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Daniele V. Morrone
Analisi Mondiali: Italia - Costa Rica
21 giu 2014
21 giu 2014
Con la vittoria per 1 a 0 a Recife la Costa Rica passa il turno, manda a casa gli inglesi e complica il nostro Mondiale; ma "niente panico" ha rassicurato Prandelli.
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Daniele V. Morrone
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INTRODUZIONE Ormai sette mesi fa, all’intervista post compilazione dei gironi del Mondiale Cesare Prandelli alla domanda su chi fosse l’avversario più difficile rispose: “L’avversario più difficile? Non conosciamo il Costa Rica…” tolto il dubbio immediato che assalì i reporter “si dice la Costa Rica o il Costa Rica?” (noi a questo dubbio preferiamo rispondere utilizzando Wikipedia come fonte: LA Costa Rica. Se ritenete la versione maschile più corretta potete segnalarlo nei commenti o direttamente ignorare l’articolo determinativo) la risposta di Prandelli venne giudicata come la classica uscita per mischiare le carte. In un girone con Inghilterra e Uruguay chi se ne importa della Costa Rica, no? No. Come abbiamo cercato di spiegare nella Guida al Mondiale e nella presentazione della sfida questa versione della Costa Rica è proprio il tipo di squadra in grado di mettere in difficoltà una Nazionale tecnica, ma non velocissima come quella italiana. Dopo l’esordio vittorioso contro l’Inghilterra Prandelli, cosciente delle doti atletiche dell’avversario, decide di mantenere immutata la strategia della squadra: quest’Italia è una squadra di possesso, costruita per avere la palla. Dopo aver analizzato gli avversari però pone una correzione tattica rispetto alla sfida con l’Inghilterra, chiedendo ai centrocampisti centrali azzurri di tentare lanci a scavalcare la sempre alta linea difensiva avversaria. Per mantenere la strategia stabilita il modulo in campo è lo stesso dell’esordio (4-1-4-1 che diventa 3-4-2-1 in fase di possesso con De Rossi sulla linea dei centrali) e gli unici cambi dei giocatori sono Motta al centro al posto di Verratti, Abate esterno basso con lo spostamento di Darmian a sinistra e il ritorno al centro della difesa di Chiellini per il deludente Paletta. Anche il CT Pinto conferma la strategia del vittorioso esordio contro l’Uruguay, decidendo di mantenere il 5-4-1 e addirittura confermando in blocco l’undici titolare. La Costa Rica dalla difesa alta e dal pressing aggressivo gioca con gli stessi uomini che non hanno mai smesso di correre contro l’Uruguay.

Pronti via e subito si può vedere Pirlo che tenta di lanciare in porta Marchisio superando la difesa altissima della Costa Rica. Fuorigioco. Gli 11 fuorigioco fischiati sono un record a questo Mondiale, ma anche l’effetto tangibile della tattica di Prandelli.

PRIMO TEMPO La partenza della partita rispecchia le attese, con un’Italia in possesso del pallone che cerca di mantenere il ritmo basso e trovare il momento giusto per lanciare dietro la difesa avversaria e la Costa Rica che con la squadra alta e sempre in pressione cerca di coprire le linee di passaggio azzurre costringendo gli italiani a ripartire dalla difesa mantenendo il volume del gioco a debita distanza dalla porta di Navas. Più volte si può notare un movimento di Marchisio senza palla alla ricerca della profondità centralmente con Balotelli più largo, questo movimento è cercato continuamente anche quando l’Italia non avendo spazio è costretta a riciclare il possesso rendendo gli sforzi di Marchisio vani. Quando finalmente il lancio giusto porta Balotelli davanti al portiere l’attaccante italiano calibra male il pallonetto che finisce sul fondo. La tattica dell’Italia è evidente, ma la difesa della Costa Rica è organizzatissima e mantiene sempre gli uomini in linea rendendo vani i movimenti ad attaccare lo spazio di Marchisio, Balotelli e Candreva.

Il pressing alto della Costa Rica è costante e le linee di passaggio sono limitate al compagno più vicino o al retropassaggio. L’Italia ha la palla, ma dove vuole la Costa Rica.

Sull’ennesimo retropassaggio comandato dal pressing avversario Darmian coglie impreparato Chiellini che sbagliando lo stop lancia in porta la punta Campbell. Atterrato in area dal ritorno del centrale italiano il giocatore dell’Arsenal può solo disperarsi per la decisione dell’arbitro di non fischiare il rigore. L’Italia cerca di rispondere ricominciando a costruire dal basso, ma per riuscire a trovare spazio Pirlo è costretto a muoversi verso l’esterno dove però la Costa Rica può più facilmente raddoppiare il portatore di palla e recuperare la sfera. Proprio da un raddoppio ben riuscito la palla finisce sui piedi di un arretrato Campbell che lancia in modo perfetto la ripartenza immediata dalla fascia opposta scoperta. Il cross non arriva e l’Italia riesce a riposizionarsi in modo ordinato. Mantenendo il possesso però Bolaños scarica ancora sulla fascia dopo essersi accentrato. Questa volta il cross arriva ed è preciso sulla testa dell’elegante Bryan Ruiz che colpisce in rete dopo un taglio in area letto male da Chiellini. Gol. Primo tempo finito. SECONDO TEMPO Prandelli ritiene che sia inutile continuare con la strategia iniziale e decide di entrare in campo per il secondo tempo con un assetto diverso, bocciando il riciclatore di palloni Thiago Motta (34/34 i passaggi, 17 però sono retropassaggi al compagno vicino) con un trequartista da posizionare tra le linee, Cassano. L’Italia passa quindi a un 4-2-3-1 con Cassano sempre dietro a Balotelli in modo da poter trovare il varco giusto eliminando i lanci lunghi risultati fallimentari per la bravura nella lettura dei movimenti dei giocatori costaricani o l’incapacità nei tempi di gioco degli italiani. O tutti e due questi fattori.

Questi gli 11 passaggi in fuorigioco da parte dell’Italia, la tattica forse non era errata, purtroppo l’esecuzione sì.

La Costa Rica rimane fedele alla strategia iniziale e non si scompone minimamente al cambiamento di modulo da parte di Prandelli. Cassano da parte sua non incide come vorrebbe il CT italiano, risultando utile solo nella circolazione del pallone. Il fantasista italiano è lento nella giocata, non riesce a trovare il varco per Balotelli ed è facilmente contrastato dai costaricani quando in possesso. Il ritmo si abbassa e a dieci minuti dall’inizio del secondo tempo Prandelli decide di effettuare un altro cambio. Questa volta a uscire è Candreva, giocatore che ormai si aggira come un fantasma per il campo e che viene sostituito da Insigne. Insigne si va a posizionare sulla sinistra con lo spostamento di Marchisio a destra e la conferma di Cassano dietro a Balotelli. L’impatto di Insigne sulla partita è se possibile anche minore rispetto a quello di Cassano. I minuti passano e l’Italia sembra improvvisamente a corto di idee.

L’impatto di Cassano è minimo, nessuno dei suoi passaggi verso Balotelli va a buon fine e risulta effettivo solo nel riciclare il possesso.

Con poco più di venti minuti alla fine Prandelli decide di andare con l’ultima sostituzione facendo entrare Cerci per Marchisio chiedendo al giocatore del Torino di rimanere alto a destra. Tornano i lanci lunghi. Ormai l’Italia è un ibrido tra la strategia iniziale e quella voluta con l’entrata di Cassano. Non funziona più nulla. L’Italia è stanca fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Mancano venti minuti e la partita è ormai finita. La Costa Rica controlla le sfuriate irrazionali dell’Italia e il cronometro andando a vincere. CONCLUSIONE Nella conferenza post partita Prandelli ha tentato di rassicurare i tifosi: "Niente panico. Rimettiamoci in forze, abbiamo ancora la possibilità di qualificarci per gli ottavi del Mondiale", concedendo però che l’approccio alla partita non è stato quello migliore e che sotto l’aspetto tattico “non siamo mai riusciti a liberare un giocatore sugli esterni. Eravamo troppo lenti nell’uscire dalla morsa della Costa Rica", l’idea quindi è che l’approccio molle e l’incapacità di gestire il pressing della Costa Rica sia costato la partita. Anche i cambi sono stati materia di discussione con il CT che ha ammesso la loro "incapacità nell’essere utili alla squadra”. Per il futuro Prandelli ha chiesto un’Italia migliore nel recupero del pallone e nella gestione degli spazi, “dobbiamo migliorare nella velocità di recupero palla, accorciare e andare in dieci a riprendere il possesso il più velocemente possibile. Ho visto molti giocatori stanchi, non solo Pirlo. Ma avremmo dovuto sopperire con l’ordine e le distanze tra i reparti, perché se ti allunghi non recuperi le forze. I movimenti senza palla delle punte fanno parte del mio impianto di gioco, Balotelli si è mosso bene nel primo tempo, mentre nel secondo non abbiamo mai trovato l’uomo che potesse servirlo”.

De Rossi e Pirlo si abbassano troppo spezzando in due la squadra, così è troppo facile per la difesa a 5 della Costa Rica gestire i quattro giocatori offensivi dell’Italia.

A inizio partita l’Italia aveva una strategia chiara per vincere contro la Costa Rica. La strategia non ha funzionato, ma le correzioni e il cambiamento di strategia nel secondo tempo sono stati peggiori della strategia iniziale. Dopo questa sconfitta Prandelli deve quindi capire se quest’Italia è in grado di modificare in corsa la propria identità o se è destinata a nascere e morire come squadra di possesso e che quindi bisogna accettarne i difetti e massimizzare le virtù. Dal punto di vista fisico la prossima partita contro l’Uruguay sarà meno impegnativa, ma il talento offensivo a disposizione di Tabárez è chiaramente superiore all’ottima Costa Rica. Prandelli sa che con due risultati su tre l’Italia passa il turno, questo però deve fungere da motivazione per un gruppo che deve far tornare il sorriso a una tifoseria volubile come quella italiana. Sapendo che il passaggio del turno è il risultato richiesto. La Costa Rica passa il turno. C’è chi li aveva dati per spacciati una volta letto i gironi a inizio Mondiale. C’è chi era convinto che la squadra centro americana fosse l’unica sicura del passaggio del turno. Sicuramente siamo di fronte ad una squadra con le idee chiare e in grado di mettere in difficoltà chiunque provi a sottovalutarli. La difesa alta e il pressing costante sono ormai un loro marchio di fabbrica e sicuramente il CT Pinto rimarrà fedele ai principi che tante soddisfazioni gli stanno dando. È sempre un piacere vedere una squadra che decide di affrontare una competizione fidandosi ciecamente dei propri principi. Comunque vada la Costa Rica la sua missione l’ha già compiuta.

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