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Foto di Giuseppe Bellini/Getty Images
Classificone Alessandro Piccolo 21 marzo 2016 12'

Dieci talenti in B

La serie cadetta come trampolino.

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La Serie B, oltre che un campionato spettacolare e imprevedibile, è anche e soprattutto un grande serbatoio di giovani. La serie “cadetta” può rappresentare un buon cuscinetto per il delicato passaggio dal calcio giovanile a quello professionistico. Anche se in realtà il contesto è molto duro e spesso l’esigenza di puntare sulla ricerca di risultati immediati finisce per creare le stesse difficoltà della Serie A. Ci sono comunque alcune società che lavorano con i giovani da anni e sanno come costruirgli attorno le condizioni migliori per non perdersi.

 

Spesso quindi la Serie B è un trampolino di lancio per giovani promesse; altre volte rappresenta l’ultima possibilità che hanno alcuni giocatori per costruirsi una carriera ad alti livelli. In questa lista sono presenti calciatori dal talento indiscutibile e altri che hanno superato il margine d’età per essere definiti “giovani promesse”. Se alcuni sono già nell’orbita di squadre di primo livello, altri sono più lontani dai riflettori, nonostante forse meriterebbero maggiore attenzione e visibilità.

 

Gianluca Caprari (Pescara, 1993)

Pescara v Atalanta BC - Serie A

 

Caprari inizia a giocare a calcio nell’oratorio del Borgo Don Bosco. Suo padre all’epoca allenava l’Atletico 2000, piccolo club locale dove suo figlio potrà crescere per quattro anni. Poco dopo Caprari si guadagna la chiamata della Roma e, dopo il periodo nelle giovanili, dove vincerà anche un campionato Primavera, esordisce con la prima squadra durante un ottavo di finale di Champions, contro lo Shakhtar Donetsk.

 

Con l’arrivo di Luis Enrique l’anno successivo, dopo un paio di presenze, verrà relegato in panchina. Zdenek Zeman lo porta per la prima volta al Pescara, dove entra subito nei meccanismi offensivi dando un grosso contributo per la promozione. L’anno successivo troverà i suoi primi gol in Serie A con la maglia del Pescara e a fine anno tornerà a Roma. Ancora una volta gli verrà concessa una sola presenza in sei mesi, e a gennaio del 2014 verrà acquistato definitivamente dal Pescara.

 

Uno dei due gol in quella storica stagione in A, Caprari lo ha segnato proprio contro la Roma.

 

Caprari può ricoprire tutti i ruoli in attacco: nasce come prima punta ma è stato presto spostato ad ala. Quest’anno è stato schierato sia come trequartista che come seconda punta al fianco di Lapadula. Rapido nelle giocate, è dotato di un buon destro ma è abile anche con il piede debole. Abbina un buon senso del gol alla capacità di rifinire: quest’anno ha già servito 5 assist e segnato 9 gol.

 

 

Pare sia stato opzionato dalla Juventus, che potrà decidere se acquistarlo o meno a giugno. L’impressione è che i dubbi sul suo possibile impatto in Serie A siano legati al suo fisico, forse leggero per la categoria.

 

Samuel Bastien (Avellino, 1996)

serie b1

 

Che il Belgio produca giovani talenti in quantità industriali ormai è appurato. La maggior parte di loro passano dalle giovanili dello Standard Liegi oppure da quelle dell’Anderlecht. Samuel Bastien è passato prima da una e poi dall’altra, e proprio con la maglia dell’Anderlecht è cresciuto esponenzialmente. Con l’Anderlecht ha giocato una semifinale di Youth League e una finale di Viareggio Cup contro il Milan di Inzaghi. A giugno è stato seguito da Arsenal e Liverpool, ma alla fine è stato l’Avellino a intavolare la trattativa più rapida e convincente, ufficializzandolo in prestito per 400 mila euro.

 

Bastien è un centrocampista centrale dotato di buona visione di gioco e di un discreto controllo palla. Molto altruista, ai tempi delle giovanili veniva schierato come mezzala in un 4-3-3 e il suo compito principale era proprio quello di far filtrare velocemente il pallone, cercando di dare fluidità alla manovra. Negli anni si è specializzato anche come mediano di un centrocampo a due e come regista, ma ad Avellino, dopo un inizio complicato, si è conquistato il posto da titolare come trequartista del 4-3-1-2.

 

È un centrocampista abbastanza completo e in Belgio era stato paragonato a Youri Tielemans. Ciò che lo rende speciale è probabilmente l’abilità nella verticalizzazione rapida e la maturità tattica. Non è forte fisicamente, ma la resistenza e la corsa gli permettono di sapersi muovere bene arrivando spesso per primo sul pallone.

 

 

In Italia sta prendendo sempre maggiore importanza all’interno del gioco dei campani, e la sua situazione è tenuta d’occhio da Napoli e Aston Villa. Con la maglia dell’Avellino ha segnato già due gol, dimostrando anche una discreta abilità di tiro.

 

Stefano Sensi (Cesena, 1995)

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Stefano Sensi inizia a giocare a calcio a 5 anni nell’Urbino. Dopo un passaggio al Rimini all’età di 14 anni si trasferisce nelle giovanili del Cesena. Con gli Allievi gioca da mezzala nel 4-3-3 e dimostra grande senso del gol arrivando in doppia cifra nel campionato Allievi. Inizia così anzitempo la sua avventura con la Primavera, con la quale viene schierato anche trequartista e addirittura esterno d’attacco. Dal Cesena passa poi in prestito al San Marino. Sarà Massimo Drago, da poco più di 7 mesi allenatore dei bianconeri, a notare il talento di Sensi, richiamandolo quindi dal prestito.

 

Con Drago Sensi arretra il suo raggio d’azione, iniziando a giocare da regista basso. In questa posizione è diventato titolare inamovibile principalmente perché ha tempi e spazi per ricevere sempre palla sui piedi e mettere in mostra le grandi doti di verticalizzazione che nascono dalla precisione di un destro fuori scala per la categoria. Oltre a essere un centrocampista elegantissimo, possiede quindi un’ottima visione di gioco e un’innata capacità di pensare la giocata con un tempo in anticipo rispetto all’avversario. Come per qualsiasi centrocampista italiano che dimostra buone qualità in impostazione e precisione nei lanci lunghi, per lui è già arrivato il soprannome di “Nuovo Pirlo”.

 

La posizione in campo però non deve ingannare: anche se viene spesso cercato dai suoi compagni, che in lui vedono un leader tattico e tecnico, Sensi non è un giocatore letargico che aspetta il pallone prima di utilizzare la sua visione di gioco e smistare il pallone. Si muove anche senza palla per ricevere e aiutare le manovra, e non ha paura di avanzare palla al piede con brevi strappi per crearsi lo spazio per calciare, sia col destro che col sinistro. Sensi non arriva al metro e 70 e a volte sembra soffrire ancora troppo la fisicità degli avversari, ma è proprio il baricentro basso ad aiutarlo nei piccoli spostamenti laterali di difesa del pallone.

 

La punizione rasoterra con la quale Sensi ha trovato il gol contro la Ternana. “Alla Pirlo”.

 

È stato già trovato l’accordo per un suo trasferimento al Sassuolo, che teoricamente dovrebbe rappresentare solo una tappa di passaggio prima della Juventus.

 

Rolando Mandragora (Pescara, 1997)

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Mandragora ha esordito in Serie A il 29 ottobre del 2014 in un Genoa–Juventus nel quale è riuscito a neutralizzare Paul Pogba. Lo scorso giugno è passato in prestito al Pescara, una tappa di passaggio prima di trasferirsi a fine anno proprio a Torino, nel club bianconero.

 

Da adolescente aveva fatto diversi provini con tante squadre di Serie A, ma fu sempre scartato a causa del fisico gracile. È il Genoa a decidere di puntare su di lui. Nel club ligure Mandragora si guadagna presto le simpatie dell’allora tecnico degli allievi Fabio Liverani, che lo aiuta a crescere sotto ogni aspetto, facendolo giocare come mediano e mezzala.

 

 

Quest’anno nel Pescara viene schierato come vertice basso del 4-3-1-2 dove interpreta il ruolo di regista. Nell’ultimo anno è cresciuto molto fisicamente, migliorando così in entrambe le fasi, dove dimostra non solo talento palla al piede, ma anche a un’intelligenza tattica inconsueta per la sua età.

 

Il punto di forza di Mandragora è soprattutto il suo piede sinistro, in grado di funzionare sia nel lungo che nel corto senza perdere precisione. Ama variare il tipo di passaggio andando a cercare le sfumature più esili del campo, mettendo in mostra un repertorio di soluzioni e uno spettro di sensibilità fuori dal comune. Anche se lo scarso utilizzo del piede debole, giocando in quella posizione, potrebbe essere un problema a un livello più alto, con tempi di gioco più ristretti.

 

Sebbene abbia dimostrato più volte di non tirarsi indietro quasi mai nei contrasti, può migliorare soprattutto sotto l’aspetto dell’intensità senza palla, non solo in fase difensiva, ma anche negli smarcamenti per i compagni.

 

Federico Ricci (Crotone, 1994) 

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Il Crotone è ormai da diversi anni il luogo ideale per la crescita di giovani talenti pronti a esplodere lontano dalla pressione dei media e dall’obbligo di fare risultato. Uno dei talenti più promettenti, migliorato esponenzialmente sull’asse Crotone-Roma, è Alessandro Florenzi. Adesso, Federico Ricci, che tra l’altro fece il suo esordio in A subentrando proprio a Florenzi, ha tutte le carte in regola per ripetere il processo di crescita.

 

Nessuno, neanche nelle sue più rosee aspettative, si sarebbe aspettato una stagione del genere da parte del Crotone. Sono primi in classifica e hanno il secondo miglior attacco e la miglior difesa. Il tecnico Jurić ha trovato in Ricci una pedina fondamentale del suo 3-4-3. Il romano, nel ruolo di ala destra, sta dimostrando non solo talento e continuità, ma anche di saper gestire al meglio le situazioni più complicate.

 

 

Dotato di un grande sinistro, per il Crotone funge non solo da attaccante esterno ma anche da regista avanzato: è in grado di servire filtranti da trequartista ai suoi compagni di reparto, ma è allo stesso tempo abile a crearsi la palla gol da solo. Rapido e agile, riesce a giocare con grande intensità, con e senza palla. Ricci sembra già pronto per la Serie A e il prossimo anno avrà forse la possibilità di giocarla con il Crotone, così da attutire l’impatto con il salto di categoria. Sempre che la Roma acconsenta un altro anno di prestito.

 

https://www.youtube.com/watch?v=f2ges9W8vbM

Al minuto 2.29 un’apertura fantastica per Martella.

 

È dotato di grande corsa e disciplina tattica, ma palla al piede ha fantasia da vendere: le azioni dei pitagorici passano quasi sempre dai suoi docili piedi. Per caratteristiche somiglia un po’ a Diego Perotti, che tra l’altro è rinato proprio in un contesto tattico molto simile a quello del Crotone: il Genoa di Gasperini.

 

Federico Melchiorri (Cagliari, 1987)

serieb5

 

Federico Melchiorri sta vivendo la seconda parte della sua carriera. La prima si era interrotta a 23 anni, quando giocava con il Siena e gli venne diagnosticato un angioma cavernoso. L’operazione andò bene ma il recupero in questi casi è lungo: Melchiorri è dovuto ripartire dal basso, e lo ha fatto dalla seconda categoria. Il suo rendimento migliora gradualmente e nel 2012 passa alla Maceratese. In Serie D continua a segnare con regolarità, realizzando 23 reti in 30 presenze.

 

È il Padova a dargli una nuova possibilità in Serie B. Quell’anno il club biancorosso retrocederà, ma Melchiorri riuscirà a restare nel campionato cadetto, indossando stavolta la maglia del Pescara. Proprio qui il centravanti riuscirà a rilanciarsi, dimostrando talento, fiuto del gol e, soprattutto, grande dedizione al lavoro. Con ottime prestazioni condite dai suoi gol, Melchiorri si è guadagnato lo scorso giugno la chiamata del Cagliari, e il prossimo anno potrebbe avere la possibilità di tornare in Serie A proprio con il club sardo.

 

“Serie D, Serie B, cosa cambia? Tanto le porte sono larghe uguali”.

 

Melchiorri è abile sia nell’attaccare la profondità che nel cercare il dialogo con il compagno di reparto. Con la maglia del Cagliari è sempre stato schierato da punta, uno dei due titolari nella coppia offensiva del 4-3-1-2 di Rastelli.

 

 

È uno dei migliori giocatori capaci di abbinare potenza fisica a dinamismo. Melchiorri è bravo nella difesa del pallone spalle alla porta, ma anche più defilato si rende pericoloso grazie a una buona esplosività negli ultimi metri. È il centravanti di culto della Serie B degli ultimi anni: il prossimo anno probabilmente sarà atteso dal delicato salto di categoria.

 

Giuseppe De Luca (Bari, 1991)

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Giuseppe De Luca è soprannominato “La Zanzara” per la sua agilità negli spazi stretti e per la capacità di non offrire mai punti di riferimento ai difensori. De Luca cresce nel Varese, dove si afferma come capocannoniere del campionato Primavera: nasce da prima punta, e proprio in questo ruolo attira le attenzioni del tecnico della prima squadra, Giuseppe Sannino, che lo convoca spesso e gli dà anche la possibilità di esordire in Serie B. Con il Varese De Luca gioca i playoff, e segna nella semifinale di ritorno contro il Padova, ma non basta per passare il turno.

 

Nel 2012 passa all’Atalanta, dove segna i primi gol in Serie A, ma senza riuscire a giocare da titolare con continuità, forse penalizzato dal 4-4-2 di Colantuono, che lo fa giocare spesso largo sulla fascia. Nel luglio del 2014 passa prestito al Bari, dove sta trovando la rete con regolarità: 8 il primo anno, già 7 in questo. A giugno potrebbe ritornare a Bergamo, visto che il suo cartellino è ancora di proprietà della Dea, sebbene il Bari farà sicuramente di tutto per trattenerlo.

 

Il primo gol che si vede nel video è una vera e propria prodezza.

 

Non è particolarmente elegante ma ha grandi doti di coordinazione e tecnica di base. Calcia bene anche i piazzati, sebbene segni la maggior parte delle volte dall’interno dell’area di rigore. Se dovessimo definirlo con due parole: concreto e fastidioso.

 

Gianluca Lapadula (Pescara, 1990)

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Gianluca Lapadula è stato davvero ovunque. Partito dal Treviso, passa da giovanissimo prima alla Pro Vercelli e poi all’Ivrea, da dove viene acquistato dal Parma. Non riuscirà mai a esordire con il club emiliano, che lo coinvolgerà in un infinito giro di prestiti, con esiti alterni: San Marino, Cesena, Frosinone e addirittura il Nova Gorica allenato da Apolloni.

 

La consacrazione arriva con la maglia del Teramo. Lapadula viene spostato dalla fascia al centro del campo, e con la nuova maglia segna 24 gol, conditi da 9 assist. Al termine della stagione 2014-15, chiusa con una media gol di uno ogni 144 minuti, il Pescara ha acquistato a titolo definitivo il suo cartellino dal Parma.

 

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La carriera di Lapadula è un manifesto motivazionale.

 

Quella del Pescara è stata una scommessa ripagata: Lapadula è nel bel mezzo della migliore annata della sua carriera, ed è capocannoniere in Serie B con 17 gol. Pur non nascendo attaccante puro, Lapadula continua a non amare restare in area: preferisce partire da lontano e attaccare lo spazio in profondità. In coppia con Caprari, ama partire largo e accentrarsi per tirare con il sinistro. Bravo nel colpo di testa, ha dimostrato soprattutto un buon posizionamento e una discreta freddezza in area nel momento di concludere.

 

 

A giugno, Lapadula, torinese di nascita, passerà alla Juventus, che lo stava osservando da un po’. Probabilmente verrà ceduto in prestito altrove – una delle squadre papabili è il Genoa – ma in ogni caso avrà finalmente la possibilità di esprimersi finalmente ad alti livelli.

 

Bartosz Salamon (Cagliari, 1991)

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Bartosz Salamon, probabilmente, ha margini di crescita minori anche a diversi calciatori non presenti in questa lista, ma non per questo è meno pronto degli altri. Vedendolo giocare dal vivo la prima impressione che si ha è che possa respingere qualunque minaccia. È una sorta di calamita per i palloni alti – che prende tutti – e fisicamente è piuttosto imponente, anche rispetto ai suoi stessi compagni di reparto.

 

Salamon nasce come centrocampista centrale nelle giovanili del Lech Poznan. Nel 2007 passa al Brescia, dove esordisce in Serie B. Viene mandato in prestito al Foggia: gioca da titolare, e al ritorno dal prestito viene considerato il “nuovo Hamsik”, segno dell’equivoco evidente sulle sue caratteristiche. Salamon non riesce a esprimersi, soffrendo lo scarso dinamismo e l’inesperienza, e viene così arretrato come difensore centrale dove inizia a giocare bene, al punto da essere acquistato dal Milan. Sei mesi dopo viene ceduto alla Sampdoria, ma neanche a Genova troverà spazio. Ritorna allora in serie cadetta, prima al Pescara e poi al Cagliari, dove milita attualmente.

 

È un difensore molto fisico, abile negli anticipi e nei duelli aerei, ma che può soffrire la poca velocità nella copertura degli spazi. È soprattutto un difensore elegante, naturalmente molto bravo nell’impostazione. Ha un buon piede che dimostra come, durante il corso della sua carriera, abbia giocato anche da mediano.

 

 

Con il Cagliari ormai lanciato verso la promozione, Salamon il prossimo anno potrà riprovare ad affermarsi ad alti livelli.

 

Bruno Martella (Crotone, 1992)

Martella-Bruno-5-agosto-2015

 

Bruno Martella cresce calcisticamente nel Pescara e dopo due anni passa alla Samp, che lo gira in diversi prestiti dove alterna grandi annate ad altre disastrose. A luglio 2014 passa a titolo definitivo al Crotone.

 

Durante la prima stagione in Calabria non riesce a esprimersi con continuità. Martella è un giocatore dalle spiccate caratteristiche offensive mentre il tecnico Drago lo schiera esterno basso, gravato da grandi responsabilità difensive.

 

Con l’arrivo di Juric il passaggio al 3-4-3 lo libera da eccessivi compiti di copertura e gli permette di interpretare il ruolo di laterale sinistro in modo più offensivo. In questo ruolo Martella può portarsi sul fondo per cercare il cross, oppure può inserirsi per cercare direttamente la conclusione con un sinistro raramente banale. Martella è il giocatore che ha fornito più assist in Serie B: 8. Non è un caso che il Crotone spinga tantissimo proprio sulla sua fascia.

 

Velocità e dedizione al lavoro sono le caratteristiche che lo hanno reso uno dei beniamini della tifoseria rossoblù. Il suo gioco, fatto di corsa e fisico, è influenzato da quello della sua squadra, che mette a suo agio giocatori con queste caratteristiche.

 

 

Dalla storica partita contro il Milan a San Siro in poi le prestazioni dell’abruzzese sono migliorate ulteriormente. Anche per lui l’eventuale promozione dei “pitagorici” potrebbe rappresentare l’occasione per provare ad affermarsi nella massima categoria.

 

 

Tags : crotonegianluca lapadulapescararolando mandragoraserie b

Alessandro Piccolo (@ale_mitro45) è uno studente, appassionato di sport e cinema, tifoso del Milan per questioni di cuore e del Crotone per questioni di origine. Ha fondato l'account Calcio Belga (@calciobelga) e l'omonimo blog.

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