Il calcio, come la vita, è lì per destarci lo stupore per le cose belle e per le cose brutte. Le cose belle del calcio riempiono i giornali e le gallery: alla loro fenomenologia dedichiamo rubriche, trasmissioni TV, interi libri. Le cose brutte, invece, dai tempi della Gialappa’s Band, si trattano sbrigativamente e sempre con il solito tono, quello dell’ironia slapstick, da Paperissima. La drum machine con i suoni della scivolata o dei piatti che si rompono fragorosamente ad accompagnare gli errori sotto porta, le goffe cadute, le mani di burro di qualche portiere.
In queste interpretazioni il brutto è come è stato sempre descritto nell’antichità: il contrario del bello, la sua negazione. Karl Rosenkranz, allievo di Hegel, è stato il primo a teorizzare un’estetica del brutto, ma non andò lontano da quanto abbiamo già detto: per lui il brutto era al massimo un momento del bello, e il comico un suo rovesciamento. Solo in seguito, specie con le avanguardie, il brutto ha assunto una propria autonomia e oggi il “brutto” è parte integrante dell’estetica contemporanea, specie nella moda, dove marchi come Vetements realizzano capi in aperta contraddizione con i codici dell’eleganza – e persino del corpo umano.
Ho fatto tutto questo preambolo per parlare dell’errore di Eric Maxim Choupo-Moting domenica contro lo Strasburgo. Uno degli errori sotto porta più incredibili che mi sia capitato di vedere. Forse il più incredibile in assoluto, che dimostra quanto il brutto – nelle sue forme più eccezionali – abbia un fascino persino superiore al bello. I toni con cui i giornali hanno rilanciato la notizia fanno giustizia a modo loro di questa eccezionalità: “Il peggior gol sbagliato di sempre” lo ha definito Gazzetta; “Errore del secolo!” grida il Corriere, “Incredibile!” dice Le Figaro. “Il gol sbagliato più incredibile della storia del calcio” scrive Fox.
Here’s the Choupo miss. Incredible pic.twitter.com/gkCNHCwzRB
— Harry (@hecairns) 7 aprile 2019
Non saprei neanche se quello di Choupo-Moting andrebbe davvero categorizzato come errore: in fondo neanche tira, anzi, il suo corpo sembra agire solo per evitare il gol della sua squadra. Un gesto tecnico talmente contrario a tutto quello che siamo abituati a vedere in campo che ho dovuto rivederlo più e più volte per capire come era stato possibile. Un’attenzione che di solito si dedica ai grandi gesti tecnici, a cui questo di Choupo-Moting a suo modo appartiene: nessun grande gol o nessuna grande giocata mi ha fatto emozionare e riflettere negli ultimi tempi come l’errore di Choupo-Moting, lo dico senza ironia, e per questo gli abbiamo dedicato questo articolo.
E anche per rispondere alla domanda che tutti ci siamo chiesti: come ha fatto? Come è stato possibile? Ho sviluppato alcune possibili teorie.