Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Avere Higuain
26 lug 2016
26 lug 2016
Come cambia la Juventus con Higuain.
Dark mode
(ON)

Higuain è ufficialmente diventato un giocatore della Juventus e quella che pareva essere una delle tante boutade estive del calciomercato è diventata realtà. Sono noti a tutti i numeri che Higuain porta in dote alla Juventus: soprattutto, da quando gioca in Europa ha l’incredibile media di 0.79 gol ogni 90 minuti nelle squadre di club, 0.75 se non si considerano i rigori. Il che significa: 3 gol ogni 4 partite su azione; e ha portato al record di con 36 reti (in 35 partite) in una sola Serie A con la media di 1 gol su azione ogni 90 minuti e un tasso di conversione del 18.1%.

Ma il record della passata stagione è frutto anche dell’elevato numero di tiri in porta che Higuain “consuma”: con Maurizio Sarri in panchina l’argentino ha tirato 5.50 volte ogni 90 minuti, contro una media in carriera in Europa di 3.70 tiri, e di 3.50 tiri nelle due precedenti stagioni al Napoli. Solo Cristiano Ronaldo ha tirato più volte di Gonzalo Higuain nella passata stagione, e solo Lewandoski ha calciato più volte da dentro l’area (Lewa 4.27, Higuain 4.04).

Higuain ha segnato in tutti i modi: 32 gol da dentro l’area e 4 da fuori area, 24 gol di destro, 8 di sinistro e 3 di testa, in acrobazia, dopo un’azione solitaria o di prima, finalizzando un’azione collettiva.

Ma al di là del volume offensivo che aggiungerà alla Juventus resta la domanda di come Higuain si potrebbe integrare nei meccanismi della squadra di Allegri.

Ciao, Sarri

La scorsa stagione Gonzalo Higuain ha giocato come punta centrale nel 4-3-3 di Maurizio Sarri, in una squadra estremamente organizzata nelle sue tracce offensive che gli ha permesso di mostrare il suo intero repertorio tecnico-tattico da centravanti completo. Il gioco di Sarri richiedeva una grossa varietà di movimenti sia per creare spazi per le proprie ricezioni profonde e corte, sia per liberare spazi per gli inserimenti degli esterni offensivi e delle mezzali.

Higuain doveva venire incontro al portatore di palla per fungere così da perno della manovra offensiva, giocando “a muro”, chiudendo triangoli o tenendo palla per rifinire in prima persona per un compagno.

Insigne disegna una traccia interna palla al piede. Higuain non cerca il taglio profondo, ma viene incontro, riceve spalle alla porta e chiude il triangolo col compagno che va al tiro, segnando.

Quando lo sviluppo del gioco prendeva via laterali, utilizzando le catene esterne terzino-mezzala-ala, Higuain doveva muoversi all’interno dell’area di rigore per ricevere un cross o un assist proveniente dall’esterno.

Il movimento di Higuain all’interno dell’area è perfetto. Prima si stacca dal proprio marcatore allontanandosi, poi, quando il difensore prova a riavvicinarsi, lo prende in controtempo attaccandolo alle spalle.

Se la situazione tattica lo rendeva possibile e necessario Higuain attaccava la profondità per ricevere il pallone o, in ogni caso, allungare la squadra avversaria.

In campo aperto, con la possibilità di attaccare la profondità, Higuain si muove in anticipo sui marcatori e detta il passaggio alle spalle della linea difensiva avversaria. La conoscenza delle caratteristiche tecniche di Insigne gli suggerisce che è possibile anticipare il movimento per avvantaggiarsi sui marcatori.

In situazioni maggiormente chiuse, movimenti brevi e netti, creavano linee di passaggio dirette per il portatore di palla e per una successiva conclusione del numero 9 del Napoli.

Contro il Torino si apre verso l’esterno con un movimento a ricciolo, prende distanza dal suo marcatore e disegna una comoda e diretta linea di passaggio per Hamsik.

Giocare nello spazio

Il bagaglio tecnico, ma soprattutto tattico di Higuain ha consentito a Sarri di sfruttare ogni possibile opzione nello sviluppo delle sue trame offensive. La sua profonda comprensione dei tempi e degli spazi, il modo in cui Higuain percepisce le sue coordinate cartesiane in campo in funzione dei due punti cardine, la palla e la porta avversaria, riconosce la posizione di compagni e avversari e le loro caratteristiche ed elabora le informazioni a sua disposizione per massimizzare, senza fronzoli, l’efficacia della sua giocata, sempre finalizzata alla possibilità di giungere alla conclusione, in prima persona o attraverso un compagno.

Il suo bagaglio tattico è una sorta di tutorial dei movimenti di un attaccante: movimenti incontro al pallone per ricevere o fungere da “esca”, contromovimenti, corse “a mezzaluna”, attacco alla profondità, il tutto eseguito con tempi e sincronie quasi sempre perfetti.

Persino quello tecnico, di bagaglio, sembra essere fortemente influenzato dalla sua finissima percezione dei tempi e degli spazi di gioco: i suoi dribbling e i suoi tiri sono costruiti essenzialmente sull’incastro dei propri movimenti con quelli dei marcatori e dei portieri. Gli avversari sono superati utilizzando gli attimi in cui vengono sbilanciati dalle sue mosse e i portieri spesso presi in contropiede o, comunque superati dalla traiettoria più efficace per giungere al gol (e a questa sua capacità quasi magica abbiamo dedicato un approfondimento a parte).

Qui Higuain non punta l’avversario, ma si muove con la fredda determinazione di trovare lo spazio per il tiro. Continua a spostarsi in orizzontale fino a cogliere lo sbilanciamento del marcatore e a cogliere lo spiraglio per fare gol. Ma colpisce il palo.

Con Allegri

La prima cosa da sottolineare, quindi, parlando del possibile adattamento di Higuain nel gioco della Juventus, è che un giocatore con uno spettro ampio quanto il suo e con a disposizione altrettante soluzioni tattiche è utilizzabile all’interno di differenti moduli di gioco e in sistemi che utilizzano principi tattici diversi. La sensibilità tattica del “Pipita” nel leggere spazi e intenzioni dei compagni non limiterebbe il rendimento del giocatore nel passaggio da una fase offensiva estremamente organizzata, come quella del Napoli 2015-16, a una basata maggiormente su letture di gioco e interpretazione delle situazioni come quella del calcio di Allegri.

Sebbene manchi più di un mese alla chiusura del calcio mercato per la prossima stagione, potrebbe delinearsi una Juventus capace di giocare con più sistemi di gioco, e Higuain si iscrive bene in un simile panorama tattico.

Con il 4-3-3/4-3-2-1

La situazione più semplice da immaginare è quella di una Juventus schierata con il 4-3-3 con Dybala e destra e Pjaca a sinistra ai fianchi del “Pipita”, e i movimenti richiesti al giocatore non sarebbero troppo dissimili a quelli proposti a Napoli da Sarri. Un’ipotetica fascia destra composta da Dani Alves in continua proiezione offensiva e Dybala costantemente orientato verso il centro del campo tagliando alle spalle del centrocampo avversario, renderebbero interessanti i tagli profondi da sinistra verso destra di Higuain, per ricevere i passaggi della “Joya” sul proprio piede destro, aprire spazi per gli inserimenti delle mezzali o della punta sul lato debole o, in ogni caso, per allungare la squadra avversaria.

Rispetto a quanto fatto al Napoli, però, Higuain giocherebbe probabilmente meno palloni venendo incontro al portatore, lasciando l’incombenza della rifinitura ai centrocampisti e agli esterni, effettuando invece più movimenti profondi su breve-media distanza per impegnare la difesa avversaria e rendere ficcante l’attacco bianconero. Similmente, ipotizzando una sorta di 4-3-2-1 con Dybala e uno tra Pjanic, Pereyra, Pjaca già stretti alle spalle del Pipita, Higuain dovrebbe interpretare il ruolo attaccando con continuità la linea difensiva avversaria non disdegnando traiettorie interno-esterno poco viste a Napoli, ma perfettamente nelle corde del giocatore.

All’interno di questo sistema di gioco in fase di possesso palla la Juventus avrebbe un giocatore capace di lavorare sulla linea difensiva avversaria come Mario Mandzukic, ma enormemente più pericoloso del croato nella finalizzazione. Rispetto a Morata, il movimento più continuo e preciso di Higuain impegnerebbe maggiormente le difese avversarie, liberando più spazi per i compagni di squadra.

Con il 3-5-2

Presumibilmente il modulo di gioco di riferimento della Juventus 2016-17 sarà ancora il 3-5-2, ed è probabile che i movimenti delle due punte di Allegri ricalchino quelli della passata stagione, con Dybala pronto ad abbassarsi per sfuggire alla marcatura e fungere da raccordo tra centrocampo e attacco. Anche in questo caso i movimenti richiesti sarebbero essenzialmente a ridosso dell’ultima linea avversaria, attaccando la profondità con tracce brevi e medie sia alle spalle che ai fianchi dei difensori.

E per la Juventus potrebbero essere particolarmente proficui i movimenti all’interno dell’area per finalizzare l’enorme mole di lavoro che la Juventus è in grado di sviluppare sull’esterno. La contemporanea presenza di Dani Alves e Alex Sandro lascia facilmente presagire grandi quantità di cross di estrema qualità e le capacità di smarcamento di Higuain all’interno dell’area su palloni provenienti dalle corsie laterali potrebbe fruttare tanti gol alla squadra di Allegri.

Il dominio del “Pipita” negli ultimi metri vanifica gli sforzi delle difese avversarie e praticamente qualsiasi superiorità numerica.

Ancora una volta, Higuain è in grado di impegnare le difesa avversarie quanto Mandzukic, ma con un pericolosità individuale e una capacità realizzativa in ogni situazione superiore a quella del croato. Potrebbe anche giocare nel medesimo sistema di gioco con vicino un’altra punta come Zaza o lo stesso Mandzukic: in questo caso verrebbe evidenziato il passato di Higuain di seconda punta e la sua capacità di giocare venendo incontro al pallone e di giocare tracce esterne coordinandosi con un altro attaccante centrale. In fase di possesso palla la Juventus potrebbe esercitare con Higuain e un’altra punta profonda sulla linea arretrata avversaria , un’enorme pressione sui difensori avversari.

Con il 4-3-1-2

L’acquisto di un centrocampista come Pjanic rende ipotizzabile una Juventus schierata con il 4-3-1-2 e il bosniaco ex-Roma come vertice avanzato del rombo di centrocampo, in uno schieramento di questo tipo Higuain dovrebbe utilizzare un numero maggiore di tracce interno-esterno per garantire, assieme ai terzini, l’ampiezza offensiva alla propria squadra. Pjanic, tuttavia, non interpreterebbe certo il ruolo come trequartista di inserimento, ma piuttosto come un centrocampista aggiunto e facilitatore dell’avanzamento della manovra verso l’ultimo terzo di campo; per questo Higuain avrebbe tanto campo da coprire in ampiezza e, specie se il compagno di reparto fosse Dybala con i suoi movimenti ad allontanarsi dalla linea difensiva avversaria, dovrebbe al contempo garantire presenza fisica sui difensori e profondità.

Sarebbero, quindi, necessari meno movimenti verso il pallone, ma tutto il set di tracce senza palla per impegnare, aprire ed attaccare le difese avversarie. La zona di ricezione del “Pipita” sarebbe più vasta, specie in ampiezza e Higuain dovrebbe tirar fuori talvolta la capacità di ricevere il pallone e partire dall’esterno del campo, poco vista nell’esperienza del Napoli, ma che è nelle sue possibilità. Capacità che sarebbero oltremodo richieste se il compagno di reparto fosse un centravanti puro come Zaza o Mandzukic.

Higuain serve a chiunque

Le capacità tecniche e realizzative di Higuain sono ampiamente conosciute ed apprezzate e di certo migliorerebbero sensibilmente le potenzialità offensive, in particolar modo la finalizzazione, del gioco della Juventus. La sensibilità tattica del giocatore è invece probabilmente meno evidenziata: Higuain è un attaccante puro che si muove con una consapevolezza degli spazi e dei momenti perfetta e finalizzata alla ricerca della maggiore pericolosità possibile.

Proprio l’enorme bagaglio di movimenti a disposizione di Higuain e la sua comprensione del gioco offensivo lo rendono capace di inserirsi e migliorare qualsiasi contesto tattico. Alla Juventus sarà probabilmente meno centrale nel gioco della squadra di quanto sia stato al Napoli, ma in grado perfettamente di utilizzare le sue enormi doti di finalizzazione, trovando la maniera di adattarsi al meglio ai movimenti della squadra, alle caratteristiche dei compagni e al gioco di lettura proposto da Allegri.

Sarebbe davvero difficile ipotizzare qualche limitazione tattica che impedisse a Higuain di essere un deciso upgrade per una squadra che ha già dimostrato nelle passate stagioni di valere i top club europei.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura