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Serie A Giuseppe Pastore 1 novembre 2019 7'

Sette curiosità dalla decima giornata di Serie A

Fatti strani da rivendervi al pranzo con i parenti.

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Iniziamo questo decimo episodio da ciò che NON è successo: dopo tredici partite consecutive tra Bundesliga e Champions League, nel tabellino dei marcatori di una partita del Bayern Monaco non è comparso il nome di Lewandowski. Martedì il polacco è entrato all’intervallo della gara di Coppa di Germania contro il Bochum e ha aiutato i suoi a rimontare da 1-0 a 1-2, pur senza segnare; ma così si è fermato a 13, risultato notevolissimo seppur non un record assoluto nemmeno nella storia del Bayern (nella stagione 1969-70 troviamo un Gerd Müller in gol per 15 incontri consecutivi, tutti di campionato, dal 4 ottobre 1969 al 3 marzo 1970). 

 

Purtroppo della striscia di 15 partite di Müller apparentemente non si trova alcun video, ma dallo stesso periodo eccovi un gol squisitamente mülleriano in Nazionale contro la Scozia.

 

 

Gasperini meglio di Guardiola!

Fermi, non è un bieco tentativo di click-baiting. Siamo piuttosto davanti a un record sontuoso: per la prima volta nella storia della serie A, una squadra ha segnato almeno due gol in ognuna delle prime dieci giornate. Quella squadra è l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, riuscito in un’impresa sfuggita al Milan di Sacchi, la Juventus di Lippi, l’Inter di Mourinho, la Roma di Liedholm, il Milan di Capello, la Juventus di Trapattoni, il Grande Torino eccetera. 30 gol in dieci partite non sono un bottino da fantascienza (due anni fa la Juve ne fece 31), ma è la continuità dei bergamaschi quel che stupisce e fa spavento. 

 

Nell’anno solare 2019 l’Atalanta è già a 80 gol stagionali e mancano ancora dieci partite tra campionato e Champions: la prospettiva di sfondare quota 100 è concreta.

 

Uno spavento (gasp!) che contagia halloweenianamente anche il resto del mondo, se confrontiamo la striscia atalantina con gli altri grandi squadroni della storia del gioco o perlomeno dei top 5 tornei europei. Pep Guardiola, per esempio, non c’è mai riuscito né con il Manchester City né con il Bayern né con il Barcellona, che anche nella versione Dream Team con Cruijff in panchina non centrò mai il 2×10. L’allenatore della Dea è più Gasperson dello stesso Ferguson, che mai partì in maniera simile nelle sue 27 stagioni al Manchester United. Abbiamo controllato il Liverpool di Klopp, le più scintillanti versioni dell’Arsenal di Wenger, il Real Madrid di Mourinho che segnò 121 gol in campionato, il Real Madrid 1989-1990 che ne segnò 107: ma niente, c’è sempre una giornata storta, uno 0-0 o un 1-0 striminzito. Abbiamo allora cercato le due squadre che hanno fatto più gol nella storia del calcio inglese, l’Arsenal e l’Aston Villa che nel campionato 1930-1931 segnarono rispettivamente 127 e 128 gol a testa in 42 partite: ma niente anche lì! Dateci una mano: secondo voi esistono altre squadre europee che hanno fatto altrettanto, o a Napoli l’Atalanta è entrata addirittura nel Guinness dei Primati?

 

Di contro, su tredici avversarie stagionali, solo una squadra non è riuscita a segnare all’Atalanta: la Roma di Fonseca alla quinta giornata.

Una Juve diversa

È già il quinto 2-1 stagionale per la Juventus. Un punteggio inusuale per i bianconeri negli ultimi anni, abituati a concedere sempre molto poco e a chiudere le partite con maggior agio rispetto a quanto sia avvenuto nei primi tre mesi di Maurizio Sarri. Considerando solo le stagioni con il doppio impegno Serie A/Champions, era dal 2003-2004 che la difesa bianconera non aveva ottenuto così pochi clean sheet a fine ottobre: allora furono solo due, la metà dei quattro attuali. E sono insolitamente poche anche le vittorie con più di un gol di scarto: appena due, 2-0 contro la Spal e il 3-0 contro il Bayer Leverkusen, a fronte per esempio delle sette del 2018-2019 a questo punto della stagione. Per trovare uno score peggiore bisogna tornare all’ultima Juventus di Claudio Ranieri, annata 2008-2009, quando l’unica vittoria per la quale i tifosi bianconeri non dovettero mangiarsi i gomiti “fino alla fine” era stata questo comodo 4-0 allentato all’Artmedia Bratislava nel play-off di Champions League.

 

A questa festa del gol aveva partecipato persino Legrottaglie.

Checkpoint Romelu

Niente male neanche lo score di Romelu Lukaku: con i suoi primi 10 tiri nello specchio in serie A, ha segnato 7 volte. Due sono calci di rigore (contro Cagliari e Sassuolo), due appoggi a porta vuota tutto sommato facili (contro Lecce e Parma), due reti da centravanti vero (contro Milan e Sassuolo) e a Brescia è arrivato anche il primo gol da fuori area. Ha migliorato la statistica di Piatek, che l’anno scorso si era presentato all’Italia con 6 gol sui primi 10 tiri e, alla pari con il Callejon versione 2014-2015, risulta il secondo miglior cecchino da quando Opta conteggia questo tipo di statistiche, ovvero dalla stagione 2012-2013. Meglio di lui, ironia della sorte, solo il centravanti a cui ha tolto il posto: Mauro Icardi, che nel 2016-2017 tenne a galla il più possibile la disgraziata Inter di Frank De Boer con un bottino di 8 gol sui primi 10 tiri in porta stagionali. 

 

Tudor's Eleven

Ci sono tweet che invecchiano decisamente peggio di altri: per esempio, questo è dello scorso 22 ottobre.

 

https://twitter.com/Udinese_1896/status/1186569267472424962

 

Dieci giorni e undici gol subiti dopo, l’Udinese è la quintultima difesa del campionato e non v’è dubbio che si tratti di uno dei salti in basso più repentini della storia della serie A. Qual era stata l’ultima squadra a subire undici gol in due partite consecutive?

 

Il Pescara di Massimo Oddo, peraltro anche lui ex tecnico dell’Udinese, che tra il 5 e il 12 febbraio 2017 incassò sei gol dalla Lazio (di cui quattro dal solo Marco Parolo) e cinque gol dal Torino.

 

Ma non è record neanche per la stessa Udinese, che una volta riuscì a fare pure peggio, ovvero dodici: il 2 ottobre 1960 subì un brutto 6-1 all’Olimpico contro la Roma e la settimana dopo perse il secondo set a zero, in casa contro l’Inter di Helenio Herrera.

 

 

In tutto ciò il povero Juan Musso è pure finito spiazzato in tre penalty su tre, due volte da Muriel e una da Kolarov, eguagliando il collega Gollini nel record alla rovescia sul peggior para-rigori di cui vi parlavamo due puntate fa: adesso sono entrambi a zero parati su 11 affrontati in serie A.

 

Vinca il peggiore!

 

Consoliamo i fan di Musso mostrando l’unico rigore parato della carriera, a Lucas Gamba in Atletico Union-Racing Avellaneda 2-1 del 29 gennaio 2018

 

 

La palma della miglior difesa passa perciò all’Hellas Verona, che dovrà cercare di difenderla un po’ meglio. I ragazzi di Juric sono una delle due squadre che non ha mai preso più di due gol in questo campionato (l’altra, altrettanto curiosamente, è il Cagliari). Kumbulla e soci possono andarne fieri: la difesa dell’Hellas non guardava tutti dall’alto dal 19 maggio 1985, ovvero dall’ultima giornata del campionato che si era concluso con lo storico scudetto della banda-Bagnoli. 

 

We are AS Roma

Chris Smalling non era tenuto a saperlo, ma un inglese non segnava in Italia da quasi un decennio: l’ultimo gol albionico della storia della serie A risaliva nientemeno che al periodo milanista di David Beckham, in particolare a questa velenosa punizione contro il Genoa scoccata la sera del 22 gennaio 2010.

 

In mezzo, una striscia di otto inglesi imprigionati nel tunnel della bocca asciutta prima di Smalling libera-tutti: avevano fatto cilecca il torinista Joe Hart (l’unico parzialmente giustificato, in quanto portiere), Micah Richards (Fiorentina), Ashley Cole (Roma), Nathaniel Chalobah (Napoli), Rolando Aarons (Verona), Ben Wilmot (Udinese), Stephy Mavididi (Juventus) e Ronaldo Vieira della Sampdoria, del quale probabilmente scoprirete la nazionalità inglese proprio leggendo questo paragrafo.

 

A onor del vero il prode Chalobah, attualmente in forza al Watford ultimo in classifica in Premier League, aveva segnato un gol in Europa League contro il Legia Varsavia.

My jesteśmy SSC Napoli

Giornata di grande festa anche in Polonia: dopo oltre trent’anni Zbigniew Boniek (per comodità di tutti detto Zibì) non è più il capocannoniere solitario tra i polacchi di serie A. Il baffuto attaccante di Bydgoszcz (pronuncia bìdgosh), sei stagioni in serie A con Juventus e Roma dal 1982 al 1988, è stato agganciato a quota 31 da Arkadiusz Milik, nell’attesa che al party si unisca anche Piatek (al momento a quota 25).

 

Il gioco delle somiglianze

È vero che Suso ha segnato quattro gol su punizione in serie A tutti a San Siro, tutti sotto la Sud e tutti mandando il pallone negli stessi centimetri quadrati di porta, ma provate a trovare un’accoppiata più riuscita – per stadio, porta, dinamica generale e scoramento finale di giocatori e tifosi – tra l’autogol di Belotti al 90′ di Lazio-Torino 4-0 e l’autogol di Nikola Kalinic al 77′ della finale di Coppa Italia 2018 Juventus-Milan, 4-0 pure quella?

 

Oltretutto, il Gallo non ha mai nascosto la sua fede rossonera da bambino. E visto che girano voci di Gattuso futuro allenatore del Toro…

 

Tags : atalantajuventuslukaku

Giuseppe Pastore fa il giornalista. Appassionato di sport, di cinema, di gente.

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