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Alfredo Giacobbe
Chi sono i migliori assistmen
21 dic 2016
21 dic 2016
I tiri sono importanti, ma anche i passaggi. Recap statistico di metà stagione.
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Alfredo Giacobbe
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Il gol è un evento a probabilità relativamente bassa: la Serie A attualmente viaggia con una media di 2,8 gol a partita, si trasformano in gol l’11% dei tiri verso la porta. Una rete può orientare una partita e determinare le chances di vittoria di una squadra, per questo si sono studiati indicatori statistici più o meno avanzati per poter valutare come le squadre o i singoli arrivano al gol, e con quale frequenza. E strumenti simili sono stati sviluppati per valutare un assist, l’ultima trasmissione di palla decisiva per la realizzazione di una rete.

 

 



 

Gli Expected Assists (xA per brevità) rappresentano per i passatori ciò che gli

sono per i tiratori: gli xG valutano le chances di un qualsiasi tiro di diventare una rete; gli xA tengono in conto le probabilità di un passaggio chiave, della probabilità che la trasmissione di palla per il giocatore che va al tiro diventi un assist.



Gli xA rappresentano una media statistica: l’abilità del calciatore, al pari delle contingenze, può forzare un valore di assist lontano dalle attese, tanto in positivo quanto in negativo. Cosa accresce le probabilità del passatore? Un assist è quanto meno uno sforzo di coppia: da un lato c’è l’abilità di chi confeziona l’occasione da rete; dall’altro ci sono le doti di finalizzazione del cannoniere.

 

In una certa accezione, è corretto dire che un passaggio chiave (o “key pass”) vale più di un assist quando si valutano le abilità di un centrocampista creativo, perché il suo successo è interamente a carico di chi effettua il passaggio mentre il destino di un assist dipende anche dalle qualità di finalizzazione del goleador. Ma la veridicità di quest’affermazione potrebbe essere discussa, se si pensa che spesso è l’attaccante, col suo movimento, a dettare il passaggio: quindi anche il key pass dipenderebbe dal ricevente - e va ricordato che stiamo sempre parlando di misure non quantificabili.

 

Infine, nella redazione de L’Ultimo Uomo c’è chi mi ha fatto riflettere sull’importanza dell’

, ovvero la trasmissione di palla che precede l’assist. L’hockey pass, detto anche

, è particolarmente importante nell’hockey su ghiaccio per via delle dimensioni ridotte del campo e della porta, che rendono fondamentale ogni trasmissione capace di mettere fuori equilibrio la difesa. Nel calcio moderno, dove l’aggiramento delle linee di pressione è sempre più cruciale, questo tipo di evento sta acquisendo rilevanza.

 



 

 

Ad ogni modo un modello statistico come quello degli Expected Assists libera dall’imbarazzo: il modello restituisce una media su un campione di passaggi estremamente ampio, all’interno del quale il livello tecnico dei calciatori coinvolti in tutte le squadre dei 4 maggiori campionati è estremamente variegato.

 

Il peso di un assist è determinato dalle posizioni di chi effettua e di chi riceve il passaggio: tra i primi sono avvantaggiati coloro che si liberano ai limiti dell’area o all’interno di uno

; i secondi hanno invece probabilità di concretizzare un’occasione tanto più alte quanto più vicino alla porta ricevono il pallone.

 

Il successo di un assist dipende in larga parte anche dal tipo di azione nella quale nasce: a parità delle posizioni relative, le chances di servire un compagno su un filtrante, piuttosto che su cross o da corner cambiano radicalmente. È proprio dalla categorizzazione delle azioni di gioco che dobbiamo partire per individuare i migliori assistmen del nostro campionato.

 

 



 

Le situazioni di gioco regolare su tutte quelle che non includono un inizio azione (cioè l’inizio di un possesso) da palla inattiva. Dai passaggi nati in situazioni di open-play ho ulteriormente scremato i cross eseguiti dalle fasce. Marek Hamsik oggi è il re incontrastato degli assistmen con palla in movimento, con 5 assist trasformati in gol messi a segno fin qui, e a un totale di 3,2 Expected Assist totali.

 


Gli assist di Hamsik partono tutti dal centro-sinistra, una piccola porzione di 9 passaggi chiave raggiunge il centro dell’area; di questi, 5 sono destinati al vertice destro dell’area, a servire gli inserimenti di Josè Maria Callejon.


 

Di Marek Hamsik stupisce il volume delle giocate di qualità, ma il suo primato può essere insidiato nel prosieguo del campionato da Suso, che ha giocato un eccellente inizio di stagione mettendo anch’egli in porta un compagno in 5 occasioni, ma sfruttando, rispetto ad Hamsik, un numero di passaggi chiave inferiore (20 a 37).

 


Rientrando sul suo sinistro, Suso trova un compagno all’interno dell’area di rigore con una frequenza decisamente alta.


 

Quella di Suso è una prestazione sopra la media, tanto quanto lo sono le medie realizzative dei suoi compagni di reparto in questo momento: i 2,1 xA di Suso nascono per il 38% da passaggi filtranti, ovvero da situazioni di gioco che producono occasioni facili da convertire. Per questa differenza, la media di Expected Assists per passaggio chiave di Suso è più alta di quella di Hamsik: è come dire che un passaggio dello spagnolo è più facile da spingere in rete.

 

Se provassimo a limitare questa classifica proprio alle sole occasioni su passaggio filtrante, quelle che spesso mettono l’uomo davanti al portiere alle spalle della linea difensiva, ecco che emergerebbe dinanzi ai nostri occhi un nuovo re: Francesco Totti è stato capace di servire 2 assist e 5 passaggi chiave, tutti su palla filtrante, per un totale di

, nonostante abbia giocato solo 225 minuti in campionato.

 

Tra gli attaccanti Belotti fa meglio di Dzeko: le sue sponde hanno fruttato 31 opportunità di calciare a rete per i suoi compagni di squadra, con 3 assist e 2,7 xA. Il primato del Gallo è una notizia solo a metà, finché non si nota che l’attaccante granata fa meglio di centrocampisti di razza come Insigne (3 assist da 25 key passes, 2,2 xA) o Bonaventura (2 su 21, 2,2 xA).

 

 



 

I terzini e le ali avrebbero dovuto essere, almeno nel mio immaginario, i ruoli dominanti nella categoria dei cross dalle fasce. E invece a podio vanno due centrocampisti offensivi, impiegati per esigenze tattiche sugli esterni, comunque con la libertà di prendere l’iniziativa e entrare nel campo.

 


Diego Perotti: assistenze di qualità anche dal piede sbagliato.


 

Diego Perotti ha trovato 3 assist da 14 tentativi di cross andati a segno, per un totale di 1,9 xA. Alle sue spalle si posiziona Alejandro Gomez, con 2 assist sugli 11 cross che hanno innescato un tiro (1,5 xA). Il terzo incomodo è anche l’unico laterale puro, ovvero lo juventino Alex Sandro, che ha 12 cross, 1,6 xA e 1 assist in carniere.

 



 

Non si può chiudere il discorso sui cross senza aprire una parentesi su Antonio Candreva, protagonista indiscusso per

di tentativi di cross stagione dopo stagione: l’interista è sesto in questa speciale classifica, dietro anche al genoano Lazovic e al romanista Emerson Palmieri. I suoi 153 traversoni fanno ancora una volta di Candreva il crossatore più prolifico della Serie A. Ma i passaggi chiave da cross sono solo 9 e gli assist 2, quindi la sua efficacia in termini di key passes per cross (0,059) e di assist per cross (0,013) è sempre bassa.

 

 



 

Quando consideriamo l’abilità sulle palle inattive, il pensiero va subito a Miralem Pjanic: 12 gol su punizione dall’agosto 2012 ad oggi, più di tutti nei 4 maggiori campionati europei - persino Messi e CR7 ne hanno uno in meno. L’abilità di Pjanic nel calciare e indirizzare il pallone da fermo si esplica anche quando deve assistere un compagno: da corner o da piazzato, Pjanic ha distribuito 4 assist e 1,6 xA con 20 passaggi chiave.

 

Alle sue spalle gli altri specialisti della Serie A, come Valter Birsa (3 assist da 16 passaggi chiave, 1,3 xA), giocatore feticcio di ogni allenatore da fantacalcio, o come il fiorentino Josip Ilicic (3 su 13, 1,2 xA).

 

E se pensassimo al fallo laterale come ad particolare tipo di calcio di punizione? Lorenzo De Silvestri è riuscito a ricavare 3 key passes e 1 assist dalle rimesse con le mani. Lui e l’interista Perisic sono gli unici due giocatori della Serie A che hanno procurato un gol con questo fondamentale.

 

 



 

Il primato di Totti nei filtranti ha un valore assoluto se valutiamo anche cosa accade anche negli altri campionati. Paul Pogba sta eguagliando i numeri del capitano giallorosso: stessi passaggi chiave, stessi assist, stessi Expected Assists; con la sola, enorme, differenza rappresentata dal loro minutaggio: per cumulare quei numeri, il ventitreenne Pogba ha avuto 1215 minuti più di quelli avuti a disposizione dal quarantenne Totti. Nella capacità di vedere e servire un filtrante c’è tutto: visione di gioco, comprensione dei tempi, forza nel calcio e sensibilità nel piede da vendere.

 

Alle spalle di Totti e Pogba, troviamo un manipolo di giocatori tecnicamente dotati:

del Las Palmas, lo juventino

, l’inglese

, il giapponese

, il duo del Manchester City

e

.

 

La qualità delle sue assistenze permette a Pogba di pareggiare gli Expected Assists di Hamsik, pur con un numero di passaggi chiave (28) e assist (2) in open-play di gran lunga inferiore. Alle spalle dei due si posizionano il romanista Salah (3,1 xA), Alexis Sanchez (3 xA) e lo stesso Viera (2,9 xA). Diego Costa, con 5 assist e 2,8 xA, è il migliore dei “complete forward”, tanto per rubare un termine al glossario di Football Manager.

 

Resta da parlare di poche sorprese e di qualche conferma nelle restanti categorie: Payet ha 2 assist meno di Pjanic sulle palle inattive, ma ha messo un compagno in condizioni di tirare più spesso di quanto abbia fatto lo juventino (33 key passes a 20, per un totale di 2,7 xA a 1,6). De Bruyne affianca Perotti nella graduatoria degli assist da cross, mentre il terzino del Southampton Cedric Soares sta confermando i numeri della passata stagione: con 1,3 xA da cross si rivela uno dei migliori interpreti del ruolo.

 

A questo punto possiamo fermarci e aspettare il resto della stagione. Con occhio attento a chi tira come sempre, pronti a festeggiarlo per primo, ma anche chi effettua il passaggio, pronti a indicarlo con il nostro dito immaginario pensando “è tuo”.

 

 

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