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Dario Pergolizzi
Abbiamo sottovalutato il Villarreal
13 apr 2022
13 apr 2022
Gli spagnoli hanno completato l'impresa dell'andata.
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Dario Pergolizzi
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Sedici anni dopo l’incredibile semifinale raggiunta sotto la guida di Manuel Pellegrini, il Villarreal tornerà a giocarsi l’accesso alla finale della Champions. Un risultato impossibile da pronosticare anche solo prima dell'inizio della fase a eliminazione diretta. C'è da dire che in campionato il Villarreal ha faticato spesso e questo forse ci ha fatto dimenticare il suo valore in coppa. In fondo stiamo parlando della squadra settima nella Liga, dietro a squadre Real Sociedad e Betis. Emery ha costruito la sua carriera ad alti livelli sui risultati straordinari conseguiti in Europa League, ma in Champions League la sua immagine era legata alla storica rimonta subita dal Barcellona ormai cinque anni fa. Quest'anno nel suo percorso ha prevalso, fra le altre, su Atalanta, Juventus e Bayern Monaco.


 

Contro la squadra di Nagelsmann, però, il Villarreal ha fatto due partite molto diverse. Dopo una prestazione proattiva densa di occasioni che ha portato a un risultato tutt'altro che casuale, al ritorno la squadra di Emery si è presentata nella sua veste più difensiva possibile, coronando con il pareggio finale un percorso straordinario.


 

Il Bayern ha iniziato prendendo le misure


Nagelsmann ha scelto di cambiare sensibilmente rispetto alla partita di andata, tornando a utilizzare una formazione a forte trazione offensiva, un 3-2-4-1 con il solo Upamecano come difensore centrale di ruolo, affiancato dagli ibridi Pavard e Lucas Hernandez in una linea a tre davanti a Neuer che precedeva la coppia di centrocampo Kimmich-Goretzka. Sulle fasce Coman a sinistra e Sané a destra allargavano il campo per il trio dinamico al centro, formato da Musiala, Muller e Lewandowski. Identica invece la formazione scelta da Emery, un ibrido tra 4-3-3 e 4-4-2 con Coquelin e Lo Celso a dividersi tra la fascia e la trequarti.


 


I due sistemi a confronto in una situazione di costruzione dal portiere del Villarreal, con Musiala da trequartista alle spalle delle due punte e i due esterni molto alti.


 

La partita si è subito assestata su una trama chiara: il Bayern a cercare il dominio territoriale assoluto per poter massimizzare le opportunità di attacco dell’area, cercando di recuperare al più presto lo svantaggio; il Villarreal a fare una partita di attesa, anche estremizzando il suo solito atteggiamento di contenimento senza palla, portando cioè tutti i giocatori utilizzati in seconda linea a dare spesso una mano in raddoppio alla difesa, ostruendo soprattutto il centro, anche a costo di avere pochissime possibilità di ribaltare il campo una volta riconquistato il pallone.


 

La posizione molto stretta e bassa di Capoue e Parejo, unita agli scivolamenti interni di Lo Celso e Coquelin, miravano a limitare una delle armi più pericolose della squadra di Nagelsmann, ossia lo sfruttamento dello spazio tra le linee attraverso l’impiego di 4 o 5 giocatori pronti a mostrarsi per la verticalizzazione corta, e successivamente molto rapidi a girarsi e puntare la difesa o allargare il gioco o fraseggiare sul corto tentando di sfondare al centro. Quest’ultima opzione è stata quasi del tutto limitata dall'impostazione difensiva molto forte scelta da Emery. Il Bayern, però, non si è lasciato spaventare e ha girato al largo, sfruttando le corsie laterali, in particolar modo quella di destra, per arrivare alla rifinitura principalmente attraverso cross che arrivavano con traiettorie affilate e veloci. In questo lavoro sono stati utili soprattutto i movimenti a rientrare di Coman e Sané che potevano sfruttare il piede forte per mettere dei palloni pericolosi alle spalle della linea difensiva.


 

A dare supporto a questi sviluppi, il Bayern portava sistematicamente almeno uno dei due mediani (Kimmich a sinistra e Goretzka a destra, anche se non sono mancati degli scambi tra i due) a ridosso dell’area o a supporto dell’ala, mentre l’altro attaccava l’area.


 


 

I movimenti offensivi del Bayern costringevano il Villarreal a un lavoro abnorme in difesa. Qui sopra, per esempio, vediamo come, su palla laterale, il terzino di parte rompe la linea, i due difensori centrali e il terzino opposto fanno densità in area, e a riempire il vuoto ci pensa il mediano (Parejo in questo caso), mentre l’esterno Coquelin assorbe l’inserimento interno di Lewandowski. Da notare anche l’inserimento profondo di Kimmich.


 

A correre in avanti c’era anche Musiala, che tendeva a scattare quasi ogni volta che il pallone arrivava sulla trequarti. Le sue corse (o finte di corsa) non sono servite, però, a creare una separazione tra le linee del Villarreal, che è rimasto compatto. L’unica eccezione è stata l'occasione creata nel primo tempo: un colpo di testa partito dal centro dell'area a seguito proprio di un suo taglio.


 

Il Bayern ha subito fatto all-in in quanto a spregiudicatezza e non si è curato delle conseguenze difensive che questo suo atteggiamento potesse avere. Le marcature preventive dei tre difensori di Nagelsmann erano praticamente l’unico frangiflutti contro le possibili ripartenze avversarie eppure per quasi tutta la partita il Villarreal non è mai riuscito a essere pericoloso in transizione. La gestione delle transizioni difensive è stata di altissimo livello da parte di tutto il Bayern, non solo grazie alle prestazioni dei difensori ma anche al sacrificio di Coman e Sané.


 


Transizione difensiva del Bayern con Lucas Hernandez molto alto che piomba in anticipo su Lo Celso intercettando di tacco un rinvio di Foyth.


 

Il Villarreal ha retto bene l’urto nella prima metà di gara, grazie a sua volta al sacrificio di tutti sotto la linea della palla e all’organizzazione che ha consentito loro di limitare i danni centralmente. Questa strategia conservativa ha però sradicato alla radice ogni velleità di risalire il campo. Persino la costruzione manovrata è stata utilizzata col contagocce, con Rulli che ha scelto diverse volte di rinviare lungo dal fondo, e sono state rare le occasioni in cui gli spagnoli hanno tentato di accennare un palleggio più paziente. In questi casi, i due difensori centrali tendevano ad allargarsi tantissimo cercando di portare il pallone (principalmente con Pau Torres a sinistra) e servire in diagonale il movimento incontro delle punte o degli esterni/trequartisti. Gli angoli di pressione del Bayern, però, non erano semplici da aggirare e quindi per evitare di perdere palla in zone pericolose e  concedere ripartenze corte il Villarreal ha evitato questo tipo di partita.


 

Sul risultato di stallo, che ha tenuto fino al gol al 52' di Lewandowski, oltre alla partita difensiva del Villarreal ha inciso anche l’imprecisione e il ritmo forse un po’ troppo controllato del Bayern, che sembrava andare a qualche giro sotto alle proprie possibilità. Di fatto, anche se l’idea di muovere il pallone per trovare gli esterni in condizione di puntare l’uomo o di crossare ha sortito qualche effetto, non si può dire che il Villarreal abbia sofferto molto la supremazia territoriale dei bavaresi. Il primo tempo si è concluso con la squadra di Nagelsmann a secco.


 

Il cambio di ritmo del secondo tempo e un finale iconico


Rientrati in campo sugli stessi binari tattici del primo tempo, i giocatori del Bayern sono andati subito a un ritmo più elevato, accelerando i tempi di trasmissione e associandosi con più determinazione, non a caso arrivando a concludere da diverse occasioni più pulite rispetto ai cross del primo tempo. In particolare, la squadra di Nagelsmann ha sfondato a destra mettendo a rimorchio due palloni pericolosi con Sané e Goretzka per Upamecano e Muller, che però hanno sprecato malamente da posizione favorevole. Il gol del vantaggio di Lewandowski è arrivato come risultato di una pressione molto aggressiva su una costruzione bassa del Villarreal in cui Coman si è portato dentro il campo arrivando addirittura ad anticipare Capoue.


 

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Da notare la posizione stretta di Coman, a metà tra l’uscire sul riferimento laterale (Foyth) in caso di apertura di Parejo, e lo stringere per intercettare il passaggio in verticale. Le distanze e la scelta di Parejo non sono state ottimali, ma questa azione ci consente di apprezzare la sofisticatezza dell’organizzazione difensiva della squadra di Nagelsmann.


 

Sulle ali dell’entusiasmo per il vantaggio, il Bayern ha continuato a spingere sfruttando le stesse dinamiche per tutto il resto del secondo tempo, senza però riuscire a concretizzare il dominio. Oltre alla maggiore rapidità delle combinazioni del Bayern nei vari corridoi verticali, uno degli aspetti più entusiasmanti della partita è stato il duello tra Coman, che sembrava in palla come lo è spesso in Coppa, e Foyth. L'argentino è riuscito a essere all’altezza della partita del diretto avversario, disturbandolo per quanto possibile con l’uso delle braccia, con la caparbietà di non andare a terra e di rialzarsi rapidamente quando accadeva, insomma: con la capacità di fare ciò che era in suo poter per ritardare il più possibile l’esecuzione finale del francese.


 

Il Bayern ha perso progressivamente inerzia, mentre il Villareal è stato impreciso nelle sue ripartenze, e allora sembrava tutto apparecchiato per i supplementari. Entrambi gli allenatori hanno iniziato tardissimo con le sostituzioni. La prima è arrivata all’82' (Gnabry per Musiala), seguita dopo un paio di minuti dal doppio cambio Pedraza e Chukwueze per Danjuma e Coquelin, con il primo che si è sistemato a sinistra e il secondo a destra. Forse preoccupato dalla capacità di Lucas Hernandez (che pare avesse subito un piccolo infortunio) di gestire la rapidità di Chukwueze nei minuti finali dopo una partita ad alta intensità, Nagelsmann ha a sua volta risposto subito inserendo Alphonso Davies al posto del terzino francese.


 

Pochi istanti dopo Pavard prova a imbeccare l’inserimento di Gnabry in area con un pallone lungo e morbido, ma Albiol vince il duello aereo, e la palla rimbalza verso Estupinan, che non ci pensa due volte a consegnarla a Parejo e a scattare in profondità. Nonostante sia chiuso da tre uomini del Bayern, il capitano del Villarreal riesce a ruotare su sé stesso e servire sulla corsa l’accentramento di Lo Celso. Questa volta la corsa centrale di Coman non è abbastanza, e l’argentino riesce a portare palla e passarla ancora in profondità, verso Gerard Moreno.


 

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La fatalità vuole che sia proprio il subentrato Davies a tenere in gioco il nazionale spagnolo, anche se di pochi centimetri, e quando poi Moreno riesce a servire Chukwueze sul lato debole il dramma del Bayern si concretizza definitivamente. Un gol iniziato dal recupero del leader Raul Albiol, dalla calma serafica di Parejo dopo quasi 90 minuti di sofferenza e difficoltà nel risalire, i movimenti ai limiti dello spazio possibile di Lo Celso e Moreno, e la freddezza di Chukwueze: una ripartenza manovrata di rara bellezza ed efficacia, al termine di una partita in cui il Villarreal aveva fatto una grande fatica ad attivare questo tipo di opportunità. In maniera piuttosto crudele, il Bayern è stato punito proprio da un errore di posizionamento di Alphonso Davies, entrato per limitare i danni in situazioni del genere. Magari un giocatore più lento o più stanco avrebbe provato a salire tentando il fuorigioco invece di provare a riprenderlo sulla corsa, ma la storia come sappiamo non si fa con i se e con i ma.


 

Quello che resta però è il trionfo del Villarreal, costruito sulla grande prestazione della partita di andata e sulla tenacia dimostrata al ritorno. L’epica di Emery continua a scriversi, anche in una partita inevitabilmente sofferta, questa volta più grazie alle sostituzioni che al piano gara iniziale. Sottovaluteremo di nuovo la squadra spagnola anche prima delle semifinali?


 

Il Bayern invece rimane con molti rimpianti, non solo per la partita d'andata ma anche per le molte occasioni sprecate nel secondo tempo del ritorno. Le contromosse di Nagelsmann rispetto alla partita di andata si sono rivelate azzeccate sia difensivamente che offensivamente. Ma tutto ciò non è stato abbastanza di fronte all'epopea del "sottomarino giallo".


 

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