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Emanuele Atturo
Cosa deve fare la Roma sul mercato
20 giu 2023
20 giu 2023
Tiago Pinto è partito in quarta, ma c'è ancora da lavorare.
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Emanuele Atturo
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Dopo due finali europee consecutive, una vinta e una persa, e al terzo e ultimo anno di Mourinho, la Roma sembra in uno strano guado. Dopo la grande delusione di Budapest l’addio del tecnico sembrava nell’aria: la Roma pareva, per molti versi, una squadra spremuta. I giallorossi sembravano al limite delle proprie possibilità fisiche e tecniche, una squadra che ha superato l’orizzonte delle proprie possibilità attraverso il lavoro tattico e motivazionale del suo tecnico, alimentata dalla spinta dell’ambiente, ma che aveva bisogno di una rinfrescata. Invece, con una leggera sorpresa, Mourinho è stato confermato come allenatore della Roma. La sua permanenza modifica alla radice le strategie possibili di calciomercato della Roma; Mourinho vuole giocatori esperti e in grado di avere un impatto immediato sulla Serie A. Giocatori che alzino il livello fisico e tecnico. Non vuole giocatori da formare, anche perché quando si tratta di mettere dentro energie fresche ha già dimostrato di sapersi far bastare il ricco settore giovanile giallorosso.Come succedeva con la vecchia dirigenza americana, la Roma si è trovata di nuovo a fare i conti con una cospicua cifra di plusvalenze da mettere in piedi entro il 30 giugno. Si parla di 30 milioni di euro da sommare entro fine mese: non tanti in condizioni normali, tanti nelle condizioni in cui si trova la Roma, con una rosa in cui è difficile cedere anche un singolo pezzo senza perdere parecchia competitività, e in cui i giocatori di maggior valore sono anche i più anziani e quindi senza mercato (Smalling, Matic, per esempio). Dove prendere i soldi?Cosa fare in uscitaIn questi due anni Mourinho è riuscito a creare diversi giocatori da zero. Zalewski, Bove, Tahirovic, Volpato, Missori sono tutti giovani che hanno esordito con lui e che oggi rappresentano degli asset di mercato che la Roma pare intenzionata a sfruttare. La prima mossa è stata quella di vendere a 8 milioni e mezzo all’Ajax Benjamin Tahirovic, mediano già molto strutturato fisicamente ma acerbo dal punto di vista fisico e tecnico. Un giocatore con poco più di 500 minuti tra i professionisti e di cui quindi la Roma certo non sentirà la mancanza - come non sarebbero molto problematici gli addii di Volpato e Missori, già indirizzati al Sassuolo per circa 10 milioni.Ci sono però un paio di giovani più difficili da sostituire.

Cosa perde la Roma.

Nicola Zalewski, per esempio, sarebbe una perdita già più significativa. Nel suo secondo anno è stato meno brillante che nel primo, complice il fatto che ha giocato soprattutto a destra (a sinistra era rientrato Spinazzola), dove è stato spesso a disagio. Zalewski ha tuttavia giocato più di 3000 minuti stagionali; non solo è stato spesso affidabile ma ha anche dato l’impressione di avere versatilità e buoni margini di miglioramento. Le sue qualità nei fondamentali tecnici regalano alla Roma un minimo di controllo, in un contesto spesso tremendamente confusionario. Su di lui ci sono diverse squadre di Premier, pare, e nel caso la Roma sarebbe costretta a comprare un altro giocatore sull’esterno (in una posizione in cui è già carente). Bove sarebbe forse una cessione ancora più dolorosa, visto che negli ultimi mesi il suo impatto è stato entusiasmante. Si tratta di un giocatore ancora da formare, ma che ha già oggi doti preziose per la squadra, per esempio un dinamismo di cui il centrocampo giallorosso ha un bisogno veramente disperato (e infatti si parla ormai da anni del ritorno di Frattesi).Sia Bove che Zalewski rappresenterebbero dei sacrifici un po’ tristi - si tratta pur sempre di due giovani romani e romanisti - ma la loro cessione non stravolgerebbe la rosa della Roma, e dietro di loro sembrano già pronti gli eredi (Pisilli, Faticanti).La cessione che invece cambierebbe di più la Roma è quella di Roger Ibanez, che nel bene e nel male ha rappresentato la squadra di Mourinho. Difensore esuberante, iper-atletico, con delle letture a volte fenomenali, ma che tende davvero a perdersi in un bicchier d’acqua, soprattutto se l’avversario è la Lazio. Pur con i suoi alti e bassi, Ibanez è un difensore ancora giovane e con potenzialità: non stupisce abbia un certo mercato, soprattutto in Inghilterra, dove il suo stile di gioco potrebbe funzionare anche meglio. La Roma lo ha già sostituito con N’dicka: si tratta solo di trovare la cifra giusta.Per il resto è difficile immaginare altre cessioni notevoli, tolto qualche giocatore che forse non ricordate nemmeno essere ancora della Roma. Per Justin Kluivert (sì, ancora lui) la Roma è in trattativa col Bournemouth ma è difficile capire a quale cifra si possa arrivare (si parla di 10 milioni). Stiamo comunque parlando di un bene ormai esclusivamente contabile. Col Bournemouth la Roma sta trattando anche la cessione definitiva di Vina per cui si parla di 7-8 milioni. Reynolds ha giocato una buona stagione al Westerlo, è piuttosto grosso e quindi ha qualche richiesta dal calcio inglese.Non se ne parla molto ma la Roma forse potrebbe pensare a cedere uno tra Karsdorp e Celik. Nessuno dei due ha giocato una stagione convincente. Karsdorp ha più qualità col pallone ma doti atletiche ormai piuttosto ridotte; Celik è più affidabile fisicamente e difensivamente, ma col pallone il suo apporto è quasi nullo. Avere due mezzi titolari a destra non è certo una prospettiva entusiasmante. Solbakken è arrivato a parametro zero, ha dato segnali contrastanti e ha detto di essere carico per la nuova stagione. La Roma comunque sembra aspettare un’offerta qualunque per cederlo. Con le cessioni di Tahirovic, Missori e Volpato non manca poi molto ai 30 milioni richiesti dal FFP. L’impressione è che possa essere ceduto solo uno tra Bove e Zalewski, o persino nessuno dei due, con l'incastro giusto.Cosa fare in entrataA metà giugno la Roma aveva già completato i primi due acquisti: Houssem Aouar ed Evan N’Dicka, una mezzala/mediano di possesso e un difensore centrale mancino. Due giocatori presi a parametro zero, come ha fatto spesso Tiago Pinto da quando è a Roma. Mourinho vuole giocatori pronti, ma la Roma non ha molti soldi e quindi si lavora tantissimo con giocatori in scadenza - come del resto è uso e costume del calcio italiano dell’ultimo decennio. È una ruota da cui si può pescare bene (Matic) o male (Belotti) e che ha i suoi rischi, come quello di appesantire troppo il monte ingaggi.Gli stipendi di Aouar e N’Dicka, per esempio, sono entrambi piuttosto alti, 3 e 4 milioni l’anno, nonostante i giocatori comportino livelli di rischio comunque differenti. Aouar viene da una stagione molto negativa al Lione e nonostante abbia appena 25 anni le sue possibilità in campo sembrano molto ridotte, soprattutto a livello atletico. Lo scorso anno è arrivato il punto di rottura ma si può dire che ormai era chiaro che Aouar non stesse rispettando le attese di inizio carriera. Stiamo parlando di un centrocampista che a 18 anni era già titolare nel Lione. È un calciatore compassato, che ama giocare con i compagni vicini e le cui qualità sono soprattutto nella sua pulizia tecnica in spazi stretti e nel gioco di passaggi. Di certo un profilo che mancava alla Roma, che aveva bisogno di più controllo a centrocampo, ma difficile da immaginare in questa squadra che gioca soprattutto in transizione, su distanze lunghe e che chiede ai mediani un estenuante lavoro difensivo. Diciamo che come è stato per Wijnaldum, è verosimile che anche Aouar venga utilizzato soprattutto da trequartista, per offrire a Dybala - ogni tanto - un altro giocatore che possa dare la pausa e dare fiato alla squadra. Aouar al momento è un acquisto davvero indecifrabile. Qualche giorno fa si è parlato di Nico Dominguez, e di un possibile scambio con Bove: magari non se ne farà nulla, ma è rivelativo che qualcosa manca comunque a centrocampo, soprattutto a livello di dinamismo e capacità di coprire campo.N’Dicka invece sembra già pronto per fare il titolare, sostituendo Ibanez come centrale di sinistra. Alla Roma serviva un difensore mancino a suo agio a far uscire la palla da dietro (una qualità di cui spesso Mourinho si è lamentato riguardo i propri difensori), e che è anche bravo e attento in marcatura. Un giocatore meno esuberante di Ibanez, ma forse più scrupoloso.Per il resto sono molto chiare le zone in cui la Roma dovrebbe intervenire. Sugli esterni servirebbe un titolare a destra, magari provando a liberarsi appunto di uno fra Celik e Karsdorp. La Roma crea moltissimo volume di gioco sugli esterni ma a destra non ha in rosa un giocatore in grado di attaccare con pericolosità. Soprattutto, la Roma attacca spesso con transizioni lunghe, senza avere autentici contropiedisti o giocatori di strappi. L’unico in rosa è Solbakken, che però è sembrato inefficace e spaesato. Un altro giocatore forte e veloce in spazi ampi sarebbe d’aiuto. Sulla trequarti però un giocatore si cui si parla è Roberto Pereyra, che a 32 anni è soprattutto un ottimo rifinitore. Tammy Abraham sembrava il giocatore su cui la Roma voleva fare cassa, prima che si infortunasse al legamento crociato nell’ultima partita della stagione, contro lo Spezia. Se non altro Tiago Pinto si è tolto subito il dubbio: Abraham non è sul mercato e serve comunque un suo sostituto. Prendere un centravanti senza soldi, visto che la Roma comunque non sembra intenzionata a spendere, è complesso. Tiago Pinto pare aver chiesto Scamacca in prestito, ma sarebbe davvero un giocatore adatto alla Roma? A vedere i suoi quasi due metri, le spalle ampie e l’aria truce, sembra fatto apposta per ripulire i palloni lunghi che la Roma fa piovere verso gli attaccanti. La realtà è meno dritta di così. Nonostante il fisico da corazziere, Scamacca ha nel duello fisico spalle alla porta uno dei suoi principali difetti. Sa giocare di sponda anche in modo raffinato, ma sempre con i compagni vicini. Forse l’obiettivo di Tiago Pinto allora è quello di alzare il tasso tecnico della Roma, anche trasformando un po’ la natura reattiva della squadra. Con N’Dicka, Aouar, Matic, Dybala ed eventualmente Scamacca e Pereyra sarebbe una Roma decisamente più a proprio agio con la palla tra i piedi, mentre oggi è una squadra a proprio agio solo col pallone.L’altro nome che circola in attacco è quello di Mbala Nzola: un profilo piuttosto diverso da Scamacca, a proprio agio quasi solo fronte alla porta e con un volume di gioco basso, anche nel lavoro senza palla. Un finalizzatore, con qualche intuizione notevole negli ultimi metri, ma che tende a isolarsi dal gioco. Le punte della Roma devono giocare tantissimi duelli aerei, aspetto su cui Nzola è praticamente nullo.

Scamacca e Nzola a confronto: niente di cui entusiasmarsi. Grafico Statsbomb.

I nomi che non si fanno ma che sarebbe bello vedere nella Roma Milan Djuric: Sembra una battuta ma non vuole esserlo. Col gioco di palle lunghe perpetuo della Roma Milan Djuric è l’unico che sarebbe in grado di vincere tanti duelli aerei, inclinare il campo e far sfiatare la pressione nelle lunghe fasi di difesa posizionale.Stephane Singo: Un giocatore con un rapporto molto sbilanciato tra dimensione atletica e tecnica, ma che aggiungerebbe un impatto fisico devastante sulla fascia destra.Brandon Soppy: Un profilo ancora incomprensibile, in bilico tra la luce e l’inadeguatezza. All’Atalanta non è andato bene al primo anno, forse si può fare un tentativo.Jeremy Doku: La Roma ha bisogno di calciatori offensivi che risolvano da soli i problemi, chi meglio di uno che può saltare semplicemente tutti ed entrare in porta col pallone?Kamaldeen Sulemana: Stesso discorso fatto per Doku. Appena retrocesso col Southampton, almeno in prestito si potrà prendere.Ansgar Knauff: Una persona che potrebbe vincere qualche medaglia olimpica, quindi adattissima alla Roma. Esterno versatile, offensivo, difensivo, piedi così così ma non formalizziamoci.

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