Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Forze fresche
23 ago 2016
23 ago 2016
10 talenti provenienti dalla B che quest'anno potremo gustarci nella massima serie.
(articolo)
12 min
Dark mode
(ON)

Una delle sensazioni più belle di ogni inizio campionato è la curiosità per i “volti nuovi”: i nuovi ingressi nel cast della serie tv che è la Serie A. Quest’anno sono tanti soprattutto grazie alle neopromosse, che, a differenza delle ultime stagioni, hanno mantenuto in gran parte la struttura che le ha portate alla promozione. Dalla nostra seconda serie arrivano tanti nuovi talenti: oltre a quelli rimasti a Cagliari, Crotone e Pescara, ce ne sono altri su cui squadre di Serie A hanno deciso di puntare per svecchiare le rose senza correre rischi, economici e di adattamento, da campionati esteri. Le tre grandi del nord si sono mosse in tal senso: il Milan ha acquistato Lapadula dal Pescara, l’Inter Caprari sempre dagli abruzzesi (che lo avranno almeno per un’altra stagione) e la Juventus Sensi dal Cesena, girandolo poi al Sassuolo. In questo calderone di esordienti o quasi, abbiamo scelto 10 calciatori, tutti under 25, provenienti dalla Serie B che da subito, o in una prospettiva di breve periodo, possono rappresentare un valore aggiunto per la Serie A. Alcuni sono stati esclusi, come Sensi o Caprari, solo perché ne avevamo già parlato qualche mese fa in questo pezzo.

Joao Pedro, Cagliari, 1992

“Il gol che spinge il Cagliari verso la serie A”.

Scoperto in patria da Vanderlei Luxemburgo, che da centravanti ha deciso di spostarlo sulla fascia, Joao Pedro viene portato a Palermo nel 2010 ed esordisce in Serie A proprio in un match perso 3-1 contro i sardi. Sarà l’unica presenza in campionato e di lui in Sicilia si ricorderanno soprattutto per una tripletta nel derby primavera contro il Catania. La concorrenza di Pastore e Ilicic è insormontabile e allora Joao Pedro inizia a spostarsi: Vitoria Guimaraes, Penarol, Santos, fino all’esplosione in Portogallo con la maglia dell’Estoril (9 goal in 28 presenze).

L’ultimo giorno del mercato estivo 2014 è finito al Cagliari grazie a uno scambio con Mati Cabrera, poco più che un figurante nel nostro campionato. Il primo anno, diviso tra Zeman e Zola e concluso con la retrocessione, è stato comunque positivo per il brasiliano che si è ritagliato il suo spazio ed è andato a rete 5 volte. Ma la consacrazione definitiva è arrivata nella scorsa stagione: Joao Pedro è indiscutibilmente il miglior giocatore della promozione rossoblù. Il suo migliore pregio è stato forse soprattutto quello di aver interpretato a meraviglia i dettami tattici di Rastelli, che lo ha schierato in tante posizioni diverse: trequartista, esterno offensivo e addirittura da mezzala, esaltandone di volta in volta le diverse caratteristiche. Il brasiliano unisce velocità, abilità nei contrasti e capacità di inserimento, qualità che gli hanno permesso di segnare 13 volte (vice-capocannoniere della squadra, alle spalle di Farias con 14) e anche di confezionare 7 assist per i compagni. Il Cagliari, forte del rinnovo di contratto, lo avrà a disposizione fino al 2020, ma se dovesse confermare questi numeri, difficilmente lo vedremo in Sardegna ancora per molto.

Verre, Pescara, 1994

Una prodezza nella finale playoff.

Il Pescara finora ha cambiato poco e l’investimento più importante è stato fatto per trattenere uno dei protagonisti della promozione, il centrocampista Valerio Verre, per il quale il presidente Sebastiani ha pagato 4 milioni di euro all’Udinese (acquisto più oneroso della storia del club).

Cresciuto nelle giovanili della Roma sotto la guida di Andrea Stramaccioni, Verre è stato campione d’Italia primavera giocando sotto età nella squadra che comprendeva anche Florenzi, Viviani e Caprari. Ha iniziato presto il giro dei prestiti, e dopo un paio di stagioni di ambientamento tra Palermo, Siena e Udine, si è fatto notare in un ottimo campionato a Perugia due anni fa, dove è riuscito a segnare anche cinque gol. Il Pescara di Oddo, deciso a centrare la serie A dopo la sconfitta in finale playoff contro il Bologna, ha scelto la scorsa estate di puntare su di lui per rinforzare il centrocampo: il fatto che abbia segnato due soli gol nella scorsa stagione (tra cui quello della promozione nella finale di Trapani) può trarre in inganno perché in realtà a Verre spettava il durissimo compito di dare equilibrio ad una squadra con il baricentro estremamente offensivo. Si tratta di un centrocampista molto geometrico, dal gioco essenziale, che preferisce la giocata semplice a quella ricercata. Sbaglia pochissimo e forse proprio per questo in campo lo si nota meno rispetto ad altri. Con Oddo ha trovato la giusta collocazione tattica come mezzala sinistra in un centrocampo a tre, anche se ha risposto bene anche da centrocampista centrale nel 4-2-3-1. Verre è già un punto fermo dell’under 21 di Gigi Di Biagio e si augura di ripercorrere la carriera del suo idolo Daniele De Rossi. La sua stagione è iniziata con una doppietta in Coppa Italia contro il Frosinone e con una prestazione eccellente nell’esordio in campionato contro il Napoli.

Capezzi, Crotone, 1995

Una piccola parte di un repertorio vario.

A far coppia con Verre nel centrocampo della Nazionale under-21 c’è Leonardo Capezzi, al centro di una particolare vicenda di mercato di inizio estate. Il giocatore è stato riscattato dal Crotone, che ha pagato alla Fiorentina 700 mila euro per il suo cartellino, provocando le ire della stampa e dei tifosi viola che invece avrebbero voluto che la società puntasse su un prodotto del vivaio. Già due anni fa a Varese Capezzi aveva mostrato un grande talento e al Crotone l’anno scorso, sotto la guida di Juric, lo ha ampiamente confermato, spingendo David Pizarro, un totem a Firenze, a designarlo come suo possibile erede.

Le caratteristiche di Capezzi sono rare da trovare nel calcio italiano: forte fisicamente e tecnicamente, dotato di corsa, abile a inserirsi. Il suo contratto scadrà nel 2017 ma alcuni club (come la Samp) stanno chiedendo informazioni per portarlo a casa già in questa sessione. Alla Fiorentina avrebbe forse fatto comodo, dato che dietro Badelj e Vecino non ci sono grandi alternative e il nuovo acquisto Sanchez ha caratteristiche completamente diverse. Capezzi avrà se non altro la possibilità di maturare in una piazza meno ambiziosa e quindi con meno pressioni.

Di Francesco, Bologna, 1994

Un tacco alla Roberto Bettega.

Un padre e un figlio sono stati tra le sorprese del calcio italiano nella scorsa stagione: Eusebio Di Francesco in A sulla panchina del Sassuolo e Federico in Serie B, a lottare per la salvezza a Lanciano, poi sfumata nella sfida di playout contro la Salernitana.

La stagione del figlio d’arte è stata molto positiva: gli 8 goal in 31 presenze hanno spinto il Bologna a investire 1,4 milioni di euro per il suo cartellino. Un sogno che si avvera soprattutto per nonno Arnaldo, padre di Eusebio, tifoso del Bologna dai tempi dell’ultimo scudetto firmato da Bulgarelli e che quest’anno vedrà scontrarsi figlio e nipote nel derby emiliano. Per Di Francesco jr non è un vero e proprio esordio in A, nel 2013 aveva messo insieme 7 presenze con la maglia del Pescara. Il primo a credere fortemente in lui è stato Marco Giampaolo con la Cremonese in Lega Pro e da allora ha iniziato un veloce processo di crescita.

Di Francesco è un’ala che preferisce giocare sulla destra, ma all’occorrenza sa anche svariare alle spalle di una punta centrale. Di Francesco ha il baricentro basso, un ottimo controllo palla, soprattutto in corsa, e sarà molto interessante da vedere in una squadra con esterni così creativi come dovrebbe essere il Bologna 2016-17. Nella rosa dei rossoblù al momento c’è abbondanza di esterni e trequartisti e al momento Di Francesco sembra partire dietro nelle gerarchie. Il pre-campionato ha però già dimostrato quanto Donadoni creda in lui, mentre ovviamente qualcuno già lo considera il possibile erede di Giaccherini.

Murru, Cagliari, 1994

I cross che i centravanti sognano mentre corrono a occhi chiusi verso l’area.

L’esemplare del terzino sinistro mancino è sempre più raro nel panorama italiano. Al punto che l’ultima Nazionale di Conte ha potuto usare solo esterni bassi a piede invertito. Anche per questo Nicola Murru è circondato da aspettative così ingombranti. Murru ha già giocato in Serie A 42 partite sotto la gestione di Diego Lopez e Ivo Pulga. Nell’annata della retrocessione ha invece giocato meno, soprattutto a causa dell’esplosione di Danilo Avelar. Due anni fa il Daily Mail lo ha inserito come unico italiano tra i dieci migliori under 20 al mondo e le promesse hanno iniziato ad essere mantenute solo nella scorsa Serie B, quando Murru ha scalato le gerarchie diventando titolare fisso nell’undici di Rastelli. Dotato di grande atletismo e buone letture tattiche, Murru si è guadagnato il posto soprattutto per la sua capacità di abbinare una regolare spinta offensiva alla puntualità nelle coperture e nei recuperi. A quanto pare è tra i prospetti che la Juventus sta valutando per sostituire Evra nella prossima stagione. Presente nelle nazionali giovanili da quando aveva 16 anni, in Under 21 è tornato di recente tra i convocati di di Biagio e anche Prandelli lo aveva scelto per uno stage in Nazionale maggiore qualche anno fa. Nonostante abbia giocato più spesso a quattro, sembra adatto anche al 3-5-2 del nuovo Ct Ventura per la sua predisposizione a entrambe le fasi.

Budimir, Sampdoria, 1991

Lo storico gol del Crotone al Meazza.

Per Ante Budimir, attaccante croato di 25 anni, la Samp ha pagato al St. Pauli la clausola rescissoria di 1,8 milioni. Una cifra irrisoria se si considera l’ottima annata che la punta ha disputato a Crotone. Il brutto anatroccolo visto in Zweite Bundesliga (0 goal in 19 presenze) si è trasformato nel “Cigno di Zenica”, soprannome che si è guadagnato per la grazia mostrata in campo. Budimir è una prima punta fisica di 1,90 con ottime qualità aeree e un buon mancino, ma anche agile nel liberarsi e smarcarsi in area con una leggerezza sorprendente. A Crotone ha segnato 17 gol e ha deciso quasi tutte le partite più importanti negli stadi più caldi della serie cadetta, ma non solo. Budimir è andato a segno anche a San Siro nello storico ottavo di finale contro il Milan e a Barcellona nel Trofeo Gamper con la maglia blucerchiata. A Genova il suo ruolo sarà inizialmente di prima alternativa a Muriel e Quagliarella e in Coppa Italia si è già fatto trovare pronto segnando la rete che ha chiuso la partita contro il Bassano Virtus. In campionato dovrà dimostrare di non essere un acquisto di prospettiva, ma un tassello importante pronto a contribuire da subito ai destini della squadra di Giampaolo.

Mazzitelli, Sassuolo, 1995

Notevoli capacità di attaccare la porta, sia in inserimento che con conclusioni di potenza da lontano.

Mazzitelli è un altro centrocampista centrale che dimostra come nella cadetteria questo ruolo sia particolarmente valorizzato. Nella scorsa stagione ha impressionato nell’ottimo Brescia di Boscaglia, eliminato nella volata finale. Mazzitelli è un centrocampista con la visione di gioco da regista e il dribbling da trequartista, ma ottimo anche nella fase difensiva grazie a una buona struttura fisica. Oltre a De Rossi, punto di riferimento per chiunque si formi nella Roma, i suoi modelli sono Gerrard e Strootman. Se Mazzitelli confermerà le sue doti, la Roma potrà esercitare il diritto di recompra.

Embalo, Palermo ,1994

Velocità, tecnica, precisione.

Doppio passo, dribbling secco e sinistro affilato sul secondo palo. Si è presentato così ai tifosi del Renzo Barbera Carlos Embalo, ventiduenne guineano di ruolo esterno offensivo, nella prestigiosa amichevole contro l’Olympique Marsiglia. I rosanero in realtà lo avevano acquistato nel 2013 dopo averlo visionato in un torneo giovanile disputato a Crema in cui giocava con i portoghesi del Chaves. Non rientrando da subito nei piani della società, era stato ceduto in prestito a Carpi e a Lecce, prima di finire a Brescia la scorsa estate. Con Boscaglia Embalo è cresciuto enormemente, perfezionando la tecnica di base, il dribbling, l’abilità nell’ultimo passaggio, caratteristiche che unite alla straordinaria velocità compongono oggi un esterno pronto al salto di qualità. Su di lui hanno già messo gli occhi squadre come Lione e Atletico Madrid: Zamparini può prepararsi all’ennesima plusvalenza della sua gestione.

Tello, Empoli, 1996

Uno dei gol più belli della scorsa Serie B.

Ad Empoli il complicato compito di sostituire Zielinski come mezzala destra spetterà a Carlos Tello, classe ‘96 di proprietà della Juventus. Per il colombiano lo scorso anno 2 gol in 24 presenze con la maglia del Cagliari e ottime prestazioni (soprattutto nella parte finale della stagione) con le quali si è guadagnato l’affetto del pubblico sardo e alcuni tentativi di riconferma da parte della società. Tello è un giocatore eclettico: in patria, nell’Envigado, ha giocato soprattutto da terzino destro, mentre Rastelli lo ha schierato quasi sempre da interno e qualche volta anche da esterno nel tridente offensivo. In base al ruolo che ricopre, afferma di ispirarsi ad un connazionale diverso: a Guarin in mezzo al campo, a Cuadrado sulla fascia, forse con la speranza di raggiungere maggiore disciplina tattica rispetto ai suoi modelli. Nelle amichevoli estive e nella prima uscita ufficiale in Coppa Italia ha dimostrato buon adattamento agli schemi di Martuscello dovrebbe mettere insieme parecchie presenze quest’anno. Dopo Vecino e Zielinski, a Empoli si lavora sull’esplosione di un altro giovane centrocampista.

Kessié, Atalanta, 19

Il primo gol di Kessié in Serie A.

L’addio di Mancini all’Inter allontana forse definitivamente la possibilità di vedere Yaya Toure nel nostro campionato. E allora dobbiamo consolarci con quello che in Costa D’Avorio è considerato il suo erede: Franck Kessié, centrocampista dell’Atalanta che non ancora ventenne è già da due anni nel giro della Nazionale africana. I bergamaschi lo hanno prelevato nel 2015 dalla Stella Club d’Adjamé, squadra ivorana, aggregandolo inizialmente alla Primavera, dove è stato spesso schierato come difensore centrale.

Lo scorso anno a Cesena in prestito, Drago lo ha invece trasformato in un centrocampista di rottura che però sa fraseggiare bene con i compagni ed essere presente anche in zona gol (4 in 36 partite). In un’Atalanta orfana di Cigarini e De Roon, le chiavi del centrocampo saranno affidate a lui, anche perché nel gioco di Gasperini le incursioni dei mediani sono fondamentali, soprattutto se si tratta di giocatori che vedono bene la porta (Gasperini è riuscito a far arrivare a 6 gol anche Bertolacci e Thiago Motta). Il suo impatto con l’Atalanta è stato devastante: ottima prestazione e rete in Coppa Italia contro la Cremonese e doppietta alla prima di campionato contro la Lazio. Per l’ivoriano un gol da posizione impossibile con la complicità di Marchetti e un tap-in da due passi sempre su imprecisione del portiere biancoceleste. Una partita del genere pone le basi per aspettative complicate da mantenere.

Siamo solo ad agosto ma per Kessié, come per gli altri giovani, sono già arrivate le partite in cui dimostrare di poter fare la differenza anche nella massima serie.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura