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Daniele Manusia
Diario Italia: vs. Costa Rica
20 giu 2014
20 giu 2014
Prosegue oggi il nostro Mondiale. Alcuni temi da tenere bene a mente quando stasera vedremo gli Azzurri contro la Costa Rica all'Arena Pernambuco di Recife.
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Daniele Manusia
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Dato che c'è già chi giustamente mi dà del megalomane, vorrei cominciare chiarendo che l'Italia non ha giocato con il modulo a Y con l'Inghilterra in nessun momento e che comincio a pensare si sia trattato di un modulo di passaggio che non rivedremo durante il Mondiale (che ci abbia giocato pero è innegabile). Contro l'Inghilterra c'erano De Rossi, Pirlo e Verratti in campo insieme e credo che anche se ci dovessero essere cambi difficilmente l'Italia rinuncerà a tre giocatori di possesso per controllare il centro del campo (e questo sarebbe coerente anche con la dichiarazione di Prandelli su Balotelli e Immobile insieme solo se forzato: con tre play le due punte sono praticamente impensabili). Un'altra leggera correzione sulla base di quanto visto con l'Inghilterra: per quanto la descrizione numerica serva fino a un certo punto credo sia più giusto parlare di 3-4-2-1/4-1-4-1, piuttosto che 3-4-3/4-1-4-1. Cambia poco, in sostanza la posizione di Candreva (mostruoso contro l'Inghilterra) e Marchisio che non si sono quasi mai allineati a Balotelli ma hanno preferito giocare tra le linee per poi inserirsi, come descritto bene da Alfredo Giacobbe nell'analisi a caldo del giorno dopo. Entrambi hanno ricevuto la maggior parte dei palloni da uno dei playmaker e dai terzini: Marchisio da Pirlo e Chiellini, Candreva da De Rossi e Darmian: lo juventino si inseriva più centrale e il laziale esterno, per le caratteristiche diverse di entrambi, per strategia di Prandelli (per creare superiorità dal lato di Baines) o perché a sinistra Chiellini per forza di cose ha spinto meno di Darmian. In fase difensiva ripiegavano come sempre all'altezza di Pirlo e Verratti per tornare al 2vs2 sulla fascia. Al di là dei numeri mi è sembrata leggermente diversa anche l'interpretazione del ruolo di De Rossi: continuava a scendere tra i difensori centrali per impostare ma poi si alzava anche di parecchio rispetto a quanto mi aspettassi (e rispetto a quanto faceva con la Roma). L'impressione è che Prandelli abbia scomposto il gioco dando ad ogni giocatore una funzione principale in base alla posizione ma sopratutto alle proprie caratteristiche. Un'idea che si allontana dall'archetipo del “calcio totale” in cui l'intercambiabilità di giocatori anche tra reparti diversi è uno dei concetti fondamentali, anche se una certo grado di intercambiabilità è previsto (tra i playmaker, sulla fascia per le coperture). Non per questo si è un'idea poco interessante o affascinante.

Il 3-4-2-1 italiano contro il 5-2-3 costaricense. La situazione tattica più probabile.

Prima della partita con l'Uruguay ho scritto che la Costa Rica avrebbe passato il girone, in realtà non possiamo esserne sicuri neanche adesso ma che fosse una bella squadra lo sapevo semplicemente perché avevo guardato qualche partita recente (e avevo letto Fabrizio Gabrielli che riportava le parole, queste sì profetiche, di Joel Campbell:“Ho pensato diecimila volte alla partita contro l’Uruguay. Avrò segnato già tipo ottanta gol”). Dopo il 3-1 all'Uruguay è diventato chiaro che la squadra di Pinto rappresenta una minaccia concreta per chiunque si trovasse ad affrontarla. La Costa Rica è una delle squadre con un'identità di gioco più marcata di questo Mondiale e anche la qualità dei singoli è superiore di quanto i loro curriculum lascino pensare. Il 5-2-3 costaricense è elastico ed energico e almeno nelle fasi iniziali della partita mi sembra lecito aspettarsi un atteggiamento prudente (come è stato nella fase iniziale della partita con l'Uruguay) per sfruttare gli spazi nelle ripartenze. Quindi massima libertà nell'impostazione per De Rossi e i due centrali difensivi, con la Costa Rica all'altezza della linea di metà campo con un 5-4-1 difensivo, pronta ad uscire in pressione sui nostri due centrali di centrocampo o a scivolare su un lato. La prima cosa interessante riguarda la posizione di Campbell, se marcherà De Rossi o se lo lascerà libero di salire palla al piede. La seconda sarà capire se i dirimpettai di Pirlo e Verratti (o chi per lui) si staccheranno dalla loro posizione anche se dovessero venire molto vicini a De Rossi. Le molte soluzioni a nostra disposizione dovrebbero garantirci ancora una volta il possesso, per pareggiare il conto a centrocampo e in difesa la Costa Rica dovrebbe alzare costantemente gli esterni e mandare Bolanos e Bryan Ruiz vicini a Campbell per giocare 3vs3 contro i nostri centrali. Così facendo però (ricordate che non si può giocare in 12 e che se aggiungi un giocatore in una zona ne togli uno in un'altra) lascerebbero Marchisio e Candreva liberi di giocare nel buco alle loro spalle e si formerebbe un 3vs3 anche nella loro difesa. E loro rischiano di più dato che nella situazione che sto immaginando la palla ce l'abbiamo noi. In ogni caso quello che potrebbe costare più caro alla Costa Rica è lo spazio tra le due linee non strettissime (almeno contro l'Uruguay) o quello alle spalle della difesa.

I 3 centrali difensivi costaricensi restano sempre piuttosto alti ed escono dalla loro posizione per marcare i giocatori tra le linee, e questo meccanismo può essere sfruttato per cercare una giocata veloce in profondità. L'Italia ha già segnato dei gol mandando Balotelli alle spalle dei difensori o sfruttando il buco dietro al suo marcatore con un inserimento e non mi stupirei se Prandelli e il suo staff avessero preparato qualche schema preciso per sfruttare questo che è il punto forte/debole della Costa Rica. Di solito lo scopo della squadra di Pinto è quello di aspettare che la palla arrivi su uno dei lati per poi aggredire in superiorità numerica sfruttando la linea del fallo laterale. Non solo ripiegano Bolanos e Bryan Ruiz, ma all'esterno di fascia si aggiunge l'esterno della difesa a 3: Duarte dalla parte di Gamboa e Umana da quella di Junior Diaz. Anche la coppia di mediani dai nomi altisonanti, Yeltsin Tejeda e Borges, stringe dalla parte della palla per recuperare il pallone. Per questo contro l'Uruguay la maggior parte dei palloni è stata rubata sulle fasce. A volte funziona:

Nella situazione qui sopra il laterale sinistro uruguaiano Cristian Rodriguez riceve palla e salta Gamboa che lo affronta per primo venendo da dietro, si lascia anche alle spalle Tejeda in ripiegamento dal centro del campo, ma poi viene chiuso da Duarte che lascia la marcatura su Forlan (la linea tratteggiata). A volte però non funziona:

Qui sopra Caceres si inserisce nello spazio tra Tejeda e Borges e verticalizza per Cavani. Che però si allunga la palla sul fondo. In fase di impostazione la Costa Rica non ha grandissimi playmaker difensivi ma Tejeda e Borges sono una delle coppie più complete che abbia visto in questa prima giornata di Mondiale. Tejeda tecnicamente è in grado di gestire il possesso e tirarsi fuori da situazioni complicate. È la prima copertura sulle ripartenze avversarie e si spinge meno raramente in avanti rispetto a Borges (vedi alla voce tuttocampista) che può far valere i sui 184cm per 84Kg anche in area di rigore. Tutti e due fanno tutto ma Borges verticalizza più spesso per i 3 davanti ed è abbastanza preciso anche nelle giocate di trequarti. Bisognerebbe farlo giocare di spalle mettendogli pressione: Verratti lo faceva con Gerrard, ma Borges gioca dalla parte di Pirlo in teoria, e comunque Borges si sposta troppo in giro per il campo. Le stelle della Costa Rica dovrebbero essere Bryan Ruiz, Bolanos e Campbell, ma Borges non è da meno (gioca nell'AIK di Solna, che poi è la squadra la cui maglia vesto nel mio torneo di calciotto per cui tengo un altro diario) e contro l'Uruguay mi è sembrato molto in forma. Sul gol di Campbell è lui il giocatore che va a vuoto di testa prima del tiro decisivo. Al di là del valore dei singoli tutti i giocatori della Costa Rica sembrano liberi di attaccare lo spazio come vogliono, attaccando a volte anche con 5 o 6 giocatori contemporaneamente (non esattamente il gioco di una squadra “cuscinetto”), e l'Italia dovrà stare attenta alle ripartenze per i limiti difensivi di Pirlo e Verratti e perché la Costa Rica è molto aggressiva nel recupero della seconda palla. Nelle situazioni in cui ha subito la maggiore pressione dell'Uruguay la squadra di Pinto collassava con 8 o 9 giocatori nella zona del pallone (la difesa sempre abbastanza alta) e appena recuperata palla, se la situazione non permetteva la calma, calciavano lungo Campbell isolato in avanti. Appena partito il lancio c'erano sempre almeno due giocatori pronti ad andare sulla sponda di Campbell, o sulla respinta della difesa uruguaiana, e l'azione difensiva diventava in pochi secondi offensiva. Tejeda e Borges, con l'aiuto di Bryan Ruiz e Bolano, formano un centrocampo tecnico, ma non abbastanza da giocare nello stretto e per questo la Costa Rica sfrutta tutta l'ampiezza e la lunghezza del campo grazie agli esterni Diaz e Gamboa (che sul gol del pareggio contro l'Uruguay finisce addirittura oltre la linea di fondo). L'unica altra squadra a giocare con il 5-2-3 in questo Mondiale è l'Olanda, ma gli esterni costaricensi non sono in grado di crossare come Blind da trequarti di campo. E qui veniamo al grande problema dell'Italia evidenziato dalla partita con l'Inghilterra. Purtroppo il nostro gioco comporta dei rischi: non possiamo perdere palla. Tanto più con una squadra elastica come la Costa Rica. In teoria Candreva e Marchisio dovrebbero ricompattarsi nella linea dei 4 a centrocampo seguendo gli esterni del Costa Rica, lasciando alla difesa e a De Rossi l'assorbimento di Bryan Ruiz e Bolanos; ma credo che l'unico modo per cui vada sempre così è che Candreva e Marchisio si consumino come candele e diano l'addio al calcio dopo il Mondiale. Se si perde palla con uno di loro alto, il terzino (o chi è rimasto al suo posto) andrebbe in inferiorità numerica. L'Italia corre costantemente il rischio di essere presa in inferiorità numerica, sopratutto da una squadra dinamica come la Costa Rica. Va anche tenuto conto che nessuno dei nostri centrali difensivi ha il passo per stare dietro a Joel Campbell in campo aperto (voi ve la prendete con Paletta ma vorrei vedere Bonucci puntato da Campbell, se come dicono Barzagli non sarà della partita). In sintesi: il Costa Rica può battere l'Italia perché il divario tecnico non è così grande da garantirci il 100% del possesso palla.

Lasciatemi vedere il “flusso canalizzatore” un'ultima volta prima di dirgli addio.

Come detto, dubito fortemente che Prandelli abbandoni un modulo che ha dato ottimi frutti (tranne che per alcuni italiani l'Italia è una delle squadre migliori del torneo, almeno a giudicare dalla prima partita) e questa rischia di essere l'ultima volta in cui vi parlo del modulo a Y. Per fortuna non sono uno di quelli nostalgici. Come si vede dallo schemino qui sopra il grande difetto di questo modulo contro quello della Costa Rica sarebbe nella zona delle mezzali, che se non attaccano lo spazio fanno metà del lavoro e non ripiegando lasciano in netta inferiorità i mediani al centro (2vs4) oppure, ancora, i terzini (1vs2). Ripiegando troppo però isolerebbero gli attaccanti (anche se sono due e uno può venire tra le linee). In definitiva credo che la Y sia un modulo troppo poco equilibrato per questa Italia, che dovrebbe completamente dominare l'avversario e in cui per chiunque lasci la posizione è stato previsto qualcun altro che lo sostituisca. Resta, per ora, l'unico modulo che preveda due punte (salvo un ritorno al rombo) e non sappiamo che tipo di soluzione potrebbe adottare Prandelli nel caso in cui andassimo in svantaggio. Per non alterare troppo lo schieramento in campo la soluzione più semplice sarebbe inserire una punta o una mezza punta (Cassano/Insigne) al posto di una mezzala.

Non si sa mai.

Forse un'alternativa potrebbe essere il 4-3-3 (4-5-1 in fase difensiva). In questo modo saremmo in inferiorità in mezzo al campo e dovremmo forse rinunciare al controllo (giocate più rapide e verticali quindi) ma potremmo mettere in mostra i limiti della difesa costaricense, poco tecnica e sempre piuttosto alta. I giocatori li abbiamo, Prandelli potrebbe fare un po' di un turnover che se non avessero recuperato per quasi una settimana sarebbe stato necessario da subito, e che forse lo sarà in futuro. Si darebbe una chance a Insigne e Cerci per mettersi in mostra e diventare davvero parte di questo Mondiale. Anche Parolo o Aquilani potrebbero sostituire le mezzali titolari (a me piacerebbe vedere Parolo contro Borges e Tejeda) e il doppio-play in stile Paris Saint-Germain potrebbe mettere a proprio agio Verratti vicino a De Rossi (il solito enorme lavoro difensivo e d'impostazione contro l'Inghilterra, ha un ruolo in campo solo suo, davvero). I terzini dovrebbero spingere ma non devono coprire tutta la fascia e si potrebbe pensare addirittura di lasciare il pallone alla Costa Rica per periodi anche lunghi di gioco. Contro l'Inghilterra, nel secondo tempo l'Italia ha calato il possesso palla e diminuito di molto il numero di passaggi (da 381 a 220, e contemporaneamente sono aumentati quelli inglesi da 196 a 272): certo la stanchezza ma anche la consapevolezza che l'Inghilterra avrebbe potuto farci più male ripartendo che se obbligata a costruire con la palla tra i piedi. Non sono stato un grande fan di Mourinho quando ha fatto una cosa simile all'andata contro l'Atletico Madrid, ma nell'ottica di un Mondiale lungo e fatico potrebbe avere senso. E chissà cosa succederebbe se l'Italia lo facesse davvero, considerato che c'è chi riesce a criticare l'atteggiamento avuto contro l'Inghilterra. La verità è che il nostro girone era duro già prima e si è complicato con la vittoria dell'Uruguay sull'Inghilterra. Io non me ne intendo di previsioni (ma se vi interessano c'è il modello di Nate Silver) e che ci aspettano due partite difficili è fin troppo ovvio. Italia e Costa Rica mi sembrano le due squadre migliori del girone, quelle che mi piacerebbe vedere in un ottavo di finale contro Colombia e Costa d'Avorio (o, se vogliamo credere ai miracoli, Giappone o Grecia). Mi auguro che passino entrambe, indipendentemente dal risultato di stasera.

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