Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Emanuele Mongiardo
L'impresa del Villarreal non è stata casuale
07 apr 2022
07 apr 2022
La squadra di Emery ha utilizzato l'intensità del Bayern Monaco a proprio favore.
(di)
Emanuele Mongiardo
(foto)
Dark mode
(ON)

C’è un’epica tutta particolare nelle migliori vittorie di Unai Emery, diversa da quelle di tutte le altre squadre nelle grandi serate di Champions ed Europa League. Le squadre del basco costruiscono i propri successi innanzitutto sulla tenuta difensiva, ma non c’è quel senso di sacrificio estremo proprio, ad esempio, dell’Atletico di Simeone. Il fascino delle migliori squadre di Unai Emery sembra risiedere in una certa raffinatezza intellettuale, in una superiorità strategica che finisce quasi sempre per portare la partita nel contesto studiato precedentemente nel suo piano. Anche se la sua squadra parte sfavorita, il contesto si inclina inevitabilmente dalla parte di Emery: era così con il Siviglia contro avversari superiori come Benfica e Liverpool, ed è così anche col Villarreal al cospetto di giganti come Manchester United, Juventus e Bayern Monaco.


 

Fino a ieri sera, la cartolina di Champions più bella per i tifosi del Villarreal rimaneva il quarto di finale contro l’Inter di sedici anni fa. La massima espressione del calcio di Manuel Pellegrini e di Juan Roman Riquelme in Europa, coronata da un colpo di testa solitario di Arruabarrena al quarto d’ora del secondo tempo. Dopo la vittoria col Bayern, però, il presidente Fernando Roig non ha usato mezzi termini nel riscrivere le memorie del suo club: «Questa partita è migliore di quella con l’Inter. È la miglior partita della storia del Villarreal».


 

Un’affermazione forte, visti i picchi toccati nel 2006 dalla squadra di Pellegrini, ma che rende bene l’idea del dominio del Villarreal contro il Bayern Monaco. Per tutti i novanta minuti si è giocato secondo la volontà di Emery e dei suoi, e i bavaresi non sono mai stati padroni del contesto. Il Villarreal avrebbe meritato almeno un paio di gol di vantaggio ma il risultato è ancora in bilico e il Bayern inevitabilmente resta favorito. Notti di gloria così, però, contribuiscono a scrivere l’epica di stadi come il vecchio “Madrigal” e soprattutto ci ricordano quanto trascuriamo giocatori "minori" ma che contribuiscono a rendere il calcio speciale come Raul Albiol, Parejo, Lo Celso e Gerard Moreno - nomi che forse tra qualche anno non tutti ricorderanno.


 

Il pressing del Bayern e la posizione di Gerard Moreno


Né Bayern né Villarreal arrivavano allo scontro nel loro miglior momento. I tedeschi, prima di battere per 4-0 l’Union Berlin, avevano perso punti in campionato con Hoffenheim e Bayer Leverkusen, senza considerare l'errore contro il Friburgo di aver schierato 12 uomini per 20 secondi di partita che potrebbe costare al club bavarese una sconfitta a tavolino.


 

Il Villarreal, invece, veniva da una brutta sconfitta per 2-0 col Levante ultimo in classifica. Il rapporto di Emery con i campionati è particolare. Straordinarie nell’interpretare doppi confronti, le squadre del basco non riescono a rendere al meglio settimana dopo settimana. Al momento il Villarreal è settimo, stessa posizione dello scorso anno, con la presenza in Europa a rischio. La differenza di rendimento tra campionato e coppe, però, è una costante della carriera di Emery, se è vero che anche il suo Siviglia non era mai riuscito a qualificarsi in Champions tramite la Liga. Il suo feeling con le coppe europee, però, lasciava ben sperare i tifosi del Villarreal, anche perché il Bayern di Nagelsmann ha ancora difetti da limare, e pochi allenatori sono in grado di esporli meglio di Emery.


 

Davanti a Neuer, il Bayern presenta il solito 4-2-3-1, pronto a mutare con la palla. In difesa oltre al terzino destro Pavard e alla coppia centrale Upamecano-Lucas, rientra Davies, assente nel 2022 per via della miocardite. La coppia di centrocampo è composta da Musiala e Kimmich, con Muller trequartista. Le ali sono Coman a destra e Gnabry a sinistra, con Sané in panchina. Punta, ovviamente, Robert Lewandowski.


 

Emery, invece, recupera dall’infortunio Foyth, titolare già contro il Levante. L’argentino si posiziona da terzino destro, mentre a sinistra Pervis Estupinan sostituisce l’altro infortunato Alberto Moreno. Le novità riguardano gli esterni di centrocampo del 4-4-2 nominale degli spagnoli, nessuno dei due vero giocatore di fascia: a destra parte Lo Celso, mentre a sinistra il titolare è Coquelin. Emery giustificherà la loro presenza con la maggior abitudine a disputare grandi partite rispetto a Chukwueze e Yeremi Pino.


 

Il copione dell’incontro era già scritto prima del calcio d’inizio: il Villarreal compatto nel suo 4-4-2 e i bavaresi in possesso e pronti a recuperare il prima possibile la palla. Il Bayern, però, ha adottato un atteggiamento particolare senza palla. Nagelsmann voleva far cadere la costruzione del Villarreal in un imbuto: costringere gli spagnoli a perdere palla non sulla fascia ma al centro, dove recuperare il possesso significa guadagnarsi transizioni più dirette e pericolose. Così, sul pressing alto, le ali invece di scivolare sui terzini stringevano verso i centrali, schermando il passaggio rasoterra verso i terzini. Le due punte, invece di salire sui centrali, schermavano i due mediani. Se Albiol e Pau Torres avessero giocato verso il centro, magari per trovare l’esterno di centrocampo che si accentra o per liberare uno dei due mediani con un passaggio in diagonale, allora il Bayern avrebbe scatenato il pressing in zona centrale, con Musiala e Kimmich pronti ad alzarsi dal centrocampo, e la punta o l’ala più vicina ad aiutare in raddoppio. Al settimo minuto, però, il Villarreal trova il modo di aggirare il meccanismo di Nagelsmann e costruisce le fondamenta per il gol del vantaggio.


 

Pau Torres ha la palla sul centro sinistra della difesa spagnola. Dalla fascia Coman stringe verso di lui, schermando il passaggio per Estupinan. Più avanti, Kimmich si allarga su Coquelin basso all’altezza dei mediani, Muller scherma Parejo, mentre Lewandowski, che copriva Capuoé, si stacca per avvicinarsi ad Albiol, così da negare il passaggio verso l’altro centrale. Resta libero il solo Capoué, che però potrebbe attirare in uno spazio così stretto la pressione di Musiala, qualche metro dietro di lui.


 



 

Forse Musiala è un po’ troppo arretrato, ma il Villarreal risponde alla trappola del Bayern con un uso maestoso del terzo uomo. Dato che Muller scherma Parejo, cioè gli si pone davanti per impedirgli di ricevere, quando questo scatta in avanti, il tedesco non può seguirlo. Parejo si alza in quello spazio centrale che è stato lasciato libero da Kimmich. Pau Torres intanto gioca in diagonale per Capoué, e appena Musiala si alza in pressione, il francese gioca un filtrante per Dani Parejo.


 



 

Per non consentire alla difesa del Bayern di stringere in avanti, Parejo gioca subito di prima per Lo Celso nel mezzo spazio destro. Il passaggio è un po’ arretrato, ma a questo punto dell’azione fa la differenza un’altra costante di tutta la partita. Emery, infatti, invita le sue punte a giocare larghissime, da ali, con i piedi sulla linea laterale: sono loro a occupare l’ampiezza e a consentire agli “esterni” Coquelin e Lo Celso di posizionarsi nei corridoi intermedi. Quello del Villarreal somiglia a un 4-2-2-2 con le punte larghe invece che centrali. Soprattutto, la posizione aperta degli attaccanti blocca i terzini del Bayern. Dopo aver controllato il passaggio di Parejo, Lo Celso può portare palla per molti metri perché Gerard alto e largo costringe Davies a rimanere in posizione. L’argentino arriva fino all’altezza dell’area di rigore.


 


 

Musiala, intanto, è tornato sotto la linea della palla. Lo Celso, allora, scarica per Gerard Moreno e si lancia alle spalle di Davies, in uscita su Gerard Moreno.


 


 

Musiala dovrebbe seguire il taglio dell’argentino, ma invece resta fermo. Lo Celso riceve sul fondo e Lucas prova a scivolare su di lui.


 


 

Il rosarino, allora, per evitare che il difensore possa frapporsi sul cross, anticipa di un centesimo di secondo l’esecuzione, e invece che di destro tocca il pallone con un colpo sotto d’esterno sinistro che arriva a rimorchio sui piedi di Parejo all’altezza del dischetto. Lo spagnolo strozza il tiro ma, per sua fortuna, Danjuma lo devia in porta.


 

La solidità del Villarreal, le poche idee del Bayern


Guadagnato il vantaggio, Emery si è affidato alle certezze di sempre. Il Villarreal si è compattato nel suo 4-4-2 di pura difesa posizionale, ma senza schiacciarsi troppo. Il Bayern impostava dal basso con un rombo, con Pavard vertice di destra insieme ai due centrali e a Kimmich, vertice di centrocampo. A seconda del lato palla, una tra le punte, cioè Gerard Moreno e Danjuma, si avvicinava al difensore in possesso, senza portare pressione ma coprendo la linea di passaggio verso Kimmich: non c’era volontà di sfidare la costruzione bassa bavarese, ma di ostacolarne comunque il suo sviluppo.


 

Dietro le punte, la linea di centrocampo scivolava da un lato all’altro, con riferimento sugli uomini alle spalle di Lewandowski – Davies e Coman aperti, Gnabry e Muller nei mezzi spazi e Musiala al centro – a seconda della posizione della palla. Pavard e Lucas Hernandez, i terzi centrali, potevano giocare a palla scoperta, ma non avevano soluzioni davanti. Così, spesso si ritrovavano a cercare il lancio per lo scatto in profondità del giocatore in ampiezza, che nel migliore dei casi alzava il baricentro del Bayern sulla trequarti spagnola.


 


Il 4-4-2 del Villarreal contro il Bayern in attacco posizionale. Notare il rombo di costruzione, con Upamecano fuori inquadratura, e l’occupazione di tutti i canali verticali del campo.


 

Anche nell’ultimo terzo di campo, però, il Villarreal ha saputo serrare le fila: le due linee da quattro di difesa e centrocampo a volte erano evidenti anche all’interno dell’area in occasione dei cross. Al Bayern non rimaneva che crossare da un esterno all’altro, con la speranza di smuovere la difesa di Emery. Qualche volte le ali sono riuscite a liberare il compagno a rimorchio per il tiro da fuori area, senza però creare pericoli.


 


Le linee compatte del Villarreal anche nella propria area.


 

Per avere occasioni i bavaresi hanno dovuto aspettare che il Villarreal perdesse qualche pallone nel secondo tempo. Durante il primo tempo, invece, il Bayern ha tirato solo una volta da dentro l’area, una conclusione di Kimmich dal limite ribattuta sul nascere. Così, la squadra che aveva segnato almeno un gol in 111 delle sue ultime 112 partite (unica eccezione: il 5-0 subito dal Borussia Munchengladbach proprio in questa stagione), è rimasta a secco.


 

In generale, il Bayern non ha trovato rimedi alla compattezza collettiva della squadra di Emery. E laddove l’organizzazione non è bastata, ci ha pensato il talento individuale a spegnere ogni incendio. Musiala spacca il centrocampo in conduzione e libera Gnabry in area? Albiol risolve con una scivolata che, eseguita con un istante di ritardo avrebbe di certo causato un rigore. Musiala manda in porta Goretzka dopo un tacco di Lewandowski? Pau Torres con un’elasticità inedita si immola e respinge. Per non parlare, poi, di Juan Foyth, forse il più brillante nella difesa del Villarreal da un punto di vista puramente difensivo. L’argentino è stato eccezionale con la palla e senza, offrendo un saggio su come arrestare un giocatore esplosivo come Davies: incredibile la sua capacità di accorciare e prendere contatto appena il canadese provava a scattare.


 

L’uscita dal basso del Villarreal e la tecnica dei suoi migliori interpreti


Pau Torres, Albiol e Foyth, però, non hanno brillato solo senza palla. Il loro contributo è stato fondamentale per rendere il Villarreal protagonista anche col pallone, senza limitarsi a una partita di pura difesa. Le uscite ordinate degli spagnoli contro la pressione del Bayern sono state uno dei temi dominanti della gara. Lo sviluppo centrale, come in occasione del gol, non è stato la soluzione preferita del Villarreal. Il piano di Emery per disinnescare l’aggressività dei tedeschi, infatti, passava soprattutto dalla connessione tra Rulli e i centrali con i terzini. Se la posizione stretta di Gnabry e Coman negava il rasoterra verso Foyth ed Estupinan, ciò non toglie che portiere e difensori potessero raggiungerli con precisi lanci in ampiezza.


 

L’apertura in diagonale di Rulli o Pau per Foyth, in particolare, è stata la direttrice principale del possesso di Emery. Con Gnabry stretto, Alphonso Davies avrebbe dovuto alzarsi aggressivo su Foyth, ma non sempre lo ha fatto con tempismo, così l’argentino poteva controllare e condurre, oppure appoggiare a Capoué all’interno, o a Gerard Moreno lungo linea.


 

Forse le remore di Davies erano dovute proprio alla presenza aperta di Gerard Moreno: il catalano è un maestro della protezione spalle alla porta, ma sa farsi valere anche nei duelli aerei, ricordo dei giorni all’Espanyol qualche anno fa. In generale, però, i giocatori del Bayern non sono stati precisi nei movimenti difensivi. In più, la loro aggressività li spingeva ad abbandonare la posizione per provare a recuperare palla anche in fase di difesa posizionale: una scelta rischiosa, soprattutto sul lato di Gerard Moreno e Lo Celso. Da quella parte, la posizione avanzata di Davies costringeva Lucas Hernandez a scivolare verso la fascia e anche Kimmich si allargava per portare pressione. Se Gerard Moreno e Lo Celso, col contributo di Capoué, riuscivano a scambiare palla e a scoprirla, si liberava subito spazio per il lancio in profondità. La loro freddezza nello stretto, unita alla calma con cui Rulli, Pau Torres e Raul Albiol hanno giocato il pallone dalla difesa, dicono molto del valore del "sottomarino giallo", del motivo per cui merita di stare tra le otto migliori d’Europa.


 

La tecnica del Villarreal ha sfidato la radicalità del pressing del Bayern, a qualsiasi altezza, cercando di utilizzarla a proprio favore. È un atteggiamento da cui i bavaresi, da anni ormai, non prescindono, e che possono permettersi grazie alle straordinarie qualità atletiche dei propri giocatori: e infatti molti passaggi in profondità del Villarreal non sono diventati occasioni chiare solo per via delle corse all’indietro di Lucas Hernandez, Musiala o Davies, che hanno recuperato gli avversari che scappavano verso la porta difesa da Neuer. Senza quell’atletismo, il Bayern avrebbe più di un piede fuori dalla Champions.


 

Per rivoltare la loro intensità contro il Bayern però ci vogliono però giocatori intelligenti e di tocco. A Parejo, Lo Celso e Gerard Moreno è sicuramente mancato qualcosa in carriera per diventare presenze fisse del calcio d’élite. Se però si parla di tecnica e lucidità, sono pochi i giocatori a cui possono invidiare qualcosa. Senza la loro padronanza non si spiega la compostezza con cui il Villarreal ha aggirato il Bayern. Lo Celso forse è stato il singolo più appariscente, presente a tutte le altezze per farsi dare palla. Che fosse in serata si era capito dalle prime battute, quando con un filtrante d’esterno in profondità per Capoué aveva fatto le prove generali per il cross a rimorchio dell’1-0.


 

Di solito, piani partita reattivi richiedono specialisti difensivi, giocatori di gamba in transizione e di estrema applicazione difensiva. Al Villarreal non mancano interpreti di questo tipo, ed è difficile stabilire se il migliore in campo sia stato Albiol o Foyth, almeno per quanto riguarda la difesa. Ciò che rende speciale la squadra di Emery, però, è l’insolita mescola tra fiducia cieca in lunghe partite di attesa, e la presenza di giocatori in campo solo grazie alla tecnica, strani da immaginare in contesti di vocazione soprattutto difensiva: guardate Parejo o Gerard Moreno quanto sono lenti, sembrano quasi denutriti in confronto ai pari ruolo del Bayern, quasi dei culturisti prestati al calcio. Eppure, la biodiversità della rosa rende più varie le soluzioni del Villarreal all’interno di un piano innanzitutto difensivo: così, alla compattezza nella propria metà campo si possono accompagnare costruzione ragionata e combinazioni nello stretto. In definitiva, una squadra capace di adattarsi a più contesti, un pregio straordinario in Champions, dove i 90 minuti contengono sempre tante partite diverse al loro interno.


 

Non a caso, dopo i primi minuti di difesa con blocco medio, con l’onda emotiva della gara dalla propria parte il Villarreal ha proposto anche fasi di pressing alto. E nel secondo tempo, col Bayern che, come ha detto Nagelsmann, ha «perso il controllo alla ricerca di un gol», ha saputo ricavarsi transizioni pericolosissime, salvate alla disperata dai pentatleti della difesa del Bayern.


 

La nuova regola dei gol in trasferta, purtroppo, dimezza la portata dell’impresa del Villarreal. Avere ancora speranze in vista della partita di ritorno, però, doveva essere l’obiettivo principale di Emery alla vigilia. Aver costruito anche solo una piccola possibilità di passare il turno contro una corazzata come il Bayern, e con una prestazione simile, è già uno risultato che non dovrebbe essere dato per scontato.


 

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura