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Dario Vismara
Cosa abbiamo imparato sui Milwaukee Bucks?
12 mag 2021
12 mag 2021
A fari spenti, la squadra di Giannis Antetokounmpo ha provato a cambiare il suo sistema, sia in attacco che in difesa.
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Dario Vismara
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In questa ricostruzione di The Athletic il “dunker spot” è quello spazio sotto il canestro che deve essere sempre occupato da un giocatore, con gli altri quattro attorno al perimetro. Gli spazi sono effettivamente delineati sui campi di allenamento dei Bucks nella loro practice facility, così come fatto due anni fa con lo schema “cinque fuori”.


 



 



 

 

 

Tre dei quattro assist della partita contro i Brooklyn Nets sono arrivati proprio per servire l’uomo nel “dunker spot”: il primo in transizione pescando Bobby Portis; il secondo per alzare l’alley-oop a Brook Lopez, mentre i Nets un po’ a memoria provavano a formare un muro contro Giannis; il terzo a difesa schierata con un bel taglio di Donte DiVincenzo mentre Holiday e Antetokounmpo giocavano il pick and roll sull’altro lato del campo. Da notare anche l’utilità dell’uomo nel “dunker spot” a rimbalzo d’attacco nell’ultimo possesso.


 



 





 



https://www.youtube.com/watch?v=gnY1z-dYBgo

In back-to-back arrivando da Portland senza Antetokounmpo e con Middleton in serata da 4/16 al tiro, Holiday si è caricato i Bucks sulle spalle con 33 punti e 11 assist. Ok, erano i Sacramento Kings, ma tutti i tifosi dei Bucks dopo questa partita hanno detto “Finalmente un altro che ci può trascinare”.


 



 



 

 

Nel momento decisivo della partita contro i Nets, i Bucks accettano per due volte il cambio difensivo mettendo Connaughton su Kevin Durant, anche a costo di vedersi bruciati dal palleggio. Sembra una cosa da nulla, ma per Milwaukee rappresenta un cambiamento epocale.


 



 



 





 



 

 

Nelle due partite contro Brooklyn si è preso l’enormità di 66 tiri dal campo, segnandone 32 di cui 8/20 da tre punti. Nel tentativo di punire la difesa ultra-conservativa dei Nets si è preso più responsabilità del solito, chiudendo con 85 punti nelle due gare — entrambe vinte — e mostrando un repertorio decisamente più ampio rispetto al passato, specialmente dalla media distanza. “Non mi interessa quanti punti ho segnato, l’importante è come sono arrivati nei miei punti preferiti, come sono riuscito a rallentare, come sono riuscito a prendermi un altro tiro dopo averne sbagliato uno, due o tre in fila” ha detto dopo la gara. “Questo è quello che voglio essere da oggi in poi e quello che credo di poter essere”.


 



 



 

 

 

 

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