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Marco Lai
Cosa deve aspettarsi il Napoli dall'Eintracht Francoforte
21 feb 2023
21 feb 2023
La squadra di Glasner si esalta nei confronti diretti.
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Marco Lai
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IMAGO / osnapix
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Il Napoli arriva alla partita di stasera contro l’Eintracht Francoforte non solo coi favori del pronostico, ma anche come una delle migliori squadre d’Europa, sicuramente la più elettrizzante. Nei gironi ha domato Liverpool, Ajax e Rangers vincendo le prime cinque partite e mettendo in mostra un calcio, se possibile, ancora più incisivo di quello visto in Serie A. Ciò che ha impressionato è il controllo totale delle gare della squadra di Spalletti, evidenziato dal grande numero di gol segnati (ben 20) e la varietà di opzioni offensive messe in mostra: se in campionato è Osimhen il terminale di riferimento, in Champions Raspadori e Simeone hanno contribuito con ben 4 reti a testa. Dagli ottavi in poi, però, la Champions League è quasi un altro torneo e quanto di buono visto nei gironi è solo un ricordo. La sfida con l’Eintracht di Oliver Glasner da questo punto di vista presenta più di un'insidia.La squadra tedesca ha strappato il secondo posto nel suo girone e quindi la qualificazione, all’ultima giornata, vincendo lo scontro diretto con lo Sporting Clube in uno dei gironi più equilibrati. Anche in Bundesliga le cose vanno bene: l’Eintracht è sesto con 38 punti, a meno 5 dal primo posto condiviso da Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Union Berlino e quindi, potenzialmente, ancora in corsa per la vittoria finale. La squadra allenata da Glasner ha le caratteristiche perfette per creare problemi a tutte le avversarie, specialmente quando può fare la partita che preferisce, cioè quella da sfavorita, che più si adatta alle qualità dei suoi interpreti: blocco medio compatto e transizioni fulminee. L’Eintracht di questa stagione è piuttosto diverso da quello visto l'anno scorso in Europa League, vinta toccando livelli di gioco altissimi nelle due gare contro il Barcellona di Xavi. Glasner ha rinunciato al pressing ultraoffensivo che era un po' l'identità della squadra, a favore di una maggiore compattezza in mezzo al campo. A dimostrazione di ciò, il PPDA è passato da 8.13 a 10.91, mentre le pressioni nella metà campo offensiva sono crollate dalle 83 della scorsa stagione (secondo miglior dato nei top 5 campionati) alle 66 di quest’anno.

La fase di non possessoNonostante il passaggio a un approccio meno aggressivo, la struttura della squadra di Glasner è rimasta pressoché invariata: il modulo di base è sempre il 3-4-2-1 che diventa un 5-4-1 in non possesso. La principale caratteristica dei tedeschi quando non hanno la palla consiste nel modo in cui fanno densità in mezzo al campo, tenendo molto vicini e stretti i tre giocatori offensivi e i due mediani, forzando quindi la giocata degli avversari sull’esterno. L'obiettivo è quello di non lasciare il centro agli avversari che, se vogliono rendersi pericolosi, devono obbligatoriamente aggirare il muro eretto in mezzo al campo.

Non va però fatto l’errore di pensare che si tratti di una squadra conservativa: i difensori non lavorano di reparto, hanno l’uomo come riferimento e mantengono un approccio sempre proattivo e aggressivo verso gli avversari che giocano tra le linee e nei mezzi spazi. Se il blocco medio compatto rende difficile per gli avversari trovare ricevitori in verticale, l'aggressività dei centrali rende ancora più efficace la difesa tra le linee dei tedeschi.

In fase offensiva la principale l'arma dell'Eintracht è l'immediata ricerca della verticalità e dell'attacco alla profondità con Kolo Muani. L'idea di forzare gli avversari sull'esterno non è una mossa esclusivamente difensiva: una volta spostato il pallone verso una delle due fasce l'Eintracht fa densità in zona palla portando trequartista, il centrocampista più vicino, esterno e braccetto a ingabbiare gli avversari, recuperare palla e tentare il contropiede. Il Napoli dovrà quindi essere molto attento non solo a gestire bene la fase di palleggio, ma anche a portare un adeguato numero di uomini sul lato palla per essere pronti a riaggredire subito.

Una volta riconquistata palla le transizioni dell’Eintracht sono fulminee ed estremamente pericolose grazie alle diverse individualità di alto livello nell’attacco a campo lungo e nella conduzione (Kolo Muani, Kamada, Lindstrom, Knauff). In aggiunta, in queste situazioni la squadra di Glasner non è conservativa, ma accompagna l’azione in massa e attacca la porta avversaria portando tanti uomini dentro l’area.

La fase di possesso e la stella Kolo MuaniIn fase di costruzione la squadra di Glasner opta spesso per una struttura 4+1, con l’allargamento del braccetto da terzino destro o alternativamente alzando il centrale di difesa in posizione da vertice basso. Molto usata la soluzione del terzo uomo, specialmente in una variante che chi guarda il Brighton di De Zerbi ormai conosce benissimo: centrale in possesso, movimento incontro del trequartista nel mezzo spazio per giocare da terzo uomo e trovare un ricevitore libero sul lato debole, per poi far avanzare il pallone nella zona di campo in cui gli avversari sono scoperti.

L’Eintracht non è però una squadra particolarmente a suo agio in lunghe fasi di possesso e non si fa problemi a lanciare lungo verso Kolo Muani se la costruzione si fa troppo rischiosa. Da una situazione simile è possibile sia cercare l’attaccante in francese direttamente in profondità, per sfruttare la sua impressionante accelerazione, sia giocare un pallone sul corpo dell'attaccante per poi provare a vincere la seconda palla con i trequartisti, sempre molto vicini alla punta.

Kolo Muani è venuto alla ribalta nella finale dei Mondiali contro l’Argentina. Subentrato al 41’ al posto di un disastroso Dembélé, l'impatto avuto in quella partita fu fondamentale per la Francia per recuperare lo svantaggio. Purtroppo per lui quasi nessuno ricorderà la sua ottima prestazione, ma solo la parata eccezionale e iconica del Dibu Martinez sul suo tiro al 124’. Tuttavia, Kolo Muani non si è fatto influenzare da quel momento ed è tornato dal Mondiale in grandissima forma: complessivamente in stagione ha realizzato 15 gol e 15 assist in 30 partite, ma i numeri dal ritorno dal Mondiale parlano di ben 7 gol e 2 assist in 7 partite, coppa compresa. In poche parole, è lui l’uomo a cui deve fare più attenzione la linea difensiva del Napoli.Muani sa infatti rendersi efficace in tanti modi diversi: è uno straordinario velocista e rappresenta l’archetipo del centravanti della nuova era che fa della progressione e dell’attacco alla profondità i suoi principali punti di forza. Da questo punto di vista può sembrare piuttosto simile a Osimhen, ma rispetto al nigeriano ha meno forza fisica e meno istinti da centravanti, preferisce svariare sul tutto fronte d’attacco ed è molto bravo anche con la palla tra i piedi: si posiziona al 96° per dribbling effettuati tra gli attaccanti della Bundesliga ed è abile anche nel giocare per i compagni (80° percentile per xG assistiti). Sa farsi valere anche dentro l’area, è bravo nel crearsi occasioni pericolose (80° percentile per xG/tiro) ed è dotato nel colpo di testa.

Le armi del NapoliCome può far male il Napoli all’Eintracht? Alla squadra di Spalletti servirà avere un giro palla fluido e rapido da un lato all’altro del campo per aprire le spazi al centro e trovare soluzioni in verticale tra le linee, ma non solo. I giocatori dovranno muoversi molto per garantire quella fluidità posizionale, che in questa stagione è forse la caratteristica più importante del Napoli, per mandare in confusione i riferimenti dei tedeschi e trovare spazi da attaccare. I difensori dell’Eintracht, infatti, hanno come riferimento l’uomo e mantengono un approccio aggressivo, soprattutto con i braccetti nei confronti di chi bazzica nei mezzi spazi. Poco più di un mese fa il Napoli ha affrontato e annichilito la Juventus di Allegri che proponeva un atteggiamento simile con Danilo e Alex Sandro, i quali erano stati ripetutamente attirati fuori dalla linea difensiva per poi essere attaccati alle spalle da Osimhen. Da questo punto di vista, il Napoli dovrà cercare di replicare lo stesso atteggiamento.

Oltretutto l’Eintracht tiene la linea difensiva piuttosto alta se paragonata a quella della Juventus, e ciò permetterebbe di sfruttare in maniera persino più efficace lo straripante atletismo del centravanti del Napoli. Servirà però un compagno vicino a sfruttarne i movimenti di Osimhen quando la difesa avversaria sarà costretta a seguirlo sull'esterno o in profondità, creando spazi sulla trequarti.

A volte l’Eintracht, pur di mantenere un blocco medio e denso in mezzo al campo, tende a non tenere troppo vicine difesa e centrocampo, lasciando quindi uno spazio che gli avversari possono sfruttare con un lancio lungo mirato a vincere la seconda palla.

Inoltre, per quanto i difensori dell’Eintracht siano a proprio agio nel giocare con campo alle spalle e nel rompere la linea, hanno ben più difficoltà nella marcatura in area e nei duelli aerei, per cui potrebbero fare molta fatica nel tenere a bada Osimhen negli ultimi 20 metri, soprattutto se l'attaccante del Napoli confermerà quanto visto nelle ultime giornate. Insomma, non sarà un incontro facile per il Napoli perché l’Eintracht ha le armi – specialmente in gare a eliminazione diretta come si è visto in Europa League negli ultimi anni – per complicare e sporcare la partita del Napoli. D’altro canto, alla squadra di Spalletti non mancano di certo le opzioni per far male alla retroguardia tedesca. Sarebbe di fondamentale importanza trovare velocemente il primo gol, per costringere l'Eintracht ad alzare l’intensità del pressing e allungare i reparti, situazione in cui il Napoli sguazza perché dotato di giocatori di élite nel resistere alla pressione e nell’attaccare a campo lungo. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, il Napoli dovrà rimanere dentro la partita e non innervosirsi qualora non riuscisse a valicare il muro innalzato dai tedeschi in mezzo al campo, continuare a far girare il pallone e gli uomini nel tentativo di trovare il varco decisivo, cosa che non riuscì al Barcellona di Xavi in quel quarto di finale di Europa League della scorsa stagione. Le sfide a eliminazione diretta durano (almeno) 180 minuti e la pazienza è una caratteristica fondamentale per una squadra che vuole fare strada. Stasera è solo l'andata e il Napoli non deve pensare di dover già risolvere la sfida. Se riuscirà a giocare con la naturalezza e la sicurezza viste fin qui il resto verrà da sé.

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