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Come arriva il Nizza alla sfida col Napoli
16 ago 2017
16 ago 2017
La squadra di Lucien Favre ha sostituito diversi elementi chiave ed è ancora alla ricerca degli equilibri.
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Il preliminare di Champions League è per il Nizza il premio arrivato alla fine di una grande stagione. Lo scorso anno la squadra di Lucien Favre non ha solo fissato il record di punti della sua storia (78), ma anche sfiorato il mezzo miracolo di finire

, battendolo per 3-1 in casa a tre giornate dalla fine del campionato e avvicinandosi ad appena tre punti dal secondo posto che avrebbe significato accesso diretto alla Champions League. Un ulteriore atto di lesa maestà (oltre a quello già compiuto dal Monaco vincendo il campionato, cioè) a cui il Nizza non è arrivato perdendo poi due delle ultime tre partite, finendo nel purgatorio dei preliminari.

 

 



 

Per la verità, il Nizza non può essere considerato una vera e propria novità per le gerarchie del calcio francese, data l’ottima stagione dell’anno precedente, quando era arrivato quarto con 63 punti dopo essere stato a lungo in testa.

 

La strategia della dirigenza, acquistata nel 2016 da un consorzio sino-americano, è stata chiara negli ultimi anni: costruire una squadra composta principalmente da giovani prospetti, pescati soprattutto dal vivaio di casa, affiancarli a delle stelle che hanno bisogno di rilanciarsi, e mettere alla guida un allenatore esperto. Nel 2015/16 l’esperimento è riuscito con Claude Puel e Ben Arfa (poi trasferitisi rispettivamente al Southampton e al PSG); l’anno scorso con Lucien Favre e Balotelli.

 

Il problema che ha dovuto affrontare il Nizza in questo mercato estivo è che l’anno scorso, paradossalmente, questa formula ha funzionato

: l’incredibile successo della squadra di Favre - che è stato messo da

al tredicesimo posto tra i 50 allenatori migliori al mondo - ha fatto fin troppo rumore nell’élite dei principali club europei, che si sono avventati sulla rosa rossonera come cornacchie su un traliccio d’uva.

 

Dalla formazione titolare sono stati prelevati due elementi, Dalbert (per circa 20 milioni all’Inter) e Eysseric (per circa 3,5 milioni alla Fiorentina), a cui si devono aggiungere la fine dei prestiti di Ricardo Pereira (tornato al Porto) e Belhanda (oggi al Galatasaray). E questo senza contare l’enorme pressione che la dirigenza nizzarda ha dovuto sopportare per difendere il suo grappolo più dolce, Jean Michëal Seri, dalle beccate di Barcellona e Roma.

 


 

Anche se non mancati gli acquisti, va detto prima di tutto che perdere più di un terzo della propria formazione titolare sarebbe un problema per qualunque squadra ma che lo è ancora di più per l'Olympique Gymnaste Club Nice Côte d'Azur (questo è il nome esteso), una squadra con meccanismi tattici rigidi solo per quanto riguarda l’uscita del pallone della difesa, che basa gran parte della sua pericolosità offensiva sulla libertà creativa lasciata ai due attaccanti e alle due ali.

 

Nel 4-2-3-1 di Favre alle ali è solamente chiesto di partire larghi ad inizio azione, per poi accentrarsi attaccando i mezzi spazi, una volta superata la prima linea di pressione avversaria. In questo modo, la formazione del Nizza in fase di possesso è in realtà più vicina ad un 4-2-2-2 molto stretto, con l’ampiezza garantita da uno dei due terzini (l’anno scorso di solito Dalbert). Per il resto ai giocatori offensivi non è chiesto moltissimo, se non di creare superiorità centralmente, associandosi tra loro oppure superando il diretto avversario.

 

Il Nizza non fa del controllo del pallone un dogma e non ha meccanismi di pressing estremamente organizzati: la prima punta si mette tra i due centrali avversari in modo da tagliare la linea di passaggio e indirizzare il possesso lateralmente, mentre il trequartista scherma il regista (o uno dei due mediani, in caso di centrocampo a due) e l’ala più lontana restringe il campo andando in pressione  centralmente, di solito su una delle due mezzali avversarie.

 

Questo è uno dei motivi principali che ha permesso al talento di Balotelli di rifiorire (l’anno scorso 17 gol e un assist in tutte le competizioni): all’italiano era permesso di galleggiare tra le linee di centrocampo e difesa avversarie per sfruttare il suo gioco spalle alla porta o il suo gran tiro dalla distanza, senza troppi compiti difensivi.

 





 

Ma la pericolosità del Nice non era dipendente da Balotelli e poteva contare su molte altre armi: le progressioni palla al piede di Pereira, i tiri dalla distanza di Seri, gli inserimenti in area di Cyprien.

 



L’aver perso totalmente la propria trequarti offensiva (Eysseric, Belhanda, Pereira) ha costretto il Nizza a cercare sul mercato giocatori in grado di sostenere grandi responsabilità creative e spiega in parte anche l’aridità realizzativa di questo inizio di campionato: due sconfitte nelle prime due giornate, con appena un gol segnato (su rigore).

 

In questo primissimo scampolo di Ligue 1 i rossoneri non si sono, per di più, ritrovati ad affrontare solo le assenze già citate, ma anche quelle per infortunio di Balotelli (a parte che per l’andata del primo preliminare, contro l’Ajax) e Cyprien, scendendo in campo con una squadra quasi del tutto rinnovata. I nuovi acquisti sulla trequarti sono giocatori diversi per caratteristiche, età e ambizioni: Saint-Maximin (in prestito dal Monaco), Sneijder e Lees-Melou.

 

Tra questi Allan Saint-Maximin è probabilmente l’acquisto più affascinante: ha un’accelerazione da fermo da Lamborghini Murcielago e un gran tiro dalla distanza, viene da un'ottima stagione al Bastia (la prima da titolare), dove si è distinto come uno dei giovani - ha appena 20 anni - più interessanti di

, nonché il giocatore con almeno 650 minuti giocati che ha dribblato di più in Ligue 1: per la precisione ha saltato l'uomo 4.55 volte ogni 90 minuti. Il suo arrivo, come c'era da aspettarsi, ha immediatamente ravvivato i bracieri spenti dell’attacco del Nizza.

 

Ha più ombre e incognite, invece, l’acquisto di Wesley Sneijder, anche al di là della sua reale condizione fisica (nel frattempo, non è stato convocato per la partita d’andata contro il Napoli). L’olandese aiuterà il Nizza a disordinare difese basse e chiuse, aumentando di molto il tasso creativo sulla trequarti ma, con il suo gioco cerebrale, rischia di rallentare la squadra di Favre in transizione, un’arma a cui fa molto affidamento e che stava esaltando il potenziale di un giocatore più diretto e istintivo come Srarfi.

 

Merita una menzione anche l’acquisto di Lees-Melou, l’anno scorso 7 gol e 3 assist al Dijon, più abile senza il pallone e quindi meno funzionale nell’ottica di una responsabilizzazione dei giocatori nella trequarti offensiva, ma sicuramente pericoloso in area di rigore.

 



Le fragilità del Nizza al momento non si limitano a una certa aridità realizzativa, per fortuna del Napoli. Già lo scorso anno, contro squadre che amano controllare il pallone, la squadra di Favre non ha mostrato meccanismi organizzati che possano lenire gli effetti, spesso nefasti, della perdita del possesso.

 

Innanzitutto, per via di un blocco difensivo centrale abbastanza passivo, restio a staccarsi dalla linea per andare in anticipo. La coppia centrale Dante-Le Marchand, che garantisce comunque un'ottima tecnica in fase di uscita del pallone, non è la più affidabile del campionato, con il brasiliano spesso sbadato anche nelle marcature a uomo più blande, e il francese che sbaglia spesso i tempi di intervento e attesa.

 

Questo problema è di per sé grave quando il Nizza si difende basso e i trequartisti avversari vengono lasciati liberi di ricevere nei mezzi spazi, alle spalle dei due mediani, ma diventa ancor più pericoloso le rare volte in cui la squadra di Favre abbozza un pressing alto, di solito quando la squadra avversaria torna dal portiere con un retropassaggio. In quei casi, i centrocampisti e gli attaccanti si allungano in verticale per cercare le marcature a uomo mentre la linea difensiva rimane bloccata sulla propria trequarti, lasciando liberi gli avversari di ricevere e innescare la transizione.

 


Il Troyes prima disinnesca il pressing alto del Nizza in maniera abbastanza scolastica, poi inganna un distrattissimo Dante con un lancio lungo di una quarantina di metri.


 

Bisogna anche considerare che, facendo frequentemente affidamento sulle transizioni, il Nizza tende ad allungarsi in verticale sul campo, senza però quei meccanismi di riconquista del pallone nella metà campo avversaria e quelle marcature preventive che la possano proteggere in caso di transizione negativa.

 

Il Nizza, sia quando cerca di ribaltare velocemente il campo in transizione sia quando invece attacca posizionalmente, è una squadra spregiudicata, che ama attaccare con molti uomini sovraccaricando l'area per mandare in tilt i meccanismi difensivi avversari. Quando riesce ad occupare la trequarti avversaria, conquistando i corridoi verticali con i giocatori offensivi e il terzino, ad esempio, Favre chiede spesso a uno dei due mediani di inserirsi in area da dietro, in modo da far saltare le marcature avversarie. E sia Seri, che Cyprien, che Koziello (che lo sostituisce per adesso) hanno grande tempismo in questo.

 


L'inserimento di Seri regala il 2-2 finale con l'Ajax, che permette al Nizza di andare all'ultimo turno preliminare.


 

Anche in transizione il Nizza è molto pericoloso, nonostante la perdita di una parte del proprio potenziale offensivo. Oltre a Srarfi, che ha un gran dribbling nello stretto in velocità e un'ottima progressione in spazi aperti, merita una menzione anche Pléa. L'attaccante francese è meno creativo e pericoloso di Balotelli, di cui attualmente prende il posto, ma per certi versi più completo, potendo contare sia su un ottimo gioco aereo che su un'ottima tecnica quando c'è da attaccare in campo lungo. Soprattutto in marcatura preventiva, insomma, Albiol e Koulibaly dovranno stare più che attenti a questa coppia.

 

Al tempo stesso - e questo sarà interessante per il Napoli - la squadra di Favre, sia in fase di pressing che in quella di difesa posizionale, si stringe orizzontalmente sul campo per difendere il centro, scoprendo al tempo stesso il lato debole, un punto di rottura che il collaudatissimo asse Insigne-Callejon saprà sicuramente come colpire.

 


Le difficoltà del Nizza nel difendere il lato debole portano al momentaneo 2-1 dell’Ajax.


 

Proprio il lato di sinistra, quello dove giocherà Callejon, tra l’altro, è rimasto orfano di Dalbert, che la dirigenza nizzarda non ha ancora sostituito. Per adesso Favre si è arrangiato adattando in quel ruolo Sarr, un centrale. Una soluzione inefficiente, soprattutto in fase offensiva, quando le due ali entrano dentro al campo e il Nizza è costretto a dare ampiezza con il solo terzino destro, Souquet.

 

Stasera si affronteranno due squadre arrivate al preliminare di Champions League partendo da presupposti molto diversi. Il Napoli, che ha ridotto gli acquisti al minimo per mantenere il gruppo storico compatto, si troverà di fronte una squadra trasformata dal mercato estivo e dagli infortuni. Certo, le novità del Nizza contengono imprevisti e pericoli ancora da scoprire, e Sarri dovrà rompere la maledizione che negli ultimi anni porta all'eliminazione delle squadre italiane ai preliminari; ma il Napoli ha la forza di un gioco collaudato e di un gruppo di giocatori che si conosce a memoria. L'impressione, rafforzata dalle due sconfitte a inizio campionato, è che il Nizza abbia cambiato troppo per essere già pronta, ma sarà meglio non dare niente per scontato fin dalla partita del San Paolo.

 

 

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