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Alfredo Giacobbe
Analisi Mondiali: Olanda - Costa Rica
07 lug 2014
07 lug 2014
Van Gaal è il deus ex machina della Nazionale Oranje. Ancora una volta il suo approccio al match e la capacità di lettura si sono rivelati determinanti, ma con l'Argentina servirà qualcosa in più.
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Alfredo Giacobbe
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Il Quarto di Finale più scontato, dicevano alla vigilia esperti ed appassionati all’unisono. Troppo più forti tecnicamente gli olandesi, molto più freschi degli avversari che sono stati trascinati ai rigori dalla Grecia, troppo più furbo Louis van Gaal rispetto al collega Pinto. Ma i Ticos non sono degli sprovveduti—ripetiamo la noiosa cantilena che non esistono più squadre materasso e lo stesso ci facciamo ingannare—e hanno mostrato un calcio semplice ed efficace che è valso loro il primo posto nel Gruppo che comprendeva la nostra Nazionale, l’Inghilterra e l’Uruguay. Se avete seguito

e il

di Daniele Manusia, sapete anche che quello della Costa Rica è stato un exploit inaspettato solo per pochi sprovveduti (ogni riferimento a fatti e Commissari Tecnici è puramente casuale).

 


Si poteva pensare che la Costa Rica rinunciasse alla tattica del fuorigioco così esasperata (ed esasperante per gli avversari) che si era vista nelle precedenti partite, soprattutto per timore della velocità di Arjen Robben in campo aperto. Invece i difensori costaricensi restano alti e si muovono in maniera perfettamente sincronizzata: gli avanti olandesi finiscono in fuorigioco dieci volte nei tempi regolamentari, altre tre nei supplementari—il numero di offside di Balotelli & Co. nella partita del girone era stato di undici.
Nonostante il tentativo di tenere la squadra corta per mezzo della difesa alta, i Ticos hanno mostrato i difetti di sempre. I due mediani, Borges e Tejera, partecipano al pressing aggressivo portato dai tre attaccanti Campbell, Ruiz e Bolaños; nell’intento di riconquistare palla vicino alla porta avversaria, i costaricensi lasciano scoperta una vasta zona di campo tra difesa e centrocampo. Gli olandesi non riescono a sfruttare questa situazione di gioco a loro favore, per vari ordini di motivi. In primis, l’Olanda non ha più l’uomo tra le linee: van Gaal è passato dal 3-4-1-2 visto in tutte le precedenti partite a un 3-4-3, portando Sneijder a giocare sulla linea dei mediani accanto a Wijnaldum. Il pressing costaricense costringe il trequartista ex-Inter a restare basso per aiutare i compagni a inizio manovra e solo quando l’intensità del pressing avversario cala, Snejider riesce a farsi vedere di più alle spalle di Tejeda e a ricevere palloni nella “tasca”—liberamente ispirato al termine

proprio del football americano.


Un’immagine molto significativa: la difesa già alta del Costa Rica non riesce a colmare lo spazio che Sneijder prova a sfruttare. La linea di passaggio verso l’olandese è però sporcata da Tejeda. Nel gioco delle coppie di centrocampo, Borges tiene d’occhio Wijnaldum.


 

Dall’altro lato, nessuno dei tre attaccanti olandesi riesce a fare un efficace movimento incontro per ricevere il pallone e puntare la difesa. I difensori Ticos sono attenti a seguire questi movimenti, escono dalla linea fino ad arrivare a centrocampo e a impedire così agli avversari di girarsi. C’è anche da dire che molte delle assistenze concesse dal pressing costaricense ai piedi di de Vrij e Martins Indi sono imprecise. L’Olanda riesce a rendersi pericolosa in un unico frangente di gioco, quando interrompe la transizione avversaria intercettando la palla. Nella maggior parte delle situazioni i tre difensori centrali, con l’apporto di Tejeda, sono riusciti ad assorbire i movimenti dei tre attaccanti olandesi.


Il più grande pericolo corso dalla Costa Rica nel primo tempo: Tejeda è generoso nell’occupare la posizione di Gamboa ma tiene van Persie in gioco e non gli è sufficientemente vicino per contrastarne il tiro.


 

È curioso notare come la coppia di mediani sia assortita allo stesso modo. Wijnaldum e Tejeda sono mediani di corsa che offrono supporto in tutte le fasi di gioco: accorciano sul pressing, offrono copertura ai difensori che si sganciano, aiutano i tre difensori nell’impostazione. Sneijder e Borges partono sulla stessa linea del compagno di reparto a inizio azione, ma si portano poi una ventina di metri più avanti per partecipare all’azione offensiva. Sono entrambi protagonisti sulle situazioni da calcio piazzato, anche se in maniera diversa: Sneijder è un formidabile cecchino—un palo su punizione nel secondo tempo—mentre Borges è un abile saltatore che parte da lontano libero da marcatura e riesce sempre a portare pericoli sul secondo palo.

 

L’allenatore olandese ha dichiarato nel pre-partita che il passaggio al 3-4-3 fosse l’unica mossa possibile dopo l’infortunio che ha messo Nigel de Jong fuori causa per il resto del Mondiale. In realtà sospetto che van Gaal abbia voluto annullare uno dei punti di forza della Costa Rica, ovvero la superiorità numerica sulle fasce. Per tutto il Mondiale, i due terzini Gamboa e Diaz si sono sfiancati in un incredibile lavoro nelle due fasi. Quando la Costa Rica recupera palla, entrambi i terzini si alzano lungo il campo e permettono a Campbell e Bolaños di stringere in mezzo al campo: a transizione completata, il 5-4-1 costaricense si trasforma in un offensivo 3-4-3. L’utilizzo di Robben e Depay come terminali delle catene di destra e di sinistra permette a van Gaal di pareggiare i numeri sulle fasce.


Il centrale di destra Acosta si alza per impostare, lo attende Depay. Campbell è francobollato da Martins Indi, mentre Gamboa—con Diaz fuori quadro è il più avanzato dei suoi—è marcato da Blind. Il vantaggio numerico della Costa Rica è così annullato.


 

L’unico cambio tattico pensato da Pinto per questa partita è stata l’inversione tra Campbell e Ruiz, con quest’ultimo portato al centro dell’attacco. Il CT dei Ticos ha individuato in Martins Indi l’anello debole della difesa a tre olandese e su di lui piazza il suo attaccante più veloce. Campbell però non impensierisce il difensore del Feyenoord, ricevendo spesso palla spalle alla porta e mai sulla corsa. Ad inizio secondo tempo, Pinto ripristina la situazione tattica delle partite precedenti riportando Ruiz in fascia.

 


Le squadre hanno dimostrato di conoscersi bene, entrambe hanno studiato contromisure adeguate. L’Olanda ha annullato il vantaggio costaricense sulle fasce in termini numerici, come abbiamo visto. La Costa Rica, schierati in difesa cinque uomini in linea, ha raddoppiato efficacemente su Depay e Robben. Le due squadre con la difesa schierata erano nella loro comfort zone. I pericoli per entrambe sono venuti da appoggi sbagliati a centrocampo e da intercettazioni che hanno innescato delle ripartenze in verticale. Quando le forze sono venute meno—e l’esplosività di Robben ha iniziato a fare la differenza contro Diaz e Umaña—la Costa Rica ha preferito arretrare la linea difensiva e l’Olanda ha preso il dominio del gioco e del possesso palla. I Ticos restano a galla grazie all’ennesima, strepitosa prestazione del loro portiere Navas che è anche fortunato—salvato dal palo su una punizione di Sneijder dai trenta metri e da Tejeda sulla linea sull’ultimo tentativo di van Persie. 
Ai supplementari, l’Olanda dà lo stesso senso di sicurezza che si è visto nei tempi regolamentari, mostrando tranquillità nonostante le loro precedenti esperienze ai calci di rigore fossero disastrose (sempre eliminati ai Mondiali). Le uniche emozioni dell'extra time sono date ancora da Sneijder che colpisce la traversa con un destro violentissimo dai venticinque metri; e da Ureña che, su un veloce ribaltamento di fronte, entra in area dopo aver saltato sia Vlaar che de Vrij e costringe Cillessen al salvataggio di piede. È l’ultimo atto della partita del portiere dell’Ajax, diventerà suo malgrado l’altra faccia della luna di van Gaal.

 


Le sostituzioni determinano, in bene o in male, l’andamento di una partita. È l’unico modo per un allenatore di incidere nel match in uno sport senza timeout—van Gaal ha avuto un cooling break contro il Messico e lo ha sfruttato in maniera magistrale. L’ultima sostituzione per l’allenatore olandese è arrivata al minuto 120 ed ha suscitato lo stupore di molti e l’ironia di pochi—tra questi ultimi il CT della Costa Rica. Van Gaal ha tenuto un cambio per inserire quello che i telecronisti si sono affrettati a definire il “portiere pararigori”. Sicuramente il tecnico olandese era cosciente del fatto che i suoi stavano sulle gambe meglio degli avversari, ma davvero Tim Krul poteva incidere nella partita di più di un qualsiasi altro cambio dalla panchina? Dal punto di vista statistico il “portiere pararigori” del Newcastle ha numeri buoni ma non esaltanti: prima della serie di ieri sera—nella quale blocca due tiri su cinque—aveva parato solo 2 degli ultimi 20 rigori (10%). Per dare una misura, lo specialista della nostra Serie A è Samir Handanovič che ha parato 21 rigori su 51 (41%). Ho il sospetto quindi che la mossa di van Gaal sia stata fatta più per incidere sulla testa dei suoi avversari, certamente un azzardo.

 

Tardivo anche il secondo dei tre cambi, avvenuto tra primo e secondo tempo supplementare. Huntelaar prende il posto di Martins Indi e van Gaal ripropone il 4-2-4 che si era visto contro il Messico tra il cooling break e il gol del pareggio olandese. Con la differenza di avere stavolta in campo Huntelaar e van Persie contemporaneamente, nel tentativo di sovraccaricare la zona centrale davanti all’area di rigore e servire i compagni sulle spizzate di testa. I tre cambi di Pinto invece sono stati piuttosto conservativi, nel senso che non erano tesi a modificare la tattica, quanto a cambiare gli uomini in un impianto di gioco che il CT riteneva soddisfacente—e che lo ha portato ad un passo dalle Semifinali Mondiali.

 


Louis van Gaal è il deus ex machina della Nazionale Oranje. L’approccio al match di questo allenatore e la capacità di lettura a partita in corso non ha eguali, i suoi uomini lo stanno assecondando pedissequamente. Contro l’Argentina però, l’Olanda dovrà mostrare alternative offensive ben diverse dal solito schema “dai la palla a Robben e prega”: su quella fascia Lavezzi contro il Belgio si è sfiancato in un eccellente lavoro di copertura e raddoppio. Inoltre Messi sa essere molto più mobile e incisivo di Ruiz se gli olandesi dovessero dare a lui tutto il tempo che hanno concesso al costaricense per impostare. Se i difensori salgono a chiudere Messi, come hanno fatto con Iniesta e Silva contro la Spagna, gli olandesi rischiano un pericoloso uno contro uno tra Vlaar e Higuaín. Il mismatch tra i due, superiore a quello che c’era tra lo stesso Vlaar e Diego Costa, potrebbe risultare loro letale.

 

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