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Federico Principi
Cosa aspettarsi dalle semifinali degli US Open 2017
08 set 2017
08 set 2017
La preview di Nadal vs Del Potro e di Carreño Busta vs Anderson.
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Federico Principi
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Quando Roger Federer e Rafael Nadal si erano incontrati in finale all'Australian Open, lo scorso gennaio, sembrava davvero un

fra due vecchi amanti ormai rassegnati alla mutevolezza del tempo e alla fine del loro amore. In quel momento era difficile immaginare che qualche mese dopo sarebbero arrivati a questi US Open essendosi spartiti tutti e tre gli Slam finora disputati nel 2017, con la straordinaria coincidenza dell'equa divisione sulle rispettive superfici - Nadal al Roland Garros su terra, Federer a Wimbledon su erba - senza che ciascuno abbia perso un singolo set, per la prima volta insieme. Lo spagnolo e lo svizzero hanno quindi ristabilito un duopolio per la corsa al Numero 1 a fine stagione come ai vecchi tempi.

 

Nadal e Federer sembravano quindi destinati a giocarsi tra di loro questo ultimo Slam del 2017, ma sono intervenuti alcuni fattori a spezzare questo ormai vecchio-nuovo duopolio. Innanzitutto Andy Murray ha comunicato - appositamente? - la sua assenza nel torneo successivamente all'effettuazione dei sorteggi, impedendo così di spartire ai due campioni le due metà del tabellone. Ma anche se Federer e Nadal erano finiti entrambi nella parte alta, sembrava che il loro predestinato scontro in semifinale avrebbe rappresentato la vera lotta per la vittoria del torneo.

 

Federer tuttavia si è presentato al torneo con un calo di forma - visibile fin dalla finale di Montréal contro Alexander Zverev - che è stato un po' sottovalutato da tutti. Dopo la sfida contro Youzhny

: «Non mi sono allenato su servizio e risposta, mi manca ritmo». Tutto questo gli è costato 5 set sia contro Tiafoe che contro lo stesso Youzhny, due partite che qualche mese fa avrebbe dominato, ed è tornato evidente nel quarto di finale perso contro l'immortale Del Potro. Questo significa che l'attesissimo "Fedal", mai avvenuto a Flushing Meadows, è stato scongiurato anche quest'anno.

 


Il calo fisico causa un crollo di lucidità: nel tie-break del terzo set Federer ha optato ripetutamente per il serve and volley, nonostante stesse dominando da fondo quando era al servizio. Qui addirittura (sul set point che poteva cambiare la partita) lascia rimbalzare una palla facile sopra la rete per poi cercarla malissimo con il corpo.



 

Con un occhio diverso, più attento alle grandi storie del tennis di seconda fascia, è stato invece osservato più da lontano l'andamento della seconda metà del tabellone, indubbiamente condizionato dai forfait di Djokovic, Wawrinka e Nishikori. Già agli ottavi di finale, da quella zona era sicuro che sarebbe uscito il nome di un nuovo finalista Slam: i giocatori in ballo erano Mischa Zverev, Lucas Pouille, Paolo Lorenzi, Diego Schwartzman, Denis Shapovalov, Pablo Carreño Busta, Sam Querrey e Kevin Anderson. Alla fine l'hanno spuntata Carreño e proprio Anderson, rispettivamente la testa di serie più alta ancora in gioco (lo spagnolo) e forse il giocatore attualmente più forte (il sudafricano), vista la deludente stagione di Pouille e l'età ancora acerba di Shapovalov.

 


Quasi tutti considerano quindi questa semifinale come la sfida per garantirsi un posto da sparring partner in finale, soprattutto se nella parte alta dovesse arrivarci Nadal. In effetti non è difficile immaginare che il vero favorito del torneo esca dalla semifinale della prima zona del tabellone, ma Carreño e Anderson sono due giocatori proiettati a ridosso della Top 10 (già raggiunta dal sudafricano a ottobre 2015) e soprattutto aggressivi e pericolosi se ben centrati.

 

Pur essendo entrambi dei tennisti votati maggiormente al gioco offensivo, lo spagnolo e il sudafricano possiedono caratteristiche più varie che usano per interpretazioni dei match altrettanto differenti.

 

Carreño Busta è l'unico vero alfiere della nuova generazione di giocatori spagnoli,

da Toni Nadal. Il tennis si è ormai evoluto dall'interpretazione controffensiva tipica degli spagnoli pluri-decorati sulla terra battuta, ma Carreño rimane un giocatore ancora a metà tra l’aggressività indispensabile nel tennis contemporaneo e il classico gioco iberico di manovra. Già lo scorso anno diceva di sentirsi in crescita di fiducia e in questa stagione aveva ottenuto ottimi risultati, come la semifinale a Indian Wells e i quarti al Roland Garros.

 

Carreño Busta possiede un rovescio assolutamente straordinario: segue molto bene la palla con l'apertura e riesce ad essere sia molto efficace in fase offensiva (lungolinea ma anche in diagonale), che in quella difensiva grazie a un grande anticipo. Con il colpo bimane diventa quindi molto pericoloso con la risposta d'impatto in avanti e molto solido quando va

, colpo sempre più usato dai tennisti attuali.

 

Diverso invece il discorso per quanto riguarda il dritto, colpo con cui si sente meno sicuro e con il quale ha una maggiore tendenza ad arretrare per aprire più lentamente e giocare in sicurezza in diagonale, con meno penetrazione. Molto più efficace invece quando gioca il dritto a sventaglio dal centro-sinistra. Ha qualche problema con la distanza dalla palla sia con il dritto (la colpisce a volte troppo vicina al corpo) sia con il servizio per via del fatto che tiene la testa della racchetta troppo bassa, giocando delle seconde troppo morbide. Possiede in ogni caso un'ottima capacità negli spostamenti, trovando sempre la giusta posizione con i piedi, nonostante le gambe lunghe e i pochi passi effettuati.

 



 

I punti meno forti di Carreño Busta: la seconda di servizio debole e corta (si nota la racchetta troppo bassa) e il dritto colpito andando sempre più indietro, anche se comunque sempre profondo.


 

Il suo tennis lo fa essere più efficace sulla terra e sul cemento, piuttosto che sull'erba. In questo senso presenta delle differenze con il suo prossimo avversario, Kevin Anderson, che è un giocatore più adatto a campi veloci e fa del tennis potente e diretto il suo credo.

 

Anderson ha attraversato un periodo molto difficile nel 2016, causato anche da un inspiegabile cambio del movimento del servizio, colpo che funzionava e che gli aveva permesso di diventare numero 10 nel ranking. Ma nelle sue apparizioni più recenti, Washington e Montréal in particolare, il sudafricano ha di nuovo tirato fuori il suo tennis migliore: nonostante sia alto 2,03 metri, e ovviamente letale al servizio, Anderson possiede una straordinaria risposta di rovescio con la quale riesce spesso a prendere il comando dello scambio anche nei game di risposta. Le sue abilità nelle accelerazioni lungolinea, specie di dritto, fanno spesso la differenza, soprattutto perché nelle giornate migliori riesce sempre a stare vicinissimo alla riga di fondo per attaccare.

 



 

Grande risposta di rovescio e successiva chiusura con un precisissimo dritto lungolinea: i punti forti di Anderson.


 

Tutto lascia quindi presagire a un match dove sarà soprattutto Anderson a prendere dei rischi, mentre la strategia di Carreño potrebbe essere indirizzata a cercare il più possibile la diagonale del rovescio e a far colpire in corsa il gigante sudafricano.

 

Ma l'aspetto più importante, in una sfida tra due giocatori così inesperti con questa posta in palio, dovrebbe essere quello psicologico: Anderson ad esempio ha giocato un ottimo match contro Alexander Zverev a Montréal, ma ha perso perché è mancato di convinzione in alcuni momenti chiave. Tuttavia ha più esperienza di Carreño a questi livelli e questo dovrebbe tornargli utile: è probabile che la partita se la aggiudicherà chi riuscirà a focalizzarsi di più sul gioco e meno sulla grandissima occasione capitata. In ogni caso il sudafricano parte leggermente favorito, a dispetto del ranking: dopotutto l'ultimo precedente è di poche settimane fa, sul cemento di Montréal, con Anderson che ha prevalso per 6-3 7-6.

 


Come il principe Giovanni Senzaterra, Juan Martin Del Potro si è conquistato il ruolo di usurpatore del trono condiviso da Nadal e Federer e della loro sfida ormai già preannunciata. Eppure paradossalmente, guardando il quarto di finale tra lo svizzero e l'argentino, la scarsa forma di Federer ha fatto venire il sospetto che le maggiori chance per fermare questo Nadal le abbia proprio Del Potro, un giocatore contro cui lo spagnolo ha sempre sofferto.

 

L'argentino ha bisogno però di un match pressoché perfetto. È vero che i campi duri sono i più indicati per

: la palla rimbalza abbastanza alta (e questo gli consente di poter colpire anche dall'alto verso il basso a due mani, senza usare il polso) e regolare, dandogli l'appoggio necessario per un colpo che invece non ha più spinta. Va detto però che Del Potro continua ad essere prevedibile, non usando mai il rovescio lungolinea né con il top né con il back.

 



 

Questo è Thiem, ma potrebbe essere assolutamente la stessa dinamica di uno scambio contro Nadal: palla carica sul rovescio, Del Potro non esce da quello schema e prima o poi subisce il vincente lungolinea.


 

Questo può favorire ulteriormente Nadal, che soffre maggiormente i back lungolinea di un avversario destrorso per via del fatto che riesce a spingere una palla bassa e tagliata molto meglio con il dritto mancino piuttosto che con il rovescio. Del Potro allora avrà due armi principali, semplicemente: il servizio, del quale avrà bisogno di una percentuale di prime in campo molto simile a quella del primo set contro Federer, vicina all'80%; e il dritto, con il quale provare a spingere principalmente dalla parte del dritto di Nadal, visti i clamorosi miglioramenti nel

dello spagnolo.

 



 

Ma anche spostarsi sul dritto a sinistra e accelerare con lo sventaglio potrebbe non essere sufficiente per Del Potro.


 

I dubbi principali su Nadal riguardano quindi la risposta, come dimostrato dalle recenti sconfitte contro Müller a Wimbledon e Kyrgios a Cincinnati, e nel rispetto della tradizione che vede Nadal in difficoltà contro i grandi battitori. Ma non è detto che il servizio di Del Potro possa mettere in difficoltà Nadal: l'argentino ha un servizio potente ma non sempre vicino alle righe e, soprattutto, quasi mai dotato di fastidiosi e poco leggibili tagli, e Nadal potrebbe quindi trovare progressivamente riferimenti alla risposta.

 

Lo spagnolo a sua volta ha compiuto grandi progressi al servizio nel corso dell'anno. A Eurosport l'altro ieri si è soffermato solo sulla seconda palla, dicendo di averla migliorata molto rispetto al 2016. Ma in questa stagione ha progressivamente cambiato il movimento del servizio rispetto a gennaio (alzando subito e non più tardi la testa della racchetta, quasi in concomitanza con il lancio) e ha usufruito anche di un attrezzo più pesante in testa per aumentare le velocità.

 

Nadal nella stessa intervista aveva anche detto che nell'estate del 2013, sul cemento americano, aveva giocato il suo miglior tennis. Eppure in questa stagione serve più forte (e ha ragione nel dire che è aumentata di più la velocità della seconda rispetto alla prima).

 

In definitiva Del Potro non ha moltissime chance di riuscire a giocare una percentuale altissima di dritti, e con essa di vincere la partita. Inoltre Nadal viene da una sfida contro Rublev che lo ha allenato a fondo sulla difesa a una serie di colpi penetranti a catena, pur scagliati in maniera abbastanza scriteriata dal giovane russo. Del Potro ha sicuramente una palla più pesante di Rublev con il dritto, ma è anche più sbilanciato su un lato del campo e contro Federer ha fatto fatica a colpire il dritto in corsa: nel metterlo in quella condizione, Nadal è un vero maestro, sfruttando il proprio rovescio incrociato a volte veramente molto stretto.

 

Dal punto di vista psicologico, però, lo scenario potrebbe rivelarsi vantaggioso per Del Potro: l'argentino più volte in carriera ha dimostrato di saper entrare in quella trance agonistica che lo fa diventare inarrestabile. Nadal, dal canto suo, pur essendo tornato Numero 1 non sembra più quella specie di automa che assicurava ogni volta prestazioni al proprio livello massimo. Ha effettuato la solita crescita incredibile nel corso del torneo - considerando che nel primo set al primo turno contro Dusan Lajovic faceva fatica a giocare rovesci in campo - ma quando sollecitato al 100% Nadal non risponde più con la stessa aura di infallibilità di qualche anno fa. In condizioni normali partirebbe favorito ma, si sa, Juan Martin Del Potro è davvero immortale.

 

 

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