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→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
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La guida al fantabasket 2020-21
16 dic 2020
16 dic 2020
Top 40, bidoni e scommesse per svoltarvi la prossima stagione.
(articolo)
26 min
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Dove eravamo rimasti? Nell’autunno del 2019abbiamo analizzato una offseason talmente ricca di novità da travolgere le nostre traballanti fanta-certezze, costringendoci a ripudiare antichi giocatori feticcio. Il 2020 ha modificato ancora di più gli scenari di gioco, e la “bolla” ha fatto emergere diversi equilibri e favorito nuove gerarchie tecniche. Nelle passate edizioni questa guidaha indagato ogni tipo di aspetto sociologico legato a questa nobile disciplina, cercato di svelare i trucchi del mestiere e di erudire sui termini tecnici più importanti. Quest’anno le possibili implicazioni legate al COVID-19, la stagione più corta e i training camp ridotti ai minimi termini suggeriscono un approccio radicalmente differente.

I ranking che abbiamo proposto in passato cercavano di comprendere più stili di gioco, di abbracciare diverse piattaforme e numerosi formati di calcolo del punteggio. Una ricerca di universalità che in qualche caso ha generato confusione nei lettori ma ha probabilmente favorito la comprensione dei neofiti. In questa edizione i nostri suggerimenti sono principalmente rivolti ai partecipanti delle leghe di Sports.ws | Fantasy Basketball, con un formato molto classico di rilevazione viste le insidie che ci attendono nei prossimi mesi. Punteggi complessi rischiano di essere fuori luogo e le eventuali sostituzioni, scambi o tagli dei giocatori quasi proibitivi, rispetto a qualche tempo fa. Il buon senso suggerisce di applicare alle vostre leghe questo tipo di regole:

Position Format:Traditional - (G/F/C)

Roster Size:14 (12 + 2 Inactive)

Home Court:(+0.0/-0.0)

Scoring Format: Standard

Points: 1.0, Rebounds: 1.0, Assists: 1.0, Blocks: 1.0, Steals: 1.0, Turnovers: -1.0

Come potete facilmente intuire, due pedine in più nel vostro roster possono imitare i contratti two-way che sono attualmente in voga nella NBA e garantire profondità e soluzioni di emergenza alla vostra squadra. Gli ultimi due slot del roster non vanno a referto, ma vi possono permettere di aspettare un infortunato eccellente e minimizzare gli effetti di eventuali contagi di elementi della vostra rotazione. Il calendario più corto del consueto e le trasferte con modalità differenti dal solito sono un'incognita: il fattore campo può andare temporaneamente in soffitta. I giocatori più navigati utilizzano raramente queste opzioni, ma tempi nebulosi suggeriscono un solido pragmatismo. E ricordate il mantra: fantapunti prodotti al minuto, il resto è noia.

Ora bando alle ciance, è il momento di svelare la nostra top 40:

1. Giannis Antetokounmpo, Milwaukee Bucks

Il greco è in cerca di riscatto e le sue quotazioni non possono risentire dei problemi riscontrati in fase di playoff. La dirigenza è rimasta scottata dall’affaire Bogdanovic, ma la squadra è migliorata rispetto allo scorso anno e la presenza di Jrue Holiday potrebbe limare qualche punto in meno. Rimangono bazzecole: giovane e fisicamente integro, Giannis spicca sulla concorrenza e al momento è uno dei pochi uomini-franchigia indiscussi, con la rinvigorita concorrenza a Est che potrebbe spingerlo a giocare qualche minuto di più. Rimangono 50 fantapunti pronti ad esplodere. Se i palloni persi continueranno a restare su livelli accettabili (entro i 4 a sera), in certe serate è inarrestabile.


2. Luka Doncic, Dallas Mavericks

La sua scalata al potere procede con inquietante regolarità: il mortifero stepback ha sgretolato le certezze di numerosi schieramenti difensivi. Fattura quasi 30 punti a sera a cui aggiunge poco meno di 9 assist e quasi 10 rimbalzi. Le 17 triple doppie sono un indice affidabile della sua universalità, e Dallas grazie ai suoi servigi è tornata a fare la voce grossa nella Conference. Ci sono margini per ritoccare in alto i suoi numeri ma il ritorno a tempo pieno di Jalen Brunson, la necessità di testare un paio di matricole e il buon senso potrebbero preservarlo da un minutaggio selvaggio. Nella passata stagione partiva “solo” come un Top 20.

Venti minuti per spiegare perché dovreste prendere Luka Magic per la vostra squadra




3. Karl-Anthony Towns, Minnesota Timberwolves

Una posizione che per la sua età e il peso specifico all’interno della squadra non vi dovrebbe sorprendere, molti scettici però hanno già aggrottato le sopracciglia. Il rendimento difensivo per fortuna non è conteggiato in questo formato, perciò è consigliabile abbandonare le remore di carattere squisitamente tecnico. I problemi al polso non lasciano dormire sonni tranquilli ma nessun lungo può rivaleggiare con il suo range di tiro, e in pochi hanno la possibilità di accontentare ogni capriccio tecnico e di vantare il suo peso specifico sul fronte offensivo. I freddi numeri hanno evidenziato un calo della produzione a rimbalzo, un piccolo neo compensato da un ritocco significativo nella media punti a partita che si sta avvicinando alla soglia fatidica dei 30. Minnesota è sempre sull’orlo di una crisi di nervi ma in questo caso vale la pena di rischiare.


4. James Harden, Houston Rockets

Il monarca tradizionale della specialità è fuori dal podio anche se solo per un soffio. Le cifre dello scorso anno non hanno deluso in senso assoluto ma hanno registrato un lieve calo (-2 fantapunti rispetto al 2018/19) e sofferto di sporadici “slump”. Le difese hanno cominciato a escogitare metodi sempre nuovi per limitare il suo impatto e la totale rifondazione tecnica dei Rockets sembra poco fanta-propizia. Harden potrebbe lasciare il Texas entro pochi mesi: il suo approdo in una contender con un diverso sistema di gioco, compagni più talentuosi e nuove gerarchie tecniche potrebbe penalizzare la produzione complessiva. In caso di permanenza l’impatto di John Wall e l’approdo di Christian Wood lascia presagire meno responsabilità?

La volontà di Harden di lasciare il Texas potrebbe intaccare i suoi numeri, ma non affidereste anche il vostro conto in banca a questo giocatore qui?




5. Anthony Davis, Los Angeles Lakers

Il rendimento in maglia gialloviola ha fatto impennare le sue quotazioni tecniche ma ha leggermente annacquato quelle in ottica fantasy. La produzione a rimbalzo è calata sensibilmente (sotto i 10 di media complessivi) ma il resto dei suoi numeri non ha conosciuto apprezzabili fluttuazioni. In questa stagione la squadra vuole assecondare il suo desiderio di circumnavigare più distante dal canestro, un fattore che rischia di limitare il fatturato in modo ancora più marcato. La quota di assist potrebbe salire ma in generale il suo approccio è diventato più solido e meno avido di statistiche. Resta una certezza, ma valutate con attenzione.


6. LeBron James, Los Angeles Lakers

Semplicemente illegale: sono anni che osservando con malcelato sospetto la sua carta di identità siamo pronti a scommettere su un calo di produzione fisiologico. La risposta di James non si è fatta attendere: il nativo di Akron ha mandato a referto la stagione più produttiva di sempre, con la media assist che ha superato di slancio la doppia cifra. I lacustri hanno inserito nel roster un paio di pedine che sembrano attentare al suo minutaggio, ma onestamente non ce la sentiamo di inserire il suo nome più in basso in classifica. La percentuale dei tiri liberi che si attesta sotto al 70% è l’unico vero neo del suo corredo.


7. Damian Lillard, Portland Trail Blazers

Sono tanti anni che il leader dei Blazers si carica sulle spalle le speranze e i sogni di gloria di frotte di fanta-allenatori con risultati lusinghieri. La scorsa stagione, con una panchina che gridava vendetta, Lillard si è sobbarcato una quantità di straordinari talmente imponente da far schizzare in alto i suoi numeri. 40 fantapunti non sono facili da replicare soprattutto in considerazione di un roster più maturo e strutturato, la presenza ormai stabile di Carmelo Anthony e i giovani Gary Trent e Anfernee Simons in rampa di lancio. Fatte queste doverose considerazioni, è certamente un peccato lasciarsi sfuggire la sua leggendaria costanza di rendimento.

Una delle più incredibili prestazioni viste nella bolla.




8. Nikola Jokic, Denver Nuggets

Il leader dei Nuggets ha qualità che gli consentono una produzione di grande rilievo e un'età che lascia presagire ancora margini di miglioramento dal punto di vista tecnico. Il problema di fondo che i più smaliziati non smettono di sottolineare riguarda l’affidabilità per un top-10: il numero di partite giocate in amministrazione controllata è ancora rilevante. Un centro di questo tipo forse ha più senso in formati più complessi, ma i Nuggets sembrano meno profondi del solito. La media punti potrebbe salire e anche il minutaggio potrebbe regalare soddisfazioni.


9. Trae Young, Atlanta Hawks

La massiccia campagna di rinforzo di Atlanta ha relativamente influito sulle sue quotazioni, che restano di grande interesse per forza di cose. Lo scorso anno ha sfiorato i 40 fantapunti di media, e i grandi volumi di tiro in attacco hanno fatto passare in secondo piano il numero inquietante di palloni persi. Nel fanta la sua distanza da Luka Doncic è davvero limitata: la presenza di Bogdanovic, Gallinari e Capela impone una maggiore efficienza, ma questo obiettivo sembra alla sua portata. Giovane in grande ascesa da valutare con fiducia.


10. Bradley Beal, Washington Wizards

Il bastimento carico di Russell Westbrook ha fatto la sua comparsa nella capitale e ha spazzato via i dubbi e le supposizioni legate alla sua intesa con John Wall. Il giocatore proveniente da Houston rischia di compromettere la sua egemonia assoluta e le cifre sembrano destinate a scendere, ma è davvero un delitto escluderlo dalle prime 10 posizioni. “Big Panda” perde pochi palloni per il suo stile di gioco e potrebbe avvicinarsi nuovamente ai 30 punti di media segnati a sera. Il resto della produzione non fa gridare al miracolo ma è nel suo momento migliore.




11. Jayson Tatum, Boston Celtics

Il ginocchio di Kemba fa i capricci, Gordon Hayward ha trasferito le sue labbra a un indirizzo nuovo: ci sono le condizioni per un massiccio miglioramento dei suoi 33 fantapunti totali. Il fattore età intriga senza ombra di dubbio: al quarto anno le cautele gestionali di coach Stevens potrebbero allentarsi e lasciare carta bianca al suo grande talento. Con un incremento ragionevole del suo usage rate, il rendimento potrebbe decollare e annichilire la concorrenza. Danny Ainge potrebbe cambiare le carte in tavola con una trade molto presto?


12. Joel Embiid, Philadelphia 76ers

Il provvidenziale avvento di Daryl Morey gli ha fornito una batteria di tiratori molto interessanti, ma in compenso ha praticamente annullato tutti i suoi alibi. Chiamato alla stagione della consacrazione, dovrà rispondere delle sue eventuali marachelle e delle discutibili scelte di tiro a un allenatore che sembra molto più severo del predecessore. Crollato di circa 8 fantapunti complessivi dallo scorso anno, l’integrità fisica resta un'incognita. A questo punto del Draft vi potreste garantire un fuoriclasse della materia: il rischio è notevole, ma chi non risica…




13. Stephen Curry, Golden State Warriors

Un amatore sincero potrebbe selezionarlo entro le prime 10 posizioni, e le ragioni di questa strategia sembrano molto solide. Possiamo ipotizzare una produttività al minuto elevata e un patrimonio di almeno 32/34 fantapunti complessivi. Le sue ottime percentuali dal campo e l’impeccabile rendimento ai tiri liberi con questo formato sono veramenti penalizzate, e il pericolo infortuni è sempre da tenere in grande considerazione per un giocatore della sua età. L’assenza forzata del sodale Klay Thompson aumenta il fardello offensivo ma Steve Kerr potrebbe gestirlo. Un rischio? Vale la pena di provare ma lontano dai primissimi pick.

Bentornato Steph.




14. Kawhi Leonard, L.A. Clippers

Come ben sapete la fragilità fisica è un nemico mortale di questa disciplina, una sgradevole realtà che da molte stagioni penalizza il ranking di uno dei giocatori più forti sulla piazza. Il calendario più fitto e lo scarso periodo di riposo non aiutano la quotazione e la gestione certosina del suo corpo, che va preservato il più possibile dai rigori della stagione regolare. Quando scende in campo è una macchina diabolica anche in chiave fantasy: 40 fantapunti sono in oroscopo anche questa annata. Il problema è che spesso vi lascerà inesorabilmente a piedi.


15. Devin Booker, Phoenix Suns

Il leader tecnico dei Suns cresce lentamente dal punto di vista statistico, la sua costanza di rendimento tuttavia è una merce preziosa che potrebbe fare al caso vostro. L’influenza di Chris Paul potrebbe accelerare la sua maturazione e aumentare a dismisura dei numeri che sono di assoluto interesse per il settore esterni. I palloni persi (4 per sera) da tempo immemore gli impediscono di figurare più spesso vicino ai numi della categoria: è lecito attendersi miglioramenti sostanziali anche nella media di fantapunti al minuto. In clamorosa ascesa.


16. Kyrie Irving, Brooklyn Nets

Il beniamino dei terrapiattisti dovrebbe meritare una chiamata molto più alto, ma se lo avete trovato a questo punto del Draft, le ragioni sono comprensibili. I Nets hanno accumulato un grande numero di ottimi giocatori e il ritorno di Kevin Durant a tempo pieno attenta alla sua disinibita gestione del pallone in attacco. Rimbalzista sottovalutato (5 di media nel 2018/19) e onesto rubapalloni, la sua capacità di produzione al minuto fa inumidire gli occhi. Le discutibili uscite pubbliche e le aspre battaglie con gli allenatori spaventano i suoi owner.


17. Russell Westbrook, Washington Wizards

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, come suggerisce Antonello Venditti. Il fantabasket temeva di veder sfiorire i suoi numeri nel rutilante mondo dei Rockets, Russ ha risposto ancora una volta con delle statistiche da Olimpo assoluto. Agli Wizards ritrova Coach Brooks con cui ha condiviso molte avventure ai Thunder: il rapporto tra i due è da sempre molto stretto, ma lo scettro del comando è saldamente nelle mani di Bradley Beal. Il ritmo sincopato della squadra e i vari acciacchi suggeriscono un inevitabile calo di minuti e cifre.


18. Zion Williamson, New Orleans Pelicans

Ai nastri di partenza di questa stagione, il suo hype in ottica fanta è precipitato in modo poco comprensibile. In molti Draft scende oltre la ventesima chiamata e i potenziali ammiratori sono terrorizzati dai problemi fisici, il minutaggio contingentato e le incognite legate al gioco del nuovo allenatore Stan Van Gundy. Con un anno di esperienza sulle spalle e un partner di livello come Steven Adams, il quadro potrebbe essere migliore del previsto. Le cifre dovrebbero decollare agevolmente almeno di 4-5 fantapunti di media. Un moderato incremento della percentuale nei liberi (sotto il 65%) potrebbe agevolare molto la vostra squadra. Il futuro punto di riferimento di questa lega merita certamente maggiore considerazione e fiducia. In fondo ha solo 20 anni.




19. John Collins, Atlanta Hawks

La grande abbondanza di Atlanta limita un appeal che altrimenti avrebbe veleggiato verso posizioni molto più rilevanti: come il compagno Young le statistiche sono vagamente a rischio. Entrato nel prestigioso club dei 20 punti e 10 rimbalzi quasi in sordina, trasforma le triple con il 40%, dal lato difensivo contribuisce con quasi 2 stoppate per partita. Leggermente sotto media solo per quanto riguarda le assistenze ai compagni, non fate l’errore di lasciarlo incustodito dopo le prime 25 chiamate. Ci sono evidenti margini di progresso da valutare cum grano salis.


20. Kevin Durant, Brooklyn Nets

L’ultima vera partita NBA risale a oltre 500 giorni fa, un lungo tempo di assenza che ha probabilmente fatto accumulare qualche centimetro di ruggine sulle sue giunture. Le notizie riguardo le condizioni fisiche sono frammentarie, anche se è sceso in campo nella prima di preseason ed è sembrato quello vero. Nella migliore delle ipotesi il suo peso specifico nella specialità dovrebbe tornare nelle prime 5/6 posizioni ma i dubbi che lo circondano sono ancora tanti. La squadra è molto profonda, il suo usage rate potrebbe essere limitato al principio. Una incognita.


21. Bam Adebayo, Miami Heat

La difesa come miglior attacco? Bam ribalta le regole e ascende al ruolo di fanta-specialista dopo aver spazzato via tutte le fragili linee Maginot della costa Est. La sua guerra lampo nei playoff ha fatto scalpore, ma oltre alla forza bruta possiamo contare su una vena di passatore che ha esaltato Duncan Robinson e fatto brillare gli occhi anche a un duro come Pat Riley. Il suo fatturato è cresciuto di 12 fantapunti di media e nel 2020/21 le prospettive sono ancora più esaltanti. Gioca per una contender e quindi non vi aspettate minutaggi estremi o dei picchi degni delle prime file, ma di sicuro potete contare su uno dei protagonisti più giovani e freschi.




22. Domantas Sabonis, Indiana Pacers

Lo scorso anno ha fatto le fortune di diversi proprietari: il suo apporto è cresciuto di quasi 10 fantapunti netti e in molti momenti della stagione ha rivaleggiato con i migliori in assoluto. Gli acciacchi, il rientro di Oladipo, l’esplosione di Warren e un nuovo allenatore rischiano di compromettere il suo status di prima opzione assoluta. Con il passare delle stagioni i suoi problemi di chimica con Myles Turner sono nettamente migliorati, un fattore che ha aumentato il minutaggio a disposizione. La sua scelta è un indirizzo sicuro se dovete ancora selezionare il primo lungo della vostra squadra. Qualche dubbio arriva dalla tenuta fisica che convince poco gli owner più esperti: dopo il pick numero 20, non è comunque il caso di fare gli schizzinosi.


23. Pascal Siakam, Toronto Raptors

In Canada hanno cullato il sogno di giocare con un MVP della stagione regolare almeno fino a gennaio, poi c’è stato un calo troppo importante per continuare a flirtare con i sogni di gloria. Il leader tecnico dei Raptors è un manuale di difesa semovente, un attaccante sottovalutato e un praticante convinto di isolamenti sempre più efficaci. La tenuta fisica e la capacità di coinvolgere i compagni deve salire ancora di un gradino, ma numeri e prospettive sono di primo livello. La media di produzione punti al minuto non esalta (e ne limita il valore) ma è un porto sicuro. Il “best case scenario” potrebbe anche trascinarlo entro le prime 15 posizioni della graduatoria.


24. Jimmy Butler, Miami Heat

Miami ha organizzato una rotazione molto profonda e il grande sforzo fisico che ha offerto nella finali suggerisce prudenza. Molti analisti prevedono una prima parte di stagione abbastanza soft e le bocche da fuoco nel roster possono certamente alleviare i suoi compiti offensivi. Il carisma di Butler certamente non si compra al supermercato ma non finisce nei libri contabili dei fanta. Un'opzione interessante che può funzionare come prima ala del vostro schieramento ma dovete mettere in conto un anno in più e minore voglia di riscatto rispetto alla scorsa stagione.


25. Nikola Vucevic, Orlando Magic

Il minutaggio è leggermente salito ma la sua produzione complessiva è inesorabilmente in discesa, e rispetto allo scorso ha perso mordente e diverse posizioni di scelta. La sua presenza sul parquet è fondamentale per allargare il campo e agevolare lo spazio necessario a Markelle Fultz: questa chiave tattica però non si riflette nelle statistiche. Le stoppate arrivano con il contagocce ma se avete bisogno di un centro di ottimo rendimento, potreste pentirvi di averlo lasciato libero ai vostri diretti concorrenti. Il perenne rischio di trade limita appena il valore.


26. Ben Simmons, Philadelphia 76ers

I suoi estimatori potrebbero restare delusi da questa posizione, da un punto di vista squisitamente fantasy le sue prestazioni sono molto difficili da inquadrare correttamente. Lo scorso anno doveva spiccare il volo ma è regredito nella media generale e nei punti al minuto (sotto lo 0.90), i suoi problemi fisici poi incidono negativamente sul giudizio complessivo. Coach Rivers dovrebbe aumentare il ritmo, alleviare la pressione dalle sue spalle e coinvolgere tutti i grandi tiratori che sono sbarcati nella città dell’amore fraterno. Un giocatore amletico.




27. Donovan Mitchell, Utah Jazz

Finisce regolarmente scelto più in alto, puntualmente finisce per mandare in bestia l’owner che spesso gli concede l’onore delle prime 15 chiamate assolute. La media punti (24 per sera) è praticamente ibernata da più stagioni, stesso discorso per la quota di rimbalzi e assist che si attestano su livelli onesti ma lontano dai migliori concorrenti. Discretamente solido dal punto di vista fisico, quello che perde nel punteggio spesso lo recupera con le presenze in regular season. Quest’anno potrebbe fare un piccolo passo in avanti ma è un pochino sopravvalutato.


28. Shai Gilgeous-Alexander, OKC Thunder

Padrone assoluto della squadra, dal punto di vista puramente produttivo è già una piccola macchina da guerra. Per adesso è fermo a circa 28 fantapunti totali, ci sono margini per crescere di almeno 4/5 unità: la discriminante nel suo caso è la produzione di punti al minuto (ancora bassina, poco sopra lo 0.80 al minuto) e il minutaggio concesso dal nuovo coach. In molte leghe potrebbe scivolare sotto le prime 40 pick, non lasciatevelo sfuggire. Uno dei candidati di lusso al MIP stagionale.


29. Zach Lavine, Chicago Bulls

I numeri sono sempre stati dalla sua parte. Nella passata stagione ha infiammato la competizione con gli altri esterni, e sfruttando il caos di Chicago ha confezionato statistiche superiori a molti protagonisti che lo precedono in questo ranking. Potrebbe restare vicino ai 30 fantapunti ma Coby White punta a prendere la squadra in custodia e coach Donovan vuole disciplinare la sua scriteriata selezione di tiro. A occhio e croce, non assomiglia al suo anno.


30. Brandon Ingram, New Orleans Pelicans

Maturato e pronto a spiccare il volo, in una squadra senza Zion Williamson nei paraggi la sua posizione non potrebbe scendere oltre il pick numero 20. Confermare le statistiche dello scorso anno sembra già un'impresa degna di nota ma l’obiettivo è ovviamente quello di esplorare nuovi orizzonti. Il suo nome è abbastanza noto anche tra i giocatori meno informati, la considerazione di cui gode spesso resta completamente sottotraccia. Un'opzione che consigliamo certamente.




31. De'Aaron Fox, Sacramento Kings

Il play più veloce della lega si è assicurato il futuro a lungo termine con un ricca estensione contrattuale con la franchigia Californiana. Nel 2018/19 ha maturato una selezione di tiro più efficace, dimostrato istinti di rubapalloni di grande lignaggio e lampi di upside davvero notevoli. Potrebbe scollinare molte posizioni con l’addio tempestoso di Bogdan Bogdanovic e disporre di uno usage rate sostanzialmente monarchico. Andate a colpo sicuro.


32. Jusuf Nurkic, Portland Trail Blazers

A Portland ha trovato la dimensione ideale: non è mai sceso sotto i 25 fantapunti complessivi e da qualche anno a questa parte è ormai diventato un “trentellista” di sicuro affidamento. Le grane arrivano dalla cartella clinica perché la passata stagione ha giocato solo 8 partite e una stagione tanto compressa non assomiglia al suo terreno di caccia ideale. I Blazers hanno drasticamente migliorato la rotazione con Enes Kanter e Zach Collins aspetta di essere valorizzato...


33. Paul George, L.A. Clippers

Nobile decaduto di questa delicata disciplina, i suoi numeri a Los Angeles hanno deluso e la consistenza di rendimento ha sicuramente lasciato molte perplessità. Oltre a questo dovete considerare la possibilità di numerose partite in cui non scenderà in campo per gestire il suo fisico provato da mille battaglie e da numerosi infortuni. Crollato di oltre 10 fantapunti. Occhio.


34. Ja Morant, Memphis Grizzlies

Come si dice in questi casi? Il cielo è il suo unico limite. Le stime sono prudenziali, la crescita è praticamente certa ma le point guard di questo tipo di solito fanno un deciso salto in avanti verso il terzo anno. La squadra ha una rotazione molto profonda, gli elementi in grado di crivellare la retina abbondano: forse non è il contesto ideale per fare onde in un fanta. Appurato che l’ambiente non è dei migliori per le statistiche di una giovane stella, un tentativo val sicuramente la pena.




35. Kristaps Porzingis, Dallas Mavericks

L’unicorno più famoso della lega meriterebbe ben altro trattamento ma le condizioni delle sue giunture non convincono appieno. Dovrebbe cominciare la stagione in bacino di carenaggio e i tempi dettati dalla pandemia non sembrano quelli giusti per un recupero ideale. Dallas vive delle improvvisazioni di Luka Doncic ma il piano tecnico di coach Carlisle è gravemente incompleto senza questo talento fragile ed elegante. Non è meglio prenderlo via trade?


36. Deandre Ayton, Phoenix Suns

Ricky Rubio gli ha giovato esattamente come previsto, la speranza è che il “vate” CP3 sblocchi definitivamente il suo gioco e lo faccia esplodere. Compresso tra le esigenze offensive di Booker e la necessità di valorizzare i numerosi tiratori, non sempre emerge al massimo del suo intrigante potenziale. Giovane, integro, portatore sano di upside. Perchè no?


37. DeMar DeRozan, San Antonio Spurs

Probabilmente siamo passati da un eccesso all’altro: da “Overrated” il suo status è passato a quello di “Underrated” con una disinvoltura degna di miglior causa. Il destino stagionale è legato a un anno di contratto che lo rende a tutti gli effetti un candidato spendibile per una trade, situazione che limita la sua appetibilità. Siamo di fronte a circa 30 fantapunti realisticamente parlando, veramente difficile non trovare interesse per la sua causa.


38. Rudy Gobert, Utah Jazz

Rispetto al 2018/19 la fanta-concorrenza lo ha duramente provato e al momento le sue prospettive in materia sembrano più vicine ai 25 fantapunti che ai 30, un limbo che lo ha fatto precipitare nelle nostre graduatorie. Come centro di emergenza/niente panico al secondo o al terzo giro del vostroDdraft è praticamente perfetto, ma la nostalgia per la percezione di un paio di stagioni fa è tangibile. Ottimo target per trade post-Draft visto il valore relativamente basso.




39. Jamal Murray, Denver Nuggets

Specialista di tiri impossibili, portatore sano di hype dopo i playoff nella bolla che hanno intrattenuto e divertito milioni di persone. Murray non ha mai prodotto numeri stratosferici ma il suo recente successo, le innegabili qualità balistiche e la profondità di Denver lo rendono un target molto interessante. L’età è ancora verde e Nikola Jokic potrebbe lasciargli molto spazio.


40. Fred VanVleet, Toronto Raptors

Il nuovo contratto e il chilometraggio di Kyle Lowry suggeriscono maggiori responsabilità in attacco, la partenza di Ibaka verso nuovi lidi gli garantisce diversi momenti da prima/seconda opzione offensiva assoluta. Il pino di Toronto non lascia certo pensare a una concorrenza spietata o perlomeno pronta a insidiare prezioso minutaggio. Supera di una incollatura altri illustri candidati come Christian Wood o Khris Middleton che restano delle “signore” opzioni.


On the Bubble:

Christian Wood, Houston Rockets

Andre Drummond, Cleveland Cavaliers

Khris Middleton, Milwaukee Bucks

Jaylen Brown, Boston Celtics

Jrue Holiday, Milwaukee Bucks

Kelly Oubre Jr., Golden State Warriors

Myles Turner, Indiana Pacers

D’Angelo Russell, Minnesota Timberwolves

Chris Paul, Phoenix Suns

Collin Sexton, Cleveland Cavaliers




Gli sleeper

Prendete carta e penna o aprite il notepad. In rigoroso ordine sparso, vi suggeriamo:

Gary Trent Jr., Portland Trail Blazers

Cattivo come l’aglio dal punto di vista agonistico, al liceo era considerato una stella ma al college ha vagamente smarrito la bussola. Riemerso nella rotazione dei Blazers come un moderno Lazzaro, ha qualità notevoli: marca con grande successo il migliore esterno degli avversari e tira sempre senza il minimo timore. Candidato per il MIP o per il sesto uomo dell'anno? Nel dubbio…

Luguentz Dort, OKC Thunder

Un conto è fare la somma degli asset e delle pick cumulate in modo compulsivo da Sam Presti, un altro è cercare di azzeccare la suggestiva rotazione dei Thunder in questa stagione. Tutti i vostri competitor sceglieranno Hamidou Diallo, qualcuno cercherà il colpo della vita con Pokusevski attirato dal cognome esotico. Dort tira in modo ancora incerto ma dovrebbe giocare una marea di minuti e compensare la qualità (non trascendentale) con la quantità. Se giocate in leghe molto profonde...

Coby White, Chicago Bulls

Potrebbe aver lasciato trasparire solo una parte del suo potenziale al primo anno e la presenza di Donovan che arriva dalla scuola di esterni di Rick Pitino assomiglia a una garanzia. Ha finito la stagione regolare con oltre 30 fantapunti e la totale padronanza dei giochi della squadra. Dovrebbe scivolare in basso: acchiappatelo di corsa.

Richaun Holmes, Sacramento Kings

Probabilmente sconosciuto al pubblico squisitamente generalista, gli addetti ai lavori specificano che il suo tiro da tre è ormai pronto a fare capolino. In competizione con Whiteside, lo scorso anno ha accumulato oltre 20 fantapunti tra il menefreghismo generale. Quest’anno verrà ignorato bellamente per quasi tutto il Draft ma ormai è un protagonista solido della materia. Lasciate perdere il vostro hype su Marvin Bagley III e considerate il suo ingaggio.

Michael Porter Jr., Denver Nuggets

In un fanta con 20 squadre potrebbe oscillare anche oltre il pick numero 100: è un delitto. Con un minimo di fortuna e di intraprendenza potrebbe essere vostro tra la posizione 70/80. Un momento del Draft dove di solito è il momento di azzannare gli avversari che si perdono a cercare “safe” pick, convinti di pescare i veri “jolly” molto dopo. Bruciate tutti sul tempo! Nel suo caso dovete mettere in preventivo la fragilità fisica, ma se funziona potrebbe essere illegale.

Chris Boucher, Toronto Raptors

Il nuovo corso dei Raptors passa anche dai suoi polpastrelli e se analizziamo la sua produzione su 36 minuti i risultati sono senza dubbio interessanti. Non siamo in presenza di un talento epocale ma la frontline ha perso enorme peso specifico e lui è sembra l’uomo giusto al momento giusto. Potrebbe dare una mano al vostro come primo cambio dei lunghi.

Lonnie Walker IV, San Antonio Spurs

Il giocatore più eccitante delle nuove leve degli speroni, una traccia di ginobilismo caratterizza il suo gioco e in caso di allineamento degli astri potrebbe fare onde. C’è anche il caso che resti amaramente seduto in panchina ma il nostro sesto senso ci suggerisce di raccomandare il profilo. Difensore arcigno, attaccante onesto, bellissimo da vedere: come dodicesimo uomo...


I Bidoni

Giocatori di grande qualità ma scelti inesorabilmente troppo presto.

Kyle Lowry, Toronto Raptors

Chi scrive lo ha osannato e seguito come un nipote prediletto sin dal primo anno di professionismo con la maglie dei Grizzlies. Ma comincia a intravedere le 40 primavere, le giunture scricchiolano e il suo peso specifico ormai ha poco di fanta-interessante. Non è più il caso.

Steven Adams, New Orleans Pelicans

Un uomo fatto dal sarto per dare linfa e concetti di sana pallacanestro a Zion. Questa skill non fa statistica e la media al minuto, l'impiego complessivo in rotazione e la presenza di Jaxson Hayes suggerisce di virare saggiamente altrove. Diffidate da chi lo inserisce tra i titolari.

Gordon Hayward, Charlotte Hornets

Le qualità tecniche non si discutono, ma il telaio scricchiola e la parabola discendente della carriera sembra vicina alla piena certificazione. Non possiamo escludere una stagione di apparente rinascita ma le incognite sono numerose e vicino a lui ci sono Ball, Washington e Graham che reclamano spazio, tiri e una bella fetta di notorietà. Un sorriso e passate oltre.

Blake Griffin, Detroit Pistons

Qualche guru della materia lo ha inserito tra le possibili sorprese del 2021, più o meno come pronosticare vincitore di Sanremo un cantante inattivo da diversi anni. Tutto è possibile ma a parte il canto del cigno di un paio di stagioni fa, il suo utilizzo in una squadra in piena rifondazione appare problematico come lo stato delle sue ginocchia. Usare con cautela.

Dario Saric, Phoenix Suns

Tatticamente rifinito, Phoenix gli ha offerto un signor contratto per le alchimie che porta in dote alla causa, la grande abnegazione e un utilizzo commovente del libro degli schemi. Tutto molto bello, resta il fatto che produce poco più di 16/18 fantapunti con medie al minuto modeste. No!




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