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Diario Italia: vs Spagna
27 giu 2016
27 giu 2016
Pronti per la resa dei conti con la Spagna?
(articolo)
10 min
(copertina)
Illustrazione di Andrea Chronopoulos
(copertina) Illustrazione di Andrea Chronopoulos
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Daniele

Ciao Simone, Per ragioni che non c’entrano niente con l’Europeo sono in Francia in questo momento, e proprio ieri pensavo che ero in Francia sia nel 2006 (dopo la finale, alle 3 di notte a Pigalle ho incontrato un tipo di origini africane con la seconda maglia della Roma di Cassetti: ho i testimoni), sia nel 2008, quando di fatto l’Italia ha contribuito all’inizio del ciclo dorato spagnolo. Mi chiedevo se potremmo piantare lì, in quei quarti di finale persi solo ai rigori, il cartello che dice “Benvenuti Nella Decadenza del Calcio Italiano” (anche se personalmente ho un buon ricordo di parte dell’esperienza di Prandelli). Tre trofei internazionali dopo, la Spagna è a fine ciclo ma sta cercando di rinnovarsi, mentre noi cerchiamo di uscire dalla decadenza con l’arte di arrangiarsi tatticamente. Per questo credo che la nostra percezione della Nazionale non cambierebbe di molto in caso di vittoria o di sconfitta, dobbiamo ancora abituarci al nuovo livello del nostro calcio e non riusciamo a goderci un torneo partita per partita, ogni prestazione genera giudizi e conclusioni molto generali (spesso morali) e sempre poco equilibrati. Personalmente spero solo che con la Spagna sarà una bella partita, e che l’Italia riuscirà a giocarsela per quelle che sono le sue qualità. Certo, poi dipende come la vinci o come la perdi la partita, sarebbe un peccato dare ragione a quei critici che si svegliano prima di Mondiali e Europei.

Simone

Ciao Daniele, mi piace pensare che il tipo che hai incontrato nel 2008 a Pigalle con la maglia di Cassetti si sia tenuto al passo coi tempi e ora si aggiri fiero per la Francia con la maglia di Torosidis. Fai bene a piantare lì quel cartello, sono 8 anni fa ma sembrano 18, a quella partita arrivammo con sentimenti uguali e contrari rispetto a quelli che viviamo oggi. Eravamo ancora ebbri di po po po po po e convinti che tutto sommato quel gruppo potesse ripetersi a distanza di due anni, mentre la Spagna era un agglomerato di talenti ma ancora non aveva vinto niente, e che come movimento calcistico era solo alle porte di quella che è tuttora l’ultima grande scossa che è stata data alla concezione contemporanea di calcio: quello che a volte erroneamente viene chiamato tiki-taka. Mentre si giocava quell’Europeo Guardiola aveva da poco accettato di salire dal Barcellona B alla prima squadra, e in Nazionale erano convocati solo tre giocatori blaugrana: Xavi, Iniesta e Puyol. Negli anni successivi e fino a oggi non succederà mai più che ce ne siano così pochi, e più si imporrà per gioco e risultati la filosofia di Guardiola, più la Roja si modellerà a sua immagine trasformandosi (anche se con un gioco diverso sotto alcuni aspetti) in una sorta di Barça che ospita dei giocatori spagnoli molto forti lì dove purtroppo proprio non si possono convocare Abidal, Keita, Messi, Eto’o e Henry.

Comunque un’altra cosa che è cambiata è che nel 2008, a livello sportivo, la Spagna agli italiani stava simpatica, o al massimo era indifferente. Oggi, dopo le mazzate che abbiamo preso nel calcio e dopo quelle che abbiamo preso e dato nella Moto Gp, non è più così, e un po’ a me dispiace.

Daniele

Interessante che parli di Barça perché nelle differenze tra il gioco della Spagna e quello della squadra catalana secondo si celava il fraintendimento dell’unicità del gioco di Guardiola, che sembrava replicabile con, più o meno, gli stessi giocatori. Questa Spagna somiglia molto di più a quel Barcellona per princìpi (qui Valentino Tola scrive proprio di questo, e al tempo stesso descrive bene le vulnerabilità ma anche la varietà di movimenti a disposizione della Spagna che affronteremo). Da una parte sembra la chiusura del cerchio, ma dall’altra è una cosa del tutto nuova. Magari un giorno non ci saranno più Iniesta, o Busquets, ma giocheranno così lo stesso.

Adesso se sei d’accordo, vorrei parlare dei problemi che potrebbe avere l’Italia con la Spagna. L’ansia pretende la priorità, sai com’è. Il principale è che si faccia schiacciare a ridosso della propria area senza riuscire a risalire il campo. Ne avevamo parlato nella scorsa puntata e contro l’Irlanda (con tutte le giustificazioni del caso: mancanza di motivazioni, formazione sperimentale in un gioco come quello di Conte per cui è fondamentale che ci sia sintonia tra gli undici in campo) si è vista una passività che la Spagna a mio avviso ci farebbe pagare cara. Come ha notato Daniele Morrone nella sua analisi post-partita, Conte aveva orientato gli esterni di centrocampo sui terzini avversari: una mossa interessante perché in effetti la Spagna fa ampiezza solo con i terzini, mentre le mezzali (Iniesta e Fabregas) e gli esterni (Nolito e Silva) pur con movimenti diversi occupano il centro. Ma senza Candreva le transizioni saranno ancora più difficili e se finiremo schiacciati credo che difficilmente riusciremo a togliere profondità a questa Spagna senza finire con l'abbassarci troppo.

Simone

Se anche solo pensiamo di poter scendere in campo come lo abbiamo fatto contro l’Irlanda, finisce peggio dell’ultima volta. E insomma, l’ultima volta ce ne hanno fatti quattro. Il punto è che se anche, invece, entriamo in partita come si deve dall’inizio (e secondo me succederà, perché credo che Conte in questi giorni abbia fatto colazione col cuore di quelli che hanno giocato l’ultima partita) può finire comunque come l’ultima volta, per i motivi che indichi tu. Mi preoccupano soprattutto i movimenti di Nolito e Silva, che non solo come dici tu si accentrano, ma soprattutto, una volta lasciate in consegna le fasce alle avanzate di Juanfran e/o Alba, iniziano a galleggiare tra le linee di difesa e centrocampo avversarie con una serie movimenti e contromovimenti che fingono di attaccare la profondità fino al momento in cui la attaccano davvero (parlo di Nolito, o Fabregas che si incrocia con Silva) e di norma in quel momento lì c’è Iniesta, che ci mette un pallone disegnato da dio, in quella profondità. Ora, io credo che il nostro pacchetto BBC (ok, hai vinto tu, lo uso, perché è comodo) + De Rossi abbia le capacità che servono per riuscire a non cascarci mai in questo gioco sfiancante, ma mi sembra inevitabile che essere così concentrati su questo e sulla gestione di Morata, quindi su compiti centrali comporti che sulle fasce possa servire molto più supporto degli esterni di centrocampo, ed ecco che finiamo a giocare con il 5-3-2, che non mi piace per niente.

Daniele

Esatto, è la loro concentrazione centrale che farà abbassare i nostri esterni. D’altra parte sarebbe un suicidio lasciargli la superiorità o gli spazi in cui giocare. Il problema è che se è vero che l’Italia non ama particolarmente avere il pallone, qualche pallone dovrà pur sempre giocarlo per costruire i suoi attacchi. In sostanza dovrà avere pazienza e aspettare qualche pallone utile (diciamo che dovrà aspettare di fare 3 o 4 passaggi di fila senza perdere palla o cadere vittima del pressing della Spagna) e quando possibile pressare con le due punte per spingere indietro la Spagna, ma senza perdere equilibrio. E qui siamo passati a parlare dei punti di forza dell’Italia, che di sicuro non entra in campo per perdere.

La Spagna non ha i giocatori per assorbire gli inserimenti delle nostre mezzali e potremo vedere magari qualche transizione sulla fascia. La Spagna al centro recupera benissimo il pallone e in ogni caso Piqué e Ramos diventano più forti più si allontanano dalla loro area di rigore, per questo credo che Conte preparerà la partita sulle fasce. Se riusciremo a far correre Jordi Alba e Juanfran verso la loro porta, anziché la nostra, significherà che “ce la stiamo giocando”. Continuo a pensare che l’organizzazione italiana sia superiore a quella difensiva (per questo, anche se fatichiamo molto a costruire, non penso che andare in svantaggio sarebbe un dramma), che si basa soprattutto sulle qualità di Barzagli, Bonucci e Chiellini (visto che lo preferisci: della nostra BBC tricolore). Contro l’Irlanda Barzagli ha sbagliato qualche tempo in uscita e Bonucci sul gol ha perso la marcatura di Brady: lo dico solo perché non si può sovraccaricare di responsabilità tre giocatori su undici, vale per gli attaccanti ma anche per i difensori.

Simone

Non avrei mai pensato di poterlo dire anche solo fino a un anno fa, ma ora è la prima domanda che mi viene in mente: questa squadra può sperare di vincere senza Candreva? Ok l’ho fatta un po’ a effetto volutamente, scusa. Però per quanto riguarda la partita di domani il dubbio può sorgere, perché anche io pensavo che Conte avrebbe preparato la partita sulle fasce, ma ora che il tuo migliore esterno è fuori gioco, la prepari allo stesso modo questa partita? E qui arriviamo al tema vero: questa partita può essere l’esame di maturità di Alessandro Florenzi. Può finalmente giocare nella sua posizione naturale, quella di esterno destro, e dalla sua capacità di offendere dipenderà la sua necessità di difendere. Meno si fa schiacciare e più può fare quello che ama di più, proiettarsi verso la porta avversaria, cercare il triangolo con una delle nostre punte (e Pellè e Eder sono bravi a fare questo lavoro), scagliare un missile da fuori area e arricchire le compilation Youtube “Euro 2016 crazy goals and skills”. È il giocatore di fascia più completo di cui possa disporre Antonio Conte, e, partendo da un’ipotetica (non lo è mai, ma facciamo che sì) posizione iniziale sulla linea di centrocampo, il suo essere più terzino o più attaccante in una partita come quella di domani, può ritrovarsi ad essere un inaspettato ago della bilancia tattica.

Daniele

Candreva sarà una grande perdita ma, come sempre quando si parla dell’Italia di Conte, quello che conteranno saranno i meccanismi. Non so chi sceglierà Conte, e non mi stupirei se al posto di Florenzi scegliesse un difensore (la coppia De Sciglio-Darmian ad esempio), tanto quello che conterà saranno i tempi con cui gli esterni dovranno alzarsi e le connessioni con le punte e le mezzali… però, certo, vincere con un gol da centrocampo non sarebbe male.

Aggiungo una piccola nota sul ritmo. Con la Svezia abbiamo giocato con poca intensità perché non ci pressavano, contro l’Irlanda invece il livello tecnico non era all’altezza. La speranza è che contro la Spagna ci sia più precisione per riuscire a sfruttare i loro movimenti in avanti, i loro tentativi di recuperare il pallone, per guadagnare campo e magari togliergli qualche certezza (perché le certezze, quando loro avranno la palla, sarà difficile togliergliele secondo me). So che non abbiamo fenomeni in squadra, ma il livello tecnico non è così basso come alcuni dicono. Un buon risultato potrebbe anche far riflettere una parte del pubblico sul proprio metro di giudizio, chi lo sa. Il contesto italiano non cambierà in una partita, ma potrebbe essere un inizio.

Simone

Io non mi sento di andare al massacro, ma credo che loro siano un po’ più forti, che è la classica situazione che ti può lasciare con dei rimpianti. Mi viene in mente la conferenza stampa di Luciano Spalletti dopo il ritorno degli ottavi di finale della Champions League di quest’anno. Quando la Roma aveva pescato il Real Madrid ai sorteggi, tutti la davano per spacciata, mentre lui, prima dell’andata aveva dichiarato senza troppi giri di parole di crederci. La Roma giocò piuttosto bene sia l’andata che il ritorno, con occasioni importanti per passare in vantaggio in entrambe le gare, e lasciando una sorprendente sensazione di “armi pari” per larghi tratti del doppio confronto. Le parole di Spalletti che mi vengono in mente, però sono queste: “Abbiamo perso 2-0 all'andata e 2-0 al ritorno, punto. Se poi vogliamo farci i massaggini mentali... Abbiamo avuto il triplo delle loro occasioni, e anche più nitide. Ci sono occasioni che ribaltano il contenuto mentale della partita, però bisogna essere realisti: 2-0 al ritorno e 2-0 all'andata, zitti e a casa”. Ecco, io credo che l’Italia possa passarlo il turno contro la Spagna, ma penso anche che per farlo non potrà permettersi di fallire neanche una di quelle occasioni che ribaltano il contenuto mentale della partita.

Daniele

Per me l’Italia ha il 25% di possibilità di passare il turno. Hai ricordato Roma-Real ma io ricordo anche Juve-Barcellona di un anno fa, in cui è bastato pochissimo perché, pur con una prestazione superiore alle aspettative, la Juventus perdesse la partita. All’Italia serviranno novanta minuti perfetti, alla Spagna ne bastano una decina più che buoni. Certo, sarei felice di sorprendermi e di vedere una Spagna meno che buona, ma ho maggiore fiducia nel lavoro di Conte.

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