Quando nel XV secolo i primi esploratori portoghesi si affacciarono sulle coste africane alla ricerca di una rotta oceanica per l’India, incontrarono, oltre a proficue riserve di materie prime e schiavi, diversi rituali totalmente incomprensibili ai loro occhi. Nel riportare sui loro diari queste astruse e spesso spaventose cerimonie pagane i portoghesi usarono il termine feitiço, che sta per “incantesimo”, “stregoneria”, “maledizione”. La parola si diffuse in Africa per poi tornare diversi secoli dopo in Europa tramite il francese fétiche, che a quel punto aveva perso l’accezione negativa e stava più rigorosamente a indicare oggetti o persone cui si tributa un culto fanatico.
Tutto questo per dire che torna l’articolo di consigli sui giocatori feticcio da prendere al prossimo fantacalcio. La base teorica di questo pezzo – è sempre bene ricordarlo – è che l’unico modo razionale per affrontare un gioco dipendente da una miriade di variabili incontrollabili è affidarsi all’irrazionalità: e quale migliore espressione di irrazionalità se non assegnare valori mistici a calciatori dalle qualità discutibili?