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Guida al Bologna 2025/26
19 ago 2025
La squadra di Italiano riparte da grandi ambizioni tattiche.
(articolo)
9 min
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IMAGO / Buzzi
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POSIZIONE LO SCORSO ANNO:

CHI IN PIÙ: Martin Vitik, Ciro Immobile, Federico Bernardeschi, Mihajlo Ilic, Torbjorn Heggem;

CHI IN MENO: Dan Ndoye, Sam Beukema, Martin Erlic, Michel Aebischer, Davide Calabria, Oussama El Azzouzi;

UNA STATISTICA INTERESSANTE DELLA SCORSA STAGIONE: Nonostante il Bologna di Italiano sia riuscito, sorprendentemente, a concedere meno xG rispetto a quello impermeabile di Thiago Motta (39.6 a 45), il numero di gol subiti è stato nettamente superiore: 47 a 32; un’underperformance che evidenzia le potenzialità inespresse dei rossoblù dal punto di vista difensivo.

Il Bologna si affaccia alla stagione 2025/2026 con uno slancio di entusiasmo e fiducia, forte di un rispettabile nono posto in campionato con 62 punti, e soprattutto della vittoria della Coppa Italia. Questo successo segna un punto di svolta perché ha riportato la squadra a un livello di competitività che mancava dai tempi di Giacomo Bulgarelli, ma ha anche alimentato la sensazione che questo gruppo possa scrivere ulteriori pagine importanti nella storia recente del club. L’impresa è ancora più significativa se si considera che la squadra ha dovuto superare l'addio di Thiago Motta e la cessione dei due giocatori migliori del campionato precedente, cioè Riccardo Calafiori e Joshua Zirkzee, addii che avrebbero potuto destabilizzare l’intero progetto relegandolo a una semplice meteora, una sorta di one season wonder.

Eppure, nonostante un avvio difficile con sole due vittorie nelle prime dieci giornate e i risultati deludenti in Champions League, Vincenzo Italiano è riuscito a risollevare la squadra, mantenendo alta la competitività e l’entusiasmo, pur cambiando pelle alla squadra sotto diversi aspetti. L’aspetto preponderante è quello che riguarda la pressione ultra-offensiva orientata sull’uomo (il PPDA, secondo i dati forniti da Hudl StatsBomb, è stato di 7.72, nettamente il valore più basso del campionato), verticalità più accentuata in fase di possesso con un uso maggiore dell’attacco diretto, e gioco indirizzato maggiormente sulle fasce per andare alla ricerca del cross e dell’attacco dell’area. Se la squadra di Thiago Motta era stata quella che meno sfruttava i cross per rendersi pericolosa, quella di Italiano è stata la terza a impiegare di più questa soluzione.

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Non è un caso allora che i fulcri di questo Bologna siano stati i giocatori di fascia: primo su tutti Riccardo Orsolini, ormai nel pieno della maturità e reduce dalla miglior stagione in carriera con ben quindici gol e cinque assist realizzati in campionato; ciò che però forse si tralascia è che il numero 7 rossoblù ha giocato solo 1886 minuti in campionato, circa ventuno partite complete. Si parla di un gol+assist ogni 94 minuti, numeri da top assoluto del campionato.

Spostandoci sull’altra fascia la grande sorpresa è stata Dan Ndoye con i suoi lampi, i suoi dribbling in velocità e la più che discreta freddezza sotto porta visti gli 8 gol in campionato.

A livello gestionale, la solidità del progetto è garantita dalla permanenza di Giovanni Sartori e Vincenzo Italiano. Il mercato estivo, però, ha imposto nuove sfide con le cessioni di due giocatori chiave: Dan Ndoye, venduto a 42 milioni al Nottingham Forest, e Sam Beukema, ceduto a 31 milioni al Napoli, e potrebbe non essere finita qui, dato che è di poche ore la notizia che il Sunderland abbia un interesse molto concreto per Lucumì.

Proprio come accadde l’estate scorsa, il Bologna si trova quindi costretto a individuare a buon prezzo dei sostituti degni che possano magari un giorno produrre ulteriori plusvalenze; è il caso per esempio di Martin Vitik, difensore centrale ceco classe 2003 acquistato dalla Sparta Praga per 14 milioni di euro. Ma c’è anche una novità: Sartori ha deciso di affiancare ai tanti giovani alcuni giocatori di grande esperienza e personalità che conoscono molto bene il campionato italiano: Federico Bernardeschi e Ciro Immobile.

I PUNTI DI FORZA DEL BOLOGNA
Dalle prime indicazioni del pre-campionato Italiano sembra intenzionato a dare continuità al 4-2-3-1 che ha portato ottimi frutti nella passata stagione. In fase di non possesso il leitmotiv rimane quello della pressione feroce estremamente orientata sull’uomo per recuperare il prima e il più in alto il possibile il pallone, con l’obiettivo di controllare le partite sotto il profilo dell’intensità e del dominio territoriale.


Affinché un sistema difensivo del genere possa reggere è fondamentale avere giocatori che credano in maniera quasi dogmatica nei suoi vantaggi, disposti ad allontanarsi di tanti metri dalla zona di comfort per inseguire il diretto avversario e stritolarlo nella loro morsa per vincere i duelli. Lucumì, per esempio, non esita a raggiungere la trequarti avversaria in fase difensiva pur di mantenere una distanza ravvicinata dall’attaccante avversario, sacrificando la prudenza per soffocare il possesso avversario.

In fase di possesso, l’idea consisterà sempre nell’avvolgere l’avversario con un possesso palla orientato sulle corsie laterali, sfruttando le continue sovrapposizioni dei terzini e i cambi di gioco per favorire specialmente Orsolini, che dev’essere messo nelle condizioni migliori per cercare la conclusione personale o il cross. Il numero 7 dei rossoblù resta il giocatore più importante della rosa, e non è un caso che nel pre-campionato si sia vista qualche strategia per facilitare le sue ricezioni in ampiezza, come per esempio i tagli interni senza palla del terzino destro Holm per creare una linea di passaggio diretta dal difensore centrale.

La struttura nello sviluppo dal basso sia a palla ferma che in movimento sembra essere un 4+1, con Odgaard che abbassa il suo baricentro fino a posizionarsi quasi da mezzala destra.

Una particolarità del gioco di Italiano consiste nella disposizione nel tratto basso quando la palla è tra i piedi del portiere: è un 3+2 con Skorupski che funge da centrale dei tre, uno dei due centrali - in questo caso Vitik - si alza a formare la mediana a due, e Holm stringe la sua posizione e funge da braccetto.

L'arrivo di Immobile, reduce da una buona stagione in Turchia, può sembrare strano visto che il Bologna ha già a disposizione due attaccanti giovani e promettenti come Castro e Dallinga. Tuttavia, questa mossa apre a nuove possibilità tattiche. In particolare, perché non considerare la soluzione con le due punte?

Immobile potrebbe agire in coppia con Castro, con l'argentino più focalizzato a rifinire l'azione per poi attaccare l'area, e l'ex Lazio sollecitato ad attaccare costantemente la profondità. Si tratta di un'idea che sembra stuzzicare Italiano, dato che l'ha già messa alla prova per 15 minuti durante l'ultima amichevole contro lo Stoccarda.

I POSSIBILI PROBLEMI
Sia Skorupski che Ravaglia si sono rivelati dei portieri affidabili, ma i pessimi numeri in termini di efficienza difensiva, cioè l’accentuata underperformance per quanto riguarda i gol attesi, potrebbero essere un campanello d’allarme per il Bologna: che sia il caso di investire per un portiere futuribile ma già pronto?

L’addio di Ndoye, invece, spalanca le porte sulla fascia sinistra a Benja Dominguez. Il classe 2003 ha dimostrato buone qualità tecniche nel gioco dello stretto, ma è certamente meno adatto a occupare l’ampiezza e punire l’avversario negli uno contro uno rispetto allo svizzero. Potrebbe rivelarsi una buona idea cercare un profilo con caratteristiche diverse, con la consapevolezza che Italiano è il re del turnover e sa calibrare i suoi giocatori in base alla partita.

Inoltre, un aspetto che va considerato quando si ragiona sull’atteggiamento estremamente aggressivo in fase di non possesso riguarda le situazioni in cui vengono catapultati alcuni giocatori quando si vedono trascinati via dalle loro zone per seguire il diretto avversario. La partita contro lo Stoccarda è stata molto significativa in questo senso, perché i tedeschi alzavano i terzini sulla linea degli attaccanti, sia in ampiezza che in zone più centrali; questo costringeva, per via delle richieste di Italiano, giocatori come Orsolini e Dominguez a gestire delle situazioni nei panni di un quinto, o addirittura da braccetto. L’argentino in particolare è sembrato estremamente in difficoltà a causa delle sue limitazioni strutturali e atletiche. Da questo punto di vista Ndoye, pur non essendo un giocatore difensivo, era sicuramente in grado di cavarsela meglio grazie alla sua velocità e alla sua potenza, a ulteriore dimostrazione che potrebbe essere una buona idea cercare un nuovo profilo sulla fascia sinistra, più simile all’esterno svizzero.

MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE
La difesa si consolida e chiude il campionato subendo meno di 40 gol. Immobile ritrova il suo istinto da bomber, si proclama per la terza volta capocannoniere del campionato e forma una coppia d'attacco da sogno con Castro. Il Bologna conquista il quarto posto qualificandosi per la Champions League, e arriva in finale di Europa League.

PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE
La fase offensiva fatica a decollare senza l'imprevedibilità di Ndoye; Orsolini alterna lampi e pause a causa della sofferta staffetta con Bernardeschi; e Immobile non ritrova il feeling con la porta. Il Bologna scivola mestamente nella parte destra della classifica, accontentandosi di un campionato che a marzo ha già detto tutto, uscendo peraltro dall’Europa League nella fase iniziale della competizione a causa di un rigore sbagliato al 90’ in casa da Bernardeschi che replica il cucchiaio di Maicosuel.

GIOCATORE DI CUI AVERE LA MAGLIA
Un'ottima scelta è Santiago Castro, il giocatore con più soprannomi di un rapper americano: Toto, King Kong, Locomotora, El Mato. L’argentino è il giocatore più elettrizzante della rosa perché è in grado di abbinare movimenti in area di rigore da vero numero 9 con la qualità, la visione di gioco e l’estro di un rifinitore. Se non siete convinti, riguardatevi l’assist di tacco per Pobega contro la Juventus a Torino.

POSSIBILE SORPRESA
Il nuovo colpo alla Sartori risponde al nome di Martin Vitik, difensore centrale ceco classe 2003. Non si tratta del tutto sconosciuto: era stato già accostato con forza al Napoli in passato, ed è stato convocato per gli Europei dalla Repubblica Ceca. Vitik è un centrale moderno che abbina grande struttura (193 centimetri), velocità sulle lunghe distanze e buone qualità tecniche, soprattutto in conduzione. Può dire la sua anche sui calci piazzati, come ha già dimostrato nell’amichevole contro lo Stoccarda. Il Bologna ci ha ormai abituato a ottimi colpi dall’estero per quanto riguarda i difensori centrali: Lucumì, Posch, Beukema; ora tocca a lui portare avanti la tradizione.

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