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Michele Tossani
Cosa serve per salvarsi nel calciomercato di gennaio
08 gen 2024
08 gen 2024
Salernitana, Empoli, Verona, Cagliari e Udinese si giocano tutto anche sul mercato.
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Michele Tossani
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IMAGO / Marco Canoniero
(foto) IMAGO / Marco Canoniero
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Arriva gennaio e, come da tradizione, riapre il mercato. La fiera dei sogni e forse delle vanità, il luogo dove i presidenti sperano di poter espiare i peccati commessi in sede di calciomercato estivo. Quello che una volta era definito "mercato di riparazione" e che si concludeva nel giro di pochi giorni in autunno è ora diventata una sessione lunga un mese dove può succedere che più che aggiustare si stravolga nella speranza di salvare la stagione.

Questo, inevitabilmente, vale soprattutto per le squadre che si trovano nei bassifondi della classifica dove si lotta per la sopravvivenza in Serie A. Pochi punti possono fare una differenza enorme per la salvezza e, da questo punto di vista, il calciomercato di gennaio assume un peso decisivo per le squadre impegnate nella lotta per non retrocedere. Una grande squadra può permettersi di fare giusto qualche ritocco, e se si sbaglia a maggio potrà comunque riprovare a ricostruire per raggiungere gli obiettivi la stagione successiva. Per una squadra in lotta per la salvezza il mercato di gennaio può essere invece questione di vita o di morte, e se le cose vanno per il verso sbagliato Dio solo sa quando tornerai a giocare a San Siro o all’Olimpico.

Nel momento in cui scriviamo la lotta per non retrocedere riguarda soprattutto cinque squadre, cioè Udinese, Verona, Cagliari, Empoli e Salernitana. Certo, tutto può succedere e alla fine le due squadre appena più in alto di questo trenino finale, cioè il Sassuolo e il Frosinone, non possono dirsi certo sicure con la loro distanza di sicurezza di 5 punti dal terzultimo posto. La squadra di Dionisi è riuscita a staccarsi solo in quest'ultima giornata, con l'inaspettata vittoria contro la Fiorentina, mentre il Frosinone sta passando un brutto periodo, con 7 sconfitte nelle ultime 10 partite di campionato. Nonostante questo, è sui dati che abbiamo oggi che inevitabilmente ci dobbiamo basare e dobbiamo fare le nostre scelte.

Tutte queste cinque squadre, comunque, hanno bisogno di fare qualcosa, per proseguire nel solco del campionato tranquillo che stanno facendo, per arrivare il prima possibile nel porto sicuro della salvezza, o cercare di invertire una rotta che sta diventando preoccupante.

Salernitana

Questo è il caso, ad esempio, della Salernitana ultima in classifica. Per i granata vale la teoria nietzschiana dell'eterno ritorno dell'uguale: due stagioni dopo e siamo di nuovo di fronte al presidente Iervolino che chiama disperatamente Walter Sabatini per rifare la squadra a gennaio e salvarla dalle grinfie della Serie B.

All'inizio di questa stagione sembrava difficile un'annata così per la Salernitana, con Paulo Sousa esonerato anche a causa di una serie di dissapori interni proprio derivanti da un mercato non esaltante, e Boulaye Dia nemmeno lontanamente ai livelli dello scorso anno e ormai con un piede già fuori Salerno. A questo bisogna aggiungere anche l'allontanamento del direttore sportivo Morgan De Sanctis, che ha gettato ulteriore benzina sul malcontento dei tifosi.

Dell’esperienza di De Sanctis a Salerno resterà questo iconico rant contro il Wolverhampton, accusato di aver approcciato Dia senza passare prima dalla società campana.

La patata bollente è stata affidata a Filippo Inzaghi, ottimo allenatore in cadetteria ma che ha un rapporto conflittuale con la Serie A (si vedano le precedenti esperienze con Milan, Bologna e Benevento). Le ultime uscite (soprattutto la vittoria di platino nello scontro diretto col Verona) hanno rafforzato la posizione di "Super Pippo", fino a quel momento in bilico per non essere riuscito a dare una sterzata alla squadra (non a caso, a proposito di eterno ritorno, si è parlato anche di un nuovo tandem Sabatini – Davide Nicola per ripetere l’impresa del 2022).

Sabatini dovrà intervenire innanzitutto per sostituire il partente Dia e Mazzocchi, ceduto al Napoli. Per la sostituzione di quest’ultimo si parla di Davide Faraoni, il che sarebbe strano per la Serie A, visto che il Verona compete con la Salernitana per gli stessi obiettivi. In ogni caso si tratta di un giocatore per certi versi simile, anche se con una consistenza atletica che sembra maggiore. L’alternativa sulla destra è rappresentata da Emil Holm, che però sta trovando sempre più spazio all'Atalanta e sarà difficile da convincere. Forse Sabatini per questo ruolo dovrà tirare fuori uno dei suoi conigli dal cilindro.

Il vero problema da risolvere, però, riguarda l’attacco, che potremmo definire asfittico. Con 16 reti segnate (le stesse del Verona) la Salernitana ha fatto meglio solo dell’Empoli (che è ancora ferma a 10). A livello di Expected Goals per 90 minuti, secondo StatsBomb la produzione offensiva della squadra di Inzaghi è la peggiore della Serie A (0.75). Se si escludono il già citato Dia e Antonio Candreva (4 reti ciascuno) nessun altro giocatore nella rosa granata ha messo a segno più di una rete.

Difficile pescare un nome sicuro che ha già esperienza di Serie A sul quale puntare, a meno che non si voglia dare l’ennesima opportunità ad un Petagna che sta facendo malissimo a Cagliari. È quindi lecito attendersi un nome a sorpresa individuato da Sabatini sul mercato estero, magari uno come Arnaud Kalimuendo. Per l’attaccante del Rennes sembrerebbe esserci un’offerta pesante dell’Eintracht Francoforte, club però interessato proprio a Dia. E se questo strano triangolo si avverasse? Un nome che circola e che sembra più plausibile è quello di Federico Bonazzoli, che aveva lasciato Salerno in prestito quest'estate per andare a Verona, dove però ha giocato molto poco (meno di 600 minuti, un solo gol segnato). Chissà, magari tornare nuovamente potrebbe spingerlo a replicare quanto fatto nella fortunata cavalcata salvezza di due stagioni fa, quando stabilì il suo record personale di reti in Serie A (10).

La Salernitana avrebbe bisogno anche di alzare la qualità in molti reparti, a partire dai centrali di difesa, per una retroguardia che è la peggiore della Serie A sia per gol (38) che per xG subiti (1.59 per 90 minuti). Per questo motivo Sabatini starebbe pensando a José Luis Palomino. A trentaquattro anni appena compiuti, l’argentino dell’Atalanta può in qualche modo ripetere l’operazione fatta a suo tempo con l’arrivo in granata di Federico Fazio, garantendo un carico di esperienza e di prestanza fisica al reparto arretrato dei campani. La "Dea", dopo l'arrivo di Hien, difficilmente farà le barricate per trattenerlo, e per la Salernitana potrebbe rivelarsi un acquisto intelligente.

Empoli

Appena un punto sopra la Salernitana troviamo l’Empoli. La cura Andreazzoli non ha guarito del tutto il malato toscano, che continua a produrre risultati altalenanti e a convivere col problema della mancanza del gol (come detto l’Empoli è il peggior attacco del campionato).

La società, però, è subito intervenuta in difesa, con un acquisto il cui respiro forse va oltre questa seconda metà di campionato. Stiamo parlando del difensore classe 2004 Saba Goglichidze, che rinverdisce la new wave georgiana in Serie A ma su cui difficilmente la squadra toscana potrà fare affidamento fin da subito. Oltre a Goglichidze, un altro arrivo che potrebbe concretizzarsi nelle prossime ore è quello di Szymon Zurkowski, mezzala iper fisica che ha già giocato a Empoli tra il 2019 e il 2022, e che a quanto pare è un pallino di Andreazzoli.

In avanti, invece, il primo "acquisto" sarà il recupero completo di Tommaso Baldanzi, praticamente latitante in questa stagione dopo una prima metà di 2023 che lasciava sperare grandi cose. Sul mercato vero e proprio, invece, l'obiettivo è quello di trovare qualcuno da affiancare a Francesco Caputo. Il peso dell’attacco non può gravare soltanto sulle spalle del trentaseienne ex sampdoriano, unico giocatore della rosa empolese ad aver segnato più di un gol (e comunque ne ha fatti appena tre). Con Matteo Cancellieri e Emmanuel Gyasi che non hanno convinto, appare ancora più incomprensibile oggi la decisione presa la scorsa estate di risolvere anzitempo il prestito di Roberto Piccoli con l’Atalanta. Il giocatore nel mentre si è accasato con buona riuscita a Lecce.

Convincere un attaccante a venire a lottare per non retrocedere in una società che non ha grandi margini di manovra finanziari come l'Empoli però non è semplice. Non è un caso che la società toscana pare stia guardando soprattutto in Serie B. Si è parlato di Brunori, che però il Palermo non è intenzionato a cedere, e allora in questi ultimi giorni è riemerso il nome di Alberto Cerri, che al Como fino ad adesso ha giocato meno di 200 minuti in campionato e segnato solo un gol. Di certo non la manna che l'Empoli stava cercando sul mercato, soprattutto considerando che per arrivarci l'Empoli probabilmente dovrà dare in cambio Stiven Shpendi. L'attaccante albanese era stata una delle scommesse più eccitanti del mercato estivo, eppure a Empoli non ha convinto quasi nessuno. Un'immagine che, più di altre, riassume l'annata grigia del piccolo club toscano.

Cagliari

A Cagliari, al contrario di Empoli, il problema del gol è meno pressante. La squadra di Ranieri può infatti vantare i quattro gol di Leonardo Pavoletti e i tre di Zito Luvumbo, un lusso praticamente unico tra le squadre in lotta per la salvezza. La cattiva notizia è che proprio le buone prestazioni dell'angolano hanno attirato l'attenzione di alcune grandi squadre, tra cui quel Napoli che sta cercando di usare il mercato di gennaio per dare una sterzata a una stagione drammatica. Qualora dovesse partire Luvumbo (il Cagliari potrebbe cederlo davanti ad un’offerta congrua), la squadra di Ranieri si ritroverebbe di fronte al compito ingrato di sostituirlo.

Come detto, non è facile trovare a gennaio attaccanti che siano disposti a farsi sei mesi di lotta salvezza, ed è per questo che forse per l'eventuale sostituzione di Luvumbo si potrebbe tentare per la pista interna, sperando nella fioritura definitiva del talento di Gaetano Pio Oristanio nella seconda metà di stagione. Un'alternativa potrebbe essere Gregoire Defrel, che potrebbe incarnare bene il sacrificio richiesto da Ranieri ai suoi giocatori, anche se con una qualità diversa in fase di dribbling e finalizzazione rispetto a Luvumbo. Defrel, comunque, è sempre più marginale nella rosa del Sassuolo e arrivarci non sembra impossibile.

Per il resto, è probabile che il Cagliari si muoverà per alcune operazioni di riempimento, visti i molti giocatori che si avvieranno all'uscita già a gennaio (con 29 giocatori in organico, la società sarda ha bisogno di sfoltire). Pereiro si sta trasferendo in Serie B, alla Ternana, e anche Capradossi dovrebbe accasarsi altrove. Allo stesso modo, il Cagliari è pronto ad ascoltare offerte anche per Petagna e Shomurodov, che non hanno convinto.

Il club sardo, insomma, dovrà reggersi su un equilibrio sottile, lavorando in uscita prima di integrare qualcosa nelle seconde linee. Il Cagliari, per esempio, vorrebbe alzare il livello con un nuovo portiere. L’eroe della promozione Boris Radunović non si è ripetuto in A, e forse si potrebbe fare meglio di Scuffet per il titolare. Per questa ragione si è fatto il nome di Bartłomiej Drągowski, su cui forse si può ancora sperare in una crescita inaspettata. Allo stesso modo servirebbero dei difensori più solidi di Mateusz Wieteska e Panteleīmōn Chatzīdiakos, un trequartista potenzialmente da undici di partenza, e chissà magari anche un altro mediano, vista la probabile cessione di Nandez in estate.

Verona

Parlare del mercato invernale del Verona è quasi impossibile. I problemi extra campo dell’Hellas sono noti e questo sta influenzando pesantemente la sessione invernale, con i migliori giocatori della rosa già con la valigia in mano. Si rischia la replica di uno dei tanti mercati di gennaio fatti in passato dal Genoa di Preziosi, club abituato a fare il girone d’andata con una rosa e quello di ritorno con un’altra. D'altra parte, Isak Hien è già passato all'Atalanta, mentre per Filippo Terracciano al Milan è ormai solo questione di ore. Ma anche oltre a loro due, la lista dei probabili partenti è lunga: da Cyril Ngonge a Josh Doig, da Martin Hongla a Koray Günter, fino al portiere Lorenzo Montipò. Tra questi, però, forse la cessione più sanguinosa potrebbe essere quella di Milan Đurić (su cui girano come avvoltoi sia Genoa che Monza), intorno al quale gira tutta la fase offensiva gialloblù, basata sulla palla lunga e sulla ricerca della seconda palla.

Alla domanda su cosa serve alla squadra di Baroni si può quindi rispondere in una sola maniera: tutto. E auguri al direttore sportivo Sogliano che, in questa situazione, dovrà convincere i giocatori ad andare a giocare in una situazione che potrebbe rivelarsi più compromessa di quanto non dica la classifica.

Per questo motivo la lista dei possibili nuovi innesti è fatta soprattutto di scommesse a basso costo provenienti dall’estero. Per la sostituzione di Hien ad esempio circola il nome di Edvin Kurtulus. Lo svedese di origine kosovare è un centrale che ha ben figurato quest’anno nell’Allsvenskan (il massimo campionato svedese) con la maglia dell’Hammarby. Sembra vicino anche il laterale dei Rangers Glasgow, il turco Ridvan Yilmaz.

Certo, un mercato fatto in questo modo è sportivamente problematico. Baroni si ritroverà a dover cominciare da zero, con una rosa completamente rinnovata, e con molti volti nuovi che dovranno adattarsi velocemente a un campionato nuovo. Serve più di un miracolo.

Udinese

Il Napoli sembra aver ormai definito l'acquisto di Lazar Samardžić, la cui assenza aprirebbe un buco nel centrocampo dell'Udinese, soprattutto a livello qualitativo. Per Gabriele Cioffi sostituirlo è un dilemma non da poco. Il tecnico friulano, tornato a Udine a stagione in corso al posto dell’esonerato Andrea Sottil, sta provando a proporre una versione maggiormente coraggiosa rispetto a quella del suo predecessore con un baricentro più avanzato in un contesto che rimane prettamente verticale, volto alla ricerca immediata della profondità. C'è bisogno di mezzali in grado di resistere alla pressione avversaria, e con qualità nel giocare la palla in profondità.

Se Samardžić venisse ceduto, però, a quel punto l'unico giocatore ad avere queste qualità nel centrocampo dell'Udinese sarebbe l'eterno Roberto Pereyra. Per i bianconeri serve per forza un innesto in quella zona di campo e a quanto pare starebbero pensando a Amir Hadžiahmetović. Vecchio pallino dei bianconeri, il bosniaco del Beşiktaş può giocare sulla trequarti e anche da mezzala, coprendo le stesse funzioni di Samardžić. Hadžiahmetović in questa stagione ha già all’attivo 4 assist nel campionato turco e sembra un'idea interessante, anche se non proprio futuribile sul mercato dato che ha 26 anni.

Alla luce di questa carenza di fantasia nel centrocampo dell'Udinese, è ancora più incomprensibile che non sia riuscito a trovare più spazio Simone Pafundi. Il talentino azzurro, che quest'estate con le sue prestazioni al Mondiale Under 20 aveva fatto presagire un grande futuro, è vicino al prestito alla Reggiana, dove spera di avere un minutaggio adeguato.

In fase di finalizzazione è il momento di Lorenzo Lucca, 6 reti realizzate. La domanda relativa all’attaccante italiano è però quella che ne ha contraddistinto fin qui la carriera: durerà? Forse meglio premunirsi trovando un altro attaccante sul mercato, magari nell'ottica di farlo crescere in vista della prossima stagione. In questo senso, l'Udinese starebbe pensando al giovane cileno Damian Pizarro, in arrivo dal Colo Colo. Nonostante la stazza non indifferente, all'attaccante classe 2005 piace molto condurre il pallone e cercare di trascinare fisicamente la propria squadra nella metà campo avversaria. Sembra quindi un profilo che potrebbe potenzialmente anche convivere con Lucca.

Sempre dal Sudamerica è in arrivo Lautaro Giannetti, su cui invece l'Udinese pare stia facendo più un ragionamento di semplice riempimento numerico della rosa. Giannetti infatti ha già trent’anni e viene a portare fisicità (184cm per 79kg) e piedi raffinati ad un reparto che ha perso per infortunio Jaka Bijol.

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