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Flavio Fusi
Fastidiosi
07 apr 2016
07 apr 2016
Come il Wolfsburg di Hecking ha mandato in crisi il Real Madrid.
(di)
Flavio Fusi
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Per Zidane e tutto lo spogliatoio del Real Madrid, l’insperata vittoria nel

, appena prima del quarto di finale con il Wolfsburg, sembrava poter rappresentare quell’iniezione di fiducia necessaria ad una squadra per cui la Champions League è ormai l’unico obiettivo raggiungibile. Un piano gara non particolarmente sofisticato, ma eseguito con una diligenza rara per taluni calciatori del Real, aveva permesso a Zidane di prevalere sul rivale Luis Enrique. Il problema è che quel piano era altamente specifico e studiato per una delle poche partite in cui i blancos partono sfavoriti.

 

La trasferta di Wolfsburg richiedeva una strategia diversa, per cui sarebbe stato il Real Madrid a dover gestire la partita, eppure l’allenatore francese si è affidato agli stessi undici uomini che avevano sconfitto i rivali catalani. Una scelta che, alla luce di quanto visto nei venti minuti tra l’ingresso di Isco per Modrić e l’uscita di Kroos, è parsa francamente infelice. L’allenatore dei tedeschi Hecking è riuscito a contenere gli avversari alla grande e a ripartire con efficacia, e i suoi giocatori hanno giocato la miglior partita della stagione, ma Zidane si è complicato la vita da solo.

 



Il Real costruiva l’azione in maniera pulita, ma non riusciva in alcun modo a progredire in verticale. I problemi di coordinazione tra i difensori e il centrocampista (o i centrocampisti) che si abbassa (o abbassano) a coadiuvare la costruzione non sono tuttora stati risolti.

 

Modrić e Kroos hanno praticamente giocato sulla stessa linea davanti alla difesa, con Casemiro conseguentemente chiamato ad avanzare quasi da centrocampista offensivo, per non ingolfare ulteriormente una manovra sicura ma poco produttiva e aprire linee di passaggio alle spalle della linea di pressione del Wolfsburg. Questa situazione non si è però praticamente mai verificata, perché Casemiro non ha queste caratteristiche e molto spesso si posizionava pochi metri di fronte ai compagni, lasciandosi marcare da uno dei centrocampisti del Wolfsburg.

 


Gli ormai tipici problemi di coordinazione del Real Madrid di Zidane in fase di costruzione bassa. Idealmente il centrocampista che si abbassa dovrebbe trovarsi in mezzo ai due centrali, ma questo non è necessariamente un problema. Il vero ostacolo sono le brevissime distanze fra un giocatore dovute all’errata occupazione del campo. Inoltre mancano opzioni di passaggio verticali che consentano la progressione del gioco. Con Modrić e Kroos a gestire il possesso, Casemiro “toglie il disturbo”, posizionandosi più avanzato, ma è facile preda della marcatura di Arnold.


 



Come detto, tatticamente Hecking ha tratto il meglio da questa situazione, rallentando ulteriormente l’uscita degli avversari e costringendoli a ripiegare sui terzini o sui palloni lunghi. L’allenatore tedesco ha schierato i suoi in un 4-1-4-1 flessibile, con Luiz Gustavo davanti alla difesa, Guilavogui e Arnold da interni di centrocampo, Bruno Henrique e Draxler larghi e Schürrle da centravanti.

 

Ma quando c’era da difendere la formazione passava in secondo piano: il Wolfsburg pressava sempre il portatore di palla, cercando di eliminare almeno le due opzioni più vicine al portatore, mentre il resto del centrocampo rimaneva in marcatura o, nel caso di Luiz Gustavo, in copertura. Solitamente una delle mezzali affiancava Schürrle mentre gli altri si orientavano di conseguenza, il tutto mentre il centrocampo e la difesa comprimevano le distanze verticali. Orizzontalmente invece, il Wolfsburg non si manteneva compatto allo stesso modo, probabilmente per mantenere una costante occupazione delle corsie, da cui sono partiti tutti i contropiedi dei tedeschi.

 


La palla è tra i piedi di Ramos sul centro-sinistra: Guilavogui si spinge subito in avanti per tagliare fuori Kroos, seguito da Henrique che rimane leggermente più arretrat., Il Wolfsburg cerca di forzare un lancio oppure un pallone verso Marcelo, in teoria maggiormente difendibile grazie alla restrizione del campo dovuta alla linea laterale e all’occupazione di quella zona di campo. Schürrle è addirittura più basso dei compagni su Casemiro mentre Draxler e Arnold controllano Modrić dal lato opposto. Si nota anche l’assenza di giocatori del Real Madrid alle spalle della linea di pressione dei padroni di casa.



 


In questa situazione invece, con la palla sul centro-destra, è Arnold ad affiancare Schürrle in un raddoppio su Kroos, visto che Casemiro era rimasto più basso e sta recuperando lentamente la posizione. Stavolta ci sarebbe la presenza di Blancos alle spalle della linea di pressione del Wolfsburg, ma Ronaldo è marcato da Draxler, mentre Modrić non solo è nel cono d’ombra di Arnold, ma è sua volta marcato da Luiz Gustavo.


 



In questo complicato scenario il Real trovava in Benzema un appoggio fondamentale. I costanti movimenti in ampiezza e a venire incontro al portatore dell’attaccante francese hanno costituito un’alternativa decisiva nell’alzare il baricentro e costruire azioni offensive. Inoltre Benzema offriva anche una maggiore imprevedibilità ai lanci lunghi, poiché l’intesa con Bale e Ronaldo produceva continui interscambi di posizione che alla lunga avrebbero potuto sorprendere il Wolfsburg.

 

Purtroppo per Zidane e tutti i tifosi merengues, il francese è stato costretto ad uscire quando mancavano circa quattro minuti alla fine del primo tempo. L’ingresso di Jesé ha cambiato le carte in tavola: lo spagnolo ha fornito meno imprevedibilità, mentre Bale si è spostato a sinistra e Ronaldo ha fatto quasi la seconda punta sul centro-destra, fornendo maggiori punti di riferimento ai difensori del Wolfsburg. Così “i Lupi” hanno potuto alzare la linea con maggiore sicurezza e affidarsi al fuorigioco o alle abilità aeree di Naldo e Dante.

 



Allo stesso tempo anche in fase difensiva il Real ha trovato difficoltà: l’applicazione e l’impegno visti contro il Barcellona sono sembrati un ricordo sbiadito e sostanzialmente, quando andava bene, il Real difendeva con sette uomini più uno dei componenti del tridente a trotterellare in difesa. Oltre alla volontà di difendere di squadra, agli spagnoli è mancata anche l’organizzazione: le linee non si sono praticamente mai mantenute compatte e spesso coprivano tutto il campo in ampiezza. Ciò ha più di una volta reso vane anche le marcature sugli appoggi, poiché in qualche modo il Wolfsburg riusciva a trovare lo spazio per giocare il passaggio e confondeva le idee ai centrocampisti avversari con rotazioni e frequenti tagli alle spalle.

 


Le linee del Real sono molto larghe e tra loro distanti. Nonostante le marcature il Wolfsburg riesce ad avanzare con relativa facilità.


 

I contropiedi dei verdi sono stati per tutta la partita un vero e proprio incubo per Zidane, specie dopo il fallo da rigore di Casemiro che ha consentito ai tedeschi di andare in vantaggio con Rodriguez. Le transizioni del Real sono state lente e confuse e ogniqualvolta il Wolfsburg riusciva a recuperare palla trovava spazio alle spalle dei terzini. Bruno Henrique e Draxler hanno spesso preso il tempo a Marcelo e

, oppure beneficiato del mancato supporto di Bale e Ronaldo per affrontare i terzini brasiliani nell’uno contro uno. In particolare la posizione di

, autore di un’ottima prestazione, sempre in grado di saltare l’uomo (3 dribbling riusciti) e di trovare pericolose linee di passaggio (3 passaggi chiave), è risultata indigesta agli uomini di Zidane per tutta la partita: e in nessun modo l’allenatore francese è riuscito a riequilibrare questa situazione.

 


Il gol del raddoppio del Wolfsburg è un compendio delle difficoltà difensive del Real. Prima Danilo non può intervenire su Draxler perché senza il supporto di Ronaldo (che cammina poco più avanti) lascerebbe libero Rodriguez. Modrić e Casemiro accennano solo l’intervento lasciando Draxler sostanzialmente libero di dribblare orizzontalmente per poi servire Bruno Henrique. Infine Marcelo rimane in marcatura su Schürrle quando avrebbe dovuto “lasciarlo” ad uno dei centrali visto il mancato ripiegamento di Bale su Henrique.



 



 

Probabilmente solo la mancata lucidità dovuta ai frequenti ripiegamenti difensivi, ha impedito che le corse palle al piede verso l’area di rigore dei due esterni del Wolfsburg non arrotondassero ulteriormente il punteggio.

 

Hecking aveva chiesto un Wolfsburg

, ma forse nemmeno lui si aspettava una prestazione del genere e difficoltà (offensive e difensive) di questa portata da parte del Real. Zidane invece ha sicuramente più di qualcosa da rimproverarsi: nel secondo tempo quando ha prima avanzato Modrić e poi inserito Isco, la squadra ha potuto contare su un centrocampista offensivo che aprisse linee di passaggio all’interno del blocco avversario, causando sicuramente più pericoli. Recuperare i due gol di scarto sarà un’impresa estremamente complicata: negli ultimi 20 anni, chi ha vinto 2-0 all’andata in casa, ha poi passato il turno circa 

.

 

 

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