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Fabio Barcellona
Another day at the office per il Real Madrid
22 feb 2023
22 feb 2023
Di fronte a un Liverpool confuso, la squadra di Ancelotti ha ribaltato una partita che sembrava compromessa.
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Fabio Barcellona
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IMAGO / Marca
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Liverpool-Real Madrid è ormai un classico del grande calcio europeo. Il primo incontro tra le due squadre avvenne nella finale giocata al Parco dei Principi di Parigi dell’edizione 1980/81 della Coppa dei Campioni. Vinse il Liverpool di Bob Paisley con un gol a 9 minuti dalla fine del terzino sinistro Alan Kennedy. A quella del 1981 sono seguite altre due finali di Champions League, entrambe vinte dagli spagnoli, nel 2018 e nell'ultima edizione. Ieri le due squadre si sono ritrovate molto prima, agli ottavi di finale, abbastanza lontane dai fasti recenti e passati.

Il Liverpool sta vivendo una stagione deludente. Dopo il lungo duello, perso per un punto contro il Manchester City in Premier League, la finale di Champions League e la vittoria in entrambe le Coppe nazionali nella passata stagione, il Liverpool si trova quest’anno all’ottavo posto in campionato distante 19 punti dalla vetta e 8 dal quarto posto, eliminato anche dalla FA Cup e dalla Coppa di Lega. La Champions League rimane quindi per gli uomini di Klopp l’àncora di salvezza della stagione. La vittoria estivadel Community Shield non sposta certo la percezione. Il Real Madrid invece è reduce dalla vittoria della Coppa del Mondo per Club, che segue quella di inizio stagione nella Supercoppa Europea contro l’Eintracht Francoforte. In campionato però la squadra di Carlo Ancelotti non è stata finora protagonista di una stagione particolarmente brillante e occupa il secondo posto a 8 punti del Barcellona capolista.

La Champions League però è il palcoscenico prediletto per Liverpool e Real Madrid che, quasi sempre, danno il meglio di loro stesse nelle notti europee. Ci si aspettava che l'atmosfera del martedì sera potesse rivitalizzare due squadre in un momento opaco della propria stagione, e così in parte è stato, con una partita che ha visto l'inerzia inclinare la partita prima da una parte e poi dall'altra.

I primi 15 minuti di partita

Già al primo minuto di gioco il Real Madrid è stato messo in difficoltà del pressing del Liverpool. La squadra di Klopp, con Gakpo schierato in posizione di centravanti, riusciva a rubare il pallone a Camavinga per poi scivolare dentro l’area. L'attaccante olandese nei primi minuti ha però perso una ghiotta occasione di tramutare in gol il primo recupero alto del pallone dei "Reds". Per il resto il pressing del Liverpool ha seguito delle direttrici piuttosto note e prevedibili. Partendo dal consueto 4-3-3, i tre attaccanti - Salah, Gakpo e, a sinistra, Darwin Núñez - contrastavano la costruzione bassa del Real Madrid disponendosi stretti a protezione del centro del campo e a presidio delle linee di passaggio verso i terzini, con Jordan Henderson, la mezzala destra, pronto a pareggiare numericamente la linea arretrata del Real Madrid alzandosi sul centrale di sinistra Rudiger o a pressare le ricezioni del mediano Camavinga. Nei 90 minuti la strategia ha funzionato: la squadra di Klopp è riuscita a recuperare 40 palloni nella metà campo avversaria.

Il pressing del Liverpool prova a proteggere il centro del campo, invitando la circolazione del pallone verso l’esterno dove può scattare l’aggressione sul portatore di palla avversario.

Come dimostrato dall’occasione avuta da Gakpo, il Liverpool è partito forte, provando ad alzare il ritmo con il pressing, l’aggressione delle seconde palle e giocando in maniera veloce e aggressiva la transizione offensiva. Dopo soli tre minuti di gioco è arrivato il gol del vantaggio, nato sulla fascia destra, il lato del campo che Klopp ha scelto di attaccare individuandolo, probabilmente per la presenza di Vinicius Jr, come quello meno protetto della difesa del Real. È bastata una semplice sovrapposizione esterna di Henderson su una ricezione di Salah per mettere in inferiorità numerica Alaba e regalare all’egiziano tempo e spazio per confezionare un assist per Darwin Núñez, bravo ad attaccare lo spazio davanti a Carvajal e alle spalle di Eder Militão.

Con Modric e Vinicius Jr. alti il Liverpool è in superiorità numerica sulla fascia destra. La sovrapposizione esterna di Henderson regala il tempo e lo spazio necessario a Salah per raggiungere con un bell’assist il taglio nel cuore dell’area di Darwin Núñez.

Lo schiaffo subìto a inizio partita non è però sembrato svegliare troppo il Real Madrid che ha continuato a subire il ritmo del Liverpool e le trame di gioco che continuavano ad attaccare la fascia sinistra. Dopo dieci minuti un'altra transizione molto rapida ha portato Salah a calciare da posizione favorevole dentro l’area di rigore avversaria. Una manciata di minuti dopo il clamoroso errore di Courtois raggiunto da un retropassaggio a mezza altezza di Carvajal ha regalato all'egiziano la palla del facile 2-0.

Non erano passati nemmeno 15 minuti e il Real Madrid era già sotto di due gol. Soprattutto la squadra di Ancelotti sembrava sopraffatta dal ritmo e dall’intensità del Liverpool che pareva avere le idee chiare su come far male alla difesa spagnola. L’intenzione di Klopp era quella di riempire lo spazio alle spalle di Modric, come sempre generoso, ma anche abbastanza disordinato nella gestione della pressione davanti a sé. Per occupare quello spazio Klopp aveva progettato, come spesso capita al suo Liverpool, una diversa distribuzione di compiti e di spazi tra le due fasce della sua squadra. Contro la difesa schierata del Real Madrid il Liverpool si disponeva con una struttura che, semplificata, poteva essere assimilata a un 3-2-5. Dal lato sinistro l’ampiezza era costantemente occupata dal terzino sinistro Robertson, con Darwin Núñez che entrava dentro il campo avvicinandosi a Gakpo. A destra i movimenti erano invece più vari. Salah rimaneva spesso largo e a occupare lo spazio alle spalle di Modric erano Alexander Arnold, che avanzava centralmente, oppure la mezzala Jordan Henderson. In quest'ultimo caso Alexander Arnold rimaneva più bloccato al fianco del centrale Joe Gomez con compiti di costruzione che miravano a sfruttare la qualità nella trasmissione del pallone del terzino inglese.

In difficoltà tattica nel gestire lo spazio alle spalle di Modric e, a catena, su tutta la fascia destra, sovrastato nel ritmo e sotto di due gol, il Real Madrid sembrava in grossi guai e sul punto di sbandare definitivamente. Come sappiamo il Real Madrid è il Real Madrid e nelle notte di Champions League non è una squadra come un'altra.

La resurrezione del Real Madrid

Ancelotti aveva sopperito alle assenze di Tchouameni e alle condizioni fisiche precarie di Toni Kroos schierando nel suo 4-3-3 Camavinga in posizione di mediano davanti ai due centrali Eder Militão e Rudiger; Valverde a destra e Modric a sinistra come mezzali. Sotto di due reti, il Real Madrid, guidato dall’esperienza di Modric, Benzema e Carvajal ha continuato a giocare il suo calcio, fatto di connessioni tecniche e gestione dei momenti tattici e psicologici della partita. Per soffocare l'entusiasmo del Liverpool e coprire le difficoltà tattiche nel difendere anche posizionalmente sulla fascia sinistra, il Real ha quindi provato a gestire il possesso del pallone, abbassando la temperatura del match e riducendo le transizioni.

Una volta consolidato il possesso nella metà campo avversaria, l’enorme talento di Vinicius Jr ha consentito al Real Madrid, dopo soli 6 minuti dal gol di Salah, di accorciare le distanze. L’azione del brasiliano e la sua connessione sulla fascia sinistra con Karim Benzema hanno ricordato in maniera piuttosto vivida Cristiano Ronaldo e il suo rapporto privilegiato con il centravanti francese. Vinicius Jr ha gestito un pallone sulla fascia sinistra – partendo dalla posizione privilegiata da Cristiano Ronaldo – e dopo essersi accentrato in conduzione ha cercato l’appoggio di Benzema, spostatosi in zona palla per puntellare, come ai tempi in cui giocava con CR7, il possesso del suo compagno di squadra. Lo scambio con Benzema ha consentito a Vinicius Jr. di ricevere il pallone all’interno dell’area di rigore da dove ha concluso con un tiro a giro rasoterra al secondo palo di forza e precisione.

Il Real Madrid tiene palla sullo stretto in una zona affollata. Benzema si apre per supportare Vinicius Jr, scambia il pallone con il compagno che, in mezzo a quattro avversari, trova il tempo e lo spazio per un fenomenale tiro verso il secondo palo, imparabile per Allison.

Il gol del 2-1 ha trasmesso altra fiducia al Real Madrid, che ha ripreso ad alternare un possesso palla leggero, centrato sulle qualità tecniche e sulle associazioni dei suoi giocatori, a transizioni lunghe dopo il recupero palla basso. Anche senza palla l'identità della squadra di Ancelotti era mista, alternando fasi di difesa posizionale a occasionali folate di pressing alto. Un calcio che non ambisce al dominio tramite il possesso del pallone e che non riesce nemmeno ad essere del tutto padrone degli spazi, ma che ha lampi di brillantezza tecnica difficilmente gestibili per gli avversari.

A metà del primo tempo, l’infortunio di Alaba e il conseguente ingresso in campo dell’immarcescibile Nacho Fernández, ha paradossalmente migliorato la problematica difesa della fascia sinistra del Real Madrid. Nacho ha letto meglio le complesse situazioni tattiche a cui era esposto quel lato.

Ancora un’azione che evidenza le difficoltà del Real Madrid sulla propria fascia difensiva sinistra. Stavolta è Henderson a prendere l’ampiezza, Salah a fissare internamente la posizione di Alaba e Alexander-Arnold, più indietro, a distribuire il pallone. Vinicius Jr è costretto a difendere basso su Henderson, ma basta un taglio alle sue spalle della mezzala del Liverpool, raggiunta dall’ottimo filtrante di Alexander-Arnold, per generare una clamorosa occasione da gol per i "Reds", fermati solo dal salvataggio sulla linea di Eder Militão.

Quando poi, a circa dieci minuti dalla fine del primo tempo, gli uomini di Ancelotti hanno trovato il gol del pareggio, è apparso chiaro a tutti che, con ogni probabilità, sarebbe stata la solita serata Champions per il Real Madrid. Le condizioni in cui è arrivato il gol sono state persino più impensabili a quelle a cui ci ha abituato la "Casa Blanca". Chi avrebbe mai immaginato che Allison, dopo l'errore altrettanto clamoroso di Courtois qualche minuto prima, potesse far rimbalzare il pallone su un avversario segnandosi di fatto da solo? In 20 minuti una partita cominciata in maniera disastrosa è stata rimessa in piedi dal Real Madrid e già nei minuti finali del primo tempo era chiaro che i "Blancos" erano in controllo tecnico ed emotivo del match.

All’ultimo minuto del primo tempo, per esempio, il Real ha dato dimostrazione della sua incredibile capacità di padroneggiare ogni registro tattico all’interno di una partita. Dopo una punizione dal limite calciata da Alexander-Arnold bloccata in presa da Courtois, Valverde ha attaccato la profondità sulla fascia sinistra suggerendo al portiere di lanciare una veloce transizione offensiva. Il portiere belga con le mani ha raggiunto Valverde nei pressi del centrocampo e, con spazio davanti, l’uruguaiano ha lanciato Vinicius Jr che aveva attaccato oltre l’ultima linea difensiva dei Reds. Il cross basso del brasiliano, giocato tra Allison e la linea dei difensori, non è arrivato a Rodrigo solo per un miracoloso intervento in scivolata di Robertson. Una transizione offensiva lunghissima, giocata in verticale e in velocità, da una squadra capace di gestire il pallone in maniera sopraffina con possessi prolungati e avvolgenti.

All'inizio del secondo tempo il Real è riuscito a superare il pressing avversario semplicemente utilizzando un lancio lungo verso il brasiliano piazzato coi piedi sulla linea laterale. Vinicius Jr ha saltato facilmente Alexander-Arnold in dribbling ed è stato messo a terra con un fallo da Gomez. Dalla punizione è nato il gol del vantaggio di Eder Militão, favorito dalla pessima difesa del calcio piazzato da parte del Liverpool.

Il Liverpool pare voler difendere con un blocco disposto a zona e tre uomini in marcatura a uomo. È Alexander-Arnold a marcare, in fondo, Eder Militáo. Sul taglio verso il centro del difensore del Real Madrid, Alexander-Arnold non reagisce e rimane fermo sulla sua posizione, mentre nessuno del blocco a zona attacca il pallone. Per il numero 3 del Real Madrid è un gioco da ragazzi insaccare in rete in completa solitudine.

Lo svantaggio ha definitivamente tagliato le gambe al Liverpool di Klopp, che nel secondo tempo è riuscito a tirare verso la porta di Courtois solamente due volte, con conclusioni poco pericolose di Bajetic e Firmino, in entrambe le occasioni sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Dieci minuti dopo il gol di Eder Militão, il Real Madrid è riuscito a entrare facilmente dentro l’area di rigore del Liverpool palleggiando e la deviazione decisiva di Joe Gomez sul tiro di Benzema ha spiazzato Allison.

Per avere ulteriore sicurezza, dopo questo gol Ancelotti ha blindato la fascia sinistra, invertendo le posizioni di Modric e Valverde, mentre i tentativi di Klopp di rivitalizzare il Liverpool con gli ingressi di Firmino e Diogo Jota non hanno dato i risultati sperati. Il gol del 5-2, nato da una transizione lunga dopo una palla persa sulla trequarti campo avversaria da Fabinho, ha chiuso definitivamente il match, inclinando la qualificazione ai quarti di finale dalla parte del Real Madrid.

Il Liverpool è una squadra in difficoltà

Per il Liverpool è l'ennesimo segno delle difficoltà mostrate in questa stagione. Oggi sembrano già molto lontane le ultime due partite vinte in campionato (il derby contro l’Everton e la difficile trasferta sul campo dell’ottimo Newcaste di Eddie Howe), sotterrate dall'ennesima resurrezione del Real Madrid, che è sembrato semplicemente troppo forte per il balbettante Liverpool di questa stagione. La squadra di Klopp è ancora sembrato in affanno in tutte le situazioni difensive – a difesa schierata, in transizione negativa e su calcio piazzato – subendo cinque gol dalla migliore squadra al mondo nel cambiare registro tattico e maniera di attaccare le difese avversaria.

In Premier League il Liverpool subisce 1.43 xG di media a partita, un valore davvero troppo alto per sostenere le ambizioni di Klopp. Gakpo e, in particolare Darwin Nuñez, schierato a sinistra, non sembrano in grado di mantenere il livello di intensità senza il pallone richiesta dall’allenatore e la sostituzione del miglior Firmino e di Sadio Manè, protagonisti della migliore versione del Liverpool di Klopp, non ha dato i risultati sperati, complice anche l’infortunio di Luis Diaz.

A fine partita Carlo Ancelotti non ha lesinato i complimenti a Vinicius Jr, definito dal suo allenatore come il giocatore più decisivo al mondo al momento. E, a ben pensare, non si può certo dire che il tecnico del Real Madrid abbia esagerato nel valutare il suo fuoriclasse, che ormai alle doti in spazi larghi ha aggiunto qualità nello stretto e doti di rifinitura e finalizzazione di livello altissimo.

Ma al di là dei singoli, il Real Madrid continua a stupire per il suo rapporto speciale con la Champions League, in una partita che pareva persa dopo soli 15 minuti di gioco. La squadra di Ancelotti, supportata dalla caratura tecnica di Kroos, Modric, Benzema e Carvajal, continua a produrre un calcio illeggibile per gli avversari che non mira a dominare il tempo e lo spazio di una partita, ma a guidare la dimensione emotiva della partita.

Un dominio che forse potremmo definire socio-affettivo, connesso a capacità tecniche di alto livello e a competenze tattiche raffinate. Nessuna squadra come il Real Madrid sa ribaltare partite che sembrano compromesse, nessuna sembra conoscere così a fondo uno sport complesso ed episodico come il calcio.

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