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(di)
Marco D'Ottavi
I più veri tra i finti tifosi presenti in Qatar
22 nov 2022
22 nov 2022
Che poi, esiste il tifo vero e quello falso?
(di)
Marco D'Ottavi
(foto)
ODD ANDERSEN/AFP via Getty Images
(foto) ODD ANDERSEN/AFP via Getty Images
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Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche, in questo articolo abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse.Si possono mettere dei paletti alla scelta della squadra per cui tifare? È una questione interessante, una battaglia portata avanti dai sostenitori del tifo a chilometro zero. Per altri, invece, il tifo non è geografia ma piuttosto casualità: ti innamori del calciatore x, dell’identità della squadra y. Nel calcio per club questa dicotomia è piuttosto divisiva ma anche accettata, più o meno, visto che in tanti tifano per una squadra anche se non rappresenta la loro città di nascita (o adozione). Nel calcio per le nazionali, però, il discorso è molto diverso. In un’epoca in cui i nazionalismi tornano a bussare prepotenti, il nazionalismo del tifo è l’unico visto ancora come innocuo, anzi quasi necessario, la condizione minima per dirsi Paese. Per chi è nato e cresciuto in Italia è stato scontato esaltarsi per la vittoria dell’Europeo, uscire in strada a festeggiare, allo stesso modo avere voglia di spaccare tutto dopo la partita con la Macedonia del Nord. Altrove però la situazione è diversa: chi è nato in India, Bangladesh, Pakistan o Nepal deve rinunciare a tifare durante l’evento sportivo più importante al mondo perché le loro Nazionali non ci arriveranno mai (o, almeno, non in questa vita)? In questi giorni migliaia di tifosi di questi paesi stanno invadendo le strade di Doha con il loro tifo (piccola informazione: in Qatar solo poco più del 10% della popolazione è qatariota, la restante è composta da immigrati di diversi paesi, soprattutto quelli che ho citato sopra). Il loro supporto alle squadre è colorato, pieno di bandiere, parrucche sintetiche e occhiali buffi, sembra quasi uscito da un ingenuo “manuale per tifosi”. Tifano dal profondo del cuore, o almeno ci provano.

Più di qualcuno ha puntato il dito contro questi tifosi, definendoli “falsi”, come se il tifo fosse un passaporto e non una fede, sostenendo che siano pagati dal governo qatariota per mostrare passione, occupare stadi, far sembrare questa pantomima nel deserto una festa che può essere condivisa su Tik Tok. Infantino, nel lungo e assurdo discorso tenuto qualche giorno fa, ha anche messo a tacere le voci che questa massa di tifosi sarebbero attori pagati: «Qualcuno che sembra indiano può non tifare per l'Inghilterra, la Spagna o la Germania? Sai cos'è questo: questo è razzismo». Se anche fosse vero, se cioè fossero pagati per tifare, la loro posizione sarebbe comunque molto più rispettabile di quei tifosi inglesi, gallesi e olandesi a cui il governo del Qatar ha pagato il biglietto aereo, l’ingresso negli stadi e il vitto e l’alloggio per parlare bene del torneo e del paese che lo ospita sui propri canali social e per fare la spia sui comportamenti scorretti degli altri tifosi (nei giorni scorsi il Qatar ha fatto marcia indietro, revocandogli i biglietti). Veri o falsi che siano, noi abbiamo scelto i migliori, perché il tifo rimane la parte più bella del calcio, anche di questa versione non certo immacolata a cui stiamo assistendo in Qatar.

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