Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
7 curiosità dell'ottava giornata di Serie A
22 ott 2019
22 ott 2019
Fatti buffi da rivendervi ai funerali.
(articolo)
10 min
Dark mode
(ON)

La seconda pausa per le Nazionali ci riconsegna un campionato più strano che mai, in cui anche una circostanza del tutto ordinaria, che si verifica regolarmente una volta all'anno, diventa un caso da X-Files: quante probabilità c'erano che Claudio Ranieri e Stefano Pioli debuttassero sulle panchine di Sampdoria e Milan entrambi nel giorno del loro compleanno? Pioli ci ha aggiunto il carico da undici di un rocambolesco pareggio sinistramente simile all'esordio di Gattuso a Benevento due anni fa: 2-2 con beffa finale oltre il 90' contro una neopromossa giallorossa... basta basta, ci gira la testa.

Meglio pensare a ricorrenze più liete, come quella verificatasi sabato sera intorno alle 21:05: negli stessi istanti in cui Cristiano Ronaldo segnava al Bologna il gol n.701 in carriera, un altro portoghese cresciuto nel Manchester United – tale Bebé Tiago Manuel Correia Dias – ne realizzava uno quasi identico in Extremadura-Rayo Vallecano 0-3, Segunda Division.

L'autore di questa rubrica ringrazia l'amico Antonio che gli ha segnalato questa coincidenza. Antonio è un tifoso del Foggia, del Rayo Vallecano e del Crystal Palace – praticamente, il lettore medio di questa rubrica.

Cornelius III

L'uomo della giornata è certamente il danese Andreas Cornelius, che fino alle 18 si figurava una noiosa domenica pomeriggio d'autunno, in panchina a prendere freddo, come riserva dell'intoccabile Inglese. Almeno potessi starmene sul divano davanti alla quinta stagione di Peaky Blinders! Invece dopo pochi minuti Inglese esce per infortunio e inizia il suo giorno da leone che lo porterà a diventare a fine partita il quarto giocatore della storia della Serie A ad aver segnato una tripletta entrando dalla panchina. Anche gli altri tre nomi non sono assolutamente banali: Josip Ilicic in Sassuolo-Atalanta 2-6del 29 dicembre 2018, Kevin-Prince Boateng in Lecce-Milan 3-4del 25 ottobre 2011 e Pietruzzo Anastasi in Juventus-Lazio 4-0 del 27 aprile 1975.

Ad Anastasi spetta anche il quasi-record della seconda tripletta più veloce della storia della Serie A: tre gol in cinque minuti, dall'83' all'88'. Lo batte solo Valentino Mazzola, tre gol in tre minuti in Torino-Vicenza 6-0 del 20 aprile 1947.




Dentro in 40 secondi

A proposito di gol molto ravvicinati: riuscite a trovare due reti della stessa squadra segnate in un lasso di tempo inferiore ai 41 secondi che ci hanno messo Immobile e Correa sabato pomeriggio? Riavvolgiamo il nastro: Immobile spiazza Gollini al minuto 68'28” e si lancia subito sul pallone per riportarlo di corsa a centrocampo. Il gioco riprende a 68'53”, l'Atalanta traccheggia qualche secondo nella propria metà campo, poi tenta un lancio lungo poco convinto che viene intercettato da Luiz Felipe, palla a Cataldi che va subito a cercare la testa del suo capitano, Immobile vince il duello aereo con Palomino e allunga verso Correa, più rapido di Freuler e finalmente preciso in zona-gol. La rete si gonfia quando il cronometro segna 69'09”: sotto il minuto!

Si tratta di una circostanza davvero eccezionale: razionalmente una squadra può riuscire a segnare due gol in un periodo così breve solo se dopo il primo gol è ancora in situazione di svantaggio o al massimo pareggio, non dilungandosi troppo nei festeggiamenti. Non a caso dalle nostre ricerche, limitate a una Serie A provvista di cronometro in sovrimpressione, è spuntato un solo episodio paragonabile a questo: Roma-Bologna del 16 settembre 2012, con i giallorossi di Zeman avanti 2-0 e i rossoblù di Pioli in impetuosa rimonta. Nella stessa porta di sabato pomeriggio Gilardino segnò il 2-1 al minuto 71'33” e Diamanti segnò il 2-2 al 72'35”: 62 secondi, comunque venti in più della coppia laziale.

Nel momento in cui Gilardino segna il 2-1, sulla schiena gli si sta staccando la lettera “o” del cognome.

Altri episodi notevoli? A una squadra di Gasperini era già capitato un harakiri del genere in Torino-Genoa del 13 aprile 2014, quando Immobile (ancora lui!) e Cerci avevano ribaltato lo 0-1 del suo Grifone in un minuto e 18 secondi e oltretutto in pieno recupero del secondo tempo. Curiosamente però anche il Gasp era riuscito in un'impresa simile, ai danni proprio della Lazio, quando allenava il Palermo: il 19 gennaio 2013 Arevalo Rios e Dybala avevano portato il punteggio di Palermo-Lazio da 0-1 a 2-1 in un minuto e 23 secondi. Qual è invece il record della doppietta più breve di un solo giocatore? Difficile fare meglio della favolosa cinquina di Robert Lewandowski al Wolfsburg il 22 settembre 2015: cronometro alla mano, tra il primo e il secondo gol passarono esattamente 60 secondi.




Gasp, I did it again

La rocambolesca Lazio-Atalanta è servita ad aggiornare anche altre pagine del Grande Libro delle Statistiche. Per esempio, l'ultima volta che la Lazio aveva rimontato uno svantaggio di tre gol in casa risaliva al 10 settembre 1950: un 3-3 contro l'Inter in cui i biancocelesti erano sotto 0-3 ancora al 72', prima di piazzare l'un-due-tre con Puccinelli, Vittorio Sentimenti e ancora Puccinelli. L'Atalanta invece non si produceva in un tale sciupìo dal 2 marzo 2003, quando si era trovata sullo 0-3 a San Siro contro il Milan futuro campione d'Europa prima di subire il furente ritorno di Inzaghi e soci: tra i due gol di Superpippo aveva lasciato il segno anche il danese Tomasson.

La partita di sabato pomeriggio dev'essere sembrata un déjà-vu anche a Gian Piero Gasperini, che il 15 febbraio 2009 aveva lasciato sul tappeto due punti sanguinosi per la corsa alla Champions League del Genoa, facendosi rimontare tre gol in casa dalla Fiorentina di Prandelli e soprattutto di Adrian Mutu, autore della fatal tripletta. E anche lì Gasp non l'aveva presa benissimo, disertando la conferenza stampa per protesta contro le decisioni dell'arbitro Rizzoli, in una partita di grandi tensioni anche in tribuna: le cronache riportarono l'increscioso episodio di un'aggressione ad Aida Yespica, compagna del difensore genoano Matteo Ferrari (“la show girl si è presentata in sala stampa dolorante, con una borsa del ghiaccio sulla gamba”).




Radja World Tour

Contro la SPAL Radja Nainggolan ha segnato uno dei gol più belli della sua carriera nonché il suo primo alla Sardegna Arena, il nuovo stadio provvisorio del Cagliari sorto nel parcheggio del vecchio Sant'Elia. Così il Ninja ha aggiunto quest'altra mirabile opera di edilizia alla collezione degli stadi in cui ha fatto esultare il pubblico cagliaritano. Il dato curioso è che, come nella tournée di una grande rockstar, Nainggolan ha centellinato con sapienza le sue reti, segnando in tutto appena cinque gol “in casa” in quattro stadi diversi: prima di quello alla SPAL, uno al Sant'Elia (Cagliari-Bologna 2-0 del 31 ottobre 2010), uno nel catino di Is Arenas a Quartu Sant'Elena (Cagliari-Bologna 1-0 del 21 ottobre 2012) e due al “Nereo Rocco” di Trieste, stadio scelto da Cellino per le prime tre partite del Cagliari 2013-2014 (contro Atalanta e Inter).

Magari, se rimarrà nell'isola un altro po', Nainggolan avrà occasione di portarsi a quota cinque, facendo gol anche nel nuovo Sant'Elia la cui inaugurazione è prevista per il 2021. Il record italiano sembra però saldamente nelle mani di Alex Del Piero, in gol in casa con la Juventus in sei stadi diversi, approfittando del dislocamento di alcune partite “minori” in storiche succursali del tifo bianconero. E dunque oltre ai tre impianti torinesi (stadio Delle Alpi, stadio Comunale-Olimpico e Juventus Stadium) aggiungiamo anche la Favorita di Palermo (una doppietta al PSG nella finale di ritorno della Supercoppa Europea 1996), il Dino Manuzzi di Cesena (un gol al Rostov nella Coppa Intertoto 1999) e l'Alberto Braglia di Modena (un gol allo Shamrock Rovers nei preliminari di Europa League 2010-2011).

Ma Del Piero poteva anche arrivare a sette, se avesse segnato in semifinale o finale di Coppa UEFA 1994-1995 che la Juve giocò a San Siro, rispettivamente contro Borussia Dortmund e Parma.




I maghi del dischetto

E ora un brillante caso di “statistica imperfetta”. Respingendo il tiro del leccese Babacar, il portiere del Milan ha sventato il terzo rigore consecutivo in tre partite, dopo quelli parati a Chiesa in Milan-Fiorentina e a Schone in Genoa-Milan. Scriviamo “il portiere del Milan” e non “Donnarumma” perché Gigio ha ceduto il posto a Reina nella trasferta di Marassi, quindi purtroppo non abbiamo (ancora) assistito a un caso di portiere capace di parare tre rigori in tre partite consecutive.

Ma nella storia della Serie A ce n'è mai stato uno? Morgan De Sanctis (Napoli) c'era andato vicinissimo nel 2009-2010, ipnotizzando Miccoli (Palermo), Lucarelli (Livorno) e Di Natale (Udinese) alle giornate 20, 21 e... 23. C'era andato ancora più vicino Christian Abbiati (Torino) nel 2006-2007: rigore parato a Totti alla 17^, rigore parato a Bjelanovic (Ascoli) alla 16^, rigore tirato... sul palo da Gilardino (Milan) alla 15^. E così the winner is Giuseppe Moro (Bari), stagione 1948-1949: tre rigori parati nelle prime tre giornate ad Annovazzi (Milan), Baldini (Sampdoria) e Blason (Triestina), e ci perdonerete se non vi mostriamo le immagini.

[@portabletext/react] Unknown block type "imageExternal", specify a component for it in the `components.types` prop

Con i suoi 15 rigori parati in serie A Giuseppe Moro è stato il più grande para-rigori del campionato fino agli anni Novanta, ed è tuttora il quinto all-time dietro Pagliuca, Handanovic, Consigli e Marchegiani.

Ma anche in questo caso c'è chi ha fatto ancora meglio! Renato Gandolfi (Legnano 1951-1952) e Attilio Gregori (Verona 1991-1992) furono capaci di pararne tre in sole due giornate consecutive. Gandolfi disse di no al danese Hansen della Juventus e a Cervellati e Cappello del Bologna; Gregori sbatté la porta in faccia a piedi nobili come quelli di Vialli (Sampdoria), Matthaeus e Brehme, in un incredibile Inter-Verona in cui i nerazzurri ebbero addirittura quattro rigori a favore, sbagliandone un terzo con Ciocci (alto) e segnandone solo uno con Desideri. Questo vuol dire che al Verona 1991-1992 furono fischiati cinque rigori contro in sole due partite: questo sì, che è un record impossibile da battere.




Palla da una parte, Gollini dall'altra

Ma ora voltiamo la medaglia per ammirarne il rovescio: quali sono invece i portieri meno brillanti nei duelli dagli 11 metri? Per esempio, Pierluigi Gollini è stato battuto due volte su due da Immobile, approdando così al non memorabile score di 0 rigori parati su 11 in Serie A: dato ampiamente peggiorabile visto che, restando tra i contemporanei, sono alla portata i record di Federico Agliardi (0 su 12), Angelo Da Costa (0 su 12) e Rubinho (0 su 13). In questa statistica, che non tiene conto dei rigori calciati sui pali o direttamente fuori, la maglia nera spetta probabilmente a Roberto Corti, dal 1979 al 1985 numero uno di Cagliari, Udinese e Ascoli, che nei suoi anni di Serie A fronteggiò 19 rigori: 17 gol e due tirati misericordiosamente a lato da Bivi del Catanzaro e Nicoletti del Como. Quindi, 0 su 17. Irraggiungibile?

Restituiamo parzialmente a Gollini l'onore perduto mostrandovi il suo unico rigore parato da professionista, a Danny Williams del Reading nella prima parte della stagione 2016/17, quando difendeva i pali dell'Aston Villa. Sfortunatamente, prese gol sulla respinta.




Non è mai troppo Tardini

Da quant'è che il Parma non segnava cinque gol in casa in Serie A? Pensate che era successo solo due volte, e mai nell'epoca d'oro di Zola, Asprilla, Tomas Brolin eccetera: il 25 febbraio 2001 in Parma-Perugia 5-0e il 1° maggio 2005 in un fantasmagorico Parma-Livorno 6-4.

Per il secondo anno di fila Preziosi esonera l'allenatore del Genoa dopo una sconfitta all'ottava giornata contro il Parma: nel 2018 era capitato anche a Davide Ballardini, che almeno aveva lasciato "il Grifone" in undicesima posizione. In bocca al lupo al nuovo tecnico Thiago Motta, che a Pegli ritroverà il suo amico Goran Pandev e debutterà sabato sera contro il Brescia del suo ex compagno di Nazionale Balotelli, che come gli altri due è stato un eroe (ehm) del Triplete 2009/10.




Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura