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Marco D'Ottavi
Le prime difficili partite di Lucca in Serie A
27 set 2023
27 set 2023
Un'analisi delle sue prospettive per andare al di là del gol sbagliato.
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Marco D'Ottavi
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IMAGO / ABACAPRESS
(foto) IMAGO / ABACAPRESS
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Lorenzo Lucca ha 23 anni ma sembra già un veterano. In pochi anni è passato per squadre dilettanti, squadre fallite, squadre che provavano a rinascere come fenici. È stato scartato, ripreso, prestato, ceduto. Si è fatto un anno in D, uno in C, uno in B e uno all’estero, all’Ajax, e ora è in Serie A. Dopo essere stato un perfetto sconosciuto, per alcune settimane è sembrato essere il salvatore della patria, il grande centravanti italiano del futuro che stiamo cercando da anni. In quei giorni Lucca aveva segnato 6 gol nelle prime 7 partite della sua vita in Serie B e Roberto Mancini aveva dovuto giustificare la sua non convocazione in Nazionale: «Lucca è forte, ma c'è un problema di concomitanza con l'Under 21 che deve qualificarsi agli Europei. A volte dobbiamo trovare un accordo e lasciare lì dei giocatori che potrebbero iniziare un percorso nella Nazionale A». Alla Bobo TV Cassano aveva raccontato di aver chiesto a Buffon di Lucca: «Mi ha risposto "non ha sbagliato niente contro di noi". Non capisco come possa essere in Serie B, è impressionante».Da quel momento in poi però la sua carriera ha preso una piega quasi surreale. Prima ha smesso di segnare all’improvviso e in senso letterale (dopo i primi 6 gol in 7 partite con il Pisa ne sono arrivati 0 nelle restanti 28, anche a causa di alcuni problemi fisici), poi in estate è finito all’Ajax, il primo italiano di sempre a vestire la maglia dei lancieri. In Olanda si è diviso tra prima squadra e Primavera senza particolari soddisfazioni, se non i due gol segnati nel giro di pochi giorni in prima squadra (lui, comunque, ha detto che da quella stagione «Mi porto dietro tanto»). Quando in estate il club olandese ha deciso di non spendere i 10 milioni di euro necessari per il suo riscatto è intervenuta l’Udinese che - sempre in prestito con diritto di riscatto, il suo cartellino è ancora del Pisa - lo ha aggiunto al suo attacco. Lucca doveva essere probabilmente la terza scelta dopo Beto e Brenner, una scommessa poco impegnativa. Poi Beto è stato ceduto all’Everton all’ultimo giorno di mercato e Brenner si è infortunato, e allora è toccato a lui. L’impatto di Lucca con la Serie ANon era forse quello che l’Udinese si aspettava, ma è stata la realtà: senza grandi alternative, con zero presenze in Serie A, Lucca è diventato il centravanti titolare dell’Udinese. Dopo essere partito dalla panchina alla prima giornata, con Beto in campo, Lucca è stato infatti titolare nelle altre 4 partite, sempre in coppia con Thauvin nel 3-5-2 di Sottil. Dovrebbe essere titolare anche stasera, contro il Napoli. Dei 370 minuti giocati fin qui in Serie A, comunque pochissimi per dare un giudizio, di Lucca si è parlato principalmente per un singolo minuto, anzi piuttosto un secondo: quello arrivato al 64esimo della partita contro la Fiorentina, quando servito da Ebosele a pochi metri dalla porta, vuota, ha calciato fuori.

Cosa dire di questo errore? Il calcio per gli attaccanti può essere spietato. Sul passaggio di Ebosele, Lucca fa una scelta conservativa, che si rivelerà essere un disastro: invece di arrivare sul pallone col sinistro anticipando l’impatto, decide di curvare leggermente la sua corsa per spostarsi e calciare col destro, il suo piede forte. Questa decisione, unita al recupero di Martinez Quarta, gli chiuderà lo specchio della porta in maniera drammatica. Al momento dell’impatto, infatti, lo spazio dove far passare il pallone per Lucca è stretto e che sbagli non è così inconcepibile. Certo, avrebbe potuto alzare il pallone e farlo passare sopra a Martinez Quarta o avere la lucidità di stoppare e rientrare per calciare a questo punto sì a porta vuota, ma non l’ha avuta. È difficile però considerare il suo un errore da “principiante”. Lucca ha 23 anni e un centinaio di partite alle spalle e, soprattutto, come arrivare su un pallone in corsa a pochi metri dalla porta e come buttarlo dentro la porta sono un po’ la base del mestiere, quel qualcosa che - come si dice forse con un po’ troppa mistica - «o ce l’hai o non ce l’hai».Dopo la partita Sottil ha provato a rincuorarlo, con quella durezza che possono avere gli allenatori in Serie A: «Lo sa anche lui che quel gol andava fatto, ma ne farà». Anche Walace ha parlato dell’errore di Lucca, tra il dispiaciuto e il fatalista: «Gli ho detto di non abbattersi e che il gol prima o poi arriverà. In squadra sappiamo quello che può fare». Se ci si è concentrati così tanto sull’errore di Lucca - che comunque è un singolo errore - è anche per l’andamento della stagione dell’Udinese fin qui: la squadra di Sottil non ha ancora mai vinto e ha segnato un solo gol in cinque partite. Un numero che stona ancora di più se consideriamo che secondo le statistiche avanzate è una delle squadre che crea di più in Serie A. Il campione è ancora poco indicativo e i numeri si aggiusteranno, ma aver realizzato un solo gol da 5.45 xG è un underperformance abbastanza tragica, la peggiore per distacco del campionato (la Fiorentina, per esempio, ha realizzato 11 gol da 3.39 xG, dati Statsbomb).All’interno di questa tendenza le prestazioni degli attaccanti dell’Udinese mostrano più ombre che luci. Lucca e Thauvin sono rispettivamente il quarto e il sesto attaccante per xG prodotti, ma sono anche gli unici due (insieme a Dany Mota) tra i primi quindici a non aver segnato neanche un gol. Una statistica acerba ma preoccupante per l’Udinese, considerando che le alternative scarseggiano. Success è tutt’altro che un cecchino, Vivaldo Semedo ha 18 anni e la condizione fisica di Deulofeu è ormai un mistero. Lucca come realizzatoreOvviamente non è stato un bel modo di presentarsi alla Serie A per Lucca. Da quando è spuntato fuori dal nulla con la maglia del Palermo si discute della sua capacità di fare gol. È un po’ lo scrutinio a cui sono sottoposti tutti i centravanti, specialmente quelli grandi e grossi come lui, sulle cui capacità realizzative dubitiamo sempre. Lucca da questo punto di vista è un animale strano: è cresciuto col mito di Ibrahimovic e nel suo gioco si nota una certa forma di imitazione dello svedese, un giocatore inimitabile. I suoi gol sono arrivati spesso con tiri violenti da fuori area o con tocchi in acrobazia, o comunque sfruttando la lunghezza delle sue gambe in area di rigore. In generale sono quasi tutti gol belli, che fanno pensare che Lucca possa diventare un ottimo centravanti, ma quanto sono riproducibili?

Quanti gol così potrà fare in carriera?

Soprattutto Lucca fin qui ha segnato in categorie inferiori (l’unica stagione in doppia cifra è stata quella al Palermo in D) o in maniera ondivaga, per periodi limitati, come i 6 gol in 7 partite con il Pisa o i due consecutivi con l’Ajax. L’errore con la Fiorentina quindi, più che per la sua gravità, arriva quasi come una riproduzione simbolica dei dubbi che circondano Lucca. Perché un centravanti affidabile, un centravanti da Serie A, è quello che segna la maggior parte delle grandi occasioni che gli capitano, aggiungendo poi, qui e lì, qualche gol tirato fuori dal cilindro.L’altra grande occasione avuta da Lucca, che ha fatto impennare i suoi xG, è arrivata col Cagliari (0.41 xG, quella con la Fiorentina 0.62 xG). Su un bel lancio da sinistra di Samardzic, Lucca è stato impeccabile nella preparazione - lo stop di petto e il movimento per mettersi tra il pallone e Chatzīdiakos - ma il suo tiro è stato murato da una grande uscita di Radunović.

Il riflesso del portiere è eccezionale ed è difficile dare colpe a Lucca. Anche qui, però, si può notare come Lucca scelga una soluzione conservativa, un tiro dritto per dritto di potenza, piuttosto che una più raffinata, come magari un tocco sotto o cercando l’angolo di piatto. La ricerca di “sicurezza” è probabilmente dovuta anche al contesto, alla voglia di togliersi il peso del primo gol in Serie A. Contro il Catanzaro in Coppa Italia, invece, Lucca ha segnato proprio con un tocco sotto, dopo aver avuto il tempo e lo spazio di guardare il portiere e scegliere come concludere negli ultimi minuti di una partita già vinta dall’Udinese. In Serie A, in totale, Lucca ha tirato nove volte verso la porta avversaria, gli stessi di Samardzic e meno di Thauvin (17) e Lovric (10). Di questi nove tiri, due sono le occasioni che abbiamo visto; altri tre sono tiri respinti, mentre quattro sono colpi di testa (che, comunque, al momento sembra il modo più sicuro per Lucca per segnare: di testa ha segnato metà dei suoi gol con la maglia del Palermo). Il campione quindi è troppo esiguo per fare valutazioni statistiche: anche il fatto che al momento sia il calciatore con il miglior rapporto xG per tiro della Serie A (0.22) è difficile considerarlo come una capacità innata di avere grandi occasioni. Oltre il golSe non possiamo relativizzare in un senso o nell’altro gli errori di Lucca, è interessante andare a vedere anche il resto del suo gioco. Come succedeva con Beto, l’Udinese usa il suo centravanti come mezzo per risalire velocemente il campo. Con i suoi 201 centimetri, Lucca è teoricamente perfetto per il compito. Accanto a lui i difensori rimpiccioliscono e vincere un duello fisico contro è un’impresa. In queste prime cinque partite con l'Udinese, Lucca è stato autore di un paio di sponde notevoli. Con una sponda, di testa, è arrivato anche l'assist per l'unico gol della squadra, segnato da Samardzic. Soprattutto quando riesce a giocare di prima spalle alla porta, Lucca ha messo in mostra una creatività non scontata. Al 17’ della partita con la Fiorentina è stato protagonista di una lunga azione in cui prima ha addomesticato un lancio lungo di prima appoggiando all’indietro, poi è andato a ricevere nello spazio, tenendo lontano il difensore col corpo e facendo salire la squadra. Infine è stato lui a inserirsi e ad arrivare sul passaggio di ritorno del compagno tirando fuori un cross impossibile che è diventato un’ottima occasione.

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Questo è più o meno il Lucca ideale, incontenibile a livello atletico ed efficiente con pallone tra i piedi. In altri casi, però, escono fuori tutte le difficoltà di destreggiarsi in mezzo a dei difensori di Serie A con un corpo così grande. L’agilità non è il suo forte e forse gli ci vorrà del tempo prima di capire il miglior modo per mettersi al servizio della squadra. Al momento infatti si nota una certa frenesia, una tendenza a cercare troppo la profondità e una difficoltà nel giocare a più tocchi (Lucca prova quasi 18 passaggi per 90 minuti e gliene riescono appena poco più della metà, 9.73).

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Le due facce di Lucca: la facilità con cui sposta Martinez Quarta prima, ma anche quella con cui si fa recuperare da Kayode che va a una velocità diversa dalla sua.

In ogni caso non si può non rimanere affascinati dalle caratteristiche tecniche e atletiche di Lucca. Un centravanti così potente e grosso, ma a suo modo con un’estetica ricercata e la capacità di provare giocate controintuitive. Se possa funzionare in Serie A è ancora difficile da dire, ma a 23 anni è giusto che abbia la sua occasione. È possibile che Lucca debba solo prendere le misure e che magari già dalle prossime settimane riuscirà a imporre le sue qualità in Serie A, almeno abbastanza da aiutare l'Udinese a navigare in acque più serene e stabilizzarsi come titolare. Non sono rari i casi di attaccanti a cui basta un gol, una partita giusta per "sbloccarsi", trovare il filo del proprio gioco. Per Lucca allora saranno fondamentali le prossime partite, tutte quelle che Sottil potrà e vorrà concedergli. L'alternativa per lui è diventare uno di quegli specialisti tipo Djuric, centravanti a cui è chiesto sostanzialmente solo di vincere duelli aerei. In parte sarebbe una svalutazione delle sue potenzialità anche un po' triste, ma il calcio ha sempre fretta e il percorso accidentato di Lucca fin qui non lo sta aiutando di certo.

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