Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Fabio Barcellona
Bayern Monaco-PSG è stata la partita dell'anno
08 apr 2021
08 apr 2021
Due squadre che ci hanno fatto divertire.
(di)
Fabio Barcellona
(foto)
Dark mode
(ON)

La sfida tra il Bayern Monaco e il Paris Saint-Germain, che solo otto mesi fa giocavano a Lisbona la finale della scorsa edizione della Champions League, era forse il quarto di finale più atteso. Dopo il match di andata non si può certo dire che le attese siano andate deluse. Gli uomini di Flick e Pochettino, sotto un’insolita neve d’aprile, hanno regalato una partita emozionante, con tanti gol, colpi dei loro migliori campioni e l’impressione, nonostante la vittoria esterna dei parigini, che la qualificazione alla semifinale sia ancora una faccenda aperta.

 

La sosta per le nazionali aveva scombinato i piani dei due allenatori. Flick ha dovuto rinunciare a Lewandowski, infortunatosi ad Andorra con la sua Polonia, mentre il focolaio di Covid-19 scoppiato nella nazionale italiana ha privato il PSG di Verratti e Florenzi.

 

Pochettino, che in mezzo al campo era privo anche dello squalificato Paredes, ha optato quindi per una linea mediana muscolare, tenendo inizialmente Ander Herrera in panchina, e schierando Danilo Pereira e Idrissa Gueye come interni di centrocampo del suo 4-4-1-1. Non è ben chiaro se il gol segnato da Mbappé dopo soli 3 minuti abbia influenzato, orientandolo ancor più alla prudenza, il piano tattico dell'allenatore argentino, che però è presto apparso abbastanza chiaro e definito, mirato a sfruttare l’incastro tra le irreali capacità in campo aperto di Neymar e Mbappé e la incrollabile volontà di Flick di difendere in avanti sempre e comunque tenendo la linea difensiva più alta possibile. Il tecnico del Paris Saint-Germain ha infatti schierato due linee da 4 piuttosto vicine e strette longitudinalmente per proteggere il centro, tenendo il baricentro della squadra particolarmente basso, lasciando più avanti Neymar e Mbappé schierati in verticale, con il primo a gravitare nella zona di Kimmich.

 


Il baricentro del PSG è stato posizionato a 33,9 m dalla propria porta, un valore estremamente basso.


 



Il match è partito a razzo sin dal primo secondo di gioco e i primi tre minuti possono essere presi come una perfetta riduzione in scala dell’intera partita.

 

Con la prima azione offensiva, il Bayern è riuscito a giungere pericolosamente al tiro sfruttando un tema tattico che è stato ricorrente per tutti i 90 minuti. I bavaresi hanno impostato la manovra sul lato destro del campo per poi, con un lungo cambio di gioco di Goretzka, attaccare il lato debole, lasciato strategicamente meno protetto da Pochettino, con il suo 4-4-2 molto compatto al centro e fortemente orientato in zona palla. Il lancio di Goretzka ha trovato la progressione del terzino sinistro Hernandez, e lo scivolamento orizzontale della struttura difensiva del PSG non è stato sufficientemente veloce a impedire lo sviluppo della manovra degli avversari. Hernandez ha trovato lo spazio e il tempo per triangolare con Müller e giungere al tiro, respinto in calcio d’angolo da Keylor Navas.

[gallery ids="67821,67822"]

Il terzino destro Dagba e l’esterno destro Di Maria sono molto stretti verso il centro del campo. Goretzka con un lancio lungo da destra verso sinistra trova Hernandez che ha tempo per avanzare. Lo scivolamento verso destra della linea difensiva del PSG non riesce ad impedire a Müller di avere lo spazio per ricevere da Hernandez e chiudere il triangolo con il francese.


 

Sul calcio d’angolo successivo il Bayern ha colpito la traversa con un colpo di testa di Choupo-Mouting, inaugurando un dominio aereo in area di rigore che ha fruttato due gol e ben 7 conclusioni di testa ai bavaresi.

 

Tuttavia, dopo le due occasioni da gol non concretizzate dalla squadra di Flick, è arrivato il gol di Mbappé, giunto al termine di un attacco alla metà campo aperta del Bayern Monaco.

 

L’azione del gol del vantaggio del Paris Saint-Germain è nata da una palla rubata da Neymar a Kimmich nella zona di centrocampo. In accordo alla propria filosofia di gioco, il Bayern ha provato a recuperare velocemente in avanti il pallone, aggredendo immediatamente Neymar con Hernandez, che ha lasciato dietro di sé Di Maria. Alaba ha provato a scalare su Di Maria, ma l’eccessiva distanza dall’esterno del PSG non gli ha consentito di impedire all’argentino di chiudere il triangolo con Neymar che ha generato una situazione di due contro uno in campo aperto – Mbappé e Neymar contro Süle – oggettivamente indifendibile per Süle.

[gallery ids="67823,67824"]

Hernandez prova ad aggredire in avanti Neymar lasciando alle spalle Di Maria su cui prova a scalare invano Alaba. Il triangolo tra Di Maria e Neymar lancia il brasiliano in campo aperto contro Süle e il supporto di Mbappé.


 

L’attacco del Bayern al lato debole della stretta difesa del Paris Saint-Germain, il predominio nel gioco aereo e le ripartenze letali degli uomini di Pochettino viste nei primi tre minuti di gioco sono stati temi tattici ampiamente ricorrenti che hanno definito la partita.

 



Lo stretto e basso 4-4-1-1 del Paris Saint-Germain è stato affrontato dal Bayern con la consueta occupazione dell’ampiezza e della zona alle spalle del centrocampo avversario. Abbassando il baricentro della sua squadra, avvicinando le linee e stringendo gli esterni, Pochettino sperava forse di rendere complesso al Bayern il gioco alle spalle di Danilo Pereira e Gueye, confidando nella densità centrale a protezione dell’area e nella rapidità degli scivolamenti orizzontali per difendere il gioco in ampiezza del Bayern Monaco. Tuttavia, contro la pressione di Neymar e Mbappé, sono bastati pochi uomini ai bavaresi per far risalire in maniera pulita e ordinata il pallone, e ciò ha consentito al Bayern di occupare l’ampiezza molto sopra la linea della palla e al contempo di piazzare tanti uomini tra le linee avversarie.

 


Bastano i due centrali più Kimmich per saltare la pressione di Mbappé e Neymar. Il Bayern schiera una linea con 5 uomini alle spalle del centravanti Choupo-Moting e dietro il centrocampo del PSG, occupando l’ampiezza con Sané a destra e Hernandez a sinistra.


 

La qualità tecnica ad alti ritmi e la capacità di creare con l’alternanza mirata di conduzioni e passaggi, fatta per squilibrare una difesa che invece provava a rimanere compatta, hanno permesso al Bayern di schiacciare gli avversari nell’ultimo terzo di campo e di giungere al tiro con costanza e pericolosità. Gli uomini di Flick sono riusciti a calciare per 31 volte verso la porta di Keylor Navas – 21 volte da dentro l’area - generando l’enormità di 5.2 expected goals. Il 37% delle azioni offensive del Bayern ha portato a una conclusione verso la porta avversaria.

 


31 tiri e 5,2 xG per il Bayern Monaco, che è riuscito a tirare tantissime volte in porta con una qualità media delle occasioni particolarmente elevata. Elevatissima la qualità delle occasioni del PSG, che con soli 6 tiri ha generato 1,6 xG nei piedi educatissimi di Mbappé (2 tiri, 2 gol), Di Maria, Neymar, Marquinhos e Draxler.


 

Il Bayern è riuscito a penetrare la difesa del Paris Saint-Germain in ampiezza e, nonostante le precauzioni di Pochettino, centralmente. I bavaresi sono giunti sull’esterno sia, come nella prima occasione della partita, utilizzando cambi di gioco da una fascia all’altra, che lo scivolamento orizzontale della difesa del PSG non riusciva a contrastare in tempo, sia facendo stringere a dismisura le maglie della struttura difensiva di Pochettino per poi trovare spazio sulle fasce e invadendo al contempo l’area di rigore avversaria con tanti uomini.

[gallery ids="67827,67828"]

Un ottimo esempio dell’attacco del Bayern Monaco. Il centrale difensivo Alaba “conduce per attrarre” facendo collassare verso il centro tutta la struttura difensiva avversaria, per poi servire esternamente Sanè che, grazie proprio alla conduzione del compagno di squadra, ha tanto tempo e spazio per ricevere e giocare il pallone. Il Bayern invade il centro dell’area di rigore avversaria con 5 uomini pronti a ricevere l’assist di Sané da posizione favorevolissima.


 

La squadra di Flick ha effettuato 34 cross su azione – ben 10 di Coman – e più volte è giunta a liberare Sané e lo stesso Coman in isolamento sull’esterno. Coman, approfittando del duello col semi-esordiente Dagba, ha tentato 11 dribbling superando per 8 volte il diretto avversario. Sané a destra è riuscito a saltare il diretto avversario 4 volte su 5 tentativi. Nonostante tutto, però, sia Coman che Sané hanno spesso sbagliato la scelta o l’esecuzione dell’ultimo passaggio, riuscendo a mandare al tiro complessivamente 3 volte i compagni – due Coman e una Sané – un numero troppo basso tenendo conto del volume e della qualità delle ricezioni in zona pericolosa dei due esterni del Bayern.

 

Come detto, i bavaresi non si sono limitati a sfruttare l’ampiezza che il Paris Saint-Germain ha concesso più o meno volontariamente, ma è riuscito anche a penetrare le fitte maglie centrali della difesa parigina, utilizzando con maestria il posizionamento dei suoi uomini alle spalle del centrocampo avversario. A dominare in quella specifica zona di campo è stato il solito Thomas Müller, che ha sempre letto perfettamente i possibili sviluppi dell’azione e, partendo dalla posizione di trequartista, ha alternato attacchi alla profondità, posizionamenti addosso alla difesa avversaria per allargare lo spazio tra le linee ai compagni di squadra, movimenti esterni a compensare i tagli interni di Coman e Sané e ricezioni dietro i centrocampisti del Paris Saint-Germain. La sensibilità tattica di Müller, unita, qualche metro più dietro a quella di Joshua Kimmich, hanno consentito al Bayern di alternare il gioco ampio e quello stretto all’interno della struttura arretrata avversaria, traendo così vantaggi in entrambe le situazioni d’attacco, allargando e stringendo a ritmi elevati la difesa di Pochettino.

[gallery ids="67829,67830,67831,67832"]

Un esempio della qualità del gioco interno del Bayern. Kimmich è in possesso, Müller si smarca alle spalle dei centrocampisti avversari e Alaba, schierato da interno dopo l’uscita dal campo di Goretzka, si inserisce. Kimmich serve Müller, sul quale è costretto a uscire il centrale Kimpembe. Sullo spazio creatosi si butta Alaba, che riceve il passaggio di prima da Müller e calcia in porta da posizione pericolosa.


 



Come nella

della scorsa edizione della Champions League, il Bayern non ha cambiato i propri principi difensivi pur trovandosi davanti Neymar e Mbappé, senza alcun dubbio la peggiore coppia di giocatori da affrontare in spazi ampi. La tendenza di Flick a difendere in avanti e a tenere altissima la linea difensiva è davvero esasperata, ma è anche necessaria a sostenere un attacco che tende a riversarsi con tantissimi uomini nell’ultimo terzo di campo avversario. Quest’anno i meccanismi difensivi, che prevedono un amplissimo utilizzo di letture singole riguardanti la scelta dei tempi di pressione, delle situazioni in cui mettere individualmente in fuorigioco gli avversari, delle scalate da effettuare e dei momenti in cui affondare i contrasti durante i frequenti duelli uno contro uno che si vengono a creare, sembrano essere meno efficienti della passata stagione.

 

Il dato macroscopico dei gol subiti in Bundesliga – 35 in 27 partite, nell’intero campionato nella passata stagione erano stati solo 32 – rivela quantitativamente le maggiori difficoltà difensive dei bavaresi. È abbastanza evidente che, in continuità con quanto già visto in questa stagione, il Bayern non abbia spesso difeso bene contro il Paris Saint-Germain, ma non è la prima volta che questo accade. A fare la differenza è stata la qualità delle prestazioni di Neymar e Mbappe, ben supportati dall’intelligenza tattica di Di Maria in fase di possesso palla.

 

Della partita di Neymar le cose più evidenti sono gli assist in occasione dei primi due gol della squadra. La conduzione in occasione del primo gol, unito al perfetto tempo dell’assist a Mbappé, e lo strepitoso lancio di sinistro a Marquinhos, che ha cancellato con la sua bellezza la pessima risalita della linea difensiva del Bayern, sono solo la punta dell’iceberg di una prestazione in cui il brasiliano, schierato alle spalle di Mbappé con ampia libertà di movimento, ha rappresentato l’unica ancora di salvezza della manovra offensiva della sua squadra. Neymar abbassandosi o allargandosi ha quasi sempre disegnato l’unica possibile linea di passaggio per risalire il campo e la qualità della sua protezione del pallone e delle giocate successive sono state superbe.

 

Nelle poche occasioni in cui il Paris Saint-Germain è riuscito a ripartire, i movimenti in profondità di Mbappé si sono invece rivelati immarcabili per la difesa tedesca e la finalizzazione in occasione del terzo gol, con la finta di tiro su Boateng e lo stesso Neuer e la conclusione al primo palo prendendo in contropiede il portiere è davvero di livello elevatissimo.

 


Il baricentro del Bayern è stato altissimo.


 



L’andamento della partita di andata suggerisce evidentemente che la qualificazione alla semifinale è ancora ampiamente aperta. Entrambe le squadre hanno la necessità di aumentare l’efficienza della propria fase difensiva, ma i margini per migliorarla sono ridotti sia per il Bayern che per il Paris Saint-Germain. Gli uomini di Flick ben difficilmente tradiranno i principi che li hanno portati in cima al modo e inevitabilmente continueranno a essere esposti agli attacchi di Neymar e Mbappé. Dovranno quindi contare su una migliore fase di finalizzazione e, in quest’ottica, l’assenza di Lewandowski potrebbe essere un fattore decisivo per il destino del quarto di finale.

 

Dall’altro lato del campo il Paris Saint-Germain deve sperare di recuperare Marquinhos, uscito per infortunio nel primo tempo, che può fornire un importante contributo nella protezione del cuore dell’area di rigore, continuamente esposta agli inserimenti dei giocatori del Bayern. Ma, ancor più che nei miglioramenti della fase puramente difensiva, il Paris Saint-Germain dovrà contare su un aiuto indiretto della sua fase di non possesso, aumentando la quantità e la qualità del suo possesso palla per evitare di essere continuamente attaccata dal Bayern. Se assieme al recupero di Paredes dovesse esserci anche quello di Marco Verratti si potrebbe forse vedere una differente versione della squadra di Pochettino e una partita tatticamente diversa. Quel che è certo è che il ritorno in programma tra soli cinque giorni a Parigi sarà una partita divertente e dominata dagli attacchi come quella di Monaco.

 

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura