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È di nuovo quel periodo dell’anno in cui si parla di Ben Simmons
25 set 2024
Sono usciti nuovi video di lui in palestra.
(articolo)
10 min
(copertina)
Federico Pestellini/Panoramic
(copertina) Federico Pestellini/Panoramic
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Le tasse, la morte, Ben Simmons che in estate pubblica dei video in palestra in cui sembra finalmente pronto a diventare quello che ingenuamente pensavamo che potesse essere, e cioè una versione “generazione Z” di LeBron James. È la fase Ben Simmons in the lab, quella che le prime volte ci ha illuso ma che ora ci fa solo tristezza. Negli Stati Uniti questo ciclo delle stagioni della prima scelta al Draft del 2016 è diventato un meme, perché - purtroppo - non può essere altrimenti.


L’eterno ritorno in palestra

Le prime foto erano uscite già ad agosto, ma da qualche giorno abbiamo anche l’ennesima conferma video che - ehi - questo sarà l’anno di Ben Simmons! Guardate come si allena bene, come ha finalmente costruito un tiro decente. I suoi movimenti sono fluidi, sicuri. C’è tutto per far bene. Questa volta Simmons ha trovato anche il sostegno eccellente di Chris Brickley, uno di quei personal trainer che seguono i giocatori NBA prima dell’inizio della stagione. "Ben Simmons è tornato a giocare a basket da All Star. Grande stagione in arrivo" ha scritto su Instagram, ricevendo in cambio una pioggia di commenti ironici.

Il video ha girato così tanto che è anche difficile risalire all’originale. Secondo Ryen Russillo (che ne ha fatto una specie di reaction) potrebbe addirittura arrivare da qualche account legato direttamente ai Brooklyn Nets, ma non è importante dopotutto. Su Reddit, ad esempio, è stato ripubblicato con la didascalia The Annual Video Of Ben Simmons In The Lab, e infatti Simmons era in the lab nell’estate del 2023, nell’estate del 2022, nell’estate del 2021, nell’estate del 2020 (prima di entrare nella bolla) e nell’estate del 2019. Non è una novità o qualcosa di eccezionale: tutti i giocatori NBA usano la lunga pausa estiva per passare del tempo in palestra, per mantenersi in forma o limare i difetti del proprio gioco, nessuno di loro però genera le attese e l’ironia di Ben Simmons (tranne forse i dimagrimenti di Zion), perché in nessuno è così grande lo scarto tra potenzialità e limiti. E soprattutto tra allenamento e partita.

Comunque la meccanica di tiro rimane da museo degli orrori.

Sarebbe davvero bello poter credere che, all’improvviso, e grazie a un mese o giù di lì passato in palestra, Ben Simmons possa aver imparato a tirare, un fondamentale che, purtroppo per lui, è troppo importante per stare nella NBA di oggi in maniera significativa. Se però questo non è successo nell’estate del 2019, in quella del 2020 o del 2021, 2022 e 2023 (ma anche in tutte le altre estati precedenti della sua vita), perché dovremmo credere che succederà in questa? In parte seguire lo sport vuol dire avere fede, ma con Ben Simmons siamo ben oltre la fede, e probabilmente neanche Ben Simmons ci crede più, si sottopone a questi allenamenti estivi come se fossero un lavoro burocratico, in cui si compiono azioni per pura inerzia, senza chiedersi la ragione.

Vi ricordate quando nel 2019 segnò finalmente la prima tripla in carriera dopo che in estate eravamo stati inondati di video di lui in palestra che infilava triple su triple? Le aspettative che c’erano dietro quel singolo canestro, come simbolo di un futuro radioso per Simmons? Ecco, quella tripla contro New York è stata la prima di CINQUE segnate su 36 tentativi nei successivi cinque anni. Simmons in NBA ha segnato meno triple di Boban Marjanovic (10 su 42), una persona che semplicemente ha le mani troppo grandi per tirare da lontano un pallone da basket verso il canestro in maniera proficua.

Ma il tiro è solo una parte, per quanto consistente, dei problemi di Ben Simmons. Un problema intorno a cui, con tutto il talento che ha, o aveva, poteva anche provare a girare intorno. Oggi è difficile ricordarselo, ma nella sua prima versione - quella del Process più duro e puro - Simmons era davvero straordinario nella sua unicità anche senza tiro. Un playmaker di 2 metri e otto centimetri capace di volare in transizione, con una raffinata visione di gioco e nella distribuzione dei passaggi, oltre a un’intelligenza cestistica sopra la media. In potenza: uno dei migliori difensori perimetrali della NBA.

Simmons, invece di partire da questa base e diventare il miglior giocatore possibile aggiungendo cose, ha però compiuto un percorso all’inverso. Invece di migliorare, come è logico nella crescita di un atleta di prospettiva, è peggiorato in maniera catastrofica. In questo paradosso sta l’eterno ritorno in palestra come momento salvifico. Come se ci fosse davvero qualcosa che Simmons possa fare per svoltare, che so: un esercizio fatto particolarmente bene, una piccola ma rivoluzionaria correzione nella meccanica di tiro (come ad esempio cambiare mano, se siete tra quelli che credono che sì, Simmons semplicemente usa la mano sbagliata per tirare. Una teoria che sarebbe assurda per qualunque altro giocatore, ma non per lui), un discorso motivazionale.

I problemi alla schiena

Forse, più che credere che questo possa accadere, che cioè Simmons riesca davvero a essere la sua versione in the lab anche in NBA, la vera parte che dovremmo accogliere con gioia del messaggio di Brickley è che «è tornato a giocare a basket». Perché questo è il massimo di cui possiamo essere contenti per lui in questo momento. Non lo faceva dal 26 febbraio scorso - 14 minuti, 4 punti, 6 rimbalzi, 3 assist contro Memphis - quando si era fermato per una seconda operazione alla schiena, una discectomia parziale microscopica per alleviare un disturbo nervoso che lo tormenta. Più in generale, dall’estate del 2021 a oggi Ben Simmons ha saltato 189 su 246 possibili.

Un problema fisico, quindi, come spiegazione almeno parziale della sua involuzione. Sarebbe ragionevole per tutti, ma non per l’australiano. Simmons, infatti, non si è rotto il crociato mentre cercava di portare i Chicago Bulls sul tetto del mondo come Derrick Rose, non si è vista in mondovisione la sua caviglia spezzata al contrario come Gordon Hayward, non si porta neanche dietro il fisico di Joel Embiid o di Zion Williamson, che lasciano intendere di essere proni agli infortuni per costituzione. No, Ben Simmons, con un fisico che sembra disegnato, questo sì, in laboratorio, ha praticamente saltato tre stagioni perché gli faceva male la parte bassa della schiena.

Preso in astratto, senza conoscere davvero quanto sia invalidante, un infortunio del genere sembra semplicemente ridicolo, lo stesso tipo di problema che ho io perché passo troppe ore seduto male davanti a un pc a scrivere. Questo inevitabilmente ha generato complotti e maldicenze secondo cui Simmons sta fingendo i suoi infortuni, oppure è troppo soft per giocare sopra a quello che al massimo è un dolorino, qualcosa con cui gli atleti devono convivere. «Ben Simmons potrebbe anche essere l'atleta professionista più debole e patetico mai visto, non solo nella storia americana, ma nella storia dello sport. Non riesco a pensare a un atleta professionista che sembri più patetico di quest'uomo», ha detto Stephen A. Smith e non sono neanche le parole peggiori che gli ha riservato. «Se firmi un contratto da 250 milioni, fammi vedere che li meriti. C’è un motivo se io alla mia età cammino in modo strano e non riesco a girare il collo: perché ho giocato per meritarmi i miei 120 milioni. Guadagnano tutti quei soldi e non sanno giocare. E io non rispetto giocatori così», ha detto invece recentemente Shaquille O'Neal. Tutto questo nonostante diversi medici si siano espressi sulla gravità e su quanto sia invalidante questo tipo di infortunio.

Anche la tempistica è diventata sospetta, o comunque un modo per dubitare della sua veridicità: Simmons stava bene fino all’estate del 2021, poi gli è stato quasi impossibile giocare a basket. Cosa è successo nel mezzo? La mancata schiacciata in gara-7 contro gli Hawks nei playoff del 2021, il momento centrale in tutta questa storia. È raro che si possa definire la data esatta in cui la carriera di un talento promettente va a rotoli, ma come detto con Ben Simmons è tutto unico e l’assurdo si accumula uno strato sopra l’altro, come in un meme infinito.

Come assistere a un seppuku in diretta nazionale.

Si è parlato moltissimo di quella non-giocata, che ha segnato la rottura indelebile nel rapporto tra Simmons e Philadelphia, ma anche tra Simmons e il gioco del basket, mi viene da dire. Dopo quella partita infatti l’australiano era stato brutalmente scaricato dal suo allenatore Doc Rivers e indicato come colpevole della sconfitta da Joel Embiid. Due tradimenti a mezzo stampa che, aggiunti a tutto il resto, avevano portato Simmons a decidere di non giocare più per Philadelphia.

La conseguenza è stata un tira e molla stucchevole tra l’australiano e la franchigia, tra le frustrazioni di Simmons e i suoi problemi di salute mentale, e la necessità dei Sixers di non svalutare totalmente un giocatore a cui avevano dato un contratto da 177 milioni di dollari in 5 anni. In questo scenario si sono inseriti i problemi alla schiena, che Simmons aveva già avuto, anche se in maniera minore e che invece hanno iniziato a tormentarlo. Anche la trade che lo ha portato a Brooklyn, arrivata a febbraio del 2022 in cambio di Harden, e che inizialmente poteva sembrare un momento di rinascita è finita per essere negativa per tutte e due le squadre, con i Nets che sono passati rapidamente da contender a squadra materasso.

E ora?

L’idea che nella prossima stagione possa giocare da “All-Star” (cosa che, ricordiamolo, era prima della serie contro Atlanta) con i Brooklyn Nets sembra semplicemente irreale. Tra l'altro la franchigia ha tutto l'interesse a perdere per cercare di accaparrarsi la prima scelta al draft, che vuol dire Cooper Flagg. Simmons, a ben vedere, non è neanche sicuro di partire in quintetto, vista la presenza di Dennis Schröder nel ruolo di point guard. Nelle poche partite in cui è sceso in campo negli ultimi anni, se da un lato è stato possibile vedere come, qui e lì, Simmons avesse ancora delle scintille da ottimo giocatore di basket, i strascichi fisici e mentali sono rimasti troppo presenti.

Anche a un’analisi a occhio nudo, infatti, si può vedere come, a 28 anni, quindi nel pieno di quello che dovrebbe essere il suo sviluppo psicofisico, Simmons abbia perso esplosività e fluidità rispetto ai primi anni in NBA proprio via della schiena. E, se anche questo problema si fosse magicamente risolto con la seconda operazione, rimane invece presente il motivo per cui Simmons non ha provato a schiacciare contro gli Hawks: la sua paura dei tiri liberi.

In quella serie non aveva mai tirato negli ultimi quarti per paura di dover affrontare viaggi in lunetta decisivi e sbagliare. Un fantasma che si sta portando dietro e che non fa ben sperare per il futuro. Simmons, non sapendo tirare (e si torna sempre lì), non è mai stato un buon tiratore di liberi. Nella stagione 2021/22 tirava col 61.3% di media, che è basso per chiunque giochi a basket per professione, ma catastroficamente basso per un giocatore perimetrale in NBA. Però almeno andava in lunetta. Gli oltre 5 viaggi in lunetta della sua vita prima di quell’azione, oggi sono diventati solamente uno a partita. E la media è scesa fino al 40%.

Se questa paura è rimasta, se Simmons non torna ad attaccare il canestro con continuità per generare i vantaggi necessari al suo basket, è anche inutile parlare di tutto il resto. Qualcuno ha ipotizzato una comparazione con Draymond Green, forse l’unico giocatore in NBA capace di elevare un sistema offensivo pur senza saper tirare, ma è difficile immaginare due giocatori più diversi nel modo di approcciare questo sport. Simmons potrebbe riciclarsi come specialista difensivo, ma è veramente poca cosa e comunque ormai è una figura che in NBA quasi non esiste più.

La stagione che arriva, quindi, più che di riscatto, per Simmons sarà quella della scoperta, o riscoperta del suo posto nel mondo (della NBA). Anche perché alla fine sarà free agent e il suo futuro nella Lega dipenderà quasi totalmente da quello che farà vedere nelle prossime 82 partite, nella speranza che almeno ne possa giocare la maggior parte. Per il resto fare previsioni da qualche video in palestra è inutile, per quanto allettante. Lasciar andare Simmons dopo questa stagione sarebbe veramente doloroso.

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