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Dario Saltari
Cosa deve fare la Fiorentina sul mercato
22 giu 2023
22 giu 2023
La stagione è finita male ma ha lasciato basi su cui poter costruire.
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Dario Saltari
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La Fiorentina ha chiuso la stagione nel modo più doloroso ma anche più sano possibile. Ha perso all’ultimo minuto una finale che poteva dare un senso a una stagione lunga e difficile ma non la fiducia nel percorso che l’aveva portata fino a lì. È il vecchio adagio per cui il risultato è casuale ma la prestazione no, e al di là del gol crudele di Bowen e di una stagione che ha mostrato luci e ombre molto nette, c’è una squadra che ha raggiunto due finali con un gioco moderno e una rosa che sembra avere ancora molti margini di miglioramento. C’è sempre un’altra stagione, un altro trofeo, un’altra possibilità per chi crede nel lavoro che sta facendo.

Pochi giorni dopo la sconfitta di Praga contro il West Ham, la Fiorentina ha quindi rinnovato il contratto di Vincenzo Italiano per un’altra stagione, allegando secondo i giornali le mitologiche rassicurazioni sul mercato. In realtà il presidente Rocco Commisso, nell’annunciare alla stampa il rinnovo di Italiano, è stato più ambiguo di così. Ha detto che «fare o non fare l’Europa l’anno prossimo potrebbe cambiare qualcosa», e non è ancora chiaro se arriveranno sanzioni alla Juventus dalla UEFA che permetterebbero alla Fiorentina di essere ripescata in Conference League, poi ha scherzato dicendo che «l’unica garanzia che ho dato a Italiano per il 2024 è che verrà pagato». La sola certezza è che «abbiamo parlato dei giocatori che se ne potranno andare ma che saranno sostituiti». Non è tanto, ma di questi tempi, se ci pensate, manco poco.

Come sostituire chi se ne andrà

Vale quindi la pena cominciare dai giocatori che sono già partiti o che sembrano destinati a partire. Il primo, annunciandolo con un toccante post sui propri account social, è stato Riccardo Saponara. Il trequartista di Forlì ha chiuso così il suo complicato rapporto con la Fiorentina, che negli ultimi due anni ha finalmente assunto un senso grazie alla fiducia riposta in lui da Vincenzo Italiano, che già gli aveva dato nuova vita allo Spezia. Meno prosaicamente, Saponara è stato una delle alternative più valide sull’esterno di sinistra, insieme a Bonaventura la principale fonte di gioco nell’ultimo quarto di campo, in una squadra che continua a fare una fatica dannata a creare occasioni pulite.

Saponara è sembrato assumere un ruolo da padre nobile della squadra, da leader tecnico, a sprazzi “il più forte al mondo”. Sostituirlo insomma non sarà facile, a meno che la Fiorentina non voglia rimanere con Brekalo, che nei suoi misteriosi sei mesi fiorentini non è sembrato ancora al livello atletico richiesto dal suo allenatore, e Sottil, che sembra sempre in procinto di partire ma che, come prodotto del vivaio, mantiene una sua importanza per le regole imposte dal campionato italiano. C’è da dire che a sinistra potrebbe essere anche impiegato Sabiri, acquistato dalla Fiorentina a gennaio e lasciato per gli ultimi sei mesi di stagione alla Samp. Il marocchino però viene da una stagione catastrofica a Genova, dove ha litigato con Stankovic e dopo il Mondiale non ha praticamente più giocato.

In ogni caso dalle prime voci pare che la Fiorentina stia cercando innanzitutto certezze a destra, dove a parte Nico Gonzalez - che è l'uomo della Fiorentina con più mercato - con Ikoné e Kouamé non ne ha molte. Le strade al momento sembrano essere due. La prima parte dalla fissa di Vincenzo Italiano e arriva al nome di Domenico Berardi (che però negli ultimi giorni viene dato molto vicino alla Lazio). La seconda invece dall’immaginazione di qualche scout fino al nome di Dodi Lukebakio. Sembra quasi ridondante sottolineare la differenza tra queste due scelte. Berardi rappresenta un investimento più ingente, in termini di ingaggio e cartellino, e in relazione a un’età di quasi 29 anni, ma anche la sicurezza di un certo numero di gol, assist, finte a rientrare sul sinistro, rigori guadagnati all’ultimo minuto di partite tirate. L’esterno del Sassuolo non ha la creatività nel dribbling di Ikoné né il dinamismo senza palla di Kouamé ma per tutto il resto sarebbe un miglioramento notevole per la Fiorentina, che però a quel punto dovrebbe dirottare Nico Gonzalez sull'altra fascia (dove tra l'altro gioca con la maglia dell'Argentina). A pensarci bene, con i suoi movimenti a venire dentro al campo per creare gioco, Berardi potrebbe anche incastrarsi bene con Brekalo, che invece è un esterno a cui piace condurre da lontano e finalizzare l’azione.

Lukebakio è invece la scommessa. L’ala belga viene da un’ottima stagione all’Hertha Berlino, dove ha fatto segnare il suo record personale di gol (11, di cui cinque su rigore), e ha attirato l’attenzione di diverse squadre europee. Le sue caratteristiche sono quasi opposte a quelle di Berardi. Lukebakio preferisce puntare l’uomo per superarlo lungo linea grazie a una grande progressione con il pallone e sa muoversi con intelligenza in area, cosa che gli permette all’occorrenza di giocare anche direttamente sul fronte d’attacco (come ha fatto diverse volte anche in quest’ultima stagione in Germania). Sarebbe un profilo più simile a Kouamé, per intenderci, e, al di là di quanto può dimostrare in Italia, forse alla Fiorentina servirebbe qualcosa di diverso. In quella posizione si sono fatti molti altri nomi: da Orsolini, che dopo questa stagione però potrebbe costare caro, a Ngonge, fino ad arrivare addirittura a Zaniolo. Al di là della fattibilità economica, nessuno sembra poter aggiungere la creatività sulla trequarti di cui la Fiorentina ha bisogno.

Un’altra partenza con cui la “Viola” dovrà probabilmente fare i conti, in tutti i sensi, è quella di Amrabat. Il centrocampista marocchino è stato uno dei migliori giocatori del Mondiale prima di affrontare una seconda metà di stagione interlocutoria con la Fiorentina. Dopo la paventata cessione già a gennaio, Amrabat si è tenuto la sua migliore prestazione stagionale nella partita più importante, la finale di Conference League, in cui ha dimostrato quanto sia vitale per la Fiorentina. Le idee radicali di Italiano si reggevano spesso sulla capacità quasi sovrannaturale di Amrabat di coprire campo e recuperare palloni, e il caso è stato abbastanza perfido da ricordarcelo con il gol del 2-1 del West Ham, nato proprio da una palla sfuggita tra i piedi del centrocampista marocchino. È possibile sostituire un giocatore così senza perdere qualcosa?

Forse invece di inseguire un profilo simile che non sarà mai veramente all’altezza, come Adrien Tameze, avrebbe senso invertire la rotta e puntare su un regista più spiccatamente di possesso, come Maxime Lopez. Il centrocampista francese necessiterebbe di un ripensamento del gioco della Fiorentina, perché non si può pensare che possa sobbarcarsi il lavoro difensivo di Amrabat, ma avrebbe il vantaggio di potersi inserire facilmente nel “nuovo” 4-2-3-1 di Italiano. La bottega del Sassuolo, però, costa cara e non è detto che l’affare possa andare in porto. Cosa aspettarsi allora? Un clamoroso ritorno di Torreira? L’arrivo di un altro giocatore a fine carriera dalla Premier? Chissà, se l’Arsenal dovesse davvero prendere Romeo Lavia dal Southampton allora Jorginho potrebbe chiedere di cambiare aria. Anche lui, come Berardi, è stato dato vicino alla Lazio nei giorni scorsi. Vedremo.

Un portiere, un difensore, un attaccante

C’è da dire che se l’obiettivo è alzare il livello della rosa e permettere a Italiano di rendere più efficiente il suo gioco allora gli sforzi della Fiorentina si dovrebbero concentrare su altri ruoli. Innanzitutto sul portiere. Per quanto Terracciano abbia tenuto un buon livello e in generale non sia stato una “disgrazia”, come si dice di solito ai portieri che ti fanno perdere le partite, la Fiorentina avrebbe bisogno di un giocatore capace di indirizzare dalla propria parte le molte partite che lascia in bilico. Nonostante sia la miglior ottava difesa per non-penalty Expected Goals subiti, infatti, la squadra di Italiano è la peggiore in Serie A per xG concesso per tiro. In altre parole: non concede molte occasioni agli avversari, ma quelle che concede sono spesso molto pericolose. È la situazione peggiore per un portiere, che deve rimanere concentrato anche senza essere impegnato per lunghi tratti di partita, e quando succede deve tirare fuori il miracolo. C’è un portiere che quest’anno ha dimostrato di saper fare esattamente questo, e la Fiorentina lo sa bene, ovvero Mattia Perin. Chissà, magari ha finalmente voglia di uscire dall’ombra di Wojciech Szczęsny. In ogni caso difficilmente potrà costare più di Vicario, che ha una lista di richieste che arriva fino ai piedi e che parte da quella del Tottenham, che pare abbia raggiunto un accordo verbale con l'Empoli sulla base di 20 milioni di euro.

La Fiorentina ha problemi simili anche dalla parte opposta del campo: produce molto (ha finito il campionato quinta per non penalty expected goals prodotti) ma attraverso l’accumulazione di occasioni di scarsa qualità (ha il secondo peggior valore in Serie A in quanto a xG per tiro). Avrebbe bisogno insomma di un attaccante capace di battere il dato sui gol attesi e quell’attaccante non sembra poter essere né Jovic né Cabral (entrambi sotto le attese per quanto riguarda il campionato, ad esclusione dei rigori). La stagione appena passata sembra suggerire che una squadra come la Fiorentina possa permettersi solo una scommessa sulla futura evoluzione di uno di questi due giocatori, e possa piazzarne una nuova.

Se, come sembra probabile, tra i due rimarrà Cabral, allora vale la pena riflettere su quale sarebbe il profilo più adatto a completare le caratteristiche dell’attaccante brasiliano. Si è parlato molto di M’Bala Nzola e Boulaye Dia, due giocatori legati uno all'altro dalla stampa sportiva ma che in realtà hanno caratteristiche molto diverse, da tutti i punti di vista. Nzola è un attaccante più di raccordo, simile a Cabral nel gioco spalle alla porta, e, nonostante abbia dimostrato da alcuni anni di poter salire di livello, il ricordo fresco del rigore sbagliato che ha condannato lo Spezia alla retrocessione potrebbe abbassarne il prezzo. Al contrario Boulaye Dia viene dall’incredibile exploit di questa stagione ed è stato appena riscattato dalla Salernitana per 12 milioni di euro: non verrà a prezzo di saldo, insomma. Il pericolo che sia un one season wonder è dietro l’angolo, ma è vero che per i suoi numeri insensati in fase di finalizzazione e per i suoi intelligenti movimenti in profondità darebbe a Italiano un ventaglio di soluzioni più ampio.

Se le richieste per l’attaccante senegalese dovessero diventare insostenibili la Fiorentina potrebbe rivolgere la sua attenzione alla Ligue 1, dove il cesto delle scommesse è sempre molto ricco. Nella parte sugli attaccanti rivelazione specializzati nella conversione delle occasioni da gol, nello specifico, si sono messi in luce Lois Openda (di cui ha scritto Daniele Manusia) e il giovanissimo Elye Wahi, che viene da 29 gol nelle ultime due stagioni con il Montpellier. Veloce, con un buon dribbling, nonostante abbia esordito solo nel 2020 è già uno dei migliori per tasso di conversione: per tutte queste ragioni anche lui non è proprio in offerta, ma chissà, le vie del mercato sono infinite.

Per fare il salto di qualità la Fiorentina avrebbe bisogno anche di un centrale veloce capace di coprire la profondità quando la linea altissima viene bucata. Il rapporto con Igor, dopo le ultime sbavature in Conference League, sembra compromesso e anche Milenkovic sembra sempre sul punto di trasferirsi. Non potendo fare affidamento sul solo Ranieri, che comunque nella seconda metà di stagione ha fatto una buona impressione, la Fiorentina insomma ha bisogno di almeno un innesto lì. A cercare di nuovo sul mercato estero si potrebbe pescare dalle retrocesse dalla Premier League, per esempio dal Southampton, dove il centrale tedesco Armel Bella-Kotchap è sembrato avere grandi margini di miglioramento. Un’altra idea potrebbe essere quella di riformare la coppia di centrali della Serbia che aveva fatto bene al Mondiale affiancando Strahinja Pavlovic a Milenkovic. Il difensore serbo ha qualità e limiti che potrebbero incastrarsi bene con il gioco della Fiorentina, e il Salisburgo viene da una stagione grigia che potrebbe facilitare la trattativa.

Al di là dei nomi, comunque, la Fiorentina ha caratteristiche così riconoscibili che è facile individuare i profili che potrebbero farla salire di livello, e questo è un altro merito che andrebbe riconosciuto al lavoro di Vincenzo Italiano. Adesso, però, sta alla società fare il resto.

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