Il 31 agosto 2018 Eric Maxim Choupo-Moting firma un contratto con il PSG di Mbappé, Neymar, Di Maria, Cavani. Il PSG degli sceicchi senza fondo che prende a parametro zero un oscuro attaccante dello Stoke di ventinove anni, reduce da una stagione da 5 gol in Premier League con annessa retrocessione. «È un giocatore che sa essere decisivo partendo dalla panchina» aveva commentato quello strano momento di calciomercato Tuchel, che lo aveva allenato anni prima quando sedeva sulla panchina del Mainz e che quindi era probabilmente l’uomo che lo aveva voluto in squadra. Il suo arrivo, comunque, era rimasto un mistero, una di quelle storie buffe che nel calcio non succedono quasi mai.
A Parigi Choupo-Moting aveva affrontato con filosofia questa sua condizione da meme, vaso di coccio in mezzo a vasi di diamante, accettando il suo ruolo da comprimario, giustificando anche le battute sul suo conto. «È normale un po’ di scetticismo. Al PSG ci si attende grandi giocatori, ma fa parte del gioco. Basta accettarlo» aveva detto dopo uno dei primi gol segnati con la nuova maglia, dopo essere subentrato a Verratti, con assist di Neymar.
Choupo-Moting come impostore
La sua esperienza in Francia, durata due stagioni, era stata agrodolce. Pochi gol, sei, di cui uno però sarà rimasto indigesto ai tifosi dell’Atalanta e avrà fatto saltare quelli del PSG sulla sedia, essendo arrivato al novantatreesimo del quarto di finale secco giocato a Lisbona nel 2020. Se i francesi avessero vinto la finale con il Bayern Monaco, Choupo-Moting sarebbe diventato un eroe in Francia. L’anno prima, invece, si era reso autore di uno degli errori più incredibili di sempre, quando aveva salvato sulla linea un tiro del compagno Nkunku che avrebbe regalato il titolo al PSG (arrivato comunque la partita successiva).
Dopo quelle due stagioni Choupo-Moting si era trasferito al Bayern Monaco con un contratto annuale. In un modo o nell'altro era riuscito a mantenere un posto nell’élite del calcio, pur non facendone parte per talento. Una capacità che in questo mondo è spesso malvista, tanto che più di un articolo, e anche Peter Crouch, avevano parlato del suo agente come di un genio che in qualche modo aveva raggirato il club bavarese. Eppure Choupo-Moting rispondeva alle richieste del Bayern, una squadra piena di talento, a cui poteva tornare utile un giocatore offensivo con esperienza, duttile, senza problemi a starsene in panchina.
Con i diversi infortuni attorno, nella prima stagione Choupo-Moting ha trovato spazio: 1313 minuti spalmati su 32 presenze (una media di 41 minuti a presenza), culminati con la titolarità nel doppio confronto col PSG, dove sostituiva l’assente Lewandowski e in cui ha segnato due gol (non abbastanza per passare il turno però). La stagione successiva il suo impiego si è però drasticamente ridotto: 26 presenze, per un totale di appena 499 minuti (una media, quindi, di 19 minuti a presenza). In generale, però, restava valida la sua funzione da subentrante: Choupo-Moting entrava a fine partita per dare fiato a uno degli attaccanti titolari, spesso Lewandowski, in partite che il Bayern aveva già chiuso nettamente o, magari, in quelle rare volte che Nagelsmann aveva bisogno di raddrizzare qualcosa pescando dalla panchina del peso offensivo.
I suoi numeri, in ogni caso, erano stati più che positivi: 9 gol la prima stagione e 9 la seconda (poco meno della sua miglior stagione realizzativa da 11 gol, arrivata dieci anni prima), con una media di un gol ogni circa 100 minuti. Abbastanza da valergli il rinnovo del contratto, ma non tanto da concedergli grande credibilità internazionale. In una squadra dalla facilità offensiva abbacinante, entrare a partita in corso, contro avversari già spesso annichiliti, non era molto indicativo. Avere davanti poi un centravanti come Lewandowski, per cui i gol si contano a pacchi, rendeva il lavoro di Choupo-Moting difficile da valutare.
Il nuovo Lewandowski
Con la cessione dolorosa del centravanti polacco in estate e un nuovo corso inaugurato dall’arrivo di Sadio Mané, un attaccante molto diverso dal suo predecessore, si poteva pensare che per Choupo-Moting il tempo fosse finito, con Nagelsmann propenso a costruire un gioco meno adatto alle sue caratteristiche, in cui i giocatori offensivi sono estremamente mobili e non danno punti di riferimento. Invece è successo l’esatto opposto: oggi Choupo-Moting, per quanto possa sembrare strano, è uno dei giocatori più importanti del Bayern Monaco. Ha già giocato quasi il doppio dei minuti della scorsa stagione (760 minuti, e in mezzo c’è stato anche un infortunio che gli ha fatto saltare 6 partite) segnando 10 gol.
Tutto è successo all’improvviso. Il primo gol stagionale è arrivato solo a inizio ottobre, nella classica goleada di inizio ottobre del Bayern Monaco. Choupo-Moting è entrato a inizio secondo tempo e al 59’ ha segnato il gol del definitivo 5-0 sul Viktoria Plzen. L’unica differenza tra tutti gli altri gol simili per punteggio e dinamica è che l’attaccante del Bayern sfoggiava una chioma platinata.
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Il passaggio al biondo, secondo Serge Gnabry, è il segreto del suo improvviso successo.
Dopo questo gol era tornato in panchina, come da copione. E come da copione la svolta per lui è arrivata a causa degli infortuni altrui. Prima quello di Thomas Muller, che in questo inizio di stagione si era preso il posto di Lewandowski come centravanti, poi quello di Sané, che aveva dirottato di nuovo Mané sull’esterno (che contro il Borussia aveva invece giocato punta per sostituire Muller).
Contro il Friburgo, nella classica goleada del Bayern Monaco di metà ottobre (5-0), Choupo-Moting ha giocato titolare, entrando in maniera meravigliosa nei primi tre gol della squadra. Prima aveva mandato Davies al cross con un pregevole tocco di esterno, poi si era messo in proprio per segnare il secondo gol, ricevendo profondo in area di rigore e tenendo lontano il difensore per girarsi e colpire in diagonale, infine con un brillante tocco di tacco aveva chiuso un triangolo vincente con Sané (che poi ci aveva messo del suo).
Tre giorni dopo, nella classica goleada del Bayern Monaco di poco oltre metà ottobre, di nuovo titolare, Choupo-Moting ha segnato due gol all’Augsburg, aggiungendo due assist. Il minimo comun denominatore di questi gol (e anche degli assist) è la sua presenza davanti, la capacità di essere un riferimento per i compagni. Lì dove Muller e Mané avevano interpretato il ruolo di centravanti a modo loro, tendendo ad abbassarsi per partecipare alla manovra, Choupo-Moting offre un'interpretazione più classica del ruolo.
In estate la società bavarese aveva provato a prendere Kane per sostituire Lewandowski, senza riuscirci. L’arrivo di Mané, che non è un numero 9, non aveva riempito quel buco e quello del giovanissimo Mathys Tel era sembrata più una mossa per il futuro. Si pensava che Nagelsmann potesse addirittura trovare beneficio dall’assenza di una figura statica davanti e, parlare di problemi offensivi per il Bayern è ridicolo, ma in questo momento la presenza di Choupo-Moting risolve un problema. Lo ha detto lo stesso allenatore, definendo il suo attaccante un «titolare inamovibile», fondamentale perché «fissa i difensori avversari per consentire ai nostri centrocampisti di occupare la trequarti».
In un ribaltamento della sua carriera fin qui, con Choupo-Moting titolare, il Bayern Monaco sembra giocare meglio. Ha in lui qualcuno da cercare, un numero nove che magari non avrà le qualità atletiche dei migliori del ruolo, né la stessa capacità di convertire le occasioni da gol - anche se al momento sta segnando praticamente tutto - ma che sa fare qualsiasi cosa “abbastanza bene”. Choupo-Moting ha un'ottima tecnica di base, è molto intelligente tatticamente, sa quando deve allargarsi per lasciare spazio a chi arriva da dietro, quando deve avvicinarsi all’esterno per associarsi, quando invece occupare l’area di rigore. Prendete il gol segnato all'Hoffenheim: Choupo-Moting non fa niente di particolarmente difficile o geniale, fa quello che dovrebbe fare un centravanti e, infatti, finisce l’azione con un gol.
Contro l’Inter, forse, Choupo-Moting ha toccato il picco delle sue prestazioni. Per tutta la partita è stato una spina nel fianco dei nerazzurri, per poi trovare un gol meraviglioso appena prima di uscire. Gli riesce tutto facile, anche sparare un pallone all’incrocio dai 25 metri come se fosse la cosa più naturale del mondo.
A vederlo giocare così viene da chiedersi se il suo talento non sia stato sempre sottovalutato o se non sia il contesto a rendergli la vita facile. Fin qui il Bayern ha segnato 80 gol in 23 partite, alla invidiabile media di tre gol e mezzo a partita. Ha già 4 giocatori in doppia cifra di gol a metà ottobre e Gnabry potrebbe raggiungerli già domani. Se la classifica dei marcatori della squadra fino alla scorsa stagione era cannibalizzata da Lewandowski, al momento il miglior marcatore del Bayern è Musiala, un centrocampista. A Choupo-Moting sono bastate tre settimane per segnarne 10. Al momento, come media gol, solo Haaland fa meglio di lui. Le sue prestazioni stanno venendo usate anche per fare revisionismo storico su Lewandowski e sui suoi meriti nelle centinaia di reti che ha segnato con la maglia del Bayern Monaco.
L’idea è che, se può farlo Choupo-Moting, uno che fino a un paio di mesi fa sembrava stesse lì a rubare lo stipendio, allora può farlo chiunque. Certo, questa visione non considera che l’attaccante polacco lo ha fatto per 375 partite (con 344 gol), mentre Choupo-Moting ne ha messe insieme una decina in cui ha mostrato una forma straordinaria in questo momento in cui si susseguono partite su partite. È sembrato così a suo agio nel ruolo di centravanti d’élite che il Manchester United - uno dei club più ricchi al mondo, che sta cercando un centravanti affidabile da anni - vuole convincerlo a firmare con loro per la prossima stagione, visto che il suo contratto scade a giugno (il Bayern, ovviamente, vuole rinnovarlo).
Ora lo attende un Mondiale con la maglia del Camerun, in un girone dove affronterà Brasile, Serbia e Svizzera. Dovesse far bene anche lì, in un contesto diverso, senza una delle migliori squadre al mondo dietro le spalle, cosa penseremo di lui? Che a 33 anni è impazzito ed è diventato uno dei migliori attaccanti al mondo? Che ha rubato l'anima di Lewandowski (che, comunque, continua a segnare)? Oppure che, magari, più semplicemente si può diventare uno dei migliori al mondo anche dopo una certa età e dopo una carriera abbastanza anonima. Sarebbe un bel messaggio per lui, per il mondo del calcio, ma anche per noi e le nostre vite.