• Calcio
Redazione

FantaIbra

Abbiamo immaginato 9 squadre in cui sarebbe bello veder giocare Zlatan Ibrahimovic il prossimo anno.

 

 


Vamos a Las Palmas
di Daniele V. Morrone

 

Quando ha letto la notizia del mancato rinnovo di Ibra allo United – letta su un giornale che stava svogliatamente sfogliando su una spiaggia de las Canteras – Kevin-Prince Boateng si è fiondato immediatamente per recuperare dallo zainetto lo smartphone, e dopo aver cercato il gruppo whatsapp che condivide con i compagni più stretti del Las Palmas, ha copiato il link che rimandava al video del “gol dell’anno” realizzato qualche mese fa, di cui avevano parlato ancora pochi giorni prima.

 

Poi ha incollato il link nella sua chat privata con Ibrahimovic, a cui ha fatto seguire una foto del mare – scattata in quell’istante dalla sua sdraio – il messaggio: “Zlatan, qui si sta da Dio e guarda che gol. Manchi solo tu. Vieni a fare la storia delle Canarie”.

 

 

 

Dopo di ché Boateng è tornato ad oziare soddisfatto, coccolato dal ritornello di “despacito” in sottofondo. Il suo contributo per mettere in moto la macchina era stato fatto con tempismo, ora stava solo a Ibra fare la sua mossa.

 

È innegabile che Zlatan abbia un conto in sospeso con la Liga spagnola, una competizione che ha vinto ma non da protagonista, e che, soprattutto, ha lasciato in tutta fretta dopo gli ultimi tormentati mesi del suo rapporto con Guardiola a Barcellona. La soddisfazione di poter ancora fare il bello e cattivo tempo contro le difese della Liga (dimostrando agli scettici di poter reggere il ritmo di Messi e Cristiano), ma anche la possibilità di segnare un gol al Camp Nou e zittire chi l’aveva fischiato ormai tanto tempo fa, lo avevano spinto a scegliere di tornare in Spagna. In fondo a lui bastava trovare una squadra che gli pagasse l’ingaggio per un anno.

 

Nel momento in cui Boateng invia quel messaggio, Zlatan deve ancora riprendersi dal brutto infortunio al ginocchio e non sarà al 100% per ancora qualche altro mese. L’idea, quando sceglie il Las Palmas, è anche quella di recuperare la forma alle Canarie – dove, si sa, è più semplice e piacevole – e arrivare a giocarsi l’ultimo grande torneo della sua vita al Mondiale in Russia nel 2018. Questo perché, messo di fronte alla possibilità di un addio per via della scelta di Mourinho e del Manchester United, Ibrahimovic ha scelto di seguire la massima when in trouble, go big: parlando con il selezionatore della Nazionale svedese Jan Andersson e facendosi assicurare che, se integro fisicamente, gli avrebbe riaperto le porte della squadra svedese. Così, Ibra ha annunciato al tempo stesso il ritorno in Nazionale e il passaggio al Las Palmas. A life in yellow, è stato scelto come slogan della sua campagna marketing (a cui era legata anche la nuova collezione del suo marchio di abbigliamento sportivo, per l’occasione ripensata sui toni del giallo e arancione).

 

In fondo quelle stesse spiagge da sogno, il clima sempre perfetto e l’assoluta mancanza di pressione ambientale – unite a un trattamento regale – sono state il segreto della rinascita della carriera di Boateng. Ibra ha potuto tornare in forma con calma e intanto riflettere alla sua vita successiva al calcio. Legandosi a doppio filo alla sua nuova vita canarina.

 


Post-calcio che può comprendere la futura costruzione dell’hotel “Zlatan” che vediamo qui rappresentato in un modello in scala 1:1.

 

Visto il periodo di transizione per Ibra il fuori dal campo è stato fondamentale, ma non bisogna dimenticare cosa significava il Las Palmas dal punto di vista calcistico e cosa significava per il Las Palmas avere a disposizione Ibrahimovic.

 

Il Las Palmas con Ibra è diventata forse il caso di studio più interessante per la recente storia del marketing nella Liga: una squadra “simpatica”, ricca di giocatori cresciuti in casa, che gioca un calcio di posizione eseguito in modo naturale e pulito pur mantenendo una tecnica di strada barocca, tipica del calcio canario, e che si è specializzata nello scovare giocatori di livello da rilanciare.

 

Una squadra che non accetta compromessi essendo marcatamente offensiva, una squadra umorale come Ibra stesso, capace di passare da un periodo positivo in cui è in grado di segnare e mettere in difficolta chiunque, candidata credibile all’Europa come è stata per parte della stagione 2016/17, a un periodo negativo in cui subisce gol da tutti e permette alle partite di raggiungere l’over nell’arco dei primi 20 minuti.

 

Una sicurezza, se si vuole promuovere un calcio divertente, di intrattenimento. Uno spettacolo irresistibile, se in attacco possono incrociare le proprie mosse Ibrahimovic, Kevin Prince Boateng e Marco Livaja.

 

 

Il Las Palmas con il suo gioco può mettere Ibra in condizione di segnare minimo 5 gol di tacco in 6 mesi.

 

Ibra è il più incredibile giocatore da strada in circolazione e il Las Palmas è la squadra che più di tutte esalta giocatori così unici però in un contesto organizzato. Vederlo inserito in un contesto in cui viene incoraggiato ad esibirsi, esaltando i suoi numeri davanti a dei tifosi che ne capiscono immediatamente la lingua calcistica, è forse la cosa più bella di questo passaggio.

 

Ibra che può prendersi la sua vendetta in un campionato che non l’ha capito, nel posto in cui più di tutti verrebbe capito. Ibra portato in trionfo per quello che è che rappresenta più nel profondo, senza neanche più l’ossessione per la vittoria a tutti i costi.

 

Page: 1 2 3 4 5 6 7 8

Page: 1 2 3 4 5 6 7 8

Tags :

La Redazione de l'Ultimo Uomo è divisa tra Roma e Milano, ed è composta da una dozzina di ragazzi e ragazze che, generalmente parlando, ti vogliono bene.