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Redazione
Il Classificone: Novembre
21 nov 2015
21 nov 2015
Nuovo appuntamento con il rinnovato Classificone, la rubrica più amata de l'Ultimo Uomo: sempre più matura, appagante e caduca.
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https://www.youtube.com/watch?v=2B29EGXGO4w

 

Higuaín ha segnato questo gol due giorni dopo la pubblicazione dello

, in cui lo descrivevo come ideale platonico dell'attaccante e ne lodavo (per non ripetermi mi cito da solo,

anche riciclare concetti propri senza esplicitarlo sia una forma di plagio) «l'ossessione genuina per la porta avversaria, che magari lo rende infelice la maggior parte del tempo, ma che in alcuni casi si trasforma in volontà di potenza».

 

Il gol del mese passato contro la Lazio era nato da una palla vagante, qui Gonzalo sente l'odore del sangue su un passaggio in orizzontale del centrocampo viola, Ilicic prova a far scorrere la palla per mandarlo a vuoto ma Higuaín fa scacco matto in 3 mosse, che potrebbero essere considerate l'ABC del centravanti: A) sposta il suo avversario; B) la passa di punta, o di esterno, a Mertens; C) corre nello spazio alle spalle dello stesso, povero, Ilicic, che ci prova pure a riprenderlo, ma fa la fine di un uomo che prova a scappare da uno tsunami con le infradito ai piedi. Anche Tatarusanu fa la figurina, ma è merito di Higuaín se tutti i portieri davanti a lui si trasformano in statue di sale. E mi perdonerete se gol di questo tipo avranno sempre un posto nel mio cuore e, se non ne trovo 5 clamorosamente migliori, anche nelle mie classifiche.

 



https://www.youtube.com/watch?v=WwjGIathEIk

 

Dopo aver visto

ho sviluppato una sensibilità particolare per i gol sporchi. Più che il rapporto tra fortuna e bravura quello che mi interessa, specialmente nel caso di questo gol di Mandzukic, è la rapidità nel cambiare idea in corsa, nell'adattare il proprio corpo a una situazione inaspettata e impossibile da preparare. È una caratteristica che rende molti gol “sporchi” anche calcisticamente “belli”, perché il calcio—ogni tanto va ricordato—trova il suo compimento nel gol e tutti gli sforzi intellettuali, fisici, psicologici, di tutti coloro che partecipano a una partita di calcio sono tesi a far entrare la palla in rete.

 

In questo senso c'è una profonda consapevolezza del ruolo da parte di Mandzukic, quando scivola in un modo che, se gli fa mancare il colpo di suola con cui inizialmente voleva mandare la palla in rete, gli permette di dominare la zona più pericolosa in assoluta del campo da calcio, quei cinque metri e mezzo che, ormai, separano la palla dalla riga. Dal momento in cui Mandzukic scivola anticipando il portiere, mettendo il corpo in quel modo, è impossibile che la palla non entri in porta. Ed è stupendo che i commentatori non riescano a capire, nonostante i potenti mezzi tecnologici della contemporaneità, come esattamente la palla sia entrata.

 

Ecco una frase di William Faulkner, intervistato dalla

, che sarebbe piaciuta a Mandzukic: «Che tecnica usa per arrivare al suo standard qualitativo?». «Se a uno scrittore interessa la tecnica, allora è meglio che vada a fare il chirurgo o il muratore».

 



https://youtu.be/Akg-QLY8bgI?t=1m28s

 

Il primo novembre 1512 la Cappella Sistina fu mostrata per la prima volta al pubblico. Il primo novembre del 1604 fu messo in scena per la prima volta

, e il primo novembre 1614

. Il primo novembre 1755 Lisbona fu distrutta da un terremoto + tsunami e poi ricostruita, nella sua attuale bellezza, dal Marchese di Pombal. Il primo novembre 1880 nasceva il giornalista sportivo americano Grantland Rice, il primo novembre del 1905, invece, è nato

e il primo novembre 1953

. Il primo novembre è la festa cristiana Ognissanti in cui si celebrano i Santi canonizzati e no e per molti anni il primo novembre è stato il giorno in cui nel mio palazzo accendevano i termosifoni.

 

Il primo novembre di quest'anno Franco Brienza a 36 anni ha segnato uno dei suoi più bei gol in carriera (per la parabola non convenzionale, con un collo esterno innaturale per la sua generazione, che è anche la mia). Non ho un'opinione definita su Brienza, nonostante sia uno dei pochi giocatori in attività più vecchi di me, nonostante sia un feticcio di chissà quanti giocatori di FIFA, nonostante abbia già raggiunto platee internazionali per aver segnato un gol “

”, nonostante con il sinistro abbia già dimostrato di poter colpire la

.

 

Non si può dire di conoscere un giocatore se non si sono viste almeno una decina di sue partite, e in questo senso mi dispiace non aver potuto seguirlo ai tempi della Reggina, di Siena, o anche solo della sua prima stagione a Palermo. Di Brienza mi resterà un'impressione vaga che questo gol riassume bene, di una leggenda locale—da provincia, da quartiere quasi—che ha giocato in Serie A, annullando per pochi istanti, tipo questo, la distanza che lo separa dai giocatori che davvero hanno creato un solco nella mia/nostra memoria. Ma non basta per vincere questo Classificone. E neanche per arrivare secondo.

 



https://www.youtube.com/watch?v=sboS5A6DHa4

 

Tornando ai gol sporchi, questo mese ne è stato segnato uno in cui le “forze invisibili” del calcio sono ancora più presenti. Uno dei gol, anzi, più unici e irripetibili della Storia del Calcio. Nello sport cerchiamo l'eccellenza umana, ma viviamo un periodo, calcisticamente parlando, in cui l'eccellenza è diventata la norma, e guardando tutto il calcio che guardiamo siamo in grado di apprezzare gol di questo tipo, come i collezionisti apprezzano i

o gli

rari. Non vedremo mai più un gol in rovesciata dopo che, quello stesso giocatore, ha sbagliato una rovesciata.

 

Per quanto possa cambiare le nostre vite, è così. Se volete una morale più spendibile pensate che se Blanchard non avesse tentato la prima rovesciata, scoordinata, fuori tempo, impossibile anche solo da pensare per un atleta che si guadagna da vivere coordinando il proprio corpo in funzione di un oggetto sferico e determinate coordinate spaziali, be', poi non avrebbe avuto l'occasione di segnare in rovesciata da terra. La classe di questa seconda rovesciata riscatta la goffagine della prima e adesso Blanchard potrà dire di aver segnato un gol in rovesciata in Serie A.

 



https://www.youtube.com/watch?v=K-N6f3GX1g0

 

Ma il primo posto va a quello che, per anni, troppi anni, per pudore, per paura di spararla troppo grossa, perché aspettavo una qualche forma di consacrazione, non sono riuscito a chiamare pubblicamente il mio giocatore italiano preferito. Ma lo è, ancora oggi controllo il suo minutaggio dopo ogni partita del Chievo, ho esultato per

(nella sua unica convocazione!), ogni tanto guardo, seppur in bassissima qualità,

, ho sofferto quando qualche tempo fa sembrava finito ai margini, ho esultato quando ha segnato

nel giorno del suo 36.esimo compleanno.

 

Vorrei poterlo chiamare solo “Sergio” con le persone che conosco, vorrei che esistesse un suo culto come esiste per giocatori che a Pellissier dovrebbero pulire gli scarpini. E magari un culto di Sergio esiste e sono io a non aver avuto la fortuna di incrociarlo, magari non sono stato abbastanza persistente...



 

Sono un frequentatore del suo

, quasi ridondante per la semplicità, e non credo che

sia insensato quanto quello di confronto tra

o altri simili. Credo che

o, con una carriera diversa, occasioni diverse, compagni di squadra diversi, avrebbe potuto segnare. Se nel Classificone scorso, parlando del suo compagno di squadra Meggiorini, dicevo che il termine “sottovalutato” ormai è abusato, sento di poter dire tranquillamente che Pellissier, in effetti è stato sottovalutato. Che se avesse vestito altre maglie oltre a quella del Chievo forse ne parleremmo in un altro modo, mi sembra, anzi, una banalità. E vorrei chiudere dedicando a Sergio alcune delle mie citazioni preferite da personaggi famosi:

 

«Nonostante tutte le inquietudini, riposo sul mio romanzo come una statua che guarda lontano, riposa sul suo zoccolo» (Kafka).

 

«Il fine della vita è la felicità, e reagire alla vita come se fosse perfetta è il cammino della felicità» (Agnes Martin).

 

«Alla fine della fiera uno fa esperienza solo di sé stesso» (Nietzsche).

 





 

Giunti a questo punto del campionato, l’assioma consolatorio valido per gli amplessi—non è una questione di

, ma di

—si rivela inapplicabile all’esperienza sportiva e umana dei calciatori.

 

Ho scelto cinque calciatori che in limine alla 13.esima giornata non sono riusciti a mettere insieme neppure 90 minuti: giocatori che nell’economia delle rispettive squadre dovevano, potevano,

che fornissero un apporto maggiore.

 



Se c’è un motto che Sarri ha saputo incarnare al meglio in questi quattro mesi di Serie A è quello secondo il quale «solo l’imbecille non cambia idea tre volte al giorno». Peraltro vale sia per lui che per chi ha tirato conclusioni affrettate nei suoi confronti.

 

Sarri conosce a memoria i meccanismi dell’entropia, valuta la resilienza dei suoi uomini con la perizia con la quale Giotto disegnava cerchi a mano libera e sì, Ghoulam non lo convinceva prima dell’inizio del campionato ma poi no, ha scoperto che su Ghoulam si sbagliava e ora l’algerino mette a fuoco e fiamme la fascia sinistra, basculando tra difesa e attacco, mentre Ivan torna a casa senza salutare nessuno e corre in camera sua, getta la testa sotto il cuscino con la melodrammaticità di una cheerleader e non riesce a togliersi dalle orecchie quel suono fastidioso di Faouzi che fa swoooosh sulla fascia.

 

Poi, per farsi ancora un po’ del male, mette un CD di Céline Dion, si strugge sulla sua versione di "All by myself" e quando il CD finisce, ecco, realizza che è durato quasi quanto la sua permanenza in campo quest’anno. Lacrime

.

 



Nel provare a tirare un po’ di somme sull’effettivo impatto di Ravel Morrison nell’organico della Lazio bisognerebbe tener conto del fatto che per mettere insieme una compila di Goals’n’Skills da caricare su YouTube han dovuto per forza di cose inserirci anche

. Il livello di

è così drammaticamente sotto l’asticella delle aspettative da spacciare per un altisonante RAVEL VS FELIPE ANDERSON

, in cui Marchetti para una punizione di Ravel

.

 



«Hey capitan Biglia, ciao, sono Ravel, gioco con voi, hai presente?».



 

Se Ravel fosse la brezza sul litorale di Zara, la melodia che

canterebbe un senso generale di diffidenza: Pioli ha puntato le sue fiches altrove, e a noi resta la sensazione che ci stiamo perdendo qualcosa di grande per colpa delle fissazioni di un allenatore che ha però sempre dimostrato quanto alla lunga le sue fissazioni ripaghino. Che Ravel possa essere l’angelo dalle ali nere che plana sulle macerie di quella mezza-tabula-rasa che è la Lazio post-derby per guidare la riscossa?

 

Nel frattempo c’è un sacco di tempo libero per preparare in anticipo

o farsi

che attingono da un background pop discutibile. O per caricare

. Ovviamente delle session d’allenamento.

 



Intendiamoci: eccezion fatta per Strinic, ormai ventottenne, gli altri sottoutilizzati di questa classifica son tutti poco-più-che-ventenni: Gnoukouri, poi, è il più giovane in assoluto, diciannove anni. Giocano in squadre di vertice e ci può stare che le occasioni a disposizione siano dispensate con il contagocce piuttosto che con il secchio. È un discorso sempre molto delicato, che finirebbe, approfondendolo, per surrogare la tesi che la Serie A dovrebbe dotarsi di seconde squadre in cui queste mie

dovrebbero poter avere l’opportunità di mettersi alla prova tutte le domeniche.

 

https://www.youtube.com/watch?v=vBxqf20qI7M

Chi vuole guardare Gnoukouri in campo meriterebbe la possibilità di poterlo fare anche ad Appiano Gentile a novembre, non necessariamente in Cina ad agosto (e poi basta).



 

Gnoukouri, semplicemente, è l’uomo giusto nel momento sbagliato, perché il suo mix di tecnica e muscolarità è esattamente ciò che Mancini ha nei due rinforzi principali richiesti e ottenuti per affrontare la stagione, vale a dire Kondogbia e Felipe Melo. E gli scudetti si vincono, o ci si prova, con un’esperienza che a diciannove anni non puoi avere.

 



Se si osservano e mettono a confronto i video dei play-by-play di Salih nei precampionati dell’anno scorso e di quello in corso non si faticherà a carpire una verità imbarazzante: è possibile che Uçan sia

?

 

https://www.youtube.com/watch?v=iA6zl_0kT5k&feature=youtu.be&t=70

Per illustrare la sintomatologia ho scelto questo no-look perso nel nulla, di rara inefficacia.



 

Ormai la sua presenza in campo è oggetto di scommesse sfrenate al picchetto. Keita, De Rossi e Pjanic inutilizzabili al derby? Stai a vedere che non tocca a Uçan, ci voglio buttare cinque euro. A Uçan, in verità, non tocca mai: qualche spezzone contro il Carpi, e il Palermo (dove ha servito l’assist a Gervinho per il suo gol, ma non ci si fa troppo caso perché la palla è partita dalla metà campo giallorossa e Gervinho ha fatto praticamente tutto da solo).

 

Sembra che Dan Brown stia pensando al prossimo romanzo sui misteri romani e che voglia far cimentare Robert Langdon tra

e Trigoria. Anche Chiarelettere ha in mente un reportage sulle motivazioni di Rudi Garcia. La gente

perché Salih stia diventando roscio, e c’è da credere che dipenda dal fatto che

gli stia passando avanti, pure l’ultimo arrivato Vainqueur. All’occorrenza, in assenza di contendenti e senza volontà di cambiare modulo, c’è da credere che lo scavalcherebbe

.

 



Allegri ha detto che il ragazzo è giovane e avrà tutte le possibilità di questo mondo. Certo, la trimurti difensiva juventina ha radici così salde nella sua trequarti (e nelle idee di Allegri) da sembrare un baobab ineradicabile. Ma i bianconeri hanno pur sempre subito quasi un gol a partita.

 

Stante questa la situazione, sognare l’Europeo, per Rugani, con tutta la buona volontà del mondo (e di Conte) comincia a essere complicato.

 


Obiettivo: altri due minuti almeno. Così da onorare il numero di maglia.



 

Ciò che trovo comunque

è che se fate la conta di quanto ci avete messo a leggere questo pezzo (voglio dire: anche senza concentrarvi sui video, diciamo che avete pensato di farlo dopo, con calma), in ogni caso ci avrete senz’altro messo di più del tempo che Daniele Rugani ha speso in campo quest’anno. Rifletteteci un po’ e ditemi se non vi mette una tristezza che lévati.

 





 



 



Le statistiche non impressionano come quelle di altri quarterback (Brady su tutti), ma quello che emerge decisamente nelle partite dei Panthers è la sua presenza in campo, la sua indiscussa leadership, la voglia di vincere e la padronanza con cui gestisce l’attacco, con schemi e audibles per cambiare gli assegnamenti di bloccaggio. Come rappava Prodigy su un pezzo di Pete Rock, «separate the bullshit from the authentic», qui possiamo separare le statistiche da fantasy football dalle prestazioni fenomenali. Cam in questa stagione è molto più a suo agio nella tasca e corre in modo selettivo e intelligente. Il problema di molti quarterback dinamici è la prevedibilità nel voler far correre la palla sfruttando le proprie doti fisiche. Cam è inarrestabile, e dannatamente spettacolare, nelle situazioni di corto e di goal line. Traduzione: Panthers imbattuti a metà campionato nonostante il talento del roster, a livello offensivo, sia buono, ma non eccezionale.

 

http://www.dailymotion.com/video/x37k0uj_jogada-imperdivel-da-semana-cam-newton-carolina-panthers_sport

 



Il rookie più impressionante dai tempi di Adrian Peterson. Molti lo paragonano a una leggenda della storia dei Rams, Eric Dickerson, per la potenza, la velocità, la maniera di correre al contempo violenta e fluida. La visione delle linee di corsa e la capacità di cambiare direzione in spazi stretti, nonostante il fisico possente, sono il valore aggiunto dell'attacco dei Rams. Ancora più impressionante il fatto che viene da 10 mesi di stop a causa della rottura del crociato subita nella stagione da junior a

. Da quando il bulldog ha ripreso ritmo e confidenza l’attacco ha iniziato ad avere una propria identità.

 

http://www.dailymotion.com/video/x30i0zs_ultimate-todd-gurley-highlights-hd-run-this-town_sport

 



Il più dominante atleta nel ruolo, quello che gli americani definiscono "freak" per le doti fisiche irreali persino per la NFL. Julio mette sul campo un paio di mani che sembrano cosparse di colla, etica del lavoro e una capacità sottovalutata di correre le tracce. La dimensione atletica è così appariscente da distogliere dal fatto che nel suo gioco c’è tanto studio. È in ritmo per avvicinare i record di Jerry Rice, vuol dire che testa e corpo viaggiano sullo stesso binario.

 

https://www.youtube.com/watch?v=t-2IFK2M2bU

 



Il più incredibile ricevitore NFL. L’atletismo non è quello di Jones, il che lo rende umano ai nostri occhi, ma quello che lo separa dagli altri ricevitori (compreso Jones) è la fluidità e la precisione con cui corre le tracce, la capacità di liberarsi dal corner back anche in poche yard e in qualsiasi situazione difensiva (press o zone coverage) e il sesto senso con cui "sente" arrivare la palla per poi riceverla con mani da pianista. Gli Steelers hanno una grande tradizione di corsa e Brown viene inserito spesso nei trick play, dove si trasforma in un running back aggiunto.

 

http://www.dailymotion.com/video/x3163j8_antonio-brown-steel-city-hero_sport

 



La sorpresa dell’anno nel ruolo. Pur essendo una prima scelta, nei primi due anni in NFL ha avuto grossi problemi di infortuni, tanto da “guadagnarsi” l’etichetta di "injury prone" ("sempre rotto"). Finalmente sano, nella sua terza stagione è, dopo Rob Gronkowski (un capitolo a parte), il più produttivo e completo tight end della lega, e anche il primo per td ricevuti. I suoi stessi compagni lo definiscono un ricevitore aggiunto per la sua capacità di correre le tracce e di farsi trovare libero. Oltre a essere una macchina da punti è un grande bloccatore. Grazie a lui l’attacco dei Bengals ha cambiato marcia rispetto allo scorso anno e Dalton sta avendo numeri da incorniciare. Ma fino a quando non vincerà una partita di playoff avrà le scarpe piene di sassi.

 

https://vimeo.com/142085850

 



 



Per dimensioni fisiche un po’ sottodimensionato rispetto agli standard per un DT. È però considerato il più rapido di tutti al momento dello snap, tanto che in pochi riescono a mettergli le mani addosso per limitarlo. Il suo spin move è tecnica pura e gli uomini della linea di attacco avversaria giocano ogni possesso sotto pressione. Artista del sack, insieme al compagno Gurley rappresenta un buon motivo per guardare i Rams. Consiglio da appassionato: prendete carta e penna o un tablet e segnate quante volte l’attacco è costretto a improvvisare per contenere Donald, uno che fa saltare gli schemi offensivi senza sforzi.

 

https://www.youtube.com/watch?v=KVRoXbprQbQ

 



Insieme a Geno Atkins forma una formidabile coppia difensiva, che ricorda il giovane Julius Peppers. Dunlap è fra i più produttivi defensive end della NFL (8,5 sacks in 8 partite). Costituisce da solo la pass rush della difesa di Cincinnati. Tradotto: è in grado di azzerare il tempo tecnico dell’attacco e mettere pressione al quarterback. La specialità della casa è quella che gli americani definiscono "setting the edge", in pratica dalla sua parte non si corre.

 

https://www.youtube.com/watch?v=uBxWwmiKmSo

 



Come Jones anche lui è un atleta di un altro mondo. I Patriots lo usano indifferentemente sia da inside che da outside linebacker. È grosso, potente, intelligente, veloce e cambia direzione con la stessa facilità di un playmaker NBA. È migliorato notevolmente nell’efficacia della sua pass rush e nella capacità di copertura. Attualmente è un’arma totale per coach Belichick, che ne sfrutta la versatilità per creare vantaggi tattici irrisolvibili per gli attacchi avversari. È con Chandler e Hightower il cuore e la colonna portante di una giovane e sottovalutata difesa dei Patriots. Sottovalutata perché l’attacco è così automatico da mettere in ombra tutto il resto in casa Pats.

 

https://www.youtube.com/watch?v=7406gkwIwvg

 



Norman è attualmente il miglior Cornerback livello statistico. Il suo rendimento è nettamente superiore a quello di altri pari ruolo più noti e titolati (Revis, Sherman, Peterson) ed è divenuto un autentico shutdown corner, cioè dalla sua parte non nasce nulla per l’attacco avversario. Fisicamente rappresenta l’archetipo del cornerback moderno: alto, ma fluido, con grandi doti di lettura, tecnica in presa e mani eccellenti. Sfiga per i Panthers: è il suo ultimo anno di contratto, per cui rischiano di perderlo a fine stagione. Il suo prossimo contratto sarà davvero pesante.

 


Intercetto niente male.



 



Classe '76, ha vissuto due vite in NFL: da cornerback prima e, quando ha perso mezzo passo, da safety. Charles per entrare nella Hall of Fame di questo gioco deve solo appendere le scarpe al chiodo. Doveva, nei piani dei Raiders, fare da chioccia ai giovani talenti e fornire solida presenza nel backfield difensivo. In realtà Woodson è il cuore e l’anima della difesa: un placcatore perfetto sulle corse, non ha perso il feeling con i blitz ed è la miglior safety della prima metà stagione in copertura, con già 5 intercetti. La capacità di lettura dell’attacco avversario, la leadership e la voglia di vincere sono addirittura superiori di quando fu

della chiamata decisiva per andar al Super Bowl nel gennaio 2002. Questo è Woodson al college, vent’anni fa.

 

https://www.youtube.com/watch?v=n5HLyGXQLSs

 

Questo è sempre lui, la scorsa stagione.

https://www.youtube.com/watch?v=Od9Slv7EYCs

 

Lo scorso anno si è battuto come un leone per dare dignità a un contesto perdente e se i Raiders ora sono una squadra lo devono a lui.

 





 



Nel momento in cui il direttore sportivo Gerolin

: «Se Zamparini ha deciso così, vuol dire che questa era la miglior decisione da prendere», e Zamparini

: «La decisione è stata lunga, ponderata, supportata da tanti consulenti», qualche dubbio sulla comunione d'intenti è legittimo porselo.

 

I numeri descrivono uno scenario grottesco: esonero numero 53 per Zamparini, il 27.esimo nei 13 anni di presidenza del Palermo. Prima di Iachini, solo Guidolin nel 2004-2005 era riuscito a completare un'intera stagione. In Serie A, per l'ultimo esonero successivo a una vittoria bisogna

, Gigi Simoni nell'Inter di Moratti. Soprattutto, il Palermo ha 14 punti dopo 12 giornate, esattamente come nella passata stagione.

 

Zamparini ha fornito motivazioni di natura tattica («La prestazione non mi è piaciuta e io guardo soprattutto le prestazioni») e psicologica («Non è mia abitudine avere un allenatore che non è contento»). È stato anche restio nel riconoscergli i meriti: «Sono favole che Iachini abbia fatto diventare grandi Vázquez e Dybala», che era invece la tesi sostenuta

, cui ha replicato

.

 



«Le cose stanno andando bene, ma senza i nostri tifosi non è la stessa cosa, ci mancano». Dopo le vittorie cruciali contro Bayer Leverkusen e Lazio, James Pallotta ha ribadito il suo i

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