolto di più.

Dello stesso autore

Serie A Dario Saltari 9'

Nessuno difende la palla come Villar

Il centrocampista della Roma ha la miglior percentuale di dribbling riusciti nei principali campionati europei.

Serie A Dario Saltari 7'

Muriel gioca una partita nella partita

Anche in questa stagione la sua media gol è senza senso.

Calcio Dario Saltari 9'

Come McKennie fa giocare meglio la Juventus

Il facilitatore di gioco della squadra di Pirlo.

Serie A Dario Saltari 8'

Josip Ilicic è tornato

E lo ha fatto in grande stile, propiziando il trionfo dell’Atalanta sulla Roma.

Premier League Dario Saltari 9'

Come Hojbjerg ha trasformato il Tottenham

Il centrocampista che ha cambiato il volto della squadra di Mourinho.

I più letti del mese

Calcio Daniele Manusia 8'

Cosa ci dice il caso Cavani

A chi conviene davvero creare confusione e polemica.

Calcio Redazione 14'

50 giovani da seguire nel 2021 – Prima parte

Camavinga, Pedri, Veron e altri giovani da tenere d’occhio nel nuovo anno.

Preferiti Daniele Manusia 12'

Innamorati di Pierre Kalulu

Questa volta è stato il difensore del Milan a rubarci il cuore.

Febbre da calciomercato Flavio Fusi 9'

A chi può servire il “Papu” Gómez

Il 10 nerazzurro sembra destinato a una big della Serie A.

Serie A Dario Saltari 9'

Nessuno difende la palla come Villar

Il centrocampista della Roma ha la miglior percentuale di dribbling riusciti nei principali campionati europei.

altro da europa league
Europa League Emanuele Atturo, Marco D'Ottavi e Fabrizio Gabrielli 24'

Il bello dell’Europa League 2021 vol. 6

Momenti, personaggi e storie sagaci dall’ultima giornata giornata della fase a gironi.

Europa League Redazione 15'

Il bello dell’Europa League 2021 vol. 5

Momenti arguti dalla quinta giornata della fase a gironi.

Europa League Redazione 17'

Il bello dell’Europa League 2021 vol. 4

Momenti briosi dalla quarta giornata della fase a gironi.

altro da rudi garcia
Calcio Redazione 9'

FantaMilan

Cinque possibili allenatori per la panchina rossonera, rimasta vacante dopo l’addio di Gattuso.

Fondamentali Federico Aquè 8'

L’incontestabile superiorità dell’Atletico Madrid

Il Marsiglia aveva semplicemente troppe poche armi per contendere l’Europa League alla squadra di Simeone, soprattutto dopo l’infortunio di Payet.

Calcio Emanuele Atturo e Marco D'Ottavi 17'

Il bello dell’Europa League 2018 vol. 14

Il meglio del meglio del meglio del meglio del ritorno delle semifinali di Europa League.