Due anni fa Andrea Agnelli ha annunciato che i veri competitor del calcio, a livello di mercato, non sono gli altri sport ma videogiochi come Call of Duty, Fortnite o League of Legends. Ed è sembrato voler fare la guerra ai videogiochi stessi, modificando strutturalmente il calcio per renderlo teoricamente più appetibile. «Creare una competizione che simuli ciò che fanno sulle piattaforme digitali, come FIFA», ha detto Agnelli a La Repubblica, ma un imprenditore non si lascia andare a un ragionamento così astratto. Quindi è interessante chiedersi in che modo, secondo Agnelli, il calcio avrebbe potuto simulare l’esperienza di FIFA. Cosa intendeva di preciso?
Vista l’influenza reciproca e il modo in cui negli ultimi anni i due livelli - quello della realtà-virtuale e quello della realtà-realtà - hanno trovato modi sempre più profondi di ibridarsi, sembra quasi arrivato il momento del salto definitivo, della fusione vera e propria. E però, in tutte le idee, tutte piuttosto vaghe, a cui Andrea Agnelli e Florentino Perez hanno accennato negli ultimi tempi, sembra mancare un tentativo radicale e profondo, per riprodurre davvero l’esperienza che gli utenti hanno su FIFA. Highlights da dieci minuti per condensare gli eventi significativi di una partita? Presenza esclusiva delle squadre più selezionate dagli utenti? Riduzione del tempo regolamentare? Troppo poco. Sempre troppo poco.
Da amante dei videogiochi, da persona cresciuta in mezzo ai videogiochi, anzi, nessuna di queste proposte mi sembra abbastanza da rendere il calcio meno lento e noioso, un intrattenimento fiacco se spogliato da tutta la costellazione di valori, identità e simboli culturali di cui si vuole fare a meno. Se il calcio deve diventare uno spettacolo, e se questo spettacolo deve prendere la forma di FIFA, allora lasciatemi suggerire una serie di modifiche che potrebbero rendere l’eventuale Superlega™ davvero interessante.
Certo, si oltrepasserebbe definitivamente il punto oltre il quale il calcio non è più calcio, ma questo concetto i presidenti della Superlega™ se lo sono già lasciati alle spalle. E in fondo, come si ripete spesso, la rivoluzione non è un pranzo di gala. Intanto chiariamoci su un punto: il calcio non dovrebbe somigliare di più a FIFA, ma per essere più precisi dovrebbe somigliare a FUT (FIFA Ultimate Team): la modalità di gioco online che negli ultimi anni ha aumentato il successo del videogioco.
Procedo quindi a elencare le riforme necessarie per far felici i tifosi più giovani e, naturalmente, tutti gli stakeholders.
Condizione di base
Scioglimento di tutti i contratti professionistici in atto tra giocatori e società partecipanti alla Superlega. I giocatori devono appartenere alla Superlega™, non alle singole società.
1. La selezione
A ogni inizio di stagione di Superlega™ i sedici club partecipano alla fase della costruzione della squadra da zero. Il legame storico fra alcuni calciatori e le società verrebbe completamente sciolto, ma anche il concetto di “bandiera” e “attaccamento alla maglia” che, diciamocelo, sono novecenteschi. Rimpiangerli è come rimpiangere le esecuzioni o la tubercolosi (ci siamo capiti).
I club potranno costruire la squadra attingendo alla lista di convocazioni stilata dalla Superlega™ prima di inizio anno. Dovranno costruire rose di 23 giocatori (3 portieri, 7 difensori, 8 centrocampisti, 5 attaccanti) scegliendo tra i 400 giocatori convocati e messi sotto contratto dalla Superlega™. Come funzionerebbero queste convocazioni? È molto semplice: ci saranno i 200 migliori giocatori al mondo, selezionati da un pool di esperti (scout, direttori tecnici, procuratori certo), e accanto a loro altri 200 giocatori selezionati direttamente dal pubblico durante la pausa tra una stagione all’altra.
Le scelte del pubblico verranno effettuate tramite sondaggi sui canali social della Superlega™ e dei vari club, con enormi benefici in termini di engagement e quindi di appeal nei confronti della Generazione Z - che, lo sappiamo, passa la propria vita a sfrugugliare sui social.
2. Un nuovo spettacolo
A questo punto viene il bello. Da agosto a ottobre non si gioca a calcio, i club sono impegnati solo nel processo di costruzione della rosa che verrà trasmesso in Eurovisione due volte alla settimana, in un format estremamente competitivo in termini di diritti commerciali. Sentiremo la mancanza delle partite? La domanda giusta da farsi è: chi guarda ormai più le partite?
In questo modo il calcio renderà visibile e accattivante tutta quella dimensione manageriale che è alla base di videogiochi di culto come Football Manager, che secondo recenti studi di marketing ha un successo intergenerazionale. Va detto che FM prova a ricalcare la realtà in modo troppo mimetico, con tutte quelle inutili lungaggini, mentre il meccanismo dovrà essere più simile a quello di FUT, mescolato con un pizzico di Fantacalcio.
Nelle puntate della trasmissione ogni club verrà rappresentato da un talent, un supervip, una personalità, un influencer. Insomma, un personaggio famoso, chiamatelo come vi pare, che sarà a capo del club. Accanto a lui una vecchia leggenda della squadra, che dovrà poi fare da allenatore, e un tifoso noto, che sarà sempre presente alle conferenze stampa.
In ogni edizione il team di ciascun club può cambiare. Vi faccio un esempio di come immagino la formazione di cinque club della prima edizione della Superlega™:
Juventus: Drake (presidente), Del Piero (leggenda), Ezio Greggio (tifoso).
Real Madrid: Nicholas Cage (presidente), Zinedine Zidane (leggenda), Rafael Nadal (tifoso).
Manchester United: Donald Trump (presidente), David Beckham (leggenda), Floyd Mayweather (tifoso).
Barcellona: Shakira (presidente), Gerard Piqué (leggenda), Manu Chao (tifoso).
Manchester City: Noel Gallagher (presidente), Vincent Kompany (leggenda), Liam Gallagher (tifoso).
3. Uncut calciatori
Ogni club manterrà la denominazione storica, i colori, lo stemma, per continuare a lavorare sul brand in termini di marketing. In alternativa ogni stagione ciascun club potrebbe scegliere una divisa e dei colori sociali di un club storico deceduto, lo sappiamo: l’unico valore delle vecchie squadre era quello estetico. Quindi immaginate il Barcellona con la maglia dell’Athletic Bilbao, l’Inter con la maglia della Sampdoria. Forse sarebbe controproducente in termini di marketing, non so, ragioniamoci. Una cosa è sicura: strisce abolite, basta, non funzionano, i designer si arrendano.
Ogni club quindi avrà a disposizione 500 crediti per comprare 18 giocatori. Durante ciascuna puntata ne verranno messi all’asta tre, procedendo in ordine di ruolo. Il conduttore dello show farà anche da battitore d’asta, per la prima edizione sarebbe bello avere a disposizione la professionalità di Josep Pedrerol, conduttore di Chiringuito TV. Immaginate la tensione, il pathos e la bellezza di un’asta del Fantacalcio portata avanti da Fedez o Zendaya e regolata da Pedrerol con in sottofondo la colonna sonora di Twin Peaks. L’asta (che potrebbero dirigere e montare registi internazionalmente riconosciuti, tipo i fratelli Safdie che sanno come far stare in ansia gli spettatori) non sarà a chiamata ma l’ordine verrà scelto dal conduttore, mentre 80 giocatori saranno esclusi.
Nell’ultima puntata i vari club scarteranno i pacchetti a sorpresa con dentro cinque giocatori per ciascuna squadra. I pacchetti saranno composti da una superstar, tre buoni giocatori, uno a caso e un tifoso del club vincitore del contest lanciato sui social. Ecco un esempio di pacchetto scartato dal Milan:
Superstar: Marco Verratti; tre giocatori: Benjamin Pavard, Roberto Gagliardini, Marco Asensio; un giocatore che non dovrebbe essere in Superlega: Andrea Rispoli; un tifoso: Francesco, che girerà tutto il giorno con una go pro sulla fronte che trasmetterà su Twitch la sua vita h24.
(Naturalmente ci sarebbero grandi polemiche riguardo l’estrazione dei pacchetti, e diverse teorie del complotto: tutto brodo per lo spettacolo). I giocatori scartati entreranno nello studio televisivo passando in mezzo a una nube di fumo accompagnati da musiche personalizzate, come i wrestler. Se avete fatto bene i conti vi sarete accorti che 32 giocatori restano fuori. Questi formeranno una formazione di reietti che avrà la possibilità di giocarsi la qualificazione alla Superlega™ in una sfida secca contro una squadra sorteggiata. Possiamo scommettere che copriranno il target dei tifosi del “calcio del popolo”.
4. L’unica tradizione che conta: il calciomercato
Ci saranno poi due puntate dedicate al calciomercato, ovvero a scambi che le squadre possono tessere tra loro. Le trattative saranno trasmesse e raccontate in diretta. Finalmente sarà visibile il più grande spettacolo del calcio finora rimasto clandestino: l’inserimento delle clausole, le discussioni sulle commissioni, e infine la firma liberatoria sui contratti. Che bellezza.
5. Dietro le quinte
Tra ottobre e novembre le squadre saranno impegnate nel classico ritiro pre-stagionale. Questo, come del resto tutti gli allenamenti dell’anno, verranno trasmessi dal canale della Superlega™ (abbonamento da 39,90 al mese). Non ci sarà luogo in cui le telecamere non potranno entrare: spogliatoi, case dei giocatori, spazi comuni del centro sportivo.
Durante il ritiro pre-stagionale le squadre saranno impegnate in varie attività di team-building: gare di di punizioni, di dribbling uno contro uno, shoot-out, rafting, tiro alla fune, che permetteranno ai giocatori di accumulare un punteggio. Il vincitore avrà diritto al posto da titolare per tutta la stagione, quello con meno punti verrà escluso dalla squadra e sostituito con una vecchia gloria del club (es. D’Ambrosio ultimo nella classifica pre-stagionale del Manchester United, viene sostituito da Gary Neville). Alla fine di ogni stagione ciascuna squadra avrà un proprio documentario della serie “All or nothing” che uscirà su Amazon Prime Video.
6. Il torneo
A questo punto inizia il torneo. Le 16 squadre vengono divise in 4 gironi, con gare disputate tra andata e ritorno. Le partite avranno una durata di venti minuti e non è previsto pareggio. Nel caso, due campioni scelti dalle due squadre si sfideranno in una gara di shoot-out. Si qualificano le prime due di ogni girone. La fase a eliminazione diretta comincia quindi con i quarti di finale, siccome l’esigenza, lo sappiamo, è quella di vendere più partite possibili, la formula sarà simile a quella della NBA: le squadre si affrontano in gare al meglio delle sette. Il fattore casa è ovviamente abolito: le gare dei playoff vengono disputate in giro per il pianeta. Ciascuna serie avrà un paese di riferimento: Bayern Monaco-Liverpool in tour del Giappone; Real Madrid-Milan in Azerbaijan etc. Prima della partita, tramite i canali social dei club, i tifosi (followers) potranno scegliere un giocatore da schierare titolare indipendentemente dall’allenatore.
Sarebbe un grande successo.
I nostalgici non capiscono una cosa: l’amore per il calcio non è eterno, non è un dato immutabile; l’intrattenimento cambia insieme ai gusti delle persone, e il calcio deve essere capace di evolversi, ibridandosi con i linguaggi dei videogiochi, delle serie tv e dei reality televisivi per venire incontro alle nuove generazioni e ai richiami degli stakeholders. Stiamo rischiando l’estinzione: o si cambia o si muore.