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Il bello dell’Europa League 2020 vol. 2
04 ott 2019
04 ott 2019
Le cose più fascinose dalla seconda giornata della nostra coppa prediletta.
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Dicembre 1893, le giornate finiscono presto e Hugo Graf Henckel von Donnersmark è affacciato dalle mura del castello di Wolfsberger. L’attaccatura dei capelli sempre più alta per le preoccupazioni, si passa le dita tra i baffi folti come comandava l’Imperatore.  A dicembre lo scenario è fiabesco: l’architettura in stile Tudor si imbianca e le alpi della Lavantthal sembrano disegnate con gli acquarelli. Il castello è stato ristrutturato qualche mese prima, è il simbolo del suo potere al centro della Carinzia, dove Hugo Graf Henckel von Donnersmark ha tutto: la sua famiglia, i suoi affetti e soprattutto le sue fabbriche dell’acciaio.

 

Ottobre 2019, il castello appartiene all’industria mineraria

e nei sabati di giugno e settembre, nelle sue sale, si celebrano matrimoni. Wolfsberger è stata finora un tacito segreto fra gli appassionati della pace romantica dei paesaggi della Carinzia, ma adesso è tutto diverso: la sua squadra è in Europa League, e alla prima partita, in trasferta in Germania, ha distrutto il prestigioso Borussia Monchengladbach. Ora ci si prepara per l’esordio casalingo: i lupi del Wolfsberger ospitano i lupi della Roma. C’è solo un problema, che la Lavantal-Arena, con i suoi 7mila posti, non è in grado di ospitare partite di Europa League, e allora il Wolfsberger deve spostarsi nella vicina Graz.

 

Lo Stadio Graz-Liebenau fino al 2005 si chiamava Arnold Schwarzenegger-Stadion-Graz-Liebenau, un tributo a una delle personalità più note della regione. Dopo che l’ex governatore della California negò la grazia a un condannato a morte, però, i Verdi cambiarono il nome dello stadio. Pensate che coscienza civile in Carinzia.

 

Il Wolfsberger è una squadra senza pedigree, che ha galleggiato serenamente nelle categorie inferiori fino alla stagione 2011/12. In Erste Liga poi non è che abbia combinato molto, fino allo scorso anno dove si è piazzato a un onorevole terzo posto e si è guadagnato l’accesso in Europa League. All’esordio gli austriaci hanno dato una lezione al blasonato Borussia Monchengladbach vincendo 4-0 e mostrando un calcio brillante in transizione e una grande organizzazione sui calci piazzati. Il tecnico Gerhard Struber è cresciuto nella scuola Red Bull - ha allenato sia vari livelli delle giovanili del Salisburgo che il Liefering, una squadra satellite - e gioca con un rombo che occupa benissimo gli spazi. Il numero 10 è il veterano Michael Liendl, la stella l’attaccante israeliano Shone Weissman, il giovane più interessante è invece il centrocampista in prestito dal Werder Brema con il nome da videogame fantasy: Romano Schmid. Attenti ai lupi.

 

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