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Dobbiamo davvero difendere la parola "amore"?
22 nov 2022
La FIFA è riuscita a impedire alle squadre di usare una fascia da capitano con la scritta "One Love".
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6 min
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Piaras Ó Mídheach/Sportsfile via Getty Images
(copertina) Piaras Ó Mídheach/Sportsfile via Getty Images
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Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche, in questo articolo abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse

Sono passati sette anni dalla famosa intervista in cui Cristiano Ronaldo, collegato da remoto ma con l’aria distante di un principe sul trono, con un diamante per orecchio e delle cuffie dorate intorno al collo, si alzava e se ne andava perché gli era stato chiesto cosa ne pensasse dello scandalo che stava investendo la Fifa, con una dozzina di dirigenti accusati di corruzione, compreso il presidente Joseph Blatter costretto ad abdicare - uno scandalo che è arrivato fino allo scorso 2021, con Blatter e Platini, ai tempi presidente della Uefa, banditi per sei anni ciascuno (Blatter poi è stato bandito per altri sei anni dal Comitato Etico). Insomma, i vertici del calcio mondiale erano marci e Cristiano Ronaldo rivendicava il proprio diritto alla superficialità, il diritto ad avere come priorità le borse, i tagli di capelli e di chiamare tutto il resto “bullshits”.

Che sfacciataggine, abbiamo detto allora. Che arroganza. Che cinismo.

Sette anni dopo dobbiamo ammettere che, anche da questo punto di vista, il mondo in cui viviamo è diventato molto di più il mondo di Cristiano Ronaldo di quanto non fosse prima.

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